Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: UnGattoNelCappello    31/10/2016    1 recensioni
Una replica della storia originale; ma questa volta, il nostro eroe indossa verde e argento, non rosso e oro.
-
(TRADUZIONE)
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 9:

Nel Quale i Serpeverde si Uniscono ai Grifondoro, e il Nostro Trio Sconta la sua Punizione

 

Harry era circondato da centinaia di libri, ognuno con una sua foto distorta sulla copertina. Sapeva che non avrebbe dovuto trovarsi lì, ma non riusciva a pensare chiaramente con la cicatrice che gli bruciava. Avvertì un movimento dietro una delle pile di libri, e fece per prendere la sua bacchetta ma non riuscì a trovarla.

“Ah, sì, Harry Potter. La nostra nuova… celebrità.”

Erano le parole di Piton, ma uscivano dalla bocca di Raptor.

Harry si svegliò di soprassalto, coperto di sudore e con le coperte attorcigliate intorno al corpo. Togliendosele di dosso, si spinse velocemente gli occhiali sul viso, ed afferrò la sua bacchetta, rassicurato dal fatto di averla ancora. Aprì le tende del letto a baldacchino ma trovò che erano ancora tutti addormentati. Con un cipiglio, raccolse il suo libro di Storia della Magia e si mise a leggere il capitolo assegnato mentre aspettava che gli altri si svegliassero.

C’era qualche vantaggio nell’essere svegliato terribilmente presto dagli incubi, scoprì Harry. Quando i suoi amici iniziarono a stiracchiarsi, lui aveva non solo letto i capitoli di Storia della Magia per quella settimana, ma anche finito il suo tema per la McGranitt sulle differenze tra gli oggetti in metallo e in legno nella trasfigurazione animale.

Era strano svegliarsi così tanto prima degli altri. Harry non era affatto una persona mattiniera; dai Dursley, si svegliava presto solo perché di solito zia Petunia gli strillava di andare a preparare la colazione. Ad Hogwarts poteva dormire un po’ di più, e ne approfittava pienamente.

Come il resto del dormitorio, Harry di solito si vestiva mentre era ancora mezzo addormentato, e ora lo divertiva vedere come sembrassero tutti scoordinati per lui che era perfettamente sveglio. L’unica altra persona attualmente vigile era Theo, che rimase sorpreso nel vedere Harry già alzato.

“Non ho dormito troppo, vero?” chiese Theo quando vide Harry già del tutto vestito sul letto.

“Nah, mi sono svegliato un po’ di tempo fa e non riuscivo a riaddormentarmi. Sono sempre così stupidi di mattina?” Harry indicò gli altri.

Theo fece un sorrisetto. “Già. Anche tu. Anche se di solito Draco è meno sonnolento e più scontroso,” aggiunse.

“Più scontroso di così?” chiese Harry guardando Draco che rivolgeva occhiatacce a se stesso nello specchio.

Theo seguì lo sguardo di Harry. “Em, no. Decisamente no.”

Caddero in silenzio mentre aspettavano che gli altri raccogliessero le proprie cose, e scesero tutti insieme a colazione. Quando arrivarono alla Sala d’Ingresso, trovarono un gruppo di Serpeverde che fissava le clessidre contenenti le gemme di ogni casa. I punti che Harry, Draco e Hermione avevano perso la notte precedente erano tornati nella parte superiore delle loro rispettive clessidre, anche se non si notava tanto in quella di Grifondoro.

“Cos’è successo?” chiese Theo a uno dei Serpeverde in piedi sotto le gemme.

“Non ne ho idea. Sembra che qualcuno sia stato beccato dopo il coprifuoco ieri notte. Anche se almeno sembra che ne abbia persi un po’ anche Grifondoro,” rispose uno del sesto anno. Harry e Draco finsero di esseri confusi e indignati come tutti gli altri mentre si affrettavano al tavolo dei Serpeverde.

Theo si sporse verso Harry con la scusa di prendere un toast. “Siete stati voi, non è vero?”

Harry alzò lo sguardo, sorpreso. “Cosa?”

“La scorsa notte. I punti persi, siete stati tu e Draco, vero? Con chi, Hermione? O Paciock?”

Harry scosse la testa.

Theo sbuffò. “Andiamo, Potter, non sono un idiota. Tu e Draco non siete andati a dormire insieme a noi, e stamattina eravate tutti e due strani. E chi altro si sarebbe fatto beccare in giro per la scuola con un Grifondoro? Nessuno, almeno che non stesse facendo un duello o pomiciando, e in quel caso ne avremmo sentito parlare.”

Harry si guardò intorno, ma nessun altro li aveva sentiti. “Non lo dirai a nessuno, vero?”

Theo gli rivolse uno sguardo calcolatore. “No. Ma mi aspetto qualcosa in cambio.”

Harry annuì rassegnato. “Che cosa vuoi?”

Theo sorrise in modo totalmente non rassicurante. “Oh, mi verrà in mente qualcosa, non preoccuparti. Potrebbe volerci un po’ per farmi venire in mente qualcosa di utile, però.” Gli porse la mano. Mentre Harry la scuoteva, si chiese che cosa aveva appena accettato di fare, anche a nome di Draco.

Harry non fu in grado di parlare con Draco del suo patto con Theo finché non arrivarono ad Erbologia. La Professoressa Sprite aveva oscurato tutte le finestre della serra per far vedere alla sua classe come trattare una giovane pianta di Tranello del Diavolo.

“Tu cosa?” L’esclamazione di Draco fu coperta da uno schianto e un intenso lampo di luce dall’altra parte della serra. Qualsiasi cosa stesse succedendo aveva a quanto pare folgorato il resto della classe.

Harry sobbalzò. “Lo sapeva, Draco. Che cosa avrei dovuto fare?”

Draco alzò gli occhi al cielo. “Tipo, qualsiasi altra cosa? Corromperlo? Lanciargli una maledizione?”

“Non maledico i miei amici, stupido.”

“No, idiota, hai solo deciso che dobbiamo entrambi un favore ancora sconosciuto a Nott da ripagare in data futura. Questo sarebbe meglio?”

“Draco, Theo è nostro amico. Ti vuoi rilassare? Cos’è la cosa peggiore che potrebbe accadere?”

Sbatterono entrambi le palpebre quando dall’altra parte della stanza esplosero un altro lampo di luce e uno sbuffo di fumo. Non riuscirono a vedere cosa stava succedendo tra il marasma di studenti.

“A parte bruciare vivi in una serra, intendi?” Draco alzò un sopracciglio prima che entrambi scoppiassero a ridere.

 

********

 

Tenendo fede alla sua parola, Theo non li tradì con il resto della casa, e nessun altro scoprì che erano stati loro. Mentre la settimana proseguiva senza altre accuse, il senso di colpa di Harry svanì, anche se si riaccese di colpo quando Draco e Hermione ricevettero delle lettere piuttosto arrabbiate dai loro genitori.

Harry e Draco si concentrarono sui loro compiti mentre cercavano di dimenticarsi di Raptor. Ciò diventò più facile quando Hermione si immerse nel ripasso per gli esami. I tre passavano ancora la maggior parte del loro tempo in biblioteca, ma questa volta studiando per le loro materie, e di solito anche Theo e Tracey si univano a loro. Finalmente, dopo quasi due settimane, Harry ne ebbe abbastanza.

“No, niente biblioteca oggi. Oggi c’è il Quidditch, e tu vieni alla partita,” disse fermamente Harry a Hermione quando lei venne da loro al tavolo di Serpeverde. Come il resto dei suoi amici, Harry aveva già indosso i suoi guanti e la sciarpa di Serpeverde.

“Ma…”

“Metti via la tua borsa e prendi la tua sciarpa di Grifondoro. Dillo anche a Paciock,” le disse Draco. “Ci vediamo all’Ingresso tra dieci minuti.”

Hermione lo fissò mentre lui tornava a sorseggiare il suo tè, poi scosse la testa. “E va bene. Ci vediamo tra poco.”

Harry la guardò mentre andava a prendere Neville. “Sai, probabilmente vorrà sedersi sugli spalti dei Grifondoro per questa partita. Visto che sono loro che giocano.”

“Ne sono consapevole, Potter. Ed è per questo che andremo con lei.”

Harry alzò un sopracciglio. “Ci sediamo con i Grifondoro? Che ci odiano?”

“Non ci odiano tutti, solo la maggior parte. E sì, ci sederemo con loro.”

Harry scrollò le spalle. “Beh, visto che loro si sono seduti con voi per le nostre partite, immagino che sia giusto così.”

Draco sbuffò. “Giusto? Ma per favore. Voglio solo un’opportunità per dare fastidio a Weasley senza nessun insegnante in giro.”

Gli occhi di Pansy si illuminarono. “Ooh, sembra divertente. Possiamo venire anche noi?”

Alla fine, Pansy e Daphne si unirono a loro nell’Ingresso mentre gli altri si facevano strada verso gli spalti di Serpeverde. Poco dopo Hermione e un sorridente Neville scesero da una rampa di scale.

Pansy prese sottobraccio Hermione. “Non parliamo da secoli, ultimamente stai sempre con Harry e Draco.”

“Beh…”

“Devi smetterla di monopolizzare i ragazzi carini,” disse Daphne accigliata spuntando dall’altro lato di Hermione mentre si avviavano.

Harry le fissò. Daphne l’aveva appena chiamato carino? Rivolse di soppiatto un’occhiata a Draco, che stava parlando con Neville. Poteva capire che pensassero che Draco fosse carino, ma lui? Harry scosse la testa. Le ragazze erano strane.

Quando arrivarono al campo Hermione fece per dirigersi verso gli spalti di Serpeverde, ma Pansy la condusse verso quelli di Grifondoro.

“Ci sediamo qui oggi?” chiese Hermione mentre iniziavano a salire le scale.

“Già. Oggi tifiamo per Grifondoro,” rispose Pansy.

“Oh. Come mai?”

“Perché siete nostri amici,” disse Harry.

“Inoltre, senza offesa, ma i Grifondoro non hanno nessuna chance di vincere la Coppa di Quidditch, mentre i Tassorosso sì,” aggiunse generosamente Draco.

“Grazie, Draco,” disse seccamente Hermione.

Alcuni Grifondoro gli rivolsero dagli strani sguardi mentre si facevano strada verso i loro posti. Gli unici posti rimasti erano proprio in cima agli spalti, direttamente dietro i Grifondoro del primo anno.

“Perfetto,” disse Draco compiaciuto mentre si sedevano.

Harry gli sorrise. “A che cosa hai pensato?”

“A qualcosa che ti piacerà,” fu tutto quello che disse Draco.

Harry alzò gli occhi al cielo e si girò verso Neville dal suo altro lato, che iniziò immediatamente a parlare del Tranello del Diavolo che stavano studiando a Erbologia.

Draco si sporse verso Harry. “Paciock, siamo a una partita di Quidditch. Per favore non parlare di scuola. Almeno che tu non stia pensando di lanciare qualche Tranello del Diavolo ai giocatori di Tassorosso per sabotarli, in quel caso, fai pure.”

Mentre Neville diventava rosso e ridacchiava nervosamente, i ragazzi nella fila di fronte a loro si girarono.

“Tipico di un Serpeverde dire a qualcuno di barare,” disse Ron a voce alta.

“Scusa, Weasel, hai qualche problema con chi vuole che Grifondoro vinca?” chiese innocentemente Draco.

“Ho qualche problema a stare vicino a te, Malfoy.”

Harry strinse gli occhi. “Sentiti libero di andartene, allora.”

Ron si girò verso Neville. “Perché sei loro amico? Sono Serpeverde.”

Draco sbuffò. “Forse non vuole limitare le sue opzioni sociali agli idioti con cui condivide una stanza di dormitorio. Che esistenza noiosa che deve essere.”

Ron guardò i suoi amici in cerca di supporto. Nessuno di loro stava dando alcuna attenzione alla discussione. Stavano entrambi sorridendo a Daphne, che si era sporta in avanti per flirtare con loro, ignorando le occhiatacce che le stavano rivolgendo le ragazze di Grifondoro. Hermione e Pansy stavano bisbigliando tra di loro in fondo alla fila. A giudicare dal luccichio negli occhi di Pansy mentre guardava le ragazze sotto di lei, non avevano in serbo niente di buono.

Harry si appoggiò al suo schienale proprio quando la squadra di Grifondoro entrò in campo. Esultò insieme agli altri, ma non fischiò i Tassorosso quando entrarono a loro volta. Era troppo eccitato per la sua prima partita di Quidditch come spettatore per prendere in giro chiunque. Non per la prima volta, si pentì di essersi perso la partita Tassorosso - Corvonero per fare ricerche su Flamel insieme a Draco e Hermione.

La voce di Jordan fluttuò sullo stadio mentre iniziava a commentare. “E si parte! Grifondoro prende subito possesso della Pluffa; Bell, Spinnet, Johnson - attenta, Angelina, un Bolide! - di nuovo Bell che - sì, segna!”

Gli spalti intorno a loro esplosero in grida di esultanza, e per il momento tutte le tensioni furono dimenticate mentre tutti si facevano coinvolgere dal gioco. Diventò presto chiaro che i Grifondoro si erano allenati molto, visto che le loro Cacciatrici dominavano il gioco, e furono presto in vantaggio sessanta a zero.

“E Spinnet è di nuovo in possesso, scende in picchiata sul campo e - ahi, quello deve aver fatto male!”

Su in aria, Spinnet era stata colpita sul fianco da un Bolide e aveva lasciato cadere la Pluffa. Fu immediatamente raccolta da un Cacciatore di Tassorosso che volò a tutta velocità verso le porte.

“I Cacciatori di Tassorosso usano la Formazione a Testa di Falco. Weasley rivolge un Bolide verso di loro ma va troppo fuori e - oh no, hanno segnato,” la voce di Jordan arrivò cupa.

La folla di Grifondoro emise un rumoroso gemito, ad eccezione di Ron, che stava agitando le braccia in aria apparentemente eccitato mentre i suoi compagni di classe lo fissavano. Harry pensò che sembrava uno di quegli strani pupazzi gonfiabili che si trovavano a volte davanti ai concessionari d’auto.

“Che cavolo stai facendo?” gli chiese Seamus Finnigan.

“Io, em, mi sono confuso,” borbottò Ron. Seamus e Dean Thomas si scambiarono uno sguardo e scivolarono qualche centimetro lontano da lui sulla panca mentre le orecchie di Ron diventavano rosse. Harry scambiò uno sguardo confuso con Neville, che sembrava altrettanto perso. Harry si girò verso Draco e lo trovò scosso da risate silenziose.

“Che cosa hai fatto?” bisbigliò Harry.

Draco prese un respiro per smettere di ridere. “Maledizione Mani Pazze. Ti fa muovere le braccia, beh, in quel modo.”

“Fantastico!” rise Harry.

“Lo so,” ansimò Draco tra le risate.

Dopo quello il gioco diventò più intenso, e presto i Grifondoro furono in testa centosessanta a dieci, quando Tassorosso segnò di nuovo. Questa volta Harry se l’aspettava, e sentì Draco mormorare “manus insanus” puntando la bacchetta verso Ron. Di nuovo le sue braccia scattarono in alto sventolando mentre i Serpeverde dietro di lui ridevano di nascosto.

“Amico, quelli erano i Tassorosso. Di nuovo.” disse Seamus a Ron, che non rispose, scegliendo invece di sedersi sopra le mani.

“Ricordarmi di non infastidire mai Draco,” bisbigliò Neville a Harry. “Non vorrei vederlo davvero arrabbiato.”

I Grifondoro segnarono di nuovo, portandoli a centonovanta, quando Calì Patil si alzò e indicò in alto. “Hanno visto il Boccino!”

In effetti, entrambi i Cercatori erano scattati verso lo stesso punto del campo, dove Harry vide aggirarsi un bagliore dorato. Rivolse di nuovo la sua attenzione ai Cercatori;  dopotutto, avrebbe affrontato Tassorosso nella sua prossima partita. Il cercatore di Tassorosso era piccolo e veloce come Harry, ma McLaggen di Grifondoro era più largo e massiccio, e finì presto in coda nella loro corsa per il Boccino.

“Tassorosso cattura il Boccino - ma Grifondoro vince! Centonovanta a centosettanta!” gridò trionfante Jordan qualche secondo dopo.

Grida felici si alzarono mentre i Grifondoro iniziavano a lasciare gli spalti per dirigersi in massa sul campo. Hermione si strizzò per passare tra gli altri ed afferrò la mano di Neville prima di correre dietro il resto della sua casa. Mentre Harry li guardava andare notò Calì e Lavanda portarsi improvvisamente le mani al volto. Harry si guardò indietro appena in tempo per vedere Pansy infilarsi la bacchetta dentro la tunica.

“Che cosa hai fatto?” chiese Harry per la seconda volta quel giorno.

“Incantesimo delle Caccole. Gli colerà il naso per ore,” disse Pansy compiaciuta, prima di cogliere il cipiglio di Harry. “Oh, non guardarmi così. Staranno bene, devono solo andare a prendere una pozione da Madama Chips.”

“Perché l’hai fatto?” chiese Harry mentre Draco alzava gli occhi al cielo.

“Perché non mi piacciono,” Pansy scrollò le spalle.

“Non piacciono neanche a te, Potter,” disse Draco mentre si dirigevano alle scale.

“Certo che no, sono sempre orribili con Hermione,” disse Harry.

Pansy fece un verso derisorio. “Non è solo quello. Stanno rovinando la reputazione di Daphne.”

“La mia? Come?” Daphne guardò Pansy in modo interrogativo.

“Fanno sembrare tutte le ragazze superficiali che vanno pazze per i ragazzi delle stupide senza cervello,” rispose Pansy.

“Hey, io non vado pazza per i ragazzi. Semplicemente, mi interessano in modo eccezionale,” disse Daphne freddamente.

“È per quello che hai iniziato a provarci con Finnigan e Thomas non appena ci siamo seduti?” Draco alzò un sopracciglio.

Daphne alzò il suo in risposta. “Preferiresti che ci provassi con te?”

Draco sbatté le palpebre. “Sono a posto, grazie,” fu tutto quello che disse, mentre una sensazione di calore scosse Harry dall’interno. Scuotendo la testa leggermente, seguì gli altri mentre continuavano a bisticciare.

 

*******

 

Lunedì a colazione, Harry e Draco ricevettero entrambi dei biglietti nella posta. Harry diede da mangiare distrattamente a Edvige il suo bacon mentre leggeva.
 

La vostra punizione si terrà stanotte alle undici in punto.

Presentatevi al signor Gazza nel salone d’ingresso.

Prof. S. Piton

 

Quella sera alle undici in punto i ragazzi arrivarono all’Ingresso e trovarono Hermione già lì, con un’aria molto a disagio mentre cercava di stare il più lontano possibile da Gazza.

“Era ora. Seguitemi,” disse Gazza aprendo il portone.

“Andiamo fuori?” chiese Harry. A parte i loro mantelli, nessuno di loro aveva indossato degli abiti pesanti.

“Stanotte andrete nella Foresta Proibita, ragazzo.”

“La Foresta Proibita? Ma dentro non ci sono i lupi mannari e altre cose? Non possiamo entrarci!” protestò Draco.

“Avreste dovuto pensarci prima di infrangere le regole, allora. Certo, ai bei vecchi tempi avrei avuto il permesso di appendervi al soffitto dai polsi… La scuola è diventata troppo morbida, secondo me.”

Harry smise di ascoltare il resto del discorso di Gazza. Affrontare dei lupi mannari nella Foresta di notte suonava molto meglio di essere appeso al soffitto.

Invece di portarli direttamente dentro la Foresta, Gazza li portò alla capanna di Hagrid, che era lì davanti con in mano una lanterna e un’enorme balestra. Thor era seduto accanto a lui, ma saltò in piedi quando vide Draco. Harry sorrise; una punizione con Hagrid non poteva essere tanto male.

“Perché ci hai messo così tanto, Gazza? Il tuo solito discorsetto, eh?” borbottò Hagrid.

“Può darsi.”

“Beh, puoi tornare al castello adesso. Li porterò indietro quando abbiamo finito. Venite voi tre.” Hagrid si girò e iniziò a camminare verso la Foresta, ignorando i borbottii di Gazza. Harry e Hermione si affrettarono dietro di lui, con Draco e Thor in coda.

Al limite della Foresta Hagrid si fermò e si girò verso di loro. “Allora, non vi mentirò, quello che faremo stasera è pericoloso, quindi dovete fare come dico io.” Quando i tre annuirono lui indicò delle tracce di liquido argentato a terra. “Vedete quello? È sangue di unicorno. Qualcosa si è messo a cacciare gli unicorni. Non so cosa, non ho mai visto niente del genere prima d’ora. Non molte cose possono ferire un unicorno, e ancora meno ne hanno l’intenzione. Harry e Draco, voi andate con Thor. Hermione, vieni con me. Tenete le vostre bacchette accese e gli occhi aperti. Se trovate l’unicorno, mandate scintille verdi, se vi trovate nei guai, scintille rosse. Sapete tutti come farlo? Bene, allora si va. Fate attenzione a rimanere sul sentiero, mi raccomando.”

La Foresta era nera e immobile. Gli alberi erano così alti che si confondevano con l’oscurità. La traccia di sangue di unicorno che stavano seguendo si divise in due quando arrivarono a una biforcazione del sentiero, e il gruppo si separò. Harry e Draco dovettero far luce con le loro bacchette ora che Hagrid se n’era andato con l’unica lanterna, e la luce della luna non riusciva a penetrare la fitta rete di rami fino a raggiungere il terreno.

“Che succede se troviamo la cosa che sta ferendo gli unicorni?” chiese Draco.

“Mandiamo delle scintille rosse e scappiamo a gambe levate?” suggerì Harry, sperando di non dover arrivare a quello.

“Almeno abbiamo Thor,” disse Draco accarezzando la testa del cane. Sembrava più che altro che stesse cercando di rassicurare se stesso.

Dopo quello non parlarono molto. L’opprimente silenzio della Foresta rendeva le loro voci troppo alte. Gli unici suoni erano i loro passi e il fiato di Thor. Seguirono la traccia di sangue di unicorno come gli era stato detto; Harry era preoccupato dal fatto che era sempre più abbondante, e ora arrivava a macchiare anche gli alberi. Un basso gemito colse le loro orecchie.

Draco afferrò il braccio di Harry mentre Thor mugolava stringendosi contro la gamba di Draco. “Cos’era quello?”

“Sembrava un lamento di dolore. Mi sa che abbiamo trovato l’unicorno,” gli sussurrò cupamente Harry.

Si mossero lentamente nella direzione da cui era venuto il rumore. Riuscivano a vedere qualcosa di scintillante dietro una grossa quercia. Una volta aggirato l’albero, trovarono un unicorno sdraiato a terra. Del sangue argentato gli fuoriusciva da una ferita sulla spalla, e anche una delle zampe sembrava ferita. L’animale li guardò con occhi semichiusi ed emise un altro lamento.

“Cosa gli è successo?” chiese Harry avvicinandosi. Si fermò di colpo quando Draco lo prese per un braccio tirandolo indietro. Thor stava ringhiando. “Lasciami.”

Draco scosse la testa in silenzio, gli occhi fissi su qualcosa dietro di Harry. Il ragazzo si girò e vide una figura incappucciata emergere dagli alberi e dirigersi verso l’unicorno. Harry e Draco osservarono in un silenzio terrorizzato mentre la figura si inginocchiava accanto all’animale ferito. L’essere portò il suo viso incappucciato alla ferita dell’unicorno e iniziò a bere, e poi successero un sacco di cose tutte insieme.

Draco emise un grido assordante che fece guaire Thor e lo fece scappare tra gli alberi. Draco strattonò il braccio di Harry per far correre anche lui, ma Harry non riusciva a muoversi. Era pietrificato dalla vista che aveva di fronte. Poi il viso incappucciato si alzò per incontrare il suo sguardo, e un dolore intenso, bruciante, gli trafisse la cicatrice.

Non era per niente come i mal di testa che gli venivano a volte seguendo Raptor. Si sentiva come se la testa gli si stesse spaccando in due. Sentì vagamente Draco che gli scuoteva il braccio, ma non poteva fare nulla mentre la figura davanti a lui si alzava lentamente in piedi e avanzava verso di lui. Harry cadde in ginocchio mentre il dolore cresceva ancora di più e la sua visione si offuscava. Pensò di sentire del rumore di zoccoli, ma non riusciva a concentrarsi abbastanza da esserne sicuro.

Passò più o meno un minuto prima che riuscisse di nuovo a vedere. Alzò lo sguardo e vide il viso già pallido di Draco completante privo di colore. Tirò Harry in piedi senza lasciagli andare il braccio. La figura incappucciata se n’era andata.

“Tutto bene?”

Harry alzò lo sguardo e vide ciò che poteva essere solo un centauro. Aveva capelli di un biondo chiarissimo, e Harry ebbe l’assurdo pensiero di avere davanti a sé una versione cavallina di Draco, prima di notare che gli occhi del centauro erano blu, non grigi.

Harry scosse la testa per schiarirsi i pensieri, e strofinò la sua cicatrice ancora dolorante. “Sto bene. Grazie per averci salvato.”

Gli occhi del centauro seguirono la mano di Harry quando la sollevò sulla fronte. “Tu sei il giovane Potter.”

“Em, sì, sono Harry. E questo è Draco.”

“Il mio nome è Fiorenzo.”

“Oh! Hagrid mi ha raccontato di te,” rispose Harry.

“Hagrid è un buon amico per quelli di noi che dimorano in questa foresta.”

“Sì, lui - cavolo, l’unicorno!” Harry si era scordato dell’unicorno con tutto quello che era successo. Mandò velocemente un getto di scintille verdi in aria con la sua bacchetta e poi si abbassò per posare una mano sul fianco dell’unicorno. L’animale aprì un occhio ma non reagì in altri modi.

“È ancora vivo,” annunciò. “Che cos’era quello? Quella cosa?”

Fiorenzo alternò lo sguardo da lui all’unicorno prima di rispondere. “Harry Potter, sai per cosa viene usato il sangue di unicorno?”

Harry guardò verso Draco, che si accigliò. “No. Non l’abbiamo mai usato in Pozioni.”

Fiorenzo annuì. “Certo che no, non sono in molti quelli che lo farebbero. È un’azione orribile, ferire un unicorno. Ucciderne uno ti rende dannato. Il suo sangue ti mantiene in vita anche se sei a un passo dalla morte, ma la tua sarà una mezza vita, un’esistenza maledetta, come punizione per aver ucciso qualcosa di così puro. Non è una strada da prendere a cuor leggero.”

“Ma chi lo vorrebbe? Non è meglio morire, che essere dannati per sempre?”

“La maggior parte delle persone la pensa come te. Almeno che non ti basti restare vivo per il tempo necessario a bere qualcosa altro… qualcosa che ti restituisca tutta la tua forza e il tuo potere, qualcosa che faccia sì che tu non possa morire mai. Harry Potter, tu lo sai cos’è nascosto dentro la scuola in questo preciso momento?”

“La Pietra Filosofale,” risposero Harry e Draco in unisono.

“L’Elisir di Lunga Vita!” esclamò Draco. Poi sussultò e scosse la testa. “No, no, no…”

Harry lo guardò confuso. “Ma non capisco chi…”

Intervenne Fiorenzo. “Non ti viene in mente nessuno che abbia atteso molti anni per tornare al potere, che si sia aggrappato alla vita aspettando la sua grande occasione?”

Harry guardò di nuovo Draco, che era più pallido che mai.

“Vuoi dire che quello era Voldemort?” chiese Harry. Draco sussultò al nome.

“Harry! Draco! State bene?” Hermione stava correndo lungo il sentiero verso di loro, seguita da Hagrid. Dietro di lui c’era Thor con la coda tra le zampe.

“È tutto a posto. Abbiamo trovato l’unicorno. È ferito, ma ancora vivo,” disse Harry alzandosi. “Grazie ancora, Fiorenzo.”

“Sei al sicuro ora,” disse Fiorenzo, guardando Hagrid. “Buona fortuna, Harry Potter. È già successo che i pianeti venissero letti in modo errato. Spero che questa sia una di quelle volte.”

Non sapendo bene che cosa dire, Harry guardò in silenzio mentre Fiorenzo cavalcava via nella foresta. Quando si girò di nuovo, Draco e Hermione erano stretti insiemi mentre osservavano Hagrid abbassarsi accanto all’unicorno. Mentre Harry si univa agli altri, Hagrid si alzò con la creatura tra le braccia.

“Me ne occuperò a casa. Draco, tieni d’occhio Thor, okay? Non mi va che scappa via.”

Si fecero strada fuori dalla Foresta in una strana processione. Harry e Hermione guidavano il gruppo, illuminando la strada con la lanterna. Dietro di loro c’era Draco che teneva la mano sulla testa di Thor, seguiti da Hagrid che avanzava ansimando sotto il peso dell’unicorno mezzo morto.

“Cos’è successo?” chiese Hermione a Harry a bassa voce.

“Non ora,” gli sibilò lui in risposta. Hermione rimase in silenzio, ma il ragazzo riusciva a percepire la sua impazienza.

Dissero buona notte a Hagrid e Thor alla capanna, e iniziarono a tornare indietro verso il castello. Erano a metà strada quando Hermione si fermò e si poggiò le mani sui fianchi.

“D’accordo, cos’è successo là dentro?”

Harry prese un respiro profondo. “Pensiamo che si trattasse di Voldemort.” Alternandosi, iniziarono a raccontare l’accaduto. Alla fine della storia, il viso di Hermione era pallido quanto quello di Draco.

“Che cosa facciamo?” mormorò la ragazza.

“Andiamo da Piton,” disse Draco, ed Harry annuì. Per una volta, Hermione non protestò.

 

*******

 

La sera seguente Harry passò la cena a guardare il tavolo degli insegnanti. Colse lo sguardo della McGranitt, che strinse le labbra e si sporse per dire qualcosa a Silente, il quale lanciò uno sguardo intenso ad Harry. Con un leggero cipiglio, il ragazzo spostò gli occhi su Piton, che stava parlando con Hagrid. Non appena il professore si alzò e scivolò via dalla sala, Harry diede un ultimo morso alla sua cena e diede un colpetto a Draco.

“Hai finito?”

Draco deglutì ed annuì. Mormorarono dei veloci saluti ai loro amici prima di dirigersi al tavolo dei Grifondoro dove Hermione stava finendo di cenare. Dopo un veloce saluto a Neville, i tre si diressero ai sotterranei.

Si fermarono fuori dall’ufficio di Piton e Harry bussò alla porta. Accanto a lui, Draco si raddrizzò la cravatta ed Hermione si lisciò la gonna.

“Sì?” La porta si aprì, e Piton abbassò lo sguardo su di loro. “Ah, siete voi tre. A cosa devo questo piacere?”

“Dobbiamo parlarle,” disse Harry.

“Per favore,” aggiunse Hermione.

Piton fece scivolare lo sguardo su di loro prima di fare un cenno d’assenso e spalancare la porta. I ragazzi rimasero nervosamente in piedi davanti alla scrivania mentre Piton chiudeva la porta e si sedeva di fronte a loro. Fece un gesto con la bacchetta e si materializzarono tre sedie di legno.

“Sedetevi. Parlate.”

Harry si sedette con la schiena dritta. “Ecco, signore, si tratta della punizione della scorsa notta.”

“Se siete venuti a lamentarvi di quanto sia stata ingiusta, risparmiatemelo. Siete state giustamente puniti per la vostra infrazione.”

“In realtà, professore, per essere una punizione, è stata piuttosto, um, istruttiva,” disse Draco.

“Anche se non sono del tutto sicura che a Gazza dovrebbe essere permesso di stare vicino agli studenti, ha menzionato qualcosa sul fatto di appenderci per i polsi e quel genere di cose non dovrebbe davvero essere tollerato al giorno d’oggi,” disse Hermione con impeto, prima di arrossire sotto lo sguardo di tre paia di occhi. “Scusate.”

Piton colpì la scrivania con la bacchetta, ed apparve un vassoio con del tè e quattro tazze. Se ne versò una per lui e indicò ai ragazzi di servirsi. “Signorina Granger, abbia fiducia del fatto che nonostante Gazza sia solo che felice di supervisionare le punizioni che vi guadagnate voi criminali, non gli sarà mai permesso di assegnarle lui stesso. Il Preside non lo permetterebbe.”

Ammansita, Hermione si tenne occupata preparando il suo tè. Draco la fissò per un momento prima di far roteare gli occhi e tornare a guardare Piton.

“Signore, so che ci ha detto di dimenticarci della Pietra e tutto il resto, ma pensiamo che questa cosa sia più grande di Raptor.”

Piton alzò un sopracciglio. “Oh? E che cosa avete scoperto, di grazia, in questa vostra punizione così istruttiva?”

Harry lo guardò determinato negli occhi. “Voldemort.” Ignorò le reazioni causate dal nome e continuò. “Io e Draco l’abbiamo visto nella Foresta. È lui che ha ferito gli unicorni. Beve il loro sangue.”

Piton impallidì lievemente, ma non mostrò altrimenti altre reazioni. “Come potete esserne sicuri? Che cosa ha detto Hagrid?”

“Non gliel’abbiamo detto, era occupato con l’unicorno ferito. Lei è il primo insegnante a cui lo diciamo,” disse Draco.

“Signore, se non ci crede, può chiederlo a Fiorenzo. È un centauro. Avevamo trovato l’unicorno ferito, e poi è apparsa questa figura incappucciata che ha iniziato a bere il suo sangue. Poi ci ha notato, e ha iniziato a venire verso di noi, ed è in quel momento che è arrivato Fiorenzo e l’ha fatto scappare via. Poi ci ha praticamente detto che quello che avevamo visto era Voldemort.”

“‘Praticamente’. Ha o non ha detto che quello era il Signore Oscuro?” esclamò Piton.

“Non esplicitamente, no,” ammise Harry.

“Signore, c’è anche la questione della cicatrice di Harry,” disse Draco. Harry gli lanciò un’occhiata arrabbiata, che lui ignorò.

Piton guardò incuriosito la cicatrice, prima di chiedere a Draco. “Quale questione?”

“Draco…”

“Potter, se non vuoi dirglielo tu, lo farò io,” disse fermamente Draco. “Professore, quando abbiamo visto il Signore Oscuro nella Foresta, Thor è scappato, lasciando me e Harry da soli. Ho provato a far scappare via anche lui, ma non riusciva a muoversi. Era come se fosse in trance o una cosa del genere. Gli ho tirato il braccio, gridando il suo nome, ma lui non rispondeva. E poi il Signore Oscure ha alzato lo sguardo, e Harry è collassato a terra, con una mano premuta sulla cicatrice. E poi è arrivato di corsa Fiorenzo che ha spaventato il Signore Oscuro mandandolo via. Ma ci è voluto un minuto o due prima che Harry rispondesse di nuovo.”

“Grazie tante, Malfoy,” brontolò Harry mentre Piton aggirava la scrivania.

“Stia fermo, signor Potter,” fu tutto quello che disse prima di sventolare la bacchetta sopra la cicatrice di Harry, borbottando sotto voce. Continuò così per un minuto, mentre Harry cercava di non muoversi. Finalmente, abbassò la bacchetta e tornò a sedersi. “Allora, non sembra avere niente fuori dall’ordinario. Anche se, ovviamente, quel termine è del tutto relativo quando si tratta di te. L’Anatema che Uccide di solito non lascia cicatrici o sopravvissuti.”

“Quindi cosa significa?” chiese Hermione.

“Non ne sono sicuro,” disse lentamente Piton. “Signor Potter, la tua cicatrice ti ha fatto male in passato, o è una cosa nuova?”

Harry sospirò. “Mi dava dei mal di testa quando seguivamo Raptor. E l’altra settimana ho avuto un incubo e quando mi sono svegliato mi faceva male.”

“Hmm.” Piton sorseggiò il suo tè fissando la cicatrice di Harry. “Quello che mi avete raccontato stasera è interessante. Ne informerò il Preside.” Fece una pausa, e il suo cipiglio si ammorbidì. “Signor Potter, temo di non sapere cosa dire riguardo la tua cicatrice. Posso solo suggerirti di andare a vedere Madama Chips nel caso avessi bisogno di antidolorifici. Sarei anche interessato a sapere se ti dovesse dare di nuovo fastidio. Nel frattempo…”

“Restiamo fuori dai guai?” tirò a indovinare Harry.

Gli angoli delle labbra di Piton fremettero. “Precisamente. Forse c’è ancora speranza, per voi tre.”

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: UnGattoNelCappello