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Autore: Once upon a December    13/05/2009    2 recensioni
Aveva buttato il suo sangue, il suo retaggio, il suo potere.
E per cosa? Per l'amicizia?
Una smorfia apparve istantaneamente sul volto di Bellatrix, mentre la mano stringeva sempre di più la presa sui ricci.
Amicizia. Valore da Grifondoro.
Valore da chi ha bisogno degli altri, valore da deboli.
Valore da codardi.

Non è una Sirius/Bellatrix, ma una storia con loro due protagonisti.
Genere: Generale, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscì nel corridoio con in testa solamente di distruggere il ragazzo, disarmare ogni sua certezza, imprimergli nella mente un qualche ricordo che lo avrebbe perseguitato a vita.
Se lo meritava, era uno sporco traditore del suo sangue.
"Andiamo, feccia".
Inutile cercare di trovare una nota di cordialità nelle parole di Bellatrix Black, il tono da lei usato trasudava acidità. Non che la futura signora Lestrange si sforzasse di essere gentile col cugino, no di certo, le buone maniere non le riservava ad un rifiuto umano come Sirius.
Un ghigno di superiorità era dipinto sulle labbra della ragazza, nulla avrebbe potuto farlo scomparire, anzi.
La gioia di vedere il cugino umiliato la rendeva orgogliosa di sè e della sua causa, niente avrebbe potuto fermarla in quel momento.
"Allora, cuginetto, cosa mi racconti di bello?" ironia, pungente ironia. Si stava divertendo, Bella.
"Niente di che, tesoro, sono sicuro che te hai molto di più da dire! Come va col pelatone?" fu la risposta, sfrontata e sfacciata, del ragazzo.
La bacchetta della donna di conficcò nella schiena del rinnegato, quanto le sarebbe piaciuto lanciare una maledizione in quel momento! Semplice e veloce, una feccia di meno al mondo.
Ma no, prima doveva rispettare gli ordini del suo Signore, poi avrebbe potuto divertirsi un po'.
Percorsero i corridoi con una lentezza disarmante, l'arma della donna sempre puntata alle spalle di Sirius. Percepiva l'agitazione del cugino, sicuramente la poca velocità lo rendeva ancora meno a suo agio... Ricordava quando erano bambini, passava il suo tempo a correre, non stava un minuto fermo. E la zia Walburga lo diceva sempre, era nato per sentire il vento fra i capelli.
Quindi camminavano lentamente.
Dopo parecchi minuti di snervante silenzio, corridoi bui e quadri che disapprovavano il comportamento del giovane Black, i due giunsero nel cortile esterno della grande magione dei Black. Davanti a loro una grande distesa di grano, qua e là qualche papavero, in lontananza un piccolo paesino. Un piccolo borgo magico, ovviamente, la sempre pura famiglia Black non avrebbe mai accettato di passare le proprie estati vicino a dei sudici babbani.
Bellatrix costrinse Sirius ad avventurarsi fra le spighe, non sapeva nemmeno bene perchè, ma rendeva il tutto un po' più teatrale. Più nobile, insomma. La ragazza si fermò di colpo, non molto distante dal paesino.
"Dunque, cuginetto... In ginocchio!" ordinò.
Sicuramente non era necessario, il ragazzo era disarmato dopo tutto, ma la giovane donna non avrebbe perso una sola opportunità per umiliare quel sudicio traditore.
L’altro, tuttavia, si voltò lentamente e restò a fissarla con un sopracciglio sollevato. E con il chiaro sguardo di chi non ha intenzione di obbedire. Questo, se possibile, la spronò ancora di più.
Uno scatto della bacchetta, e le ginocchia di Sirius cozzarono violentemente sul terreno, senza che il ragazzo potesse opporre alcuna resistenza. Non emise un gemito, tuttavia. Ah, il sangue Black…
"Ora vediamo cosa sei venuto a fare... mi spiace per te, ma non credo alla cazzata del figliol prodigo. LEGILIMENS!" Bella fu così rapida che Sirius non ebbe il tempo di risponderle né, tanto meno, di cercare di opporre resistenza. Probabilmente non ci sarebbe neanche riuscito dopo il colloquio col Signore Oscuro: il più grande mago di tutti i tempi distruggeva ogni difesa.
"Oh-oh... Abbiamo dei ricordi fasulli! Tenti di difenderti!" un ghigno, non solo di superiorità, ma anche di disprezzo.
"No... Sono... Sono veri!" tentò di difendersi Sirius. Inutile, patetico, come se potesse realmente riuscirci.
"Sono veri eh? Vediamo se resistono, allora..."
Ghigno. Decisione. Volontà.
Bastava solo quella. E lei ne aveva, oh sì che ne aveva. Suo cugino si sarebbe pentito di essere passato dalla parte della feccia.
"CRUCIO!"
Vedendo la sottile striscia rossa partire dall'arma della ragazza qualcuno avrebbe potuto dire che fosse sadica, malvagia. Ma non era così, lei stava soltanto facendo la cosa giusta, stava vendicando l'onore della sua famiglia, quello stesso onore che la feccia che aveva davanti aveva macchiato.
Un enorme senso di potere la invase nel momento in cui vide il ragazzo crollare a terra, distrutto. Nulla avrebbe potuto fermarla.
"E ora vediamo se i tuoi ricordi erano veri, cuginetto. LEGILIMENS!" questa volta non incontrò resistenze di alcun tipo, ma ebbe la strada spianata verso l'inconscio del parente.
C'era confusione, come le aveva detto il suo Signore, e sospetto. Non si sorprese molto del sentimento che lo pervadeva, quanto della persona verso cui era rivolto... si aspettava tutti, ma non il lupetto.
Povero, piccolo Sirius, non aveva capito nulla.
Non era decisamente lui la spia, era troppo poco vigliacco per esserlo. Stranamente non diffidava affatto dell'omuncolo, vera ragione di tutti i guai dei suoi carissimi amici.
"Aaaah, cuginetto carissimo... Sai che non mi puoi mentire, non ci sei mai riuscito. Mi piacerebbe tantissimo intrattenermi qui con te, ma mi aspetta una riunione con i lupi mannari... vogliono sempre fare di testa loro, non ti puoi fidare!".
Non aveva saputo resistere all'opportunità di metterlo ulteriormente contro all'amico, si meritava qualche disputa.
Un'ultima occhiata al ragazzo, ancora disteso a terra, provato dalla tortura che gli aveva inflitto non molti minuti prima. Istintivamente ghignò, si meritava molto più di una piccola Cruciatus, decisamente molto di più.
Fece qualche passo in direzione della casa e gettò a terra la bacchetta del ragazzo, gli sarebbe servita per duellare con il suo amichetto. Chissà, forse sarebbe rimasto ucciso nello scontro, o forse avrebbe fatto fuori il lupo mannaro. Forse... ma sicuramente ci sarebbe stato da divertirsi, perché perdere un'occasione del genere?
Bellatrix era soddisfatta, di sé e del proprio lavoro, non aveva nulla da rimpiangere.
Mezzo giro su se stessa, e non c'era più.



~



Dovettero passare diversi secondi prima che le sue membra smettessero di muoversi convulsamente.
Non era la prima volta che veniva colpito da una maledizione Cruciatus, ma doveva ammettere che l’incanto della cugina era di gran lunga superiore a qualsiasi altro l’avesse mai raggiunto.
Prese un respiro profondo e si mise seduto. Se n’era andata… così, semplicemente, senza ucciderlo.
Perché? Non c’era una motivazione logica…
Stizzito, colpì le spighe alla sua destra con il dorso della mano.
Difficile dire cosa gli facesse più male, in quel momento, se la rabbia per essere stato così umilmente sconfitto dall’odiata cugina, o l’atroce consapevolezza dell’identità del traditore.
Remus. Proprio lui.
Il sospetto più concreto nella sua mente, ma che più lo spaventava.
Era lui.
L’amico che avevano accolto nel gruppo con entusiasmo, quello che tentava di passare le risposte dei compiti persino sotto gli occhi vigili della McGrannit.
Il compagno a cui erano stati vicini, ogni mese, sotto i raggi della luna piena…
Si alzò in piedi, passandosi una mano tra i capelli corvini.
Era inutile fare il sentimentalista, adesso.
Bellatrix, per qualche motivo stupido o comunque sconosciuto, l’aveva lasciato andare.
Con tutte le informazioni di cui necessitava, per giunta.
Si incamminò tra i campi silenziosi, disturbati solo dal ronzio di qualche insetto che volava qua e là.
L’avrebbe tenuto d’occhio, non gli avrebbe lasciato tregua, anche a costo di pedinarlo notte e giorno.
Senza il traditore, Lily e James sarebbero stati salvi….



~



Povero ingenuo... se fosse stato meno avventato e istintivo forse si sarebbe reso conto che la cugina si stava solo prendendo gioco di lui... forse avrebbe capito che non era affatto Remus, il traditore.
Ma, come presto avrebbe imparato, gli errori si pagano. Sempre.
Poco distante, in una piccola casa dall'aria semplice, un uomo intagliava con cura un lato della grossa zucca destinata a diventare una lanterna, sotto gli occhi entusiasti del figlio.
Jack-o'-lantern stava per arrivare.


















E così siamo giunte alla fine di questo tentativo di fic a quattro mani... e pensare che doveva essere una shot! E' stato difficile arrivare a mettere la parola "fine", sia perchè quetsa storia era diventata un po' la nostra "creatura", sia perchè sappiamo come - purtroppo - andrà a finire il tutto.
Siamo comunque intenzionate a scrivere ancora insieme, anche perchè ci siamo divertite tantissimo, speriamo di ricevere qualche commentino in più!
Grazie per aver letto!


@ madamina: speriamo tantissimo che il capitolo conclusivo di questa Fiction non ti abbia delusa, ma che ti abbia coinvolta almeno quanto gli altri! Siamo contente che ti sia piaciuto il nostro modo di "guidare" i personaggi, il caro Tom ci ha fatte un po' impazzire. Per quanto riguarda le tue puntuali recensioni ad ogni capitolo, non possiamo far altro che ringraziarti sentitamente, puoi ben immaginare quanto sia importante per un autore sapere cosa pensano gli altri di ogni piccola "opera". Speriamo di ritrovarti in futuro fra i nostri lettori... anzi no, lo pretendiamo! =P Di nuovo grazie mille!

Grazie anche a Manu, siamo svogliate e non abbiamo voglia di risponderti! XD Ti risponde la Miri di persona anche da parte della serpe! Grazieeeee!
  
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