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Autore: shuste    13/05/2009    6 recensioni
Alice il giorno in cui si ritrova vampira...pensieri e paure e le ombre della sua mente...jasper e la sua storia...
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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… allora, ecco i risultati della mia insonnia. Grazie alle persone fantastiche che mi recensiscono e ogni volta mi commuovono … davvero. E’ molto gratificante leggere le cose che scrivete e spero continuiate a farlo… I preferiti pure stanno crescendo… SIETE FANTASTICI!!!! Vi lascio a Jasper… ps. La prossima volta Alice … resistete e non abbandonatemi, posterò presto!! Un abbraccio a tutti! Stella

 

 

 

 

 

 

 

 

Mare dentro,

mare dentro,

senza peso nel fondo

 dove si avvera il sogno.

Due volontà fanno avere un desiderio nell’incontro

 il tuo sguardo, il mio sguardo

 come un’eco che ripete senza parole

più dentro, più dentro, fino al di la del tutto,

attraverso il sangue e il midollo …

Però sempre mi sveglio e sempre voglio essere morto

 per restare con la mia bocca sempre preso

nella rete dei tuoi capelli.

 

Tratta dal film Mare Dentro.

 

 

Sobbalzai impercettibilmente quando sentii la maniglia della porta abbassarsi cigolando.

Più tardi avrei associato quel rumore a musica.

 

Poche ore prima ci eravamo incontrati e ora condividevamo per la prima volta una stanza.

Avevamo camminato nella neve, come due persone che si conoscevano da sempre.

Come due amanti ritrovati, per mano, dopo tanto tempo.

Io sentivo le sue emozioni e continuavo a stupirmi, continuavo a non credere fosse possibile che una cosa del genere capitasse a me.

Lei guardava il mondo a testa alta, con la grazia di un adulto e lo stupore di un bimbo.

 

Sono passati tanti anni Alice da quel giorno.

 

Tante notti.

 

Talmente tante da perdersi nel costante fluire del tempo, talmente tante da farmi temere, a volte, di aver scordato qualcosa.

 

Piccolissimo particolare, se ti ho perduto è stato senza cattiveria.

 

 

Alle volte mi fermo, quando sono solo, in silenzio.

Smetto persino di respirare.

E mi sembra di percepire il battito immaginario di un cuore che tu hai saputo restituirmi.

Quel cuore che non batte da più di un secolo.

Quel cuore che hai riempito con tutto l’amore.

Tu, splendida e cangiante.

Chiara e pura come l’acqua.

Cristallina.

Troppo bella, troppo determinata e dolce, troppo entusiasta, troppo.

Semplicemente troppo per me.

Se mi chiedessero cos’è per me l’amore, risponderei che è il cigolio di una porta che si apre.

Il cigolio di quella porta che apristi quella notte.

 

Eri tu, coperta solamente da un asciugamano.

Le spalle, le braccia, le tue gambe brillavano colpite dalla luce della luna che penetrava dalle finestre.

Un miliardo di minuscoli diamanti.

Allungai la mano verso di lei, ferma sulla soglia della stanza, porgendogliela.

Con un sorriso la strinse nella sua, calda e liscia.

Si fece più vicina. Sempre più vicina. Sempre più forte il suo profumo. Sempre più intensa la sua felicità. Il suo leggero imbarazzo. La sua eccitazione.

Seduto sul letto, aprii leggermente le gambe e lei, in piedi, si fermò lì.

Lì dove ho capito di amarla, una rivelazione semplice come respirare.

Si chinò leggermente verso di me.

Un bacio sui miei occhi. Uno sulla fronte.

E poi fu un attimo. Lei, immensamente Alice.

Il fruscio dell’asciugamano che scivolava sul suo corpo. La sensualità di quel rumore.

… il suo viso da angelo … il suo nasino un po’ all’insù … le sue gambe …

… un ventre nudo … i suoi seni chiari …

… il suo corpo nudo davanti a me. Bellissimo, semplicemente.

Si sedette sulle mie gambe e, bottone dopo bottone, con lentezza, slacciò la mia camicia, baciando ogni centimetro del mio corpo che a poco a poco liberava.

Lei nuda e io ancora vestito. Lei sorridente e maliziosa. Io completamente stregato.

Mi alzai prendendola tra le braccia e posandola sul letto, sdraiata.

Davanti a lei, perso nei suoi occhi di topazio, sparsi il resto dei miei abiti sul pavimento. Brandelli di un imbarazzo che ci stavamo lasciando alle spalle.

Mi allungai su di lei, verso quel profilo illuminato nella penombra, un viso sottile e diafano.

Noi dentro una stanza e tutto il mondo fuori. Non c’era nulla da dire. Nulla da spiegare.

Le mie labbra si posarono sul suo collo, salirono sull’orecchio, sulla tempia. Scesero sulla guancia, fino all’angolo della bocca. Passai la mia lingua sulle sue labbra morbide, invitanti ma ancora chiuse, spingendo piano per assaggiare la sua.

La mia mano si posò su un suo seno, coprendolo e accarezzandolo.

Sentivo il suo corpo fremere, quasi tremare al mio tocco.

Mi scostai un attimo, guardando quella meraviglia.

… tenerezza … un sentimento di eccitazione irresistibile che si mescolava al mio e lo moltiplicava …

 

Posai le mie mani sui suoi fianchi, scesi sulla pancia e poi sulle gambe, fermandomi dietro alle ginocchia.

Con una carezza salii lungo le sue cosce.

Lei era lì. Calda, invitante.

Immobile e fiduciosa. Gli occhi chiusi.

Mia.

Per la prima volta in vita mia possedevo qualcosa.

 

“Jasper …”sussurrò.

“…”

 

 “… dov’eri finito per tutto questo tempo?”

“Sono sempre stato qui … è il solo posto in cui desidero stare …” dissi confuso.

“ Non andartene. Baciami. Amami. Adesso.”

 

I tuoi occhi guardarono la mia anima. E mi fecero sentire migliore.

Un bacio. Il fioco chiarore di una camera. Il grande specchio.

Il desiderio che vi nacque. Il mio corpo schiacciato leggermente contro il tuo, senza veli, senza vergogna, desiderosi di incatenarsi. Il tuo respiro dolce sulla mia bocca.

 

E io che ti amo, per quell’istante, brillante, vero come la luce del sole.

 

 

  
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