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Autore: Dedalus Lux    01/11/2016    1 recensioni
La soluzione sarebbe semplice - disse Marius - Arrestare Mulciber.
- Non è così semplice - ribatté Seamus - Quel ragazzo ha anche un passato complesso alle spalle, è ben visto da buona parte del mondo magico.
- Quindi se l'opinione pubblica difende una persona, non si può far nulla? - domandò Marius che si stava iniziando a scaldare.
- Calmati Marius - lo ammonì Seamus - Se mi fai finire di parlare posso spiegarti tutto. Non è una questione di opinione pubblica, ma di prove. Servono prove e testimonianze, tuttavia è sorto un problema.
- Cioè? - domandò Marius.
- Servono testimoni - rispose il cugino - Ho parlato con Neville, volevo dire il professor Paciock che vorrebbero chiedere il tuo aiuto. Non è una cosa semplice, dovrai parlare davanti ad una giuria, non è facile. Se non te la senti nessuno potrà dire niente e...
- Nessun problema! - esclamò Marius che non aspettava altro - Sono pronto a testimoniare anche domani.
***
Vi ricordate dove eravamo rimasti? Marius ha terminato il suo primo anno ad Hogwarts e, come spesso succede, ha vissuto tante esperienze ha conosciuto nuove persone e si è innamorato. Ci sono tanti nodi da sciogliere sulle reali intenzioni dell'ambiguo Mulciber, sui sentimenti di Juliet nei suoi confronti, ma non solo. Le sorprese non mancheranno...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Seamus Finnigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Marius Grebb - Un giovane mago 20 anni dopo Harry Potter'
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PRELUDIO AUTORE 
Il capitolo che vi apprestate a leggere fa parte della seconda storia di una serie che potrete leggere CLICCANDO QUA
Mi rendo conto che questo può bastare a scoraggiarvi e chiudere la scheda, ma se vorrete dare un'occhiata il ringraziamento è d'obbligo. 
BUONA LETTURA!

NOTA: Nel corso del capitolo, potete trovare alcune frasi sottolineate e cliccabili. Al fine di aiutare i nuovi lettori ad entrare nella storia, ho voluto linkare le parti precedenti della storia, quando vengono citate nel corso delle prossime righe. In questo modo ci sarà la possibilità di capire meglio quel che accade. Sperando di aver fatto cosa gradita, vi auguro nuovamente una buona lettura! 
 
*******


Giorno dopo giorno Marius sentiva di star meglio. L’essersi liberato da quel peso che lo opprimeva gli aveva permesso di ritrovare una certa serenità, tornando ad essere quello che era prima. Il ricordo di Tonia c’era e persisteva, tuttavia si stava rendendo conto che la sua amica non avrebbe voluto una reazione del genere da parte sua. Gli amici si accorsero di questo cambiamento, così come gli insegnanti che, dopo una prima settimana disastrosa, ebbero modo di apprezzare il suo ritrovato rendimento scolastico. Il più felice fu, naturalmente, il professor Paciock, con il quale Marius si trovò a parlare il lunedì successivo, al termine di Erbologia. 

- Sono contento che tu abbia reagito - constatò - Capisco tutte le tue difficoltà… per esperienza posso dirti che non è facile raccontare alcune cose, ma tenersi tutto dentro fa male.
Educatamente, Marius evitò di chiedere ulteriori ragguagli su quel che ha vissuto il suo insegnante, il quale sembrava essersi rabbuiato improvvisamente.
- Ora però cosa dovrò fare? - chiese.
- Penso che tu debba parlare con Ron Weasley - rispose il professore - Si sta occupando personalmente sul caso.
- Con lui non mi sono comportato molto bene ad agosto… - ammise Marius.
- Non preoccuparti - lo rassicurò Paciock - Ci conosciamo da una vita e sicuramente non avrà remore nei tuoi confronti.
- Speriamo… - borbottò Marius, più che altro parlando con sé stesso.
- Dai su stai tranquillo - insistette il professore - Anzi, se vuoi gli mando un gufo per comunicargli la tua volontà di parlare, che ne pensi?
Marius guardò il suo insegnante sorridendo e annuì.
- Allora ti faccio sapere - si congedò Paciock. 

Praticamente tutti i giorni Marius aveva anche la possibilità di incontrare Juliet. Probabilmente mai come in quel momento riuscivano a vedersi con continuità, sebbene le lezioni non aiutassero nel tempo libero. Ogni volta il ragazzo si sentiva particolarmente felice, vedendo l’amica che sorrideva radiosa, ma faticava sempre a trovare il momento giusto, per dichiararle quello che provava.
- Se non ti fai avanti, non saprai mai cosa pensa - gli disse un giorno Michelle, dopo aver sorpreso Marius a fissare per qualche istante Juliet dopo che si erano salutati.
- E tu lo sai? - ribatté Marius - In fondo è la tua migliore amica…
- Anche se lo sapessi, non direi nulla - disse Michelle - Senza offesa, ma è una cosa vostra e non vorrei mettermi in mezzo.
Marius promise a se stesso che prima della fine di settembre avrebbe affrontato il discorso, ma il tempo fu beffardo e improvvisamente si trovò nel mese di ottobre. Stava scoprendo, a sue spese, che il secondo anno ad Hogwarts era decisamente più impegnativo e il carico di lavoro era notevole. I due nuovi professori, la Terry e Modrig, erano particolarmente in gamba, ma chiedevano molto da loro affidandogli prove davvero complicate e dispendiose. L’insegnante di Incantesimi non aveva più fatto menzione dell’incidente con il Molliccio e anche Marius e Matt avevano fatto in modo che non si sapesse molto in giro, palesando una certa gratitudine nei confronti dell’insegnante. Quest’ultima si stava facendo apprezzare dai suoi studenti, con un mix di gentilezza e severità che rendeva molto piacevoli le lezioni. Marius riuscì ben presto a distinguersi nel suo corso, mentre così non fu con il professor Modrig che, allo stesso modo della Blanchard, l’insegnante precedente, aveva avuto modo di apprezzare le doti di Samanta Dresse come pozionista.
Nonostante la cancellazione del campionato, anche le lezioni di Quidditch proseguivano a spron battuto, con Madama Johnson che era spesso accompagnata dalla strega del Ministero della Magia, Alicia Spinnet, al lavoro per il Torneo Tremaghi. Un giorno scoprirono che anche la Spinnett, come Madama Johnson, aveva un passato da professionista nel Quidditch britannico ed entrambe si beavano gli occhi vedendo Matt all’opera.  
- Hai ereditato tutto il talento da tuo padre - commentò un giorno la Spinnett al termine della lezione.
- Grazie - farfugliò Matt, leggermente imbarazzato - Però non mi piace molto giocare da portiere, preferisco fare il Cacciatore.
- Lo so, Angelina mi ha detto che lo scorso anno hai fatto vincere Grifondoro - convenne la Spinnett - Noi giocavamo assieme a tuo padre, e un anno vincemmo la Coppa in maniera davvero incredibile.
Terminata la conversazione, un compiaciuto Matt e Marius, che aveva assistito dall’esterno alla scena, raggiunsero Bruce che stava scalpitando per andare a mangiare.
- Dai ragazzi sbrighiamoci! - disse.
- Come mai tutta questa fretta? - domandò Marius.
- Ho fame - rispose Bruce - E poi devo finire i compiti per Flincher. Ieri ho fatto un disastro…
- Davvero? - chiese Matt curioso. Il giorno precedente Bruce era rimasto con la sua ragazza Melany a lungo in Sala Comune, mentre tutti gli altri ragazzi erano andati a dormire.
- Ho discusso di nuovo con Melany - spiegò - E ad un certo punto mi sono agitato facendo cadere tutto l’inchiostro sulla pergamena. Ho provato a ripulirla, ma ero nervoso e l’ho bruciata…
Marius e Matt trattennero a stento le risate. Il rapporto tra Bruce e Melany procedeva con tira e molla fin dal primo anno e spesso avvenivano degli incidenti strani.
- Beati voi che vi divertite - commentò con voce sepolcrale Bruce - Qui finisce che Flincher mi mette in punizione e la settimana prossima arrivano le scuole per il Tremaghi.
- Dai non preoccuparti - disse Marius - Puoi dare un’occhiata dal mio e magari mettendoci in mezzo quello di Matt neanche si accorge che hai copiato.
- Grazie, ci provo - ribatté Bruce - Devo fare attenzione però, vi ricordate che ha fatto a Fred e Peter quando ha scoperto che uno dei due aveva copiato.
I tre ragazzi sorrisero. Era accaduto uno dei primi giorni di scuola, con Fred Rodman che aveva presentato al professor Flincher lo stesso testo di Peter Gannifin sugli Incantesimi di Scambio. Flincher aveva impiegato poco più di due minuti per capire che c’era qualcosa che non andava ed è andato su tutte le furie, togliendo più di venti punti a Grifondoro.
I ragazzi raggiunsero la Sala Grande mentre iniziavano a immaginarsi cosa avrebbe potuto proporre loro il Torneo Tremaghi. Ormai a scuola era difficile sentire discorsi differenti, poiché era ormai imminente l’arrivo delle delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons ed il conseguente inizio della competizione.
- Sicuramente ci divertiremo - sentenziò Matt mentre si alzavano dal tavolo alla fine del pasto - Le prove sono davvero difficili.
- Ho letto qualcosa a riguardo - intervenne Michelle - Addirittura alcune volte hanno sfidato i Draghi.
- Però ora è meno pericoloso - disse Lucy - Avete sentito che ha detto McBride ad inizio scuola.
- Ho capito, ma se devi affrontare un drago, il pericolo c’è per forza - ribadì Michelle.
- Dai vedrete che terranno sotto controllo la situazione - cercò di rassicurarle Matt - Poi non è detto che debbano esserci i draghi.
- Vedremo - mormorò Marius - Comunque non vedo davvero l’ora che inizi tutto.
- Dai tra poco arriveranno i ragazzi di Beauxbatons e Durmstrang - disse Lucy.
- E il nostro Marius non mancherà di far colpo sulle ragazze straniere - disse ridacchiando Matt.
- No Matt - ribatté Michelle - Il nostro amico ha il cuore impegnato.
- Da chi? - domandò improvvisamente una voce. Erano sull’uscio del portale della Sala Grande e Marius si girò di scatto e si trovò di fronte a Juliet. Preso alla sprovvista, si sentì arrossire e improvvisamente fu travolto da grande incertezza sul da farsi.
- Niente una lunga storia - disse alla fine, mentre fissava i suoi amici che avevano allungato il passo, lasciando lui e Juliet da soli.
- Capisco - fece lei poco convinta - Comunque ti vedo meglio.
- Già - rispose Marius con un sorriso - Ed è grazie a te.
- Ho fatto quello che avrebbero fatto tutti - ribatté Juliet, apparentemente un po’ imbarazzata - Piuttosto l’altro giorno mi diceva Michelle che hai avuto un problema con un Molliccio.
Ancora una volta Marius si trovò ad arrossire. Maledicendo tra sé e sé l’amica per aver raccontato a Juliet questo, impiegò diverso tempo prima di prendere nuovamente parola.
- Bella figuraccia - borbottò infine.
- E perché? Che ne potevi sapere? - disse bruscamente Juliet.
- Sono fuggito a gambe levate e alla fine non era neanche così pericoloso… - spiegò Marius.
- Ripeto, non lo potevi sapere - insistette Juliet, cercando di rassicurarlo - Poi se non sbaglio il Molliccio prende la forma di ciò che ti fa più paura, non è vero?
- Sì, però… - rispose Marius - Sono scappato a gambe levate. C’erano Matt e Gloria lì, me ne sono fregato. Se quella roba fosse stata pericolosa? Che sarebbe successo a loro…
Juliet sorrise, quasi comprensiva e gli prese la mano. Marius, stupito da quel gesto, sentì il braccio con la pelle d’oca.
- È bello che tu pensi sempre agli altri, davvero - disse - Ma a volte succede. Se tu fossi stato un egoista non avresti fatto quel che hai fatto l’anno scorso e, credo, non avresti neanche reagito così alla morte di Tonia.
Sentire il nome dell’amica scomparsa colpiva sempre Marius, che si bloccò al centro della Sala d’Ingresso.
- Scusa, non volevo… - mormorò Juliet, capendo quel che aveva fatto.
- Non preoccuparti - la rassicurò Marius - Ancora faccio fatica a sentire il suo nome.
- Ti capisco - disse Juliet - Però tornando al discorso di prima, non devi sentirti in colpa per come hai reagito. A volte succede di non riuscire a controllare un’emozione, penso che capiti a chiunque.
Marius sorrise all’amica, la quale gli diede una carezza sulla spalla per fargli sentire la sua vicinanza. Marius rabbrividì, incapace di trattenere l’emozione, ma lei non diede l’impressione di essersene accorta.
I due continuarono a camminare, salendo le scale verso il primo piano. Marius doveva andare a Trasfigurazione, mentre non sapeva che impegni avesse Juliet. Quell’anno l’orario non era stato molto clemente con loro e l’unica lezione in comune era Astronomia, il mercoledì a mezzanotte.
- Comunque, tra qualche giorno inizia il Torneo Tremaghi - disse Juliet, cambiando discorso.
- Già e la settimana prossima conosceremo i ragazzi di Durmstrang e Beauxbatons - affermò Marius - Ma poi sai come funziona?
- So che di solito la scelta dei Campioni avviene la notte di Halloween, vedremo se anche quest’anno faranno così - spiegò Juliet - Tra l’altro di questo ce ne ha parlato un ragazzo del sesto anno, che ha parlato anche di tanti eventi e feste.
- Dovrebbe essere bello - commentò Marius.
- A Natale c’è una sorta di festa, chiamata il Ballo del Ceppo - proseguì Juliet - È uno degli eventi più interessanti.
- Davvero? Non lo sapevo - rispose Marius - E in che consiste?
- Beh, la parola Ballo penso che rappresenti un indizio no? - ribatté ironica Juliet - Poi per quanto riguarda il Ceppo… non lo so.
- Però tieniti libera, che se ti va possiamo andarci insieme - disse istintivamente Marius, quasi per scherzare.
- Davvero? - domandò Juliet arrossendo.
- Beh… sì - balbettò Marius, come rendendosi conto in un secondo momento di quel che aveva detto.
- Non mancherò - ribatté Juliet radiosa - Ora ti saluto che vado a Difesa Contro le Arti Oscure.
Marius fece un cenno e vide la ragazza allontanarsi. Non sapeva se aveva fatto bene o male a fare quella proposta, che tra l’altro gli era uscita quasi da sola dalla bocca, ma l’impatto sembrava essere stato positivo. Iniziò a pregustarsi l’evento, sebbene non sapesse bene come funzionasse la cosa. 

- Guarda che mancano due mesi a Natale - gli dicevamo spesso Matt e Bruce. Nei giorni seguenti, infatti, Marius si trovò a fantasticare spesso sull’evento e sulla possibile uscita galante con Juliet. Solamente l’annuncio ufficiale dell’arrivo delle due scuole, per il 30 ottobre come molti già sapevano, riuscì a riportarlo alla realtà.
La settimana antecedente l’evento fu caratterizzata da un gran fermento all’interno della scuola. C’era la volontà di farsi belli per l’arrivo degli stranieri e anche gli insegnanti, nonostante addolcirono il carico di compiti, furono molto duri per coloro che contravvenivano alle regole, anche quella più banale. Il più provato sembrava il custode Gorciov, costretto agli straordinari nella pulizia del castello, sebbene potesse contare sull’aiuto di alcuni elfi domestici, creature che lavoravano nella scuola, specialmente in cucina. Marius non li aveva mai visti prima, ma ebbe modo di constatare la loro bravura e, soprattutto, il fatto di essere instancabili. Tra loro erano sostanzialmente simili, con grandi orecchie e occhi a palla, ma erano in grado di lavorare ventiquattr’ore su ventiquattro.
L’attesa culminò il 30 ottobre, quando l’intera scuola di Hogwarts si era radunata nel parco per accogliere le delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons. I professori li avevano disposti in quattro file indiane, naturalmente divisi per casa, con i ragazzi del primo anno davanti e via via a crescere fino a quelli del settimo. Tutti bisbigliavano tra loro eccitati, curiosi di scoprire come sarebbero arrivate le varie scuole, e i più piccoli erano bramosi di informazione da parte dei più grandi che avevano già vissuto un’edizione del torneo.
- Guardate laggiù! - esclamò improvvisamente un ragazzo di Corvonero, indicando il cielo.
Tutti si girarono e dopo qualche istante Marius vide una figura che diveniva sempre più grande mentre si avvicinava. Sembrava una sorta di casa mobile, ma le dimensioni erano disumane. Lunga un centinaio di metri e alta dieci, la struttura era trainata da dodici giganteschi cavalli, indubbiamente magici essendo in grado di volare, ed era di un colore azzurro molto simile a quello della superficie del lago di Hogwarts. Una volta che l’atterraggio fu ultimato, le porte della gigantesca casa si aprirono e ne uscì una donna altrettanto grande, seguita da una trentina di ragazzi e ragazze, tutti vestiti con abiti grigio argenteo, che si guardavano intorno con uno sguardo misto di stupore e sospetto. 
Marius non aveva mai visto una persona di quelle dimensioni. Alta almeno sei volte una persona normale e larga almeno quattro, era probabilmente in grado di spostare una casa con un dito. Molti suoi compagni, notò, osservavano impauriti i suoi movimenti. Chi non era impaurito dalla donna era Hagrid che, gigantesco anch'egli, aveva probabilmente una persona con cui condividere la stazza. La donnona, dopo aver salutato il preside McBride, si diresse proprio da Hagrid. Probabilmente i due conoscevano ma, dopo aver visto che si scambiavano un bacio sulle labbra, Marius intese che c'era qualcosa di più di una semplice amicizia tra i due.
- Ho capito chi è! - esclamò improvvisamente Lucy.
- Chi? - domandò Marius.
- La preside di Beauxbatons - rispose Lucy - me ne ha parlato mio padre. E' Madame Maxime.
- Maxime di nome e di fatto - commentò Matt sarcastico.
- Hagrid l'avrà scelta probabilmente perchè è simile a lui - sentenziò Bruce.
Mentre i ragazzi commentavano, in lontananza si vedeva un gruppo di persone che, superati i cancelli della scuola, si recavano verso di loro.
- Oh - borbottò il professor Flincher - ecco i ragazzi di Durmstrang.
Mano a mano che si avvicinavano, Marius vide che erano poco più di 20, prevalentemente maschi, capeggiati da un uomo. Questi, a differenza di Madame Maxime, era piuttosto basso, un metro e sessanta al massimo, senza capelli ma con degli occhi azzurri che sembrava ti scrutassero.
- Caro professor Popkov, benvenuto! - esclamò McBride andandogli incontro.
- Grazie Dorian - rispose il preside di Durmstrang. Per la sua piccola statura aveva una voce molto squillante, quasi espansiva.
- E' stato piacevole il viaggio? - domandò il preside.
- Assolutamente sì - rispose Popkov - il treno è anche arrifato in anticipo. Ho fatto in tempo a poftafe i miei ragazzi ai Tfe Manici di Scopa. Come fanno lì la Burrobirra non la fa nessuno, ho pensato che una buona pinta dopo il viaggio non poteva che far bene.
- Ottima scelta direi - sorrise il preside.
Dopo che Madame Maxime e il professor Popkov avevano presentato i propri studenti alla scuola di Hogwarts, rappresentata naturalmente dal preside McBride e dal vice Flincher, tornarono tutti verso il castello per il banchetto di benvenuto, che avrebbe aperto ufficialmente il torneo Tremaghi.
Marius era rimasto un po' indietro con Matt, Bruce e Michelle. C'era un sacco di gente e preferiva far sfollare un po' prima di entrare nel castello e trovare il caos di tutti gli studenti che entravano al castello.

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NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti! 
Spero di non avervi fatto aspettare troppo a lungo, purtroppo il tempo per scrivere e pubblicare non corrisponde esattamente al tempo libero :(. Comunque, proviamo sempre ad andare avanti, la storia sta entrando nel vivo sebbene questo sia il primo capitolo che definisco "normale"... posso assicurarvi che non durerà. 
A presto e buona lettura!

  
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