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Autore: ChrysXD    02/11/2016    0 recensioni
Primo tentativo di fanfic, un crossover tra Naruto e Dishonored, dove i nostri cari personaggi del manga vestiranno i panni di Corvo e compagnia.
Breve anticipo:
"Menma, figlio mio.
Se mi fossi potuta fidare di qualcun altro, ti avrei tenuto vicino a noi.
Ma purtroppo non è così e il Capospia ha insistito affinché mandassi te. La peste ci sta decimando e dobbiamo trovare una cura.Io e Naruto conteremo i giorni fino al tuo ritorno. Sbrigati a tornare con buone notizie.
Con affetto, l’imperatrice Kushina"
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kushina Uzumaki, Menma Uzumaki, Naruto Uzumaki, Tenten
Note: Cross-over, Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun contesto
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Black knife of Dunwall (chapter 2)

Arriva un momento nella vita di un uomo in cui ritorna indietro nel tempo con il pensiero e scrive su un pezzo di carta tutti gli avvenimenti accaduti nel corso della sua inutile esistenza; e credo che a un giorno dalla esecuzione, sia arrivato il momento di stilare la mia lista personale:

i primi anni di vita trascorsi all’orfanotrofio tra azzuffate e castighi vari, poi il giorno in cui venni adottato dalla coppia reale all’età di 8 anni, la mia vita completamente stravolta da questo fatto, da misero orfanello a principe di un impero, venni accudito, istruito, protetto da due persone che neanche sapevo della loro esistenza fino a pochi giorni prima, poi ci fu il loro matrimonio, un giorno gioioso per il regno, mi ritrovai intrappolato in un costumino che permetteva il minimo movimento a ballare con i miei genitori di fronte ai sudditi presenti, non ricordo un momento più imbarazzante e felice di questo, poi mio padre morì, dovetti consolare mia madre per giorni, al suo funerale era un vero e proprio fiume di lacrime, lo tenuta in braccio per tutto il tempo quel giorno, ovunque guardavo vedevo persone che piangevano il loro amato sovrano, ma dopo 9 mesi l’intera città si ritrovò di nuovo in festa per la nascita del suo principe erede al trono Naruto, insieme a mia madre lo vidi crescere, sia fisicamente che mentalmente, fra ripetuti scherzi a cameriere e maggiordomi e capricci per non studiare interi libri di noiosissima storia locale, nel mentre conobbi Tenten, l’amore della mia vita, ho condiviso gioie e dolori con lei;

un futuro radioso mi attendeva…

almeno è quello che pensavo circa 6 mesi fa, prima che mia madre venisse assassinata, mio fratellino nascosto chissà dove e io recluso nella prigione di Coldridge, ingiustamente accusato e condannato a morte per aver ucciso l’imperatrice e rapito suo figlio erede al trono per favorire la mia ascesa al potere, momentaneamente privo di sensi nella sala degli interrogatori, ad un passo dal risveglio.

Ero in stato di dormiveglia, nessuna parte del mio corpo rispondeva ai comandi, resi inutilizzabili dalle frequenti torture adoperate con l’unico scopo di farmi firmare la “confessione” dei miei delitti, vedevo due persone di fronte a me che discutevano tra di loro, una con cappotta nera e l’altra con una rossa, non riuscivo a capire una parola, il mia vista era offuscata, non vedevo le loro facce, ma con il tempo le immagini, così come le frasi pronunciate dai due, diventavano più nitide e comprensibili, fino a riconoscere i connotati e voci degli individui, volti conosciuti… purtroppo.

Quelle persone non erano nient’altro che l’alto sacerdote Akurai e il Capospia Danzo, hanno assistito ad ogni singolo interrogatorio, ripetuto le stesse domande e richieste ad ognuno di questi, beh almeno quella di oggi sarà l’ultima sessione prima dell’esecuzione, dopo quello non sarò più costretto a gridare per la mia innocenza, ma così facendo non potrò esaudire l’ultimo desiderio di mia madre, ciò mi rendeva triste, adirato, impotente verso il destino che mi attendeva, mi dispiace madre… non posso salvare Naruto.

L’alto sacerdote notò i miei movimenti, si allontanò dal Capospia, diretto alla sedia in cui sono legato, mi guardò dritto in faccia e disse

“È la tua ultima possibilità, Menma, firma la tua confessione e eseguirò l’estrema unzione su di te, per salvarti l’anima”, lo guardai, con la stessa intensità del suo sguardo

“Non ho bisogno dell’estrema unzione, Akurai, perché sono sicuro di essere innocente” avrò pure rinunciato alla mia vita, ma combatterò fino all’ultimo per non finire in un libro di storia etichettato come l’assassino dell’amata imperatrice Kushina.

Lui mi guardò storto, disgustato dalla mia dichiarazione, si voltò verso il torturatore, fece un piccolo cenno con il capo, quest’ultimo, armato di un bastone di metallo con la punta rovente, si avvicinò alla sedia e poggiò la parte incandescente del bastone sulla mia spalla, urlai, il contatto durò secondi, quanto basta per provare un immenso dolore.

Respiravo affannosamente quando levò la punta dalla mia carne, nel frattempo il Capospia aveva affiancato l’alto sacerdote

“Può bastare, potete lasciare la sala adesso… vorremmo parlare con il principe, in privato.” ordinò Danzo.

Il torturatore si allontanò dalla sedia, vedevo il volto del Capospia seguirlo mentre usciva dalla stanza, sentì la porta chiudersi, gli sguardi di Danzo e di Akurai puntati su di me, a parlare fu di nuovo il Capospia

“Come già sapete, vostra madre è morta, vostro fratellino Naruto è tenuto nascosto, voi invece sarete giustiziato, e la verità verrà sepolta insieme al vostro corpo” spalancai gli occhi, cosa intendeva dire?

“Sei stato sfortunato.” continuò l’alto sacerdote “ i tuoi genitori erano coloro che rendevano debole questo impero, e a questa nazione serve un’autorità forte che guidi i deboli, ma per fare ciò occorreva eliminare i sovrani.” non credevo alle mie orecchie, i miei genitori, le uniche persone che mi abbiano mai amato durante la mia infanzia, sono morti per mano loro.

“Non c’è nulla di personale, Menma, l’unica colpa che avevi? Hai lasciato che i nostri bersagli ti adottassero… ma alla fine ti sei reso utile, se per tuo padre abbiamo esitato su chi dare la colpa, con tua madre è stato più facile del previsto, per questo ti ringrazio, anche se hai quasi mandato tutto in fumo.” a questo punto non riuscì a trattenermi, ero infuriato, mi dimenavo sulla sedia nel vano tentativo di liberarmi, li volevo morti.

“BASTARDI!! NON LA PASSERETE  LISCIA!!  GIURO CHE SE RIUSCIRÓ  A SOPRAVVIVERE, VI UCCIDERÓ  CON LE MIE STESSE MANI!!!” mi guardavano con un sorriso tra le labbra, ciò accresceva il mio desiderio di ammazzarli, se solo non fossi stato legato a quella sedia.

“Addio Principe… Guardie!! Riportate l’imputato nella sua cella!!” concluse Danzo,  tre guardie entrarono nella stanza, dal quel punto non vidi più, appena liberato, diedi un pugno sulla mascella ad una guardia, mi girai verso il Capospia e l’alto sacerdote,che erano in procinto di uscire dalla sala, per sfortuna mia le altre due guardie riuscirono a bloccarmi  prima che potessi mettergli le mani addosso, il terzo si riprese dal pugno e mi mise un sacchetto di lana nera, non vidi più finchè non mi ritrovai di nuovo in cella.


 

alcune ore dopo…

 

non potevo semplicemente crederci, la congiura di mio padre e l’assassinio di mia madre erano collegati, un unico piano durato più di 10 anni, ed io non ho potuto fare niente al riguardo, anzi gli ho reso le cose più facili, sono stato un coglione a non sospettare nulla, sono infuriato con me stesso, come ho fatto a non capirlo prima, la mia famiglia odiava il Capospia, ha sempre negato di aver fatto parte di quella congiura, e stupido come sono gli ho creduto, mi merito di morire domani per quanto ingenuo sono stato in questa vita.

Ero seduto per terra, schiena contro il muro, con la testa tra le ginocchia e le braccia intorno alle gambe, maledicendomi mentalmente per la mia stupidità, la guardia aprì la cella, alzai lo sguardo, portava un vassoio nella mano, un tozzo di pane… e quella sarebbe la mia ultima cena?... seriamente?

“Mangi, Menma… questo ve lo manda un amico.” mi disse.

È possibile che anche in prigione mi danno ancora del lei...aspetta, Amico?

Impossibile… al momento sono odiato da tutto l’impero, come può esserci qualcuno che creda  alla mia innocenza, ci deve essere per forza un errore… o no?

Decisi di non pensarci troppo, sgrannochiai la pagnotta, ciò che trovai sotto mi lasciò di stucco… una lettera e una chiave.

Misi da parte il pane, presi la lettera e incominciai a leggere il contenuto:


Principe Menma,
in questo momento la nostra identità è irrilevante. Sappi solo che confidiamo in voi.
Questa è la chiave della vostra cella. Quando sarete uscito, dirigetevi alla sala degli interrogatori della prigione. Una volta lì, prenda la bomba presente nella cassaforte e la piazzi sulla porta esterna. Quando esplode, inizi a correre. Raggiunga il fiume e faccia perdere le sue tracce nelle fogne. Lì troverà dell'equipaggiamento che le tornerà utile in seguito.

Uno dei secondini lascerà un'arma fuori dalla vostra cella.

Buona fortuna. Per i nostri piani, ci serve vivo e in salute.

- Un amico

Qualcuno, là fuori dalla prigione, crede alla mia storia? Ed ha anche preparato un piano di fuga per me? chi potrà mai essere? Non mi interessa adesso, voglio uscire da qui.

 

Presi la chiave in mano, guardai attraverso le grate, non c’erano guardie nei dintorni, perfetto... sbloccai la serratura, aprii la porta della mia cella, mi accovacciai per evitare di esser visto, in un tavolo di fronte alla cella c’era una spada, come promesso, anche se non credevo che avrei dovuto utilizzarla molto presto, la presi in mano, pronta alla prima minaccia.

Attraversai l’intera ala, mi fermai nel lato destro dell’entrata del corridoio, mi sporsi verso sinistra, ciò che vidi non era per niente rassicurante…

tre guardie che conversavano tra di loro, parlavano della mia esecuzione imminente:

“Come mai l’esecuzione di domani ha richiamato così tanto pubblico?” domandò una guardia

“Si tratta del Principe, quello che ha ucciso sua madre, l’imperatrice, e rapito il principe Naruto.” cazzate… solo cazzate.

“È un evento” rispose,  “Sì, un evento per arroganti.” già, ben detto...

“Venite a vedere il Principe Menma decapitato” recitò il secondino,

“Non sono meglio di noi che scommettiamo sui cani” concluse onestamente la guardia.

i tre si distanziarono tra di loro, io rimasi fermo al mio posto, avevo una spada, potevo uccidere chiunque incontrassi nel mio cammino, ma qualcosa mi bloccò…

Io non ho mai ucciso nessuno sennò per validi motivi, i due banditi di 3\4 anni fa sono morti per mano mia perché dovevo difendere Tenten, stessa cosa anche gli assassini di 6 mesi fa, ma loro… sono semplici guardie, ex detenuti che cercano di ricostruire una vita sociale lontana dal crimine, vale la pena ucciderli per scappare da qui?

una guardia era rimasta davanti all’entrata, guardai la spada che tenevo sulla destra, feci un voto a me stesso… ucciderò qualcuno solo se reputerò necessaria la sua morte.

MI avvicinai al secondino, gli misi un braccio attorno al collo e strinsi, bloccandogli le vie respiratorie, il poveretto si dimenava, per sicurezza gli tappai la bocca, per evitare che le sue grida allertassero le altre guardie, pochi secondi e l’individuo perse i sensi, lo presi in spalla, nascosi il corpo dietro un pannello, adesso tocca all’altra…

non resto neanche a perderci tempo a descriverla, un'esecuzione identica alla precedente, tranne per un piccolo particolare… “CHE CI FAI FUORI DALLA CELLA!!!” ecco appunto…

il secondino mi ritrovò con il suo collega svenuto tra le braccia, si girò per suonare l’allarme, povero, e dire che volevo risparmiargli la vita…

Ero nel panico, all’inizio non ho realizzato i movimenti che stavo compiendo, di come presi la pistola presente nella fondina della guardia priva di sensi e sparai in testa al malcapitato, stupida idea…

neanche ci fu il tempo di accorgersi di ciò che era accaduto che l’allarme scattò, i detenuti all’interno delle celle esultarono per l’esecuzione involuta, ed io ero nella merda fino al collo, non doveva finire così… ma forse posso ancora salvarmi.

Guardai dietro di me, i detenuti certo, potrei creare una rivolta ed utilizzarla come diversivo, fortunatamente la guardia che avevo appena neutralizzato aveva le chiavi nel cinto, mi avvicinai al corpo, slacciai la cintura e presi le chiavi e tornai nell’ala, tutti i carcerati mi guardavano stupiti mentre aprivo ad una ad una le porte delle loro celle.

Una volta aperte tutte, guardai ognuno di loro nei occhi, come si poteva anche dedurre, molti di loro non mi conoscono perciò che ormai ero, ma perciò che son diventato, ma ciò adesso poco importava...

“Ascoltatemi, non sono stato io ad uccidere l’imperatrice!!” gridai, ma come previsto, la maggior parte si mise a ridere, uno di loro osò avvicinarsi a me

“con tutto il dovuto rispetto principe, ma la gente non vi riconosce più come un loro sovrano… ormai sei un  criminale, proprio come noi” un altro ruggito di risate arrivò poco dopo, ma da quelle parole scorsi finalmente la chiave per portare tutti i carcerati dalla mia parte.

“Giusto, ormai sono come qualsiasi persona presente qui dentro,  una vittima di un sistema giudiziario corrotto fino al midollo, dove l’accusato gli viene negato il diritto di avere un regolare processo, viene recluso in prigione senza poter difendersi e con molta probabilità anche condannato a morte… nella mia situazione, sono stato accusato di aver ucciso la mia cara madre e rapito l’erede al trono, sono stato sbattuto in gattabuia e ho dovuto sopportare il doppio delle torture consentite allo scopo di farmi firmare una falsa confessione dei miei altrettanto falsi crimini, e stamane, il Capospia Danzo e l’alto sacerdote Akurai confessarono in mia presenza d'essere stati gli artefici non soltanto dei fatti di 6 mesi fa, ma anche della congiura di 13 anni fa.” si guardavano tra di loro, ho fatto centro, adesso ci vuole il colpo di grazia…

“è stato reso noto che dopo che verrò decapitato, lo stesso Capospia diventerà il Lord Reggente dell’impero… Adesso chiedo a voi, volete che il traditore di questa nazione diventi il Lord Reggente?” la risposta fu potente quanto ovvia “NOO!!” perfetto, adesso ho un intera folla inferocita al mio comando, un’ultima incitazione dovrebbe bastare.

“Bene, allora seguitemi, e faremo pentire amaramente a quel bastardo di averci tradito” i carcerati esultarono, ed uno dopo l’altro mi passavano affianco, molto probabilmente le guardie si saranno già preparate da un pezzo, ma secondo i miei calcoli la rivolta si dovrebbe ammassare interamente nel cortile, almeno potrò agire indisturbato.

lasciai di nuovo l’ala della prigione, trovai delle impalcature nella stanza seguente, mi arrampicai su di esse, alcune spade e pistole erano riposte in appositi armadietti, le munizioni potrebbero servirmi in futuro, anche se per adesso hanno causato solo guai…

in tutto trovai 3 cartucce, fui abbastanza fortunato a trovare anche un elisir di Orochimaru, non so come il dottore/pittore sia riuscito a creare una sostanza così miracolosa, originariamente realizzata per debellare la peste, l’elisir ha sviluppato un principio attivo che velocizza la ricostruzione di tessuti, accelerando così la guarigione di ferite interne ed esterne, il medikit per eccellenza.

Mi avvicinai alla porta, si poteva sentire una vera e propria guerriglia, spari, urla di dolore e spade sguainate che si scontravano fra di loro ,gente che correva al di fuori della porta, esitai ad aprirla, mi inginocchiai e guardai da attraverso la serratura, vidi un prigioniero con il braccio insanguinato che correva verso le scale, una guardia che lo inseguiva  si era fermato davanti alla porta, con una pistola alla mano, era arrivata l’ora di agire…

sfondai la porta, colpendo il secondino in pieno, facendogli perdere la mira sul detenuto, quest’ultimo si girò furioso e puntò l’arma contro di me, passai sotto il suo braccio, mandando lo sparo a vuoto,presi la guardia e lo lanciai contro il muro, bloccandogli gli arti superiori con le mie mani, gli diedi una ginocchiata all'addome, la guardia si piegò in avanti, completamente scoperto a qualsiasi colpo mortale, quindi presi la spada e lo colpì dietro la nuca con la base dell’elsa , sveni istantaneamente.

mi girai verso la passerella per il cortile, il cancello era stato scardinato, molto probabilmente la folla è passata da qui, appena entrai, notai alla mia sinistra lo scontro che avevo causato, decine di morti si potevano vedere, ma nessuna di loro sarà invano…

attraversai tutta la passerella, era a metà di una rampa di scale quando mi trovai davanti ad una battaglia, guardie e carcerati che, a due a due, si uccidevano tra di loro, d’un tratto due guardie mi si  pararono davanti, entrambi con spade sguainate, non mi restava altra scelta che combattere…

il primo mi si avventò contro con un affondo, mancando completamente la spalla, lo ricompensai tagliandogli di netto il braccio, gridò di dolore, lo calciai di lato, riuscì a fargli perdere l’equilibrio, lo vidi cadere giù, il secondo stava cercando disperatamente di caricare la sua pistola, povero lui, non ha fatto nemmeno in tempo ad alzare il mirino che mi trovò davanti a suoi occhi, con una spada puntata verso l’addome, sudava dalla paura, avvicinai la testa al suo orecchio e gli dissi “ guardati le spalle, cadetto.”

il secondino si girò immediatamente, non vedendo nessuno, si voltò di nuovo su di me, con la sua stessa pistola nelle mie mani, lo sparai sulla gamba, rotolò giù per le scale dolorante, arrivò al pavimento gridando per soccorsi, mi chinai verso di lui.

“prima regola dei duelli, mai distogliere lo sguardo dal proprio avversario” gli diedi un calcio in faccia, diventò incosciente dal colpo ricevuto, beh almeno adesso smetterà di soffrire, per il momento…

alzai lo sguardo, i prigionieri avevano avuto la meglio contro le guardie in qualche modo, ed avevano lasciato la zona, rimasi solo io ed un mucchio di cadaveri nel pavimento, alla mia destra c’era il cortile, dove al momento si svolgeva una guerra totale, alla mia sinistra invece c’era la mia destinazione, la sala degli interrogatori.

Entrai nella stanza, cavolo se evoca brutti ricordi, guardai intorno, non vidi nessuna cassaforte, ma notai una porta, la aprì subito e, appena varcato la soglia, trovai la beneamata cassaforte, mi avvicinai ad essa, girai la sua manovella e lo sportello si aprì quasi automaticamente, al suo interno c’era l’esplosivo indicato dalla lettera, perfetto, adesso dritti all’ingresso della prigione e sarò fuori da qui, ma per fare ciò dovevo attraversare il cortile.

prima di uscire dalla stanza, passai vicino alla scrivania, ed attivai l’audiografo sulla scrivania, la voce del Capospia si propagò in tutta la stanza...

 


 

“Il principe è ancora privo di sensi, anche perché ha sopportato il doppio delle torture di qualsiasi altro interrogato. Riprenderemo quando si risveglierà. Non è fondamentale che firmi la confessione dell'omicidio, ma potrebbe tornarci utile in seguito. L'assassinio di un'imperatrice non è cosa da poco.”


 

bastardi, la pagherete cara per tutto ciò che avete fatto…

nel mentre si udì una forte esplosione, uscì dalla stanza il più velocemente possibile, tutto ciò che vidi era un fumo denso, la vista era altamente compromessa, non capisco per quale motivo abbiano lanciato delle granate fumogene in campo, ma in questo caso tocca ringraziare le guardie, mi hanno facilitato il compito e non di poco…

Entrai nel campo di battaglia, una nebbia fitta lo ricopriva, vedevo ombre che si fronteggiavano fra di loro, alcune le mancava un arto, altre che incitavano i compagni a continuare a combattere, in quel disordine non so quante volte ho calpestato un cadavere, i morti erano ovunque, sentì altri spari, urla di dolore in seguito, di sicuro le guardie non sapevano più distinguere i carcerati da uno dei loro colleghi, sparavano ad ogni ombra che vedevano, che esseri spregevoli…

la nebbia iniziò a ritirarsi, tra non molto sarò visibile ai cecchini, ma trovai un pannello al lato del cortile, affianco avevo un detenuto, respirava affannosamente, deve aver corso per ripararsi qui, aveva una ferita sulla spalla sinistra, alzai la testa sopra il pannello, due cecchini erano appostati sull’impalcatura, forse questo tizio potrebbe rivelarsi utile…

“Sai sparare?”lui annuì energeticamente, “sì, vostra maestà!” tolsi la pistola dalla fondina di un cadavere e gliela porsi sulla mano, poi gli indicai il tiratore a destra

“Al mio segnale, mi fai secco quello lì, intesi?” “Sissignore!”

Lasciai in fretta il riparo, per fortuna i cecchini erano impegnati a sparare sui prigionieri, non si accorsero della mia presenza sulla rampa di scale, alzai il mio braccio in cielo, il tizio prese la mira sul bersaglio, perfetto…

Abbassai velocemente l’arto, il ragazzo sparò in testa al bastardo, cadde all’indietro, distraendo la guardia affianco a se, mi arrampicai sull’impalcatura, lo presi per le spalle e lo buttai di sotto, alzai un pollice verso il tizio, notai una bomba fumogena nella fondina del cecchino rimasto, la presi e mi addentrai nella stanza successiva, era deserta, di sicuro hanno schierato tutte le forze nel cortile per reprimere la rivolta, vidi l’uscita della prigione, finalmente sarò fuori di qui.

Piazzai l’esplosivo nel cancello, d’un tratto sentì un proiettile schivarmi di pochi centimetri, mi girai, trovai una moltitudine di secondini che puntavano le loro armi su di me, la bomba era agli sgoccioli, avevo un cassonetto affianco a me, dovetti lanciarmi al suo interno, mentre l’ordigno era pronto ad esplodere.

Lo chiusi velocemente il cassonetto e iniziai a contare

“3...2...1…”


Nota:

 

il nostro Menma bloccato dentro a un cassonetto, con un gruppo soldati e un ordigno attivato all’esterno di esso… Bel modo di finire un capitolo, no?

Beh, il prossimo capitolo è in “work in progress”, uscirà a breve…

Ovviamente, se volete recensite, si accettano anche critiche, purchè siano costruttive. Bye bye!! *Chrys flies away*
   
 
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