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Autore: VenerediRimmel    04/11/2016    4 recensioni
Presa dalla nostalgia di un mondo a me molto caro, torno con sei drabble/flash (per il momento, ma potrebbero aumentare) che descrivono i miei momenti drarry preferiti.
Spero vi possano piacere.
Draco gli aveva offerto una mano in segno di amicizia. Harry lo aveva scelto come nemico.
[Harry x Draco]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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VI. Stesse scelte, diverse decisioni
 

«Potter, giù!»
Strano a dirsi, ma da diversi anni se Draco Malfoy dava, perentorio, un ordine a Harry Potter, lui semplicemente lo seguiva. Poteva dirsi lo stesso anche il viceversa.
Ma come era successo, viene da chiedersi. Molto semplice. Seguendo due percorsi nettamente diversi, dopo la Grande Guerra e la caduta di Voldemort, Harry e Draco erano diventati Auror.
Per Harry era stato automatico, considerate le sue gesta. Quindi non aveva dovuto nemmeno frequentare l’ultimo anno a Hogwarts, per ottenere i M.A.G.O. necessari per entrare all’Accademia degli Auror. Ma questa era stata l’unica sua eccezione, perché i tre anni di allievo non glieli aveva risparmiati nemmeno il suo curriculum da Eroe.
Per Draco, invece, la strada era stata più… ripida. Il suo curriculum, difatti, non gli garantiva un futuro promettente; eppure l’ex Serpeverde, dopo aver ottenuto eccellenti voti agli esami finali di Hogwarts, aveva dato prova di quanto decise fossero le sue ambizioni. Entrò all’Accademia, fu fra i migliori Auror cadetti, e i tre anni sancirono per lui una nuova vita all’insegna della giustizia.
Anche Harry, nonostante la sua reticenza, dovette prenderne nota.
Tuttavia, non fu facile accettarlo come compagno all’Accademia e a tratti sembrò riaccendersi fra loro la ben nota rivalità che c’era stata a Hogwarts.
Soltanto che, fra allievi, entrambi, non c’erano state offerte di amicizia né rifiuti con conseguente decisione di rendere l’uno la nemesi dell’altro. Piuttosto, scelsero di ignorarsi. Da compagni, si salutavano semplicemente con un gesto del capo a inizio mattinata e un altro a fine giornata.
Dovettero, però, scendere a patti quando, entrati nel Quartier Generale come veri Auror, furono accoppiati come partner per volontà delle più alte cariche.
Già, il Ministro in persona li aveva voluti assieme, giustificandosi in questo modo: «Potter, Malfoy, voi due dovete dare l’esempio. Siete quanto di più eccelso sia venuto fuori dalla Guerra contro Voldemort: l’uno, l’eroe che ha sconfitto un pericolosissimo mago oscuro, e l’altro, il redento che ora lotta per il Bene. Voi due, insieme, farete grandi cose».
E all’inizio era stato veramente troppo difficile. Anche solo credere a quelle parole.
D’altronde, per chi si è odiato tanto per un tempo così lungo risultava veramente difficile anche solo pensare di riuscire, un giorno, a fare squadra, a collaborare nel risolvere casi di estrema difficoltà.
Il dubbio fu il seme della discordia per molti mesi. Nessuno dei due, infatti, si fidava dell’altro, credendo che ogni pretesto e ogni minaccia fosse buona per vendicarsi e uccidersi  o, peggio, screditare l’uno le capacità dell’altro.
 
«Potevamo morire, coglione!» lo investì Harry, acciuffandolo per il colletto, non appena risolsero il loro primo caso.
 «Perché non hai seguito il piano?» lo rimproverò a denti stretti, mentre l’altro ghignava indisponente con una brutta ferita alle tempia che col tempo avrebbe senz’altro lasciato il segno.
«Perché quello era il tuo piano, Potter. Mica il mio» spiegò calmo, pacato. Soprattutto strafottente. Fu proprio quest’ultimo atteggiamento, seguito dall’aggiunta, a far infervorare ancor di più Harry: «E fine a prova contraria non mi sembra di averti detto di essere d’accordo col procedere in quel modo».
«Ma potevamo morire!» gridò Harry, strattonandolo. A quel punto, Draco lo afferrò per i polsi e lo spinse via da sé: «Lo hai già detto, questo. Eppure siamo ancora qui a parlare, no? Sfortunatamente per me, sia chiaro».
Harry si pulì dalla polvere terrosa attaccato alle sue vesti e lo guardò male.
«Dovresti essere la mia spalla, se vuoi nascondere la tua codardia fingendo di non essere d’accordo con il mio piano, non c’è bisogno di questo teatrino. D’altronde l’ho sempre pensato che uno come te non sarebbe mai stato capace di sostenere tutte le difficoltà di questo lavoro» ammise ad alta voce, Harry. E, sì, puramente spinto dal provocarlo.
Ci riuscì, perché fu la volta di Draco di infervorarsi e acciuffarlo per il collo con l’espressione più minacciosa che quella faccia smunta potesse assumere: «Ora sei tu che fai il teatrino, Potter, per nascondere il tuo istinto suicida. Perché, dai, ammettiamolo che a te proprio piace ritrovarti in faccia alla morte! E quindi scusami se io non ho alcuna intenzione di seguirti in questa follia. Potrei pure essere costretto a essere la tua spalla, ma non il fesso che muore per un coglione che non vede l’ora di rimetterci le penne» esclamò con gli occhi grigi accesi di rabbia.
Harry lo fissò in quelle iridi chiare e rivide la sua espressione soddisfatta, così simile a quella che poco prima aveva dipinto il viso di Draco. E si spaventò. Così lo prese per i polsi e lo spinse via. Confuso.
Respirarono profondamente, fino a quando non si calmarono. Poi, metabolizzarono di essere, in un modo o nell’altro, a risolvere il caso e aver catturato un ex Mangiamorte in fuga, ora privo di sensi accanto a loro.
Non si seppe come, né perché ma alla fine si misero a ridere. Iniziò prima Harry, poi seguì Draco. Infine si guardarono: «Hanno ragione al Ministero, siamo proprio due casi eccelsi che devono dare l’esempio» bofonchiò Harry, scompigliandosi i capelli.
Draco sghignazzò divertito: «Sì, due casi senza speranza!» replicò, trovandosi d’accordo con l’altro. E fu la prima volta.
Forse la prima, nella ricerca della fiducia da riporre l’uno nell’altro. Con un po’ di ottimismo per il loro futuro come partner, sì, avrebbero potuto fare grandi cose. Insieme.
 

«Stupeficium!» lanciò Draco, mettendo KO l’ennesimo loro nemico. Subito dopo essersi accertato che fossero fuori pericolo, l’ex Serpeverde si avvicinò all’ex Grifondoro offrendogli la mano.
Questo gesto, che accadeva spesso oramai, rievocava alla mente di entrambi lo stesso ricordo, così scampati all’ennesima morte certa, si sorridevano complici.
Harry Potter aveva rifiutato il gesto d’amicizia, offerto da colui che ora lo stava fronteggiando, una sola volta, sancendo quel lontano giorno una rivalità durata sette lunghissimi anni. Dopodiché dal secondo a quest’ultimo, Harry non l’aveva fatto più.
«Potter, ti sembra il momento di riposare?»
Draco, quindi, gli offrì una mano per aiutarlo a rialzarsi dopo averlo obbligato ad abbassarsi per schiantare una minacciosa creatura magica. E Harry accettò senza alcuna remora. «Stavo solo accettando l’idea che pianificare una strategia con te sarà sempre inutile, tanto sarai sempre pronto a mandare tutto in malora per le tue genialate, Malfoy»
Aveva fatto una scelta, in fondo, diversa e contraria alla prima: lo aveva scelto come partner.
«Finalmente lo hai accettato, ce n’è voluto di tempo, eh?»

 
 
 
Angolo VenerediRimmel
 
Perché sì, ho sempre immaginato e mi è sempre piaciuto pensare che Harry e Draco, svestiti dell’inimicizia secolare, potessero diventare partner (in crime) e lavorare spalla a spalla come Auror, contro la Magia Oscura, anche contro la loro volontà.
E questa scena “inedita” chiude quanto volevo dire di questa ship, più bromance che romance, che tanto ho amato e che amo tuttora. Si è chiuso un po’ il cerchio, aperto in un determinato modo e chiuso un po’ come ripartendo dall’inizio.
Spero vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato.
Non è detto che io non riapri questo cerchio per aggiungere qualche altra flash/drabble – sempre che a voi faccia piacere, ovviamente!
Vi abbraccio, ringraziando chi ha preferito/ricordato/seguito e commentato questa storia!
VenerediRimmel
   
 
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