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Autore: giambo    06/11/2016    3 recensioni
Crescere è una sfida difficile. Lo sa Naruto, lo sa Hinata così come lo sanno tutti i loro compagni ed amici di Konoha. Eppure, in un mondo che sta vivendo una pace con ancora troppi lati oscuri, essi dovranno imparare a diventare adulti, ad affrontare i propri demoni, le proprie paure, ed anche i propri fallimenti. Con la consapevolezza che una coppia non si costruisce in una notte di passione sfrenata, ma giorno dopo giorno, affrontando le sfide della vita, consci delle proprie forze e delle proprie debolezze.
Raccolta di One-Shot incentrata sulla coppia Naruto/Hinata, ma con ampi spazi dedicati alle altre coppie canoniche del manga, con in più qualche sorpresa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Kurama, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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The Biggest Challenge

 

15pjpko

 

 

Prima volta

 

 

 

 

Quando una persona diventava ufficialmente un ninja, la prima cosa in assoluto che era tenuta a conoscere era il lavoro di squadra. Solo fidandosi profondamente, ed intimamente dei propri compagni, un ninja era capace di diventare più forte, riuscendo così a portare a termine le missioni. Non era insolito inoltre che tra membri dello stesso team nascessero profondi legami di amicizia se non addirittura di amore.

Ed era proprio per quel motivo che Naruto detestava caldamente con tutto il suo essere la creatura più insensibile di tutta Konoha: Kiba Inuzuka.

Con uno sbadiglio, il giovane shinobi si domandò per l'ennesima volta quale oscuro, e soprattutto perfido motivo l'aveva convinto ad alzarsi dal letto nel suo giorno libero per fare colazione con il gruppo peggio assortito di tutto il villaggio: davanti a lui, infagottato da capo a piedi, nonostante una temperatura quasi estiva, c'era Shino 'Puntualizzare le frasi degli altri è la mia ragione di vita' Aburame, alla sua sinistra stava Shikamaru Nara, in procinto di riaddormentarsi da un momento all'altro, mentre alla destra avevano preso posto Kiba assieme al suo inseparabile orso bianco da passeggio, che prendeva il nome di Akamaru.

Decisamente, quella mattina aveva avuto una pessima idea ad uscire con quei tre.

“Mamma mia, ragazzi!” esclamò il rampollo del clan Inuzuka, osservando Naruto e Shikamaru eseguire un eccellente sbadiglio sincronizzato. “Stamattina cosa vi è accaduto? Sembra che vi sia passato sopra un branco di cani ninja!”

“Ieri sera h-ho finito di lavorare tardi.” borbottò il Nara, trattenendo a stento un nuovo sbadiglio. “A quanto pare, l'Hokage gode immensamente a riempirmi la scrivania di scartoffie. Che seccatura!”

“Il lavoro della Squadra Speciale non deve essere per niente facile.” osservò Shino, con voce impassibile. “Specie se sei il braccio destro del Sesto Hokage.”

“Proprio una bella seccatura.” Shikamaru non sembrava neanche averlo ascoltato, intento com'era a grattarsi la nuca.

“E tu, Naruto? Cosa fai di bello? Ultimamente non ti si vede molto in giro.” chiese il giovane Aburame, dopo aver osservato con disgusto la virile grattata del futuro capoclan dei Nara.

“Non ci vuole certo un genio a capirne il motivo, Shino!” esclamò Kiba, impedendo a Naruto di rispondere. Ignorando lo sguardo omicida dell'Uzumaki, lo shinobi proseguì a berciare allegramente.

“Ormai lo sanno tutti che il qui presente Naruto, eroe di tutti gli Shinobi, passa tutto il suo tempo con l'affascinante Hinata.”

Naruto fu quasi tentato di desiderare la presenza di Sasuke al posto di quella di Kiba. Qualsiasi offesa, silenzio cupo e sguardo truce della creatura più malefica del cosmo sarebbe stato meglio di rimanere in compagnia di una persona con la sensibilità di un cucchiaino.

“Veramente, ho dovuto fare due viaggi nel paese dell'Acqua.” spiegò pazientemente. “Ieri sono tornato a casa tardi, e questa mattina ho fatto fatica a sentire la sveglia.”

“Andiamo, Naruto!” insistette Kiba con sguardo complice. “Lo sanno tutti che ormai state assieme da più di un anno! Devo dire che quando questa notizia si è sparsa, parecchi cuori si sono infranti tra le giovani fanciulle del Villaggio.”

“Un anno che esci con Hinata?” Shikamaru sembrò rendersi conto solo in quell'istante dell'argomento della conversazione. Rivolgendo lo sguardo più annoiato, ed irritante, del suo vasto repertorio, lo shinobi delle ombre squadrò l'amico. “Beh, complimenti. Anche se immagino che uscire con una ragazza deve essere una bella seccatura.”

“Solo tu potresti trovare noioso uscire con una bella ragazza!” replicò l'Inuzuka, sorseggiando il proprio tè bollente. “Non sai quanto ti invidio, Naruto! Hinata è proprio una ragazza dolcissima. Probabilmente è l'unica a trovare affascinante la tua testa vuota!”

“Kiba... almeno lui una ragazza c'è l'ha.” sussurrò maligno Shikamaru, sfoggiando un sorrisetto beffardo. “E non mi pare che la fila di ragazze che gli correva dietro qualche tempo fa fossero un illusione.”

Il ninja moro incassò il colpo arrossendo di botto, tentando maldestramente di nascondere il tutto dietro la tazza del tè.

“Come se fosse facile trovare quella giusta...” borbottò. “Naruto non ha dovuto darsi tanto da fare. Hinata erano anni che non desiderava altro. Mancava poco che non iniziasse a disegnare la sua faccia da ebete anche sul cibo.”

Naruto e Shikamaru si scambiarono un'occhiata complice, preferendo però non dire nulla. Nessuno dei due aveva dimenticato la loro avventura sulla Luna, e neanche gli sforzi che Shikamaru dovette fare per convincere l'amico a rialzarsi, quando credeva che Hinata l'avesse scaricato.

“Prima o poi la troverai, Kiba.” esordì con voce atona Shino, in un patetico tentativo di confortare il compagno. Da quando erano entrati, l'Aburame aveva detto sì e no una quindicina di parole. Naruto si domandò come facevano a stare nello stesso Team un tipo chiacchierone come Kiba ed uno taciturno ed inquietante come Shino, ma poi si ricordò di Sasuke, e si diede dello stupido a non averci pensato prima. Era palese l'amicizia, mista a rivalità, che intercorreva tra i due amici, la stessa che c'era tra lui ed il malefico Uchiha.

“Diciamo che non è stato facile come può sembrare.” Naruto iniziava a chiedersi quando avrebbe potuto alzarsi da lì senza fare la figura del cafone. Non vedeva l'ora di ributtarsi a letto.

“Sì sì, voi fidanzati dite tutti così. Come se fosse facile capire cosa passa per la testa delle ragazze d'oggi!”

“Non capisco perché hai così tanta voglia di prenderti una simile seccatura...”

“Perché mia madre mi da il tormento.” esalò con aria afflitta Kiba. “Sono settimane che va avanti a ripetere che ho quasi vent'anni e che non ho uno straccio di ragazza. Sta cominciando a diventare pesante.”

“Tua madre... vuole che ti fidanzi?” Naruto sembrò vagamente perplesso. Perché diavolo una madre doveva insistere così tanto? L'amore era un sentimento troppo personale per mettersi a cercarlo. Dal suo punto di vista, il giovane shinobi era convinto che, prima o poi, l'amore arrivava per tutti. Bastava sapere attendere, e cogliere le occasioni.

“Già. Secondo lei è vergognoso che il futuro leader del clan Inuzuka non abbia ancora trovato una possibile sposa.” in quel momento, Naruto si pentì di aver pensato così male dell'amico fino ad un attimo fa. Non doveva essere facile convivere con una donna forte ed autoritaria come Tsume Inuzuka.

“Devi solo avere pazienza.” rispose il Jinchuriki. “In queste cose avere fretta non serve. Prima o poi tutti trovano la persona giusta, basta saperla riconoscere.”

“Amico, non ti facevo così filosofo!” replicò Kiba, scoppiando in una risata. “Forse hai ragione. Dopotutto, io ho già Akamaru.” il suo sguardo si intenerì, mentre appoggiava una mano sulla schiena del suo inseparabile amico. “Sono già felice così.”

“Appunto! Perché rovinarti la vita con una donna...”

“Shikamaru... sei veramente incorreggibile.”

“Andiamo! Lo sapete tutti che sono il primo dei codardi!” replicò lo shinobi, trattenendo a stento uno sbadiglio. “Probabilmente, non riuscirei mai a stare dietro ad una donna. Mi addormenterei dalla noia ogni volta che parla.”

Gli altri scoppiarono a ridere, ad eccezione di Shino, il quale osservò i propri amici con disgusto, chiedendosi cosa li spingesse ad esprimere la propria ilarità in quel modo così normale.

 

 

“Ohi, Naruto.”

Lo shinobi biondo, intento a godersi il sole del mattino, si voltò, piantando i propri occhi cerulei in quelli intelligenti ed annoiati di Shikamaru.

“Quindi come vanno le cose tra te ed Hinata?” chiese il Nara, mentre la gente attorno a loro sciamava per le vie di Konoha.

Naruto si mise le mani nelle tasche della propria felpa. Quel pomeriggio avrebbe rivisto Hinata dopo oltre due settimane, e francamente non vedeva l'ora di trascorrere del tempo con la ragazza che amava.

“Tutto bene. Ultimamente non riusciamo a vederci spesso, ma in fondo non è un problema così grave.”

“Mmm...” l'amico non replicò, ricominciando a sbadigliare. Lo shinobi biondo si chiese se nella brillante mente dell'altro ragazzo esistesse altro a parte il sonno. Mentre rifletteva su questo, vide un trio di ragazze che conosceva passargli affianco. Fece per aprire la bocca e salutarle ma queste ultime, vedendolo, divennero rosse in viso e corsero via, lasciandolo piuttosto perplesso.

“A quanto pare, qualcuno non si è rassegnato all'idea che sei impegnato ora.” osservò il figlio di Shikaku.

“Tu dici che era per questo che prima erano tutte così gentili con me?”

“Certo che sei proprio tonto. Sei l'eroe dell'ultima guerra e del Villaggio della Foglia, hai salvato il mondo, ed eri single fino a poco tempo fa. Mi sembra palese che per le ragazze del villaggio tu apparissi come un succulento boccone di carne, per dirla alla Choji.”

“Può essere, ma non mi importa più di tanto.” replicò il biondo, un lieve sorriso ad incorniciargli il volto. “Francamente, ho sempre fatto fatica ad immaginarmi la donna con cui avrei passato il resto della mia vita. Certo, c'era Sakura-chan, ma dentro di me mi ero rassegnato molto tempo fa sul fatto che non sarei potuto essere più di un amico per lei.”

Shikamaru si gratto la coda cespugliosa dei propri capelli, rilasciando un pesante sospiro. Stranamente, non aveva ancora acceso una sigaretta, ma il Jinchuriki sapeva che, una volta in ufficio, l'amico avrebbe intossicato qualsiasi persona nelle vicinanze con le sue stecche di tabacco malefiche.

“Amico, sei sempre stato tardo su certe questioni. A volte mi domandavo perché corressi così disperatamente dietro a quella seccatura di Sakura, quando Hinata neanche riusciva a guardarti in faccia senza svenire.”

“Sì, è vero! Me lo ricordo! Lo faceva sempre!” esclamò ridendo l'allievo di Kakashi. “Ma all'epoca ero troppo preso dai miei allenamenti, dal voler riportare Sasuke al Villaggio... non c'era tempo per lei. E di questo un po' mi dispiace. Sono stato un idiota a non capirlo prima.”

“Sei proprio una seccatura.” concluse l'altro, mettendosi le mani in tasca. In quell'istante, era difficile pensare che dietro quell'espressione annoiata, si nascondesse la mente più geniale di tutta Konoha.

Proseguirono a camminare in silenzio per alcuni minuti. Poi, quando furono in prossimità degli uffici della Squadra Speciale, Shikamaru aprì di nuovo bocca.

“Naruto... per caso intendi fare il grande passo con Hinata?”

Lo shinobi biondo rimase bloccato per alcuni istanti, mentre il colore sul suo volto scompariva rapidamente.

Non starà mica pensando...

“D-di che cosa stai parlando?”

“Certo che sei scemo forte...”

Nell'aria scese un silenzio imbarazzante.

“Stai mica parlando del matri...”

“Sesso. Sto parlando del sesso.”

Silenzio.

La faccia di Naruto passò rapidamente dal bianco crema, al rosso fuoco, per poi sfumare in un più 'rassicurante' viola melassa, concludendo la scala dei colori con un verde malaria.

“Sei sicuro di sentirti bene? Hai una faccia...”

“S-sì... certo che sto bene...” balbettò il Jinchuriki “E' solo che... che...”

Shikamaru sospirò, grattandosi i capelli crespi.

“Davvero amico, non ti capisco. Non c'è bisogno di fare quella faccia.” osservò. “E' palese che non l'avete ancora fatto, te lo si legge in faccia.”

“N-non è... insomma... cioè...” la voce di Naruto divenne un disco rotto, mentre nella sua mente si accavallavano una scusa dietro l'altra, tutte ovviamente patetiche.

“Rilassati! Mamma mia, stavo scherzando!” il Nara squadrò l'amico, sempre più perplesso dalla sua reazione. “Davvero, dovresti rilassati un po' di più.”

“Già... dovrei proprio!” replicò l'altro, tentando di sorridere nel modo più naturale possibile.

L'amico non fu particolarmente convinto, ma decise di non investigare di più, avendo capito che gli argomenti 'sesso' ed 'Hinata' non erano proprio una buona combinazione per imbastire un dialogo con Naruto. Si limitò a salutarlo, lasciando lo shinobi biondo in preda ad un violento turbamento interno.

Hai intenzione di restare così ancora per molto?” borbottò Kurama, ridacchiando nel vedere la faccia del suo Jinchuriki. “Baka! Dopotutto, cosa sarai mai? Devi solo accoppiarti con quella mocciosa.”

Naruto non rispose. Nella sua mente si era delineata all'improvviso l'immagine di una Hinata totalmente nuda nel suo letto, decisa a soddisfare ogni suo desiderio più recondito. Il sangue prese a scorrergli a velocità triplicata nelle vene, mentre la salivazione gli si azzerò di colpo. Se si concentrava, poteva udire Kurama sbellicarsi dalle risate. Quella volpe malefica godeva nel vederlo in quelle situazioni orribili, ormai era palese.

Dovresti chiederglielo oggi.” proseguì il Kyuubi. “Dopotutto, ormai è da parecchio che state assieme. Non vorrai dirmi che quelle slinguazzate che vi scambiate ogni tanto ti bastano?”

Kurama! Da quando sei un esperto di queste cose?!” berciò Naruto, il volto ormai più rosso della pelliccia dell'amico. Quest'ultimo riprese a ridere di gran gusto, facendo capire allo shinobi che no, non era certo Kiba l'essere più bastardo ed insensibile del villaggio.

 

 

Hinata fece un profondo respiro, mentre stringeva con forza la tazza di tè, tentando di assorbirne più calore possibile.

“Allora io gli ho detto: mi dispiace, ma purtroppo io appartengo già a Sasuke...”

“Ti piacerebbe Ino... ti piacerebbe...”

“Ma lui? Mica si è arreso! Davvero ragazze, non so più cosa fare con il povero Sai. Ormai è palese che è cotto di me, ma il mio cuore appartiene già a Sasuke-kun.”

“Sai dove puoi ficcartelo il tuo cuore, Ino?!”

“No! Sono proprio curiosa di saperlo, Sakura...”

Hinata sospirò. Era lievemente a disagio nel vedere Ino e Sakura che si guardavano in cagnesco, causando numerosi sguardi perplessi da parte degli altri avventori del locale. Il fatto poi che Tenten al suo fianco stesse ridacchiando, gustandosi la scena, non l'aiutava di certo.

“Per favore, ragazze... non dovreste litigare. Siete amiche, no?” tentò di mediare la giovane Hyuga, guadagnandosi un 'raffinatissimo' dito medio da parte della splendida kunoichi bionda come risposta.

“Non ti conviene metterti in mezzo.” sussurrò Tenten. “Loro sono fatte così. Le piace litigare. Se non ci fosse Sasuke di mezzo, per me alla fine si sposerebbero tra di loro!”

“Ti ho sentito, Tenten...” berciò l'allieva di Tsunade, uno sguardo omicida negli occhi. “Io, perdere tempo dietro a questo stecchino? Neanche per pulirmi i denti sarebbe utile!”

“Sempre meglio che avere una pancia come la tua!” replicò Ino, sbattendo gli splendidi occhi azzurri. “Dovresti metterti a dieta, lo sai?”

“I-io a dieta?! Ma come osi, kunoichi da strapazzo! Vieni qui che ora ti faccio vedere io!”

Hinata si domandò perché quella mattina aveva deciso di uscire con le sue amiche. Certo, le faceva piacere vederle, ed era contenta che loro la invitassero fuori, ma certe volte erano... troppo. Troppo sfacciate, troppo sicure di loro, troppo rumorose. Non erano poche le volte che si vergognava ad uscire con quelle pazze scatenate, e questa era una di quelle occasioni.

Cinque minuti, molte scenate, e molte imprecazioni impronunciabili da parte di Sakura ed Ino dopo, la quiete ritorno al loro tavolo, permettendo il ritorno di una conversazione quanto meno civile.

“Allora...” esordì Tenten, tentando di portare la discussione lontano dall'argomento Sasuke. “Come vi va la vita, ragazze?”

“Mpf!” borbottò Ino, sorseggiando la propria bevanda senza degnare di uno sguardo Sakura.

“Piuttosto bene dai.” replicò quest'ultima, ignorando anch'essa l'amica.

Il silenzio scese sul tavolo. L'allieva di Gai tentò ancora di provare ad imbastire una conversazione, ma se Ino rispondeva, subito Sakura si trincerava dietro uno scorbutico silenzio, e viceversa. Alla fine, disperata, Tenten se ne andò con una scusa, maledicendo ogni Uchiha affascinante che avesse calpestato quella terra (praticamente tutti). Interpretando la fuga dell'amica come un segnale, anche la giovane Hyuga appoggiò la propria tazza.

“Vai via anche tu?” domandò Sakura. “Come mai tutta questa fretta?”

“Beh... ecco...” Hinata non sarebbe mai riuscita a dichiarare che il motivo era la schizofrenia sua e di Ino, ma quest'ultima interpretò a modo suo, cioè sbagliato, l'indecisione dell'amica.

“Ma come Sakura, non lo sai? La nostra Hinata deve farsi bella per il Baka!” esclamò la bionda sfoggiando un sorriso perverso.

“Cosa? Ma... ecco... io...” il sangue di Hinata prese a bollire per la vergogna. Sembrava una teiera pronta ad esplodere da un momento all'altro.

“Ino! Dovresti essere più discreta!” la rimproverò l'Haruno. “Cosa ne sai che deve vedersi con Naruto?”

“Beh, un uccellino mi ha confidato che il Baka è tornato proprio ieri sera dalla sua ultima missione. Se tanto mi da tanto...”

“Tu hai un po' troppa dimestichezza con gli uccelli...”

“Ti ammazzo Sakura.”

“Provaci se ci riesci.”

“Veramente Ino... io dovrei solamente...” per il nervoso, la giovane Hyuga prese girellarsi gli indici, proprio come quando era ragazzina, il tutto mentre il suo viso diventava sempre più congestionato.

“Andiamo Hinata! Non vedi il tuo bel fustacchione, perché ammettiamolo: il Baka è diventato proprio un bel manzo, da oltre due settimane! È normale volerci subito giocare sotto le coperte!”

“Ino... lo sai che sei proprio scurrile?”

“Sot-to le coperte?” balbettò Hinata, il volto ormai simile ad un ferro rovente, con tanto di vapore che usciva dalle orecchie.

La kunoichi bionda emise un sospiro esasperato, ignorando bellamente Sakura che l'aveva appena definita 'Gonorrea vivente'.

“Hinata, possibile che a diciannove anni sei ancora così ingenua? Dopo due settimane che non ti vede, cosa pensi che vorrà fare il tuo bel Naruto?”

“N-Naruto-kun? Beh... c-credo che vorrà...” ormai la mora era nel pallone più totale, ma sembrava che solo Sakura se ne fosse accorta.

“Andiamo...” proseguì Ino, un sorriso sbarazzino sul bel viso. “Prova a pensare a voi due, soli soletti, magari in casa di Naruto. Lui probabilmente ti dirà che ha caldo, si toglierà i vestiti... e poi una volta nudo...”

Bum! La faccia di Hinata semplicemente esplose la pressione accumulata fino a quel momento in un colpo solo. Il pensiero del suo adorato Naruto senza vestiti addosso era troppo per lei. Con un gemito, il volto ormai simile ad un piccolo tramonto, la kunoichi si accasciò al suolo, sotto lo sguardo perplesso di Ino.

“Hinata? Stai bene?”

“Ino...” Sakura emise un sospiro, esasperata dalla stupidità dell'amica. “Ma perché non impari a stare zitta ogni tanto?!”

 

 

Naruto aspirò profondamente l'aria odorosa di erba e fiori, comodamente sdraiato sotto le fronde di un grosso faggio. Davanti a lui, un allegro ruscello sgorgava impetuoso tra i sassi, attorniato da uno dei tanti prati che punteggiavano la foresta attorno a Konoha. Il sole era caldo, ma grazie ad una leggera brezza proveniente da nord non bruciava, mentre gli unici rumori erano il canto degli uccelli, il fruscio dell'erba e lo scorrere dell'acqua.

Lo shinobi sorrise quando sentì la mano di lei che gli accarezzava i capelli. Era un tocco morbido, delicato, gentile. Un gesto che la rispecchiava perfettamente.

“Come è andato il viaggio nel Paese dell'Acqua?” gli domandò Hinata.

Naruto si puntellò sui gomiti, alzando la testa dal grembo di lei, e specchiandosi nelle iridi color perla della donna della sua vita. Il suo sorriso divenne più intenso. Poi, con un gesto rapido, le rubò un bacio, assaporando il tocco di quelle labbra soffici e carnose.

“Bene, ma non vedevo l'ora di tornare.” le sussurrò a fior di labbra. La Hyuga sorrise, costringendolo dolcemente a riporre la testa sulle sue ginocchia. Sembrava divertita da quella frase romantica, ma allo shinobi parve di scorgere come un'ombra in fondo agli occhi di lei.

“Spero che rimarrai qualche tempo al villaggio. Ultimamente, Kakashi-sama non ti lascia un attimo di riposo.” osservò Hinata, riprendendo ad accarezzare i capelli del suo amato.

“Mmm... francamente non lo so.” rispose Naruto. “Kakashi-Sensei vuole che diventi ambasciatore ufficiale del villaggio. Dice che mi aiuterebbe se in futuro diventassi Hokage.”

“Allora deve essere vero.”

“Mah! Mi da l'impressione di essere un lavoro piuttosto noioso. Non devo fare altro che consegnare messaggi del Sensei e scambiare convenevoli con i bellimbusti degli altri villaggi.” Naruto fece un versaccio disgustato, per rafforzare il disagio nel vestire i panni dell'ambasciatore. Era quasi tentato di aggiungere della montagna di regali che le ragazze degli altri villaggi gli consegnavano ogni volta, ma poi preferì evitare. Non era sicuro che Hinata avrebbe apprezzato quel particolare del suo nuovo lavoro.

“Immagino che le donne degli altri paesi ti corrano ancora dietro.” mormorò quest'ultima con voce dolce, lasciando di stucco il ragazzo.

“Ma... tu come?” la giovane donna trattenne una risatina nell'osservare l'espressione di stupore del suo adorato Naruto.

“Una donna sa sempre cosa accade al suo uomo, in un modo o nell'altro.” rispose con fare misterioso. Naruto sperò vivamente che Hinata non scoprisse mai degli insistenti inviti a cena da parte di Mei Terume, l'affascinante e focosa Mizukage. Se si concentrava, il ninja poteva ancora vedere quegli splendidi occhi verdi, le labbra carnose, il corpo sensuale, bello, che prometteva di esaudire ogni suo desiderio più recondito. Il corpo di una donna splendida e consapevole di esserlo.

Eppure, nonostante tutte quelle promesse, quelle parole con più sensi, quei segnali inequivocabili, Naruto aveva visto dentro di lei solo curiosità, nulla di più. Il morboso desiderio di scoprire cosa si provasse ad andare a letto con l'eroe dell'ultima guerra. Dietro la sensualità che emanava da ogni poro, la Mizukage gli era sembrata una donna profondamente disillusa nei confronti dell'amore.

Il tocco morbido della mano di Hinata lo fece ritornare alla realtà. Hinata... così dolce, così premurosa, così innamorata. Credeva nel vero amore? Sì, Naruto era convinto che la ragazza che lo stava accarezzando fosse profondamente convinta del lieto fine della loro storia. Ma lui? Lui lo era? Naruto era uno shinobi, un guerriero, un uomo immerso in una vita che tutto poteva definirsi tranne che normale. Dal suo punto di vista, l'amore non era altro che un istante, un momento dolcissimo da custodire dentro di sé, che l'avrebbe aiutato per le missioni future. O almeno così aveva creduto fino a quel momento. Ma più tempo trascorreva con Hinata, più il suo desiderio che quegli istanti diventassero sempre di più aumentava. Fino a sperare che non fossero solo una semplice sequenza di istanti, ma qualcosa di più. Qualcosa che si potesse definire 'vero amore'.

“Naruto-kun?” la voce di lei risuonò nella radura, distogliendolo dai suoi pensieri. “A cosa stai pensando?”

Naruto volse il suo sguardo verso di lei, perdendosi in quelle iridi così particolari. Quanto era stato stupido? Possibile che non si fosse accorto prima di quanto splendidi fossero quegli occhi? Come aveva fatto a buttare via tutti quegli anni, correndo dietro all'ombra di Sasuke e all'amore non corrisposto verso Sakura? Il biondo si perdeva in quelle iridi, ripensando alle parole di Shikamaru, il suo amico così intelligente e pigro da non sprecare mai una parola. Se il geniale Nara parlava, significava che era convinto fosse utile farlo, senza perdersi in giri inutili di chiacchiere. E Naruto sapeva che quelle parole servivano a stimolarlo, a compiere un altro passo verso Hinata, un passo che l'avrebbe aiutato a cementificare il loro rapporto.

Non fosse stato che aveva paura. Non paura dell'esperienza del sesso, ma di rendere la loro prima volta banale. Naruto aveva quasi vent'anni, ed aveva smesso da tempo di correre dietro alla prima ragazza svestita, fantasticando su chissà quali avventure erotiche. Eppure, se provava a pensare a Hinata svestita su un letto, il suo sangue prendeva a bollire, mentre il terrore di sbagliare la loro prima notte assieme gli mozzava il respiro.

Sì, forse Shikamaru aveva ragione, stava indugiando troppo, ma lui aveva paura di farle male, di vedere quei meravigliosi occhi fissarlo con sguardo deluso e ferito.

“Naruto-kun?” nell'udire la sua voce, lo shinobi si passò la mano della protesi sul volto, deciso una volta per tutte a superare le sue paure. Lui lo voleva, ed era deciso a regalare un'emozione meravigliosa a Hinata, la sua Hinata.

“Stavo pensando... che stasera potremmo andare alle terme. E poi... dopo il bagno... si potrebbe... dormire assieme.” non aveva avuto il coraggio di esprimere una richiesta esplicita. Temeva di metterle pressione, e l'ultima cosa che voleva era che Hinata si sforzasse di fare sesso con lui. Era assolutamente deciso a darle la possibilità di tirarsi indietro, se non si fosse sentita pronta.

Hinata non rispose subito, un leggero stupore sul viso. Il ragazzo fu quasi certo di aver visto della paura negli occhi della Hyuga, ma fu un guizzo troppo rapido per esserne sicuro.

Lo fece sollevare, portandosi il volto davanti al suo, dandogli un soffice bacio sulle labbra.

“Sarebbe un'ottima idea.” mormorò. “Desidero essere tua, Naruto-kun. Fino in fondo.”

 

 

Stava lì, seduto, nudo, con solo un asciugamano a coprirgli la vita. I capelli umidi gocciolavano, mentre si batteva le mani, strette a pugno, sulle cosce per stemperare la tensione.

Nervoso. Era molto nervoso, forse troppo. Doveva calmarsi, o avrebbe rovinato tutto.

Rilassati.” la voce di Kurama conteneva una nota divertita, come se osservare le pene del suo Jinchuriki fosse uno spettacolo vagamente interessante. “Devi solo accoppiarti. Non stai andando in guerra.”

Gradirei un minimo di privacy, se non ti dispiace!” replicò acido Naruto. Considerando che per sedici anni quella volpe malefica non gli aveva quasi mai parlato, se non per tentare di liberarsi di lui, ultimamente era fin troppo chiacchierona.

Dopo un lasso di tempo che gli parve interminabile, il fusuma davanti a lui si aprì, facendo entrare una Hinata infagottata in un voluminoso accappatoio nero. Quest'ultima si sedette davanti al ragazzo in silenzio, anch'essa profondamente imbarazzata.

Naruto fece un profondo respiro per tentare di calmarsi. Restare a mollo nell'acqua calda fino a lessarsi non era bastato per tranquillizzare il proprio stomaco, il quale proseguiva a fare i salti mortali.

Ho vent'anni ormai! Come è possibile che sia così in difficoltà a farmi vedere nudo davanti alla ragazza che amo?!

Era anche vero che, fino a quel momento, nessuna donna lo aveva mai visto nudo. Hinata sarebbe stata la prima, e questo lo rendeva ancora più nervoso: temeva di deludere le aspettative della ragazza che stava di fronte a lui.

“V-vuoi che inizi io?” propose con voce dannatamente incerta.

Lei scosse la testa. Lentamente, poco alla volta, la ragazza tolse l'accappatoio, mostrando il proprio corpo al biondo, chiuso solamente in un intimo semplice, color pastello. I seni grossi e sodi, racchiusi nella stoffa dell'intimo, il ventre piatto, le gambe lisce, chiuse, a nascondere il proprio fiore. Quella visione fece accelerare vorticosamente la circolazione a Naruto, il quale tento di calmarsi facendo un paio di profondi respiri.

Ci siamo. Ora tocca a me.

Certo che sei proprio un baka!” sghignazzò Kurama all'improvviso. “Invece di concentrarti sulle mammelle, guarda un po' più in alto.” perplesso, lo shinobi alzò lo sguardo. Hinata stava lentamente togliendosi il reggiseno, ma il suo volto era viola e le mani le tremavano dalla paura. Probabilmente, sarebbe bastato un niente in quello stato per farla svenire o, peggio, scappare in lacrime dalla stanza.

Era destino che ti trovassi una mocciosa tarda come te. È palese che non è ancora pronta ad accoppiarsi.”

Sì, era palese. Così come fosse palese che anche lui non era pronto. Quel momento doveva essere magico, non una triste forzatura dovuta alle insistenze dei loro amici.

Ci prenderemo il nostro tempo, Hinata. Dopotutto, abbiamo la vita davanti da trascorrere insieme.

Quando ormai la prima spallina era scesa oltre il gomito, una mano del ragazzo la bloccò. Perplessa, Hinata alzò lo sguardo, incontrando il sorriso calmo e tranquillo del suo uomo.

“Hina-chan, che ne dici se stanotte... ci limitassimo a dormire assieme e basta?” propose, la voce di nuovo sicura di sé.

“Sì!” rispose subito la ragazza, rialzando l'indumento intimo, e ricoprendo il proprio fisico con l'asciugamano. Senza più quel corpo splendido sotto gli occhi, Naruto ebbe una piccola fitta di rimpianto, ma la scacciò subito: la felicità di Hinata veniva prima dei suoi ormoni impazziti. Con il volto molto più sollevato, la ragazza si alzò.

“Vado a... prepararmi per la notte. Torno subito, Naruto-kun.”

Una volta solo, Naruto chiuse per un istante gli occhi, un sorriso stanco sul volto. Sentiva che quella era la decisione giusta, e la cosa lo riempiva di benessere.

Quante storie che fate voi mocciosi.” borbottò il Kyuubi.

Non pretendo che tu capisca, Kurama.” il Bijuu si limitò a brontolare qualcosa di indefinito, mentre si accingeva a dormire.

Quando Hinata ritornò, vestita con una lunga vestaglia bianca. Naruto pensò che, come prima notte assieme, era proprio inusuale: entrambi vestiti, sdraiati su un letto delle terme, che tentavano di dimenticare l'imbarazzante tentativo di prima.

“Naruto-kun...” mormorò la mora dopo alcuni minuti. “Mi dispiace. Ti prometto che la prossima volta andrà diversamente!”

“No!” rispose subito lo shinobi, accarezzandole il volto. “Devi prenderti il tuo tempo, Hina-chan. Perché voglio che tu sia felice.”

C'erano molte più cose racchiuse in quella semplice frase, ma elencarle tutte sarebbe stato molto lungo, oltre che superfluo: Hinata aveva compreso perfettamente ciò che intendeva il suo uomo.

“Naruto-kun...” lo baciò dolcemente, accoccolandosi contro il suo petto. “Grazie.”

Quante smancerie...”

Pensavo di ringraziarti per prima... ma ora non so se lo farò.”

Moccioso... mi devi una partita di Morra Cinese per questo.”

Immagino di non avere scelta, vero?”

Naruto sorrise, mentre stringeva tra le braccia la sua donna, assaporandone il dolce profumo che emanava. Se fosse dipeso da lui, non l'avrebbe mai più lasciata.

Si sarebbero presi il loro tempo, maturando quando fosse giunto il momento.

Non abbiamo fretta.

Kurama... grazie, amico mio.”

Dovere Baka... semplice dovere.”

 

 

 

Angolo dell'Autore:

 

Ehm... so che di solito ci si presenta al primo capitolo, ma... Salve! Benvenuti a questa raccolta su questa coppia (più il terzo imbucato di Kurama). Spero che fino a questo momento le storie vi siano piaciute. Per ora mi sto concentrando molto sul punto di vista di Naruto, ma presto arriveranno anche storie incentrate su Hinata, Kurama e, perché no, anche Boruto e Himawari.

Beeeeene, per ora non ho altro da aggiungere, tranne una cosa. Ringrazio tantissimo Kurama09 e Ulldrael per aver messo questa raccolta tra le preferite, e ringrazio profondamente anche Aine, Amike4ever, elita, iced-swan, Maga_Merlina, Moonchild8 e The gamer 17 per avermi dato una chance mettendola nelle seguite.

Bene, ora ho davvero finito!

Un saluto! E alla prossima!

Giambo

  
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