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Autore: Blue Eich    06/11/2016    1 recensioni
Cosa succederebbe sorteggiando una shipping casuale con una canzone casuale e scrivendoci qualcosa sopra, sera dopo sera?
[In questa raccolta saranno presenti tutti i tipi di coppie, anche Crack Pairing. Di tanto in tanto faremo degli strappi alla regola, perciò ci sarà qualche shot in mezzo alle flash.]
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Manga
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Evening twelve
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Sapphirepearl, AU – Volevo te (Giusy Ferreri)
 
Se n'era accorta subito, Vera, che Lucinda non stava bene. Era accaldata e aveva replicato con voce fievole a Dalia di non voler salire sul palco insieme a Gary per eseguire il loro pezzo del balletto, ma l'insegnante era stata irremovibile. Così, sbuffando, la quindicenne aveva salito le scale mentre la musica ad alto volume proveniente dalle casse riempiva l'aria. E l'amica le aveva rivolto uno sguardo dispiaciuto, non potendo far altro. Stava visibilmente male, con quelle guance purpuree, eppure riusciva a essere lo stesso splendida. Volteggiava con grazia, innalzava le gambe esili come bastoncini, lasciava che la mano del suo compagno la facesse indietreggiare e che afferrasse al volo il suo corpo minuto nei casquet. In ogni suo movimento, sotto quella luce, c'era eleganza. Un'eleganza da cui Vera era a dir poco stregata: era così bella da sembrare un cigno. E lo pensava sinceramente, nel vederla muoversi con la fronte imperlata per lo sforzo. E, quando le ultime note scemarono, rimase ferma per alcuni istanti con una gamba più avanti dell'altra, poi scese dal palcoscenico con fretta, perché non ce la faceva più.
Infatti, la professoressa d'inglese non disse niente quando la vide avviarsi verso la porta in fondo alla sala. Convinta che il coro non avesse così tanto bisogno di lei, anche Vera sgattaiolò furtivamente via e raggiunse lo spogliatoio male illuminato.
Lucinda sedeva su una panca, accanto al suo zaino con appeso un grazioso pompon, le ginocchia unite e le labbra contratte.
«Come ti senti?» le domandò, apprensiva, andandole accanto.
«Ho la nausea» rispose l'altra, posandosi una mano sullo stomaco. «Era così necessario farmi ballare? Adesso sto ancora peggio…»
Vera le sfiorò dolcemente una spalla. «Tra un'ora potremo andare a casa, dai, resisti ancora un po'.»
Restarono in silenzio, con l'amica che abbandonava la testa sulla sua spalla, godendosi la quiete. Sentivano arrivare altra musica dall'esterno, ovattata.
Poi, dopo un po', udirono qualcuno bussare con forza alla porta scorrevole. Si scambiarono uno sguardo d'intesa e, senza bisogno di dirlo, si alzarono in simultanea.
«Ragazze, dovete rientrare.» Il professor Rowan, senza dubbio. Non ottenendo risposta, fece scorrere l'ingresso e non vide niente, a parte cartelle buttate a terra e felpe femminili negli appendini. Fece un verso pensieroso e richiuse, andandosene.
Nel frattempo, rintanate in uno degli angusti bagni adiacenti allo spogliatoio, le due ragazze tirarono un sospiro di sollievo. Erano appiccicate, le fronti e le bocche rosee che non si sfioravano di pochi millimetri.
«S-Sarà meglio uscire…» balbettò Vera, un po' in imbarazzo. Fece per spostare il piede, ma scivolò sul pavimento troppo liscio e, per sbaglio, finì ad aggrapparsi alla maglia di Lucinda. E le labbra si sfiorarono, un contatto morbido e dolce. E quando riaprirono gli occhi, separandosi, si scambiarono due sorrisi timidi. Sì, perché ad entrambe non era dispiaciuto e si sentivano invase dalla vergogna e dalla confusione, non capendo perché non si fossero ritratte.
 
 
Farawayshipping, What if? – Joy of love (Cosmic Baton Girl OST)
 
Reggie, quel giovane dagli sbarazzini capelli color malva, era stato davvero gentile a offrirle un passaggio per Fiorlisopoli! L'imbarcazione, modesta ma non per questo poco degna di fiducia, si allontanava dal porto di Olivinopoli e le altre barche ormeggiate al molo diventavano più piccole, tante sagome bianche leggermente mosse dall'acqua.
«Stai attenta, mi raccomando» la avvertì il capitano, intento a manovrare saldamente il timone. Vera fece un verso d'assenso accompagnato da un cenno del capo. Poi il suo sguardo si posò nuovamente nell'angolo: quel ragazzo dall'aria torva era ancora imbronciato. Non sapeva il suo nome, perché le aveva rivolto solo un'occhiataccia intimidatoria in risposta al suo pacifico e allegro saluto prima di salire a bordo, ma supponeva che fosse il fratello minore dell'altro. Non gradiva la sua presenza, neanche lontanamente, era palese. Il motivo? Un mistero.
Mentre la Coordinatrice si perdeva a studiarlo di nascosto, un'onda più brusca fece ondeggiare il motoscafo. Soffocò un gridolino e perse l'equilibrio, inciampando in avanti. E, per una coincidenza sfortunata, l'appiglio a cui le capitò di aggrapparsi fu proprio una spalla del giovane. La sua mano inguantata la sfiorò delicatamente. Sui visi di entrambi, per la durata di pochi istanti, spaziò un'innocente curiosità; la distanza era così ridotta da essere perfetta per un bacio. Ma non ci fu nessun bacio, perché il viola la scostò con un gesto stizzito e un'ira cieca nello sguardo.
«Stai lontana da me, ragazzina» sibilò. C'era un disprezzo quasi palpabile nei suoi occhi scuri, quasi fosse un Ursaring inferocito pronto a dilaniare crudelmente una preda, anche per il modo nervoso in cui digrignava i denti.
Vera si tirò indietro, curvando la bocca in una smorfia. «Ragazzina?» ripeté, oltraggiata, stringendo i pugni avvolti nei guanti bicolore. «Guarda che ho sedici anni, io!»
Dopo aver sentito quella rivelazione sbottata con capriccio, l'altro abbassò il capo e decise di ignorarla. Tuttavia, non riusciva a nascondere il lieve rossore sulle gote. Prese a fissare il mare, per cercare di calmarsi con il moto sereno delle onde.
Non spiegandosi quella reazione, gli occhi limpidi e curiosi di Vera si posarono sull'altro, che le fece cenno di avvicinarsi. Lei obbedì, ben attenta nel salire il gradino, un po' timorosa di cadere di nuovo.
E l'Allevatore accostò la mano libera al suo orecchio, per sussurrarle con un sorriso complice: «Il mio fratellino ne ha solo quattordici.»
 
 
Advanceshipping – Counting Star (OneRepublic)
 
Destandosi dal suo sonno stranamente più leggero del solito, Ash restò un po' a fissare il cielo stellato. Poi ruotò di poco la testa, scrutando l'ambiente attorno a sé: Brock era immobile come una statua e Max sembrava quasi un angelo, senza occhiali, col suo visetto tondo. L'ultimo sacco a pelo, quello di cotone rosa, era vuoto.
D'istinto scostò il proprio e si alzò, infilandosi le logore scarpe da ginnastica. Dov'era andata Vera? Probabilmente anche lei stava facendo due passi. Senza curarsi di essere in pigiama, decise di camminare un po' per il bosco, attento nello spostarsi a non urtare il corpicino del suo compagno giallo.
Trovò Vera poco distante. Era seduta sul prato intriso di rugiada, assorta a guardare il lago giù dalla radura.
«Ehi.»
Quel saluto la fece sussultare dalla sorpresa e quando si voltò, lo sbigottimento lasciò posto a un sorriso dolce, mentre si portava una mano al cuore. «Oh, mi hai spaventata.»
«Scusa, anche io non riuscivo a dormire» commentò il ragazzo, sedendosi accanto a lei. «Che bella vista da qui, eh?»
Vera annuì. Si abbracciava le ginocchia, un po' timidamente. «Oggi avrò un'altra Gara...» disse solo, a bruciapelo, sottintendendo che fosse il motivo della sua insonnia. L'agitazione era così tanta da crearle un groppo in gola e il fantasma dell'angoscia non la lasciava in pace.
«Non preoccuparti» esordì il moro, con un sorriso affabile. «Sarai fantastica, devi solo crederci.»
Lei si incantò a guardarlo per alcuni istanti, imbambolata, ridestandosi con uno sfarfallio di ciglia. Aveva sempre la cosa giusta da dire per tirarla su di morale. Sorrise di rimando, più serena: il peso che portava nel cuore sembrava essersi alleggerito almeno un po'.
Lo sguardo di entrambi corse all'alba, che si affacciava – timida e di un arancio tenue – all'orizzonte. Si godevano l'uno la compagnia dell'altra, in quel silenzio rotto dai limpidi pigolii dei Taillow, con la linfa bagnata a solleticargli le mani. Senza bisogno di altre parole, in attesa del veder sorgere un nuovo giorno.

 

 
Angolo Autrice
Lo so, siamo in ritardo pazzesco. Ma siamo riuscite ad aggiornare, finalmente.
Ormai con le yuri ci ho preso la mano. Il collegamento con la canzone è dovuto al fatto che nella mia scuola ci sia il laboratorio di danza e l'anno scorso, nonostante stesse male, la prof ha costretto la ballerina principale a provare proprio Volevo te.
Poi, sono soddisfatta della Faraway. Non è AU, perciò si ipotizza che in qualche modo finiscano tutti a Johto e s'incontrino, comunque sia è stato divertente rifarmi a Comet e Keisuke, una delle mie più grandi OTP di bimba.
L'Advance è abbastanza random, nata sul mio diario scolastico, ma spero vi sia piaciuta.
Chiudo qui, alla prossima!
-H.H.-

Per leggere il capitolo di Chiara, cliccate qui.
 

   
 
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