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Autore: UnGattoNelCappello    06/11/2016    3 recensioni
Una replica della storia originale; ma questa volta, il nostro eroe indossa verde e argento, non rosso e oro.
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(TRADUZIONE)
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 10:

Nel Quale Draco Rimprovera Hagrid, che Rivela poi Qualcosa che non Dovrebbe

 

Il resto del semestre passò troppo velocemente per i gusti di Harry. Avevano così tanti compiti in preparazione per gli esami che non avevano il tempo di mettersi nei guai, neanche se l’avessero voluto. Le vacanze di Pasqua non furono neanche lontanamente divertenti quanto quelle di Natale. A parte per quelle poche volte in cui Harry era riuscito a convincere Theo a venire a volare con lui, il ragazzo passava la maggior parte del tempo a ripassare in biblioteca con Hermione, Theo e Tracy, che erano tutti rimasti a scuola per studiare.

L’ultimo giorno delle vacanze si trovavano di nuovo in biblioteca. Harry si era appena preso una pausa dallo studio facendosi una veloce passeggiata. Quando tornò in biblioteca si imbatté in Hagrid.

“Hagrid! Che ci fai qui?” chiese Harry sorpreso.

Hagrid si guardò intorno furtivamente spostando le braccia dietro la schiena. “Do solo un’occhiata in giro. Stai studiando un bel po’, eh?”

Qualcosa in quel veloce cambio di argomento insospettì Harry. “Um, già, Hermione è anche più autoritaria del solito quando si tratta di studiare.”

“Bene, bene,” disse Hagrid distrattamente. “È meglio che vada. Ci vediamo, Harry.”

Harry guardò ad occhi stretti Hagrid che usciva dalla biblioteca, prima di dirigersi verso gli scaffali da cui si era allontanato il suo amico. Quando trovò i libri che aveva guardato Hagrid, si sentì attraversare da un brutto presentimento. Osservò la copertina di Dall’Uovo agli Inferi: guida pratica per l’allevatore di draghi. Merda. “Non può essere niente di buono.” Rimise frettolosamente il libro al suo posto e si unì agli altri. “Sapete a che ora arriva il treno?”

“Più o meno un’ora prima di cena. Perché?” rispose Hermione.

“Niente. Solo, sai, volevo vedere Draco,” disse Harry in quello che sperava essere un tono disinvolto.

 

*******

 

A cena quella sera Harry si trovò di nuovo a guardare il tavolo degli insegnanti. Hagrid non era lì, il che confermava solo i sospetti di Harry che stava succedendo qualcosa. Il suo umore non migliorò quando notò che Silente sembrava guardarlo con altrettanta attenzione. Gemendo dentro di sé, tornò a concentrarsi sulla cena, ma scoprì di aver perso l’appetito.

“Che c’è che non va, Harry?” chiese finalmente Draco, esasperato.

“Cosa? Niente!” esclamò Harry.

Draco gli rivolse un'occhiata fulminante. “Per favore. Non hai quasi toccato il tuo cibo e mi hai a malapena parlato da quando sono tornato.”

Harry non rispose subito, cercando prima di sistemare tutti i pensieri che aveva in testa. “Okay, sì, c’è qualcosa che mi preoccupa, ma non voglio parlarne qui. Andiamo a fare una passeggiata?”

Draco si pulì delicatamente le labbra con un tovagliolo e si alzò. “Teneteci dei posti nella sala comune,” disse a Pansy prima di seguire Harry fuori dalla Sala Grande.

Harry uscì dal castello e si diresse verso la capanna di Hagrid, sicuro che Draco lo stesse seguendo.

“Di che si tratta?” chiese infine Draco.

“Spero davvero, davvero tanto di essere solo paranoico,” iniziò Harry.

Draco gemette. “Oh no. Che cosa è successo?”

“Ho incontrato Hagrid in biblioteca questo pomeriggio.”

Draco scrollò le spalle. “Quindi? È inusuale, ma non proprio un segno dell’apocalisse.”

Harry lo guardò. “Stava consultando dei libri sui draghi.”

Draco si accigliò. “Beh, lui…. Gli piacciono le creature che il resto di noi chiamerebbe mostri, lo sai bene quanto me…”

“Stava leggendo libri su come crescerli.”

“Merda.”

“Esattamente.”

Quando raggiunsero la capanna di Hagrid tutte le tende erano tirate. Harry bussò furiosamente alla porta. “Hagrid! Apri, devo parlarti!”

Si sentì un leggero fracasso dall’interno, poi Hagrid parlò dalla porta chiusa. “Adesso non è un buon momento, Harry.”

“Per favore, Hagrid.”

“No. Ci, er, ci vediamo domani, che ne dici?”

Harry rivolse a Draco uno sguardo implorante, che gli sorrise in risposta. “Thor? Thor!” chiamò Draco volutamente.

Ciò fu seguito da una abbaiare agitato, e unghie che grattavano contro la porta. Hagrid imprecò, e aprì la porta decisamente di malavoglia. “Entrate, piccoli infidi…”

“Penso che la parola che stai cercando sia ‘Serpeverde’,” disse Draco spensieratamente mentre entrava per accarezzare Thor. “Bravo cane!” Thor scodinzolò e si mise a pancia all’aria per farsi accarezzare. Draco lo accontentò felicemente.

Hagrid scosse la testa. “No, decisamente non era quella la parola. Immagino che voi due vogliate una tazza, eh?”

“Sarebbe fantastico, grazie,” rispose Draco, alzando lo sguardo. Thor non era felice di aver perso l’attenzione di Draco, e gli morse la manica. “No, Thor! Lascia!” disse bruscamente Draco, per poi guardarlo sorpreso quando Thor gli obbedì subito.

Harry non stava facendo attenzione. Indicò il fuoco. “Hagrid, ti prego, dimmi che non è quello che penso che sia.”

Hagrid poggiò tre tazze grandi come secchielli sul tavolo. “Ecco, em, dipende da quello che pensi che sia.”

Harry incrociò le braccia. “Penso che sia un uovo di drago. Mi piacerebbe molto sbagliarmi, però.”

“Ah.”

“Oh Dio,” gemette Harry sedendosi.

Hagrid tolse la teiera dal fuoco e versò il tè. “Ora, non fare così. Ho fatto delle ricerche, sai. Credo di riuscire a farlo schiudere.”

Harry chiuse gli occhi. “È quello di cui ho paura, Hagrid. Non puoi avere un drago!”

“Perché no?”

“Primo, perché è illegale,” disse Draco sedendosi. “Secondo, vivi in una casa di legno. Uno starnuto e va tutto quanto in fiamme.”

“Ah, quello è solo se le cose si mettono male,” disse Hagrid sicuro di sé.

“Ah sì?” Draco lo fissò freddamente. “E cosa intendi fare esattamente una volta che si schiude? Hai delle responsabilità qui, sai, non puoi passare ogni secondo chiuso nella tua capanna a fare la balia a un dannato drago. E dubito fortemente che Silente sia abbastanza fuori di testa da permetterti di farlo andare in giro tra gli studenti.”

“Beh…”

Draco insistette. “E Thor? Da quant’è che ce l’hai? Come pensi che si sentirà quando lo butterai fuori da casa tua per fare spazio a un drago?”

“Non dovrò…”

“Sì, dovrai. Perché quella cosa crescerà, e prima o poi arriverà al punto di guardare Thor come la sua cena. E io, perlomeno, non lascerò che succeda!”

Harry alternò lo sguardo dal viso furioso di Draco a quello rosso di Hagrid.

“Non ci aveva pensato in questo senso…” disse infine Hagrid.

“Chiaramente,” rispose fumante Draco.

Harry si intromise in un tentativo di dissipare la tensione. “Dove l’hai preso? Dev’esserti costato un sacco.”

Hagrid si raddrizzò leggermente. “L’ho vinto la scorsa sera. Ad una bisca a Hogsmeade.”

“Con chi? Chi si porta dietro un uovo di drago così?” chiese Draco incredulo.

“Non lo so, okay? Quel tizio è rimasto con il cappuccio tutta la sera.”

Harry e Draco si scambiarono un’occhiata, ricordandosi la figura incappucciata che avevano visto nella Foresta Proibita.

“Ah, non guardatemi così. Ero al Grugno di Porco, un sacco di gente lì ha la faccia coperta.”

Harry lo guardò disperato. Questa situazione non poteva assolutamente finire bene.

Hagrid continuò. “Sentite, vi ho detto che ho fatto delle ricerche. Quando diventerà troppo grande per la mia casa, posso tenerlo nella Foresta. Se lo cresco fin da piccolo dovrebbe essere abbastanza addomesticato.”

Harry sotterrò il viso tra le mani. Solo Hagrid avrebbe potuto descrivere un drago come ‘abbastanza addomesticato’.

Drago si alzò in piedi all’improvviso. “Hagrid, non puoi tenere questo drago. Può solo finire con la tua casa - e probabilmente te e Thor - in fiamme.”

Hagrid guardò Draco. Seduto, era comunque diverse decine di centimetri più alto di lui. “E cosa pensi di fare a proposito?”

Draco prese un respiro profondo e tenne la testa alta. “La domanda è cosa pensi di fare tu. Lo dirai al Preside.”

“Io cosa?” Sia Hagrid che Harry guardarono Draco scioccati.

“Lo dirai a Silente. Ovviamente.” Quando loro continuarono a guardarlo con uno sguardo vacuo, Draco si sedette di nuovo con un sospiro. “Senti, devi solo dire a Silente la verità. Beh, una parte della verità, almeno. Che hai giocato a carte con un estraneo in un pub, e che quando hai vinto ti ha dato l’uovo. Avevi bevuto un po’, non pensavi che fosse un vero uovo, o, o hai pensato che fosse un fossile o una cosa del genere. Poi oggi, dopo aver smaltito l’alcool, hai pensato che potesse essere effettivamente vero. Quindi sei andato in biblioteca, hai fatto qualche ricerca, e poi hai deciso di dirglielo. Sono sicuro che conosce qualcuno al Dipartimento di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, può fare in modo che qualcuno venga a prenderlo e lo porti in qualche riserva di draghi da qualche parte.”

Harry e Hagrid lo fissarono in silenzio. Lui perse un po’ della sua baldanza. “Che c’è? Ho pensato che poteva essere un buon piano.”

 

******

 

Qualche giorno dopo Harry e Draco furono trattenuti dopo Pozioni.

“Non abbiamo fatto niente, signore!” esclamò Harry quando Piton si sedette dietro la cattedra.

“Al contrario, signor Potter, avete fatto molto.”

Harry guardò verso Draco, che scrollò leggermente le spalle.

“Ho avuto una conversazione molto interessante con Hagrid in sala insegnanti questa mattina. Quando sono entrato sembrava alquanto sconvolto da qualcosa. Immagina la mia sorpresa quando ho scoperto la causa della sua angoscia. Un drago, tra tutte le cose.”

“Signore…” iniziò a dire Harry, poi si interruppe. Come avrebbe fatto a spiegarlo?

Piton sembrò divertito dai suoi sforzi. “Non vi ho trattenuto qui per sgridarvi. L’opposto, in effetti. In realtà vorrei sapere che cosa gli avete detto.”

“Che cosa gli ho detto?”

Piton sospirò. “Sì, che cosa gli avete detto per convincerlo a informare il Preside dell’uovo di drago di cui era in qualche modo entrato in possesso. Per quanto possa sorprendervi, questa non è la prima volta che Hagrid si è trovato in possesso di una creatura illegale e pericolosa. È, però, la prima volta che è stato persuaso a consegnarla prima di causare estensivi danni o infortuni. Mi confesso io stesso curioso riguardo a cosa gli avete detto.”

Harry sorrise. “È stato Draco, signore. Era turbato dal pensiero che Thor potesse essere ferito dal drago, e ha detto a Hagrid che non gli avrebbe permesso di farlo accadere. Poi l’ha convinto a dire tutto al Preside.”

Piton guardò Draco valutandolo. “Una tattica interessante. La terrò in mente per la prossima volta.”

“La prossima volta? Quante altre volte è successo?” chiese Draco.

“Questa è la prima volta che ha tentato di far schiudere un uovo di drago. Qualche anno fa, fu pervaso dal desiderio di viaggiare fino all’Isola di Drear e fare amicizia con un Quintaped. Prima ancora, voleva ‘liberare’ il kelpie residente a Loch Ness.”

“Vuole dire il mostro di Loch Ness?” chiese Harry.

“Proprio quello. Non è un miracoloso discendente dei dinosauri marini come credono i Babbani. In ogni caso, gli fu impedito di affrontare il viaggio solo grazie alla sfortunata ingestione di una pozione sperimentale.”

“L’ha avvelenato?” Harry si lasciò scappare una risatina involontaria.

“Non posso essere ritenuto responsabile perché Hagrid ha bevuto il liquido sbagliato venendo a visitarmi per un tè,” disse Piton in tono blando.

“Quindi che succederà al drago?” si intromise Draco.

“Il Preside si è accordato con dei rappresentanti del Dipartimento di Regolazione e Controllo delle Creature Magiche affinché venissero a prenderlo la scorsa notte. Credo che ora sia sulla strada per una riserva di draghi in Romania, dove vivrà tra altri della sua specie, e molto lontano da chiunque non sia un dragologo estremamente qualificato.”

“È grandioso!” esclamò Harry raggiante.

Piton fece un sorrisetto. “Non è fantastico quello che si può ottenere quando si chiede aiuto, invece di fare tutto da soli?”

 

*******

 

L’ultima partita di Quidditch di Harry si svolse in una bellissima mattinata di maggio, chiara e luminosa. Per la prima volta, Harry non si sentiva nervoso, e fece allegramente colazione prima di raggiungere il resto della squadra negli spogliatoi. Si cambiò e aspettò con gli altri l’arrivo di Flint.

“Questa è l’ultima partita della stagione per noi, facciamo che sia buona. I Tassorosso sono i nostri avversari più pericolosi al momento. Solo trenta punti dietro di noi. Il che vuol dire che tu,” indicò Harry, “non puoi permettere al loro Cercatore di acciuffare il Boccino. Non finché non siamo ad almeno centonovanta punti in vantaggio. E non prenderlo neanche tu se loro hanno un vantaggio troppo grande.”

Harry annuì.

“Non preoccuparti Flint, segneremo un sacco di reti,” intervenne Adrian.

“Certo che lo farete. Forza, andiamo!”

Entrarono in campo tra la solita cacofonia di grida e fischi. Madama Bumb fece il suo solito discorso sul giocare in modo pulito e fischiò per iniziare il gioco. Invece di salire in alto per osservare il gioco come faceva di solito, Harry rimase vicino al Cercatore di Tassorosso. Se fosse riuscito a trovare il Boccino, Harry gli avrebbe impedito di prenderlo. Tenne anche un orecchio aperto per la telecronaca, per stare dietro al punteggio.

Harry seguì l’altro Cercatore per un po’ prima di iniziare ad annoiarsi. Non era un sensazione che era solito associare al volo, specialmente durante una partita di Quidditch, ma seguire qualcun altro in pigri cerchi intorno al campo era davvero noioso. Harry stava per iniziare a sperare che il Cercatore avversario trovasse il Boccino, solo per avere qualcosa da fare, quando lo individuò lui stesso. Stava svolazzando davanti agli spalti dei Tassorosso alla sinistra dell’altro Cercatore.

Harry si abbassò sulla sua Nimbus e superò con uno scatto il Cercatore a destra, sperando che lui ci cascasse. Lo fece. Harry scese in picchiata e poi di lato, ritrovandosi a volare solo qualche metro sopra la prima fila degli spalti degli insegnanti. Rischiò uno sguardo alle sue spalle e sorrise. Lo stava seguendo. Mantenne la velocità per un po’ prima di fermarsi di colpo e imprecare come se avesse appena perso il Boccino. La sua controparte si fermò qualche metro davanti a lui guardandosi intorno, con lo sguardo perso. Harry approfittò di quel momento per volare indietro nella direzione da cui era venuto. Rallentò davanti agli spalti degli insegnanti e sorrise. Serpeverde era in svantaggio di dieci punti. Adesso era libero di acchiappare il Boccino, se avesse voluto.

Ma non poteva. Provando e riprovando, non riusciva a ritrovare il Boccino. L’altro Cercatore aveva rubato l’idea di Harry, e ora lo seguiva in giro per il campo. Harry sorrise. Può seguirmi, finché riesce a starmi dietro.

Harry iniziò a volare in mezzo agli altri giocatori evitandoli. Dovette fare due volte un giro mortale per evitare un Bolide. Ma l’altro gli stava ancora alle calcagna. Girò intorno agli anelli di Serpeverde mentre Flint si librava lì di fronte, pronto a bloccare i Cacciatori che stavano venendo verso di lui. Appiattendosi sulla scopa, Harry scattò dritto verso di loro. Quando il viso del Cacciatore in testa fu abbastanza vicino da poter cogliere la sua espressione spaventata, Harry si tuffò in picchiata, ritrovandosi dietro ai Cacciatori appena in tempo per vederli scontrare con il loro stesso Cercatore.

“Ed ecco una mossa rischiosa del Cercatore di Serpeverde, ma ne è valsa al pena - uno scontro tra Tassorosso e i Cacciatori perdono la Pluffa, raccolta da Pucey che si dirige verso gli anelli avversari.”

Harry restò fermo a mezz’aria un momento mentre guardava i Tassorosso districarsi l’uno dall’altro. Qualche secondo dopo Shabes segnò.

“E Serpeverde si avvicina al pareggio, cento a centodieci.”

Harry ringraziò in silenzio il commentatore e iniziò a cercare il Boccino freneticamente. Era tempo di finire la partita libero dal suo rivale, che aveva ora un’aria disorientata dopo la collisione. Harry scandagliò il campo in modo calmo, bloccando qualsiasi cosa non fosse un bagliore dorato.

Ed eccoli lì, svolazzante ad appena qualche centimetro da terra, sotto di lui. Harry si tuffò in una ripida picchiata, ignorando il Cacciatore di Tassorosso con in mano la Pluffa che gli si scontrò quasi addosso quando sfrecciò davanti a lui. Aveva il braccio teso per acchiappare il Boccino, ma quello scattò di lato all’ultimo secondo. Cercando risolutamente di non guardare il terreno che si avvicinava alla sua testa a velocità vertiginosa, Harry strinse la presa sulla sua scopa e tese di nuovo il braccio, e questa volta la sua mano si chiuse intorno al Boccino.

Riportò la scopa verso l’alto con sollievo e saltò giù agitando il Boccino sopra la testa. Colse la vista della squadra di Tassorosso che atterrava con aria sconfitta prima di venire circondato dai suoi compagni di squadra urlanti.

“Harry, quel tuffo è stato fantastico!” disse Gemma entusiasta abbracciandolo.

Terence fece un sorriso a trentadue denti. “Abbiamo vinto la coppa.”

“Non ancora, manca ancora la partita Grifondoro contro Corvonero.” replicò Flint.

“Sì, ma dovrebbero fare più di trecento punti per batterci,” fece notare Miles. “Che possibilità ci sono?”

“Non è impossibile. Andiamo a cambiarci,” Flint iniziò a farsi strada attraverso la folla di Serpeverde che ora circondava la squadra.

Gemma alzò gli occhi al cielo. “Quanto è deprimente. Forza, prima ci cambiamo, prima arriviamo alla festa.”

 

*******

 

La festa nella sala comune dei Serpeverde fu l’ultima cosa divertente che fece Harry per un po’. Dopo quella passò tutto il suo tempo a ripassare in biblioteca mentre gli esami si avvicinavano. Hermione, Tracey e Theo erano sempre più irascibili quando venivano interrotti dallo studio, ed anche Draco iniziò a rispondere male ad Harry. Riuscì solo a convincere Hermione a ricevere per lui il regalo di compleanno che aveva ordinato via posta per Draco. Harry passò più tempo del solito ad accarezzare Edvige mentre attaccava l’ordine e il pagamento alla sua zampa, solo per il piacere di parlare con qualcuno che non avesse la testa sotterrata nei libri.

Giusto in caso che lo stress per gli esami non fosse abbastanza, Harry era anche preoccupato per cosa Voldemort e Raptor stessero tramando. Cercò di rassicurarsi con il pensiero di aver detto a Piton tutto quello che sapevano, ma ciò non lo aiutò. Non importava che Piton sembrava aver preso la loro questione seriamente, Harry ancora non credeva del tutto che che avrebbe fatto qualcosa per aiutarli. Anni passati con i Dursley gli avevano insegnato a fare affidamento solo su se stesso, e fidarsi di un adulto in quel modo andava contro tutto quello che aveva sempre saputo. Non aiutava neanche che la sua cicatrice gli pizzicasse di dolore fin dall’episodio nella Foresta.

E poi gli esami iniziarono ed Harry fu troppo stanco per preoccuparsi di qualsiasi cosa.

Avevano esami scritti dove l’intero anno sedeva insieme in un grande stanza, e esami pratici nelle loro solite classi. Dovettero far ballare un ananas sulla cattedra di Vitiuos, e trasformare un topo in una scatoletta di tabacco per la McGranitt. Prepararono una Pozione Obliviosa per Piton e mapparono il cielo notturno per Sinistra.

Finalmente, finirono anche l’ultimo esame. Un’ora passata a rispondere a domande su antichi streghe e maghi per il Professor Ruff era un’ora di troppo, secondo Harry. Non appena gli fu permesso di andarsene, Harry si diresse dritto fuori dal castello, insieme alla maggior parte della classe.

Era una bellissima giornata, ed Harry finì per sedersi accanto al lago insieme agli altri Serpeverde del primo anno. Stava raccogliendo dei fiori per la collana di margherite che stava facendo Daphne, cercando di scrollarsi via la sensazione di aver dimenticato qualcosa, quando Hermione e Neville si unirono a loro.

“Era più facile di quanto mi aspettassi,” sorrise Hermione. “Non c’era bisogno che studiassi anche-”

“Chiudi la bocca, Granger,” disse pigramente Pansy, aprendo un occhio per guardare male Hermione da dove era stesa a terra.

“Siamo appena riusciti a far smettere a Theo e Tracy di ripassare il loro esame, non abbiamo bisogno che tu li incoraggi,” disse Blaise con voce strascicata vicino a Pansy.

Hermione sbuffò un poco sedendosi. “E va bene. Non è una bella giornata? Harry, dovremmo andare a trovare Hagrid prima o poi, ora che non dobbiamo più ripassare.”

Harry annuì distrattamente, poi si immobilizzò. Hagrid, certo, era quello che aveva dimenticato.

“Andiamo adesso,” disse, alzandosi. Spinse un mazzo di fiori nelle mani di Daphne e tirò su un brontolante Draco da terra. “Su, Hermione!”

“Non può aspettare? Ero piuttosto comodo laggiù, sai,” disse Draco.

“Dobbiamo andare a visitare Hagrid.”

“Perché?” ansimò Hermione raggiungendoli.

“Non sembra strano a nessuno di voi due come a Hagrid sia semplicemente capitato di incontrare qualcuno con un uovo di drago in tasca? Come ha detto Draco, chi diavolo si porta dietro una cosa del genere? E poi lo cede a qualcuno dopo un partita a carte?”

“Ero più preoccupato del drago che aveva intenzione di crescere in casa sua, piuttosto che su come l’aveva acquistato,” disse Draco.

Quando arrivano alla capanna di Hagrid, lo trovarono fuori seduto sui gradini a sbucciare piselli. Thor corse verso di loro per leccare Harry e Hermione prima di sedersi accanto a Draco.

“Avete finito gli esami, eh? Avete un po’ di tempo per bere qualcosa?”

“Sì, grazie,” disse Hermione.

“No, scusa, non ce l’abbiamo. Hagrid, volevo chiederti di quando hai vinto quell’uovo di drago,” chiese Harry.

“Che vuoi sapere?” chiese cautamente Hagrid.

Harry fece un attimo di pausa per mettere i suoi pensieri in ordine “Beh, hai detto che l’altro ha tenuto il cappuccio sul viso tutto il tempo, il che non era strano. C’era qualcosa che fosse strano in lui?”

“Che vuoi dire?”

“Ti ha fatto molte domande? Voglio dire, ti ha dato un uovo di drago - ti ha chiesto se ne avevi mai avuto uno? O se sapevi come prendertene cura?”

“Beh, gli ho detto che lavoravo a Hogwarts, ovviamente. Potrei avergli detto di aver sempre voluto un drago. Mi ha chiesto se sarei stato in grado di prendermene cura, quindi gli ho raccontato delle altre creature di cui mi sono occupato.”

“Altre creature?”

“Sì, lo sai, il branco di Thestral nella Foresta, Fuffi…”

“Sembrava interessato a Fuffi?”

“Certo che era interessato! Quanti cani a tre teste conosci? Infatti, gli ho detto, dopo Fuffi, un drago sarà una passeggiata. Anche se con Fuffi, tutto quello che devi fare per calmarlo è suonare un po’ di musica… Lo manda dritto a dormire, puoi contarci.”

Harry guardò gli altri con trepidazione. Draco stava ascoltando solo distrattamente mentre strofinava la pancia di Thor. Ma Hermione rispose al suo sguardo con un’espressione preoccupata.

Hagrid si alzò all’improvviso. “Non avrei dovuto dirvelo.”

“No, tranquillo, non lo diremo a nessuno. Promesso,” disse Harry velocemente.

“Ecco, vedete di non farlo. Potrei perdere il lavoro, sapere.”

“Noi, em, andiamo, allora. È stato bello vederti.”

“Cos’era tutto quello?” chiese Draco quando furono abbastanza distanti.

Harry si fermò e si guardò intorno prima di rispondere. “Non capisci? L’uomo nel pub… era Raptor. Hagrid gli ha detto come superare Fuffi.”

“Ma Piton ha detto che c’erano altri ostacoli a proteggere la Pietra,” obiettò Draco.

“Già, e quanto scommetti che Raptor ha scoperto cosa sono? Se anche il resto è stato fatto da altri insegnanti, non avrebbero ragione di non dirlo a Raptor, no? Nessun altro sospetta di lui.”

“Dobbiamo dirlo a Silente,” disse Hermione, guardandoli come se li stesse sfidando a protestare.

“Sapete dov’è il suo ufficio?” fu tutto ciò che chiese Harry. Gli altri lo guardarono con uno sguardo vuoto.

“Beh, quanto può essere difficile? Basta chiedere al primo professore che vediamo,” disse Draco, iniziando a camminare.

“E cosa gli diciamo?” chiese Hermione.

“Che voglio chiedergli di rimanere a Hogwarts per l’estate,” suggerì Harry, ignorando lo sguardo di pena che passò per il viso di Hermione.

Quando entrarono nella Sala d’Ingresso, i loro occhi ci misero un momento per aggiustarsi all’ombra dopo i prati assolati.

“Professoressa McGranitt!” gridò Hermione.

La McGranitt stava portando una grossa pila di libri, e si girò per scrutarli da sopra la cima. “Sì? Che ci fate voi tre qui dentro con un giornata così?”

“Dovremmo vedere il Preside, per favore,” disse Hermione.

“Vedere il Preside? Perché?” chiese la McGranitt in tono sospettoso.

Draco diede una gomitata a Harry. “Ecco, io, em…”

La McGranitt strinse le labbra. “Spero che non riguardi la voi-sapete-cosa nascosta di sopra.”

Loro si scambiarono uno sguardo. “Ecco…”

Lei sospirò. “Il Professor Piton mi ha detto che voi tre siete in qualche modo venuti a saperlo.”

“Beh, le ha detto che Raptor sta provando a rubarla?” chiese disperato Harry.

Le narici della McGranitt si dilatarono. “No, di certo non l’ha fatto! Non so quale sia il vostro interesse per quell’uomo, ma tutto ciò deve finire immediatamente. Per quanto riguarda il Professor Silente, ha ricevuto un gufo urgente dal Ministero, ed è volato a Londra dieci minuti fa.”

“Se n’è andato? Ma non può!” esclamò Draco.

“Ti assicuro, signor Malfoy, che il Preside è perfettamente capace di tale impresa, a prescindere da quanto possa sconvolgerti. Ora, non voglio sentire un’altra parola. Tornate fuori, e se sorprendo uno di voi nelle vicinanze di quel corridoio, vi sottrarrò cinquanta punti.”

I tre uscirono fuori insoddisfatti.

“Che diavolo facciamo adesso?” chiese infine Draco.

Harry raddrizzò le spalle. “La prenderò per primo.”

“Tu cosa?” chiese Draco.

“Vado a cercare la Pietra, e la prenderò prima di Raptor.”

“E che cosa farai se ci riesci?” chiese Hermione.

Harry scrollò le spalle. “La porto da Silente e gli suggerisco che se io riesco ad arrivarci, probabilmente non era molto ben protetta da Voldemort?”

Draco sorrise. “Fico. Quando lo facciamo?”

“Facciamo?”

“Pensi di fare tutto da solo? Per favore. Non mi perderò tutto il divertimento,” lo prese in giro Draco. Anche Hermione annuì.

Harry sospirò. “Va bene. Va bene. Okay, Hermione, porterò il mio mantello a cena, e ti faccio intrufolare dentro Serpeverde. Così non dovremo venire a prenderti da Grifondoro. Staremo nel nostro dormitorio finché gli altri non vanno a dormire, e poi sgattaioliamo fuori. Ma dovrai rimanere sotto il mantello per tutta la sera, o gli altri ci scopriranno,” la avvisò.

“Nessun problema,” disse lei determinata.

 



N/T: L'ultimo capitolo arriverà a breve!
 

  
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