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Autore: DhaevetralWarrior    07/11/2016    2 recensioni
Le sue palpebre si chiusero e lui si stese a terra sul tappeto. Iniziò a sonnecchiare. Non sapevo cosa lo aspettasse...
Storia che si svolge dopo twinsanity.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3: LA STORIA DI AKU AKU
" No... probabilmente questo misero benvenuto non serve a rendere più chiare le tue domande, anzi, credo di aver reso la tua mente ancora più offuscata di prima. Forse è il momento di parlarti di ciò che ti ho tenuto celato in tutti questi anni... anzi, no forse, è ora di svelarti  tutto quello che non ti ho mai detto. Non ho più niente da nascondere: non posso farti rimanere un ingenuo all'oscuro di tutto, e non posso trovare scuse per nascondermi ancora. Devo avere il coraggio, coraggio di raccontarti tutti i miei segreti, coraggio che mi veniva sempre a mancare, perché il raccontarti questo ti avrebbe spaventato. Ma questa volta, sento di riuscirci. D'altro canto, ho osservato che i tuoi occhi sono diversi: sembri più determinato, sembri più umano, sembri provare dei sentimenti. Non sei più quello di una volta, sei cambiato. Sembri avere più sicurezza in te stesso, sembra che un nuovo fuoco sia sprigionato dentro di te, eliminando quel che eri precedentemente. Non sei più un bandicoot pazzo e sempre felice, sei diventato un animale capace di provare sentimenti profondi, quasi come un umano. Il vecchio Crash è morto, ma ne è nato uno nuovo, uno che ha difetti e pregi, uno con dei sentimenti, uno che adesso sa veramente cosa vuol dire soffrire, uno che ormai capisce di esser capace di farcela anche con le sue sole forze, un essere cosciente. Ma ora è inutile tenerti sulle spine, so che quello che vuoi è la verità. Ed è giusto così". A quel punto, il marsupiale si girò con uno scatto all'indietro, scoprendo chi gli stava parlando dietro le spalle.

Ed eccoli lì: uno di fronte all'altro, faccia a faccia, occhi dritti, espressioni serie. Aku Aku fissò bene la faccia del marsupiale: nonostante le lacrime gli stessero passando ancora sulle guance, la sua espressione dava l'idea di uno spirito forte, sicuro, pronto ad affrontare chiunque gli si pari sul suo cammino, con un animo saldo e inesorabile, ormai impossibile da spezzare, da ridurre in frantumi. Crash sembrò riacquistare forza in un attimo, e il suo sguardo incitava Aku Aku a continuare. Non avrebbe avuto paura, anche se fosse stata la cosa più spaventosa di sempre. Doveva dimenticare ciò che era stato e pensare a ciò che era ora. Come aveva detto Aku Aku, un Crash era morto, ma ne era nato uno nuovo. Il bandicoot si sedette, e la maschera continuò il discorso dopo un breve sospiro.

 " Vedi, era una giornata normale sull'isola Wumpa. I granchi camminavano sulla soffice sabbia della spiaggia, e il mare era più limpido che mai. Ad un certo punto, una strana lancia comparve nel cielo, e si conficcò in una roccia. E ne seguirono altre. Un granchio notò che sul mare delle barche stavano navigando in direzione della spiaggia, e sopra di esse remavano degli strani esseri, con capelli che coprivano completamente i loro occhi, rendendoli invisibili. A quella vista, i granchi si terrorizzarono nel vedere cosa essi tenevano ben stretti nei pugni delle mani: delle lance. " Terra, terra!" gridò uno degli umani. A quel punto, tutti gli umani lanciarono all'unisono le loro lance in aria. Esse si stavano precipitando come missili sulla spiaggia, e impetuosamente si avvicinavano ai poveri granchi, che parevano incapaci di difendersi. La scarica di lance cessò, ma ciò che lascio fu terribile: migliaia di corpi di granchi stesi a terra, privi di ogni cellula vitale, con le lance conficcate nel loro torace. Vedere qui poveri animali uccisi con così tanta crudeltà non fece senso agli indigeni. Sterminarono metà fauna forestale, tanto che dovunque ci si girasse si potevano vedere corpi maciullati e alcune volte addirittura scheletri senza carne né pelle, dato che erano state strappate e mangiate selvaggiamente, e alcune volta, animali sventrati, con interiora assenti. Costruirono poi un enorme villaggio, che fu eretto al centro dell'isola, in bella vista sul mare. Vicino ad esso, era presente un imponente albero. Sotto quest'ultimo furono costruiti dei templi per venerare le divinità da loro amate: Ro-ko, creatore della crosta terrestre, Py-Ro, creatore del sole e delle fiamme, Wa-Wa, creatore degli oceani e dei mari, e Lo-Lo, creatore dei tornadi e dei venti. Essi venivano identificati come quattro maschere, e furono considerati dagli antichi come i creatori dell'universo. Ma cosa c'entra tutto questo con me? Semplice: il mio artefice, un potente stregone di nome Aku Kau, era l'organizzatore delle cerimonie per le maschere, che forse tu conosci meglio come elementali. Ma tutto questo non basta. Non siamo ancora arrivati al succo del discorso. Siamo arrivatì a metà. Perciò, non mi dilungo troppo, e passiamo a ciò che veramente ti interessa, che veramente ti ha fatto restare qui per tutto questo tempo: la mia creazione" a quelle parole, Crash fece una faccia stupita, ma allo stesso tempo curiosa. Ormai avrebbe capito tutto: chi era Aku Aku e perché fu creato. Il bandicoot fece un leggero sorriso diretto alla maschera, porgendogli la mano, quasi a voler stringere la inesistente mano di Aku. Lui fu commosso da tale fiducia che vi veniva assegnata, la fiducia di un amico, di colui che aveva accompagnato solo durante tutte le sue avventure, l'amico che non lo aveva mai tradito, che aveva sempre protetto. Era un vero e proprio amico, non un semplice alleato. Aku Aku sorrise anch'egli, per poi riprendere il discorso. Il bandicoot si risedette sulla corteccia dell'albero di Uka, e stette ad ascoltare il continuo.

" Era passato ormai un mese dall'arrivo degli indigeni sull'isola, e i problemi non erano certo mancati. Al loro sbarco, gli indigeni erano circa otto milioni, mentre ora il loro numero ammontava a duecento. Ciò accadde perché gli animali della fauna locale furono indignati dell'opera di sterminio fatta dagli indigeni, e quotidianamente penetravano oltre le fragili mura, col solo scopo di massacrare centinaia di indigeni. Verso la fine del mese, gli indigeni ammontavano a quattro milioni, ma il colpo decisivo accadde il giorno che verrà ricordato come: " Caccia all'uomo": quel giorno, tre milioni e oltre di persone furono sbranate senza pietà, costringendo i sopravvissuti a rifugiarsi sotto l'albero. In un preciso giorno, il trenta luglio, lo stregone Aku Kau non trovò il fratello Uka Kua nella loro capanna. Decise allora di andare fuori dal villaggio, a cercarlo. E lo trovò, proprio sotto un albero, sofferente, in ginocchio. Sembrava quasi per morire, ma, con le sue ultime forze, afferrò una maschera e... ci trasferì tutto quello che aveva di malvagio al suo interno. Nacque Uka Uka. Ma cosa lo ha spinto a ciò? Pazzia. Uka kau aveva il terrore di non riuscire a fare tutto quello che volesse fare nella vita, aveva paura di dimenticare qualcosa, aveva paura di non raggiungere il suo sogno, ovvero quello di diventare capo tribù. Allora, fece una seduta spiritica, eseguendo un incantesimo proibito di cui aveva letto su un antico libro di magia, su una maschera... mio fratello. Fece un errore: mentre stava per morire, sbagliò posizione labiale, cosa fondamentale nel rituale: se si voleva trasferire il bene della propria anima bisognava spostare le labbra a destra, in caso contrario a sinistra. E lui fece l'errore. Un misero errore che fu tuttavia rilevante ai fini del destino degli indigeni. Il corpo di Uka kau era prostrato sul terreno, e la maschera Uka Uka risvegliò le maschere elementali, mostrando ciò che erano veramente: esseri impietosi, condannati dagli uomini antichi a vivere dentro la corteccia di un albero. Il rancore conservato per tutto quel tempo si abbatté contro la fauna dell'isola e contro gli indigeni. Ormai, ogni giorno c'era sempre una catastrofe diversa: il primo giorno un tornado, che colpi la parte forestale più vicina alla costa, portando tanti animali e tanta vegetazione con se. Il giorno dopo, un'enorme onda inglobò metà isola, lasciando solo  una piccola parte forestale e il villaggio degli indiani. Il giorno dopo ancora, un incendio divampò nell'unica parte forestale rimasta, facendola bruciare e carbonizzando tutti gli animali su essa residenti. Il giorno dopo, essa fu inghiottita dall'acqua. Oramai, della vecchia e gloriosa isola Wumpa non rimaneva altro che il villaggio indigeno e l'albero, soprannominato albero di Uka. Quello stesso giorno il panico riempì quelle poche persone rimaste, tutti si rifugiavano nelle case, nella speranza che gli elementali non li colpissero. Aku Kua doveva agire, non poteva sopportare il pensiero che altre persone sarebbero morte. Allora, fece come il fratello: lo stesso rituale, ma questa volta non sbagliò col movimento labiale. Il suo corpo cadde a terra, privo di vita. Ero nato io. Proprio quello stesso giorno, andai in cielo, e affrontai faccia a faccia mio fratello Uka Uka e gli elementali. La mia purezza riuscì a superare tutte le loro forze combinate e alla fine ero lì, ansimante, pieno di ferite sulla faccia, fiero di aver vinto quella battaglia. Con il potere rimanente, ricostruii l'isola Wumpa, resuscitando gli animali del luogo. Chiusi gli occhi e cominciai a fluttuare nell'aria, e il vento mi porto sulla spiaggia di N.Sanity. La sabbia mi coprì il volto... poi solo buio..." aveva finito.

Crash sapeva finalmente tutta la verità, e apprese immediatamente ciò che doveva fare: fermare gli elementali ritornati. Aku fu soddisfatto che Crash avesse capito da sé il proprio obiettivo, anzi, il loro obiettivo. I due guardarono all'orizzonte, verso il sole tramontante, si imboccarono simbolicamente le maniche e si diressero verso il bordo della piattaforma. Crash si voltò un attimo per riguardare la vastità dell'albero Uka, osservando la sua bellezza. Ma non era il momento di pensare a quello: doveva passare all'azione!

ANGOLO AUTORE: Salve! Come avete notato, non ho fatto un ritardo madornale come la scorsa volta, ed eccomi qua col terzo capitolo! Come avete potuto notare, in questo capitolo è prevalentemente narrativo, infatti parla della origine di Aku Aku ( Come l'ho pensata io) e della storia degli elementali. Ed è proprio in questo capitolo che vengono rivelati i nemici di questa storia: gli elementali! Esatto! Sono stati risvegliati da... eh eh... può sembrare scontato, ma fidatevi, non è così scontato come credete... detto ciò, prima di finirla, vorrei fare delle precisazioni:
1 Perché gli indigeni si trovano sull'isola Wumpa? Non vivevano sull'isola N.Sanity? Be, ho scritto ciò perché nel primo gioco, nella seconda isola, che si pensa sia l'isola Wumpa dall'enorme albero simile all'albero di Uka di Of the Titans, ho ipotizzato che gli indigeni prima vivessero sull'isola Wumpa, e poi solo un piccolo villagio è rimasto su quell'isola.
2 Perché proprio gli elementali come nemici? Cosa hanno di speciale? Semplice: gli elementali sono sempre stati secondo me un ottima idea, che tuttavià è stata poco sfruttata, e che voglio far rinascere. Tutto quì.
3 I personaggi hanno l'aspetto dei remake o dei classici? Questa è una domanda che vi starete sicuramente porgendo, è dunque è mio dovere dirvelo: essi sono i personaggi classici, dato che come desing li preferisco alle versioni dei remake( A parte Nina). Quindi, sono le versioni classiche.
Detto questo, vi auguro una buona giornata, dal prossimo capitolo inizia l'azione! Ci vediamo GUERRIERI!



   
 
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