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Autore: Bunny05    10/11/2016    0 recensioni
Isolati in un mondo invisibile agl’umani, nel profondo sud della Grecia, vivevano gl’antichi popoli magici. Per anni, questi popoli, sono stati sottomessi da una strega potente che prese il comando di questa terra dopo una battaglia cruenta. Da allora vivono le loro vite seguendo le regole impartite dalla strega, aumentando anche gli screzi per metterli in conflitto tra loro e che si divertiva a mandare i suoi scagnozzi a creare scompiglio. La chiamavano la strega nera. Era perfida, pazza, scaltra, e di una potenza che nessuno possedeva. Quando una ragazza misteriosa, per caso, intreccia il suo destino si troverà a combattere contro le forze oscure, per salvare se stessa e tutto il mondo invisibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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La Guardiana Nascosta.
 
Una fitta rete di alberi la circondava. Erano per lo più enormi, con chiome fitte di tutte le tonalità di verde. Pioppi, Castagni, Querce le loro foglie rendevano difficile vedere completamente il cielo, spiccavano raggi di luce che si insinuavano tra esse e illuminavano il sentiero di terra, asciutta. Ma più si addentrava verso il confine, più le piante diventavano strane, più colorate, più particolari. Avevano profumi diversi, i fiori erano molto particolari e da essi pendevano strane bacche che non aveva mai osato toccare. Vidya glielo raccomandava sempre, << Non toccare mai niente che appartiene alla terra invisibile >> le diceva severa ogni volta che usciva a fare una passeggiata. Era il suo momento preferito, non aveva quasi mai tempo per se stessa. Ad Alison rimbombarono le parole di Vidya nella testa mentre fissava un albero dalle foglie blu scuro, il tronco era quasi nero e abbastanza alto, arrivava a malapena a toccarne le foglie stando sulla punta dei piedi. Dai rami pendevano delle bacche rosse, grandi poco più di una biglia, era tentata di afferrarle quando un rumore attirò la sua attenzione. Come se qualcosa si muovesse tra le foglie sparse in terra, scostò lo sguardo da quella pianta che la attirava e si guardò attorno per vedere cosa aveva provocato quel suono. Fece qualche passo in quella direzione, si avvicino lentamente ad un cespuglio vigoroso, dalle foglioline verdi. Si scorse leggermente in avanti e a terra tra le foglie c’era un falco ferito. Aveva un taglio sul fianco vicino all’ala. Sapeva che non poteva prenderlo, << Non Toccare niente che appartiene alla terra invisibile >> gli rimbombarono ancora una volta le parole di Vidya nella testa, ma non poteva lasciare quell’animale ferito, lei odiava tutto ciò che era sofferenza e non poteva rimanere indifferente a quel falco che soffriva. Senza pensarci due volte afferrò il volatile fra le braccia e si mise a correre verso casa. Per fortuna le sue gambe lunghe le permettevano di correre molto velocemente, era alta e slanciata e questo era a suo favore nella corsa e poi Vidya la teneva sotto costante allenamento, lei aveva bisogno di sapersi difendere, la sua vita non era per niente semplice come sembrava. Correva facendo zig zag tra gl’alberi, i cespugli e cercando di evitare le buche sulla stradina sterrata. I capelli lunghissimi, gli rimbalzavano sulle braccia, sulla schiena, gli andavano davanti al viso mentre sfrecciava velocemente nella foresta come un felino. Si sposto una chioma di capelli scuri dal viso, mentre con l’altro braccio teneva saldo il falco stretto al petto, i suoi capelli alla luce del sole sembravano brillare, erano di un colore splendente di un castano scuro quasi luminoso, erano limpidi, li sentiva morbidi che ondeggiavano sul suo corpo. Per fortuna indossava un vestito leggero e bianco, abbastanza corto da permettere alle sue gambe di muoversi agilmente. Quando arrivò nello spiazzo senza alberi dove si trovava casa sua si senti quasi sollevata, voleva curarlo là, dove l’aveva trovato ma non poteva, sarebbe stato troppo pericoloso per lei, tutto era pericolo per lei. Quando entrò in fretta e furia nella piccola casetta di pietra, Vidya la guardò perplessa, << Cosa diamine stai combinando? >> le chiese puntando i suoi occhi blu intenso verso di lei. Vidya era leggermente più bassa di Alison, ma il suo essere severa compensava la differenza di statura quando la sgridava. Alison poso i suoi occhi in quelli di Vidya e poi sul falco. Vidya seguì il suo stesso movimento con lo sguardo. Per un secondo Alison ebbe paura, Lidya quasi impallidì, lo si notava dal fatto che i suoi capelli erano castano scurissimo e contrastavano il colore della sua pelle, le ricadevano a boccoli morbidi sulle spalle fino ad arrivare a metà schiena. E poi i suoi occhi puntarono in quelli grigi di Alison. << Sei impazzita per caso? >> le chiese avanzando verso di lei, << Quante volte te l’ho detto che non puoi fare queste cose? E’ pericoloso! >>. Alison la guardò per un momento e poi prese coraggio, << E’ ferito, voglio solo aiutarlo >>, poso gl’occhi di nuovo sul falco come per prendere coraggio, dopo averlo guardato bene, notò che le sue piume erano di un colore bianco pallido e sul fondo della coda diventavano nere, ma la cosa che la attirò di più era una specie di macchia in mezzo alla fronte a forma di goccia. Il falco si lamentava dal dolore e Alison riprese a parlare, << Per favore, lo voglio solo salvare poi lo lascerò andare >> le disse con tono implorante, il cuore le batteva nel petto, voleva davvero salvarlo, voleva rendersi utile in qualche modo. Infondo era stata rinchiusa fuori dal suo mondo per moltissimo tempo, praticamente per tutta la sua vita, in qualche modo voleva fare la sua parte. << Che sia la prima e l’ultima volta >> le disse Vidya in modo rigido. Alison sapeva che Vidya l’avrebbe sempre protetta, che le voleva bene come una figlia anche se la faceva arrabbiare, Alison cercava sempre di fare quello che lei le ordinava, seguire le regole che le erano state imposte, ma ultimamente qualcosa era cambiato, voleva scoprire il suo mondo, era curiosa di sapere come ci si sentiva a far parte del suo popolo.
 
La casa di Vidya non era molto grande, aveva una cucina abbastanza ampia, due camere e un piccolo bagno. Dietro la casetta di pietra c’era la stanza dove Vidya faceva quello che sapeva fare meglio, la strega. Andarono sul retro della casa, quando Vidya aprì la porta l’odore che ne usciva era molto strano, era impossibile da descrivere, si sapeva che le streghe usavano molti ingredienti strani per fare le loro pozioni. La stanza era molto buia, solo poche lampade a olio, appese al muro, davano un leggere bagliore alla stanza. Era piena di calderoni, ingredienti, boccette e boccettini, sfere, e tutti gl’oggetti magici più comuni per una strega, anche per Alison era tutto molto famigliare, anche lei si sentiva a suo agio in mezzo a tutto questo. Vidya si raccolse i capelli color fuoco in uno chignon spettinato, fece spazio sul tavolo enorme di legno spostando libri antichi, rocce magiche e misurini vari. Ad Alison saltò all’occhio un vasetto pieno di ragni morti, << Quelli sono inquietanti >> le disse guardandola con uno sguardo di disgusto, << Ma sono ottimi per le pozioni mia cara, il loro sangue è ottimo per miscelare, sono utili per quegl’ingredienti che fanno fatica ad unirsi fra loro >>, dopo la risposta la strega guardo Alison con quell’aria da maestra che solo lei sapeva avere, << Ora pensiamo al Falco >> continuò poi. Alison appoggio l’animale nello spazio vuoto sul tavolo, Vidya per un attimo incrociò gl’occhi di Alison e lei sapeva già cosa voleva chiedergli. << Vuoi farlo tu? >>, Alison ci pensò su, non era sicura, non le risultava molto bene fare queste cose, ma poi prese aria nei polmoni, lei di certo non era una che si tirava indietro alla prima difficoltà o per paura, << Si >> rispose convinta. << Bene >> annuì leggermente la strega << Ora concentrati >>. Alison posò i suoi occhi sul falco e poi sulla ferita, sporse le mani in avanti con i palmi rivolti alla ferita a un centimetro dal falco, e poi si concentrò. “Curatis” pensò dentro la sua testa intensamente chiudendo gl’occhi, se lo ripeteva molte volte spazzando via ogni altro singolo pensiero. Ad un tratto dalle sue mani una luce bianca pulsò, durò per quasi 30 secondi e poi si esaurì lentamente. Quando Alison riaprì gl’occhi la ferita del Falco non sanguinava più, era diventata una ferita molto più lieve. << Sei stata molto brava, ma gli ci vorranno almeno due giorni per riprendersi completamente, era una ferita molto profonda >> parlò Vidya con un pizzico di orgoglio nella voce. Era ormai calata la sera, Il falco stava riposando dentro una gabbia abbastanza grande per lui e Alison era più serena, si sentiva molto meglio, in qualche modo aveva fatto qualcosa di diverso, aveva sempre sognato una vita normale per lei. Era affondata in una poltrona in cucina, teneva in mano un libro ma era molto pensierosa. Il libro si intitolava “Animali Magici tutte le cose da sapere”, stava leggendo la parte dedicata ai Falchi, su come erano leali e combattenti, su come instauravano un rapporto di completa fiducia con una persona e praticamente diventavano come una cosa sola. Si chiese come mai aveva varcato il confine, di solito questi tipi di falchi non venivano mai da queste parti, certo le dispiaceva che era stato ferito, ma si senti sollevata dal fatto che almeno l’aveva trovato lei, che era finito in un posto dove lei poteva trovarlo così da sentirsi almeno un po’ parte del suo mondo. Vidya rientrò in casa dopo essere stata nella sua stanza magica per un po’, << Come sta? >> le chiese, << Bene, e ho scoperto che è una femmina >> borbottò lei come se nulla fosse, << Sono contenta che stia bene >> rispose con gl’occhi velati di una leggera tristezza. Alison si accorse che Vidya era un po’ irritata, c’era della tensione e lei riusciva a sentirla, non era difficile per lei sentire le sensazioni che galleggiavano nell’aria, infondo in qualche modo era collegata con la natura e con tutto ciò che la circondava. Vidya dopo aver riposto un cestino vicino al camino di pietra si volto e guardò Alison seduta su quella vecchia poltrona di un blu schiarito, << Sei andata vicino al confine oggi >>, Alison sapeva che non era una domanda ma una affermazione, alzò lentamente lo sguardo sentendosi in colpa, le era stato detto molte volte di non avvicinarsi al confine e soprattutto di non sorpassarlo, era molto pericoloso insisteva sempre la strega. << Non volevo varcarlo >> borbottò lei in sua difesa, << Ma non ti devi avvicinare così tanto al confine lo sai! >> disse quasi esasperata Vidya << E’ per la tua incolumità >> continuò con un tono più dolce e compassionevole. Dai suoi occhi Blu scuro, un colore normalissimo per una strega siccome avevano occhi di ogni tipo di colore, vedeva quanto volesse tenerla al sicuro. << Ma… >> iniziò a rispondere Alison, << Niente Ma… >> rispose secca Vidya << Cosa ti prende ultimamente, sei sempre stata lontana dal confine >> continuò lei, << Voglio solo sapere com’è il mio mondo >> le rispose Alison alzandosi lasciando cadere il libro sulla poltrona, << Lo sai già >>, << Ma io voglio vederlo, voglio viverlo >> disse la giovane incrociando le braccia al petto. Vidya si mise le mani tra i boccoli castani, << Non puoi è pericoloso >>, << Perché? Solo perché sono diversa? >> chiese quasi urlando Alison. << Non puoi capire >> le disse con la voce esausta << Ed è ancora troppo presto perché tu lo sappia, sei ancora una ragazzina >>, << Ho quasi 19 anni >> ribadì Alison allargando le braccia. I suoi capelli lunghi che le arrivavano quasi fino sotto il fondoschiena, ondeggiavano per via dei suoi gesti. << Basta >> disse in tono severo Vidya, quel tono che Alison sapeva di non poter battere e senza dire una parola si accasciò sulla poltrona con il broncio, arrendendosi, come faceva da bambina.
 
Erano a centro metri da casa. Vidya stava ai margini di una stesura verde abbastanza grande. Era vestita con un abito lungo, che le fasciava il corpo formoso, blu elettrico, al collo portava una collana con una pietra enorme viola incastonata in una cornice argento. Alison si era sempre chiesta se tutte le streghe e gli stregoni erano così eccentrici nel vestire, anche all’età di quarant’anni. Lei invece, sudata e appiccicaticcia, stava in mezzo alla sprazzo di erba verde con una lama di 30 centimetri in mano. L’elsa della spada era simile alla pietra ma era molto leggera. Sopra c’era un marchio che lei riconosceva bene. Vidya oltre a insegnargli tutto quello che riguardava la magia le insegnava anche a combattere e a ragionare in battaglia. Non sapeva bene il perché di tutti questi allenamenti, ma combattere le riusciva molto bene, era agile, riflessiva, si muoveva così bene e quasi senza sforzo. Gli uscivano mosse esemplari, era coordinata e sapeva sempre cosa fare. << Sei pronta? Ne invoco un altro! >>, Alison annuì leggermente con il capo, i suoi capelli erano raccolti in una grossa treccia che portava sempre in combattimento, scosse leggermente il capo chiudendo gl’occhi per concentrarsi mentre Vidya gesticolava, un aurea rossa le usci dalle mani e dal nulla ne usci un essere mostruoso. Non era vero ovviamente, era un riproduzione molto corretta creata dalla magia di Vidya, lei non invocava veri mostri, non era un’arte che le interessava. << E’ un Ibris >> disse Vidya per informarla su quell’essere che si trovava davanti. Era spaventoso ma non per lei, lei non aveva quasi mai paura. Soprattutto quando portava la sua divisa. Era completamente nera fatta di stoffa e cuoio, aveva dei pantaloncini corti, gl’anfibi gli arrivavano sotto le ginocchia, la divisa le lasciava le braccia libere di muoversi. Alla vita una specie di cinta con ogni sorta di aggancio per metterci le armi, era stata scrupolosa nell’inserire cinghie e cinghiette per poter avere più armi possibili a portata di mano. Sulle spalle portava una cinghia che le permetteva di infilarsi le spade sulla schiena. Una giarrettiera di cuoio nero le teneva saldo un coltello dalla lama media alla coscia. Con la divisa si sentiva forte, si sentiva una guerriera. L’Ibris avanzò con il suo corpo verso Alison, sembrava una lucertola enorme con la differenza che aveva una specie di pungiglione in fondo alla coda, era nero con dei particolari rossi e aveva denti aguzzi. Alison sospiro leggermente per concentrarsi ed era come se tutto rallentasse intorno a lei, con una mossa scansò il mostro e lo spinse su un lato, L’Ibis rotolo a terrà e poi si rimise in posizione, Alison fece un sorrisetto e proprio mentre la stava per attaccare ancora lei con una mossa rapida ficco la spada nel petto del mostro che sparì in una nuvola di fumo grigiastro. << Bene anche con la spada sai combattere in modo eccellente >> le disse Vidya, << Sono nata per fare questo >> borbotto lei in risposta e Vidya le sorrise leggermente, << Non ce arma che tu ora non sappia usare, dovresti essere soddisfatta >>, << Lo sono >> rispose Ali alzando a malapena i suoi occhi grigi che per via del cielo nuvoloso erano molto più scuri. Era vero, ci sapeva fare con tutte le armi, le sue preferite erano le spade doppie, amava muovere in modo sincronizzato le due lame per combattere, o con due bastoni, e amava usare l’arco era molto brava a mirare, tirare con l’arco era forse la cosa che le riusciva meglio. La cosa che non le dava soddisfazione era la magia, non riusciva ad essere potente come voleva, certo era brava a fare gl’incantesimi ma erano deboli in confronto a quelli di Vidya. << Con la magia non sono così brava >> disse ad alta voce senza accorgersene, << Alison, con la magia è diverso >> la rassicurò la strega, le si avvicino e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio dolcemente, << Vedi la potenza della tua magia è data anche dal tuo stato d’animo, se una strega o uno stregone sono in una situazione di pericolo le loro magie risultano più potenti, se si è arrabbiati ancora di più, tu mia cara usi la magia in situazioni tranquille, l’importante è che ti escano, la potenza deriva dal momento, da quello che provi, dalle tue mozioni >> le spiegò lentamente per fargli capire che non era un suo problema ma era solo un fatto di carica emotiva. Alison alzò lo sguardo e le sorrise piano, << Non credo di essere così brava >>, << E invece lo sei, più di quanto tu creda >> rispose lei, << Per oggi basta con l’allenamento, è meglio che ti riposi, dovrai essere stanca! >> la spinse appoggiando lentamente la mano sulla sua schiena per farla camminare verso casa, << Si dopo trenta mostri credo proprio di essere stanca >> replicò lei con un sorriso e insieme si avviarono verso la loro piccola dimora.
 
Il giorno seguente, dopo una dormita rigenerante Alison era nella stanza magica di Vidya ad imparare delle nuove pozioni. Vidya le spiegava come miscelare bene l’intruglio magico, << Due volte in senso orario e tre antiorario >> le disse mentre Alison con un mestolo in mano guardava la pozione color verde acido che ribolliva nel calderone. << Perché mai dovrebbe servirmi una pozione puzzolente? >> chiese la giovane guardando con uno sguardo curioso la strega, << Perché ti stupiresti nel scoprire quanti animali ti starebbero alla larga >>, rispose Vidya in modo molto leggero, << Ma non puzza veramente >> esclamò Alison annusando con il suo piccolo naso, << Non per te, ma fidati che gl’animali lo sentono, alcuni almeno >> rispose prontamente Vidya. Alison si girò verso la gabbia di ferro scuro, una di quelle antiche, appoggiata su un tavolino nell’angolo della stanza, puntò i suoi occhi sul falco che ora beccava il mangime. Stava molto meglio, era molto più vispo e svolazzava da una parte all’altra della gabbia. << Ora mettiamo un po’ di bava di rana >> disse ad un tratto la strega facendo distogliere lo sguardo di Alison dall’animale. Vide una sostanza viscosa che scendeva da un barattolo e finiva nel calderone, di un colore bianco opaco e un odore forte, << Mescola bene >> ordinò la strega e Alison lo fece. Dopo quasi mezz’ora sul fuoco la pozione era pronta. << Bene ora sai come puzzare >> sorrise Vidya che strappo un sorrisino anche a Alison, << Non mi piace l’idea di puzzare >> rispose lei avvicinandosi alla gabbia del Falco, aprì la gabbia e ci infilò la mano, con un gesto leggero accarezzò la testa del rapace proprio dove aveva quella macchia così particolare. << Ti va bene se questo pomeriggio porto il Falco nella foresta vicino al confine per lasciarlo libero? >>, Vidya si voltò di scatto per guardare Alison che fissava il falco con occhi quasi sognanti ma pieni di una sorta di malinconia, << E’ pericoloso >> borbotto lei << E’ meglio se lo porto io >>, << Ti prego >> disse Alison pregando la strega che l’aveva cresciuta. Lei adorava Vidya era come una madre per lei, l’ha cresciuta, l’ha educata, l’ha tenuta al sicuro ma ormai era grande, poteva badare a se stessa dopo tutti gl’insegnamenti ricevuti, ma negl’occhi di Vidya si insinuava la paura ogni volta che parlavano del confine e della terra invisibile. Non capiva fino in fondo la sua paura, perché c’era qualcosa che Alison ancora non sapeva, qualcosa che Vidya non voleva dirle, non sapeva se si trattava del fatto che era diversa perché le diceva sempre di non svelare mai quel piccolo dettaglio che la distingueva da tutti gl’altri in caso dovesse incontrare qualcuno, e lei gliel’aveva promesso, nessuno avrebbe mai scoperto cosa era in realtà. Voleva davvero essere lei a liberare il falco ma Vidya sembrava irremovibile su questa cosa, << Alison sai che più stai lontana dal confine meglio è >> la rimproverò Vidya, << Ma non mi dici il perché! >> ribatté lei voltandosi a guardarla distogliendo lo sguardo dal falco, << Alison ti prego non insistere >>, << Voglio solo accompagnare il falco, è l’unica cosa che voglio fare, non farò sciocchezze, te lo prometto, ma ti prego fammi liberare il falco >>. Vidya sbuffò alzando gl’occhi blu scuro al cielo, << Promesso? >> domandò incrociando il suo sguardo severo con quello di Alison, << Promesso >> sorrise lei felice di questa opportunità. Saltello verso Vidya e la abbracciò in modo caloroso, per Alison, Vidya, era tutta la sua famiglia, anche perché i suoi genitori non era nemmeno riuscita a conoscerli, non se li ricordava nemmeno, aveva visto alcune volte solo una loro foto che Vidya teneva in uno dei tanti cassetti in casa. Dopo aver pranzato andò in camera sua. Una stanza abbastanza spoglia, aveva un letto a una piazza di legno con le lenzuola semplicemente bianche. Su una parete aveva alcune armi appese. Una faretra era appoggiata in un angolo della stanza con dentro una decina di frecce rosse e tutte portavano lo stesso simbolo, come quello inciso sulle armi. Su una mensola aveva delle boccette piene di pozioni, viola, verdi, rosse, ognuna con un etichetta che riportava la loro funzione. Su un altro scaffale invece c’erano dei libri, amava perdersi nei racconti del suo mondo, leggere tutto ciò che c’era da sapere su di esso, passava le ore a farlo e tante volte Vidya la trovava addormentata con i libri in mano. Era vogliosa di sapere, voleva sapere tutto del suo mondo e voleva sapere perché era così pericoloso per lei, le premeva sapere perché doveva stare lontana da quella che doveva essere la sua vita. Si infilò la sua divisa da combattimento senza prendere delle armi, almeno quando sarebbe tornata dal suo breve viaggio avrebbe potuto cominciare subito gl’allenamenti. Si avviò nella cucina dove Vidya stava pulendo. << Mi intrecci i capelli? >> le chiese sedendosi su una sedia di legno, Vidya le si avvicino e si mise dietro di lei iniziando a sistemarle i capelli, era una splendida sensazione, la tranquillizzava e la rilassava. La treccia era abbastanza grande per via della quantità dei suoi capelli, leggere ciocche brune ribelli le incorniciavano il viso. << Mi raccomando stai attenta e non… >>, << Avvicinarti troppo al confine… Lo so >> finì la frase Alison, << Ti aspetto qui >> borbotto Vidya un po’ in pensiero. Prima di uscire di casa Alison incrociò gl’occhi blu della strega per rassicurarla che tutto sarebbe andato bene, ma riusciva a vederci la sua preoccupazione, era davvero preoccupata, questa sua paura la faceva quasi tremare. Si avviò nella stanza sul retro della casa per prendere il Falco che non si ribellò ma si lasciò prendere con facilità. << E’ una femmina >>, Alison si ricordò le parole di Vidya e pensò a quanto avrebbe voluto poterla tenere, le sarebbe piaciuto avere qualcosa che apparteneva al suo mondo ma a quanto pare non poteva, non poteva fare quasi niente se non allenarsi. Il falco femmina sembrava calma, rimaneva appollaiata tra le braccia di Alison mentre lei percorreva la foresta fitta d’alberi. La macchia nera a forma di goccia era ben visibile sulla fronte del falco, era molto particolare pensò Alison e questo particolare le piaceva moltissimo, la distingueva dagl’altri falchi di cui aveva visto le foto, era particolare, era diversa pensò, proprio come lei. Ormai Alison conosceva la foresta a memoria, siccome le era vietato varcare il confine era l’unico luogo che aveva mai visto, quella fascia di terra che non faceva parte né del mondo magico né del mondo umano. Era protetta da incantesimi che allontanavano gl’umani per non permettergli di arrivare alla terra invisibile era come una sorte di protezione per il popolo magico e non poteva nemmeno vivere tra gl’umani, per i loro popoli era praticamente vietato perché un tempo crearono molti problemi all’umanità. Gl’alberi iniziavano a diventare più particolari, sapeva che non poteva spingersi molto più in là, il confine era abbastanza vicino ma la sua curiosità la spingeva a camminare ancora, con gl’occhi pieni dalla voglia di scoprire si addentrò ancora di più nella foresta. E poi lo vide, quella specie di filo d’oro che delineava il confine, era come disegnato sulla terra e dall’altra parte continuava la fitta rete di alberi che avrebbero portato ai luoghi magici che lei non poteva assolutamente vedere. Fece un gran respiro e si fermò prima di scavalcare quella sottile linea. Guardò il falco ancora appollaiato tra le sue braccia, sembrava tranquillo come se si sentisse al sicuro, gli accarezzo leggermente la macchia a forma di goccia e poi lo poso a terra, << Puoi andare >> disse Alison con un po’ di tristezza nella voce << Sei libera >> le sorrise poi. Il Falco rimase fermo a guardarla e in qualche modo lei capi che la stava ringraziando, come se potesse comprendere i pensieri di quel falco e poco dopo prese il volo verso il cielo azzurro. Lo vide roteare per un po’ sopra la sua testa prima di sparire, sembrava felice, libero di volare e anche lei voleva sentirsi così, indipendente e libera, invece per qualche strano motivo era costretta a stare nascosta, a vivere fuori dal suo mondo, isolata da tutto e da tutti. Si chiese se avrebbe dovuto vivere così per sempre, se anche lei prima o poi avrebbe potuto far parte del suo mondo o sarebbe sempre stata una reietta e dover vivere sempre con se stessa. Si chiese se avrebbe mai avuto amici, se prima o poi la sua vita sarebbe cambiata, ma era come se sapesse già la risposta, lei non poteva, per lei era pericoloso, per qualche strano motivo doveva vivere in solitudine e senza farsi vedere da nessuno. Una folata d’aria fresca le fece venire i brividi quando le sfiorò il collo, stava ancora guardando il cielo quando qualcosa attirò la sua attenzione. Una voce alle sue spalle la fece tremare, era nei guai pensò, non aveva armi e non sapeva come reagire. << Ciao >> si senti dire prima di voltarsi.

   
 
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