Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: hollien    10/11/2016    4 recensioni
Raccolta di drabble/flash-fic sulla complicata quanto temibile convivenza dei nostri eroi e sulla Victuuri.
#O1: Roles - «Non l’avete ancora capito? All’interno di questa casa sono stati definiti i nostri ruoli.»
#O2: Drooling - Gli agguantò il mento tra le dita affusolate e alitò un flemmatico: «Stai sbavando, Yuuri.»
#O3: Duet - «Per punizione...» Si aprivano le scommesse su tre ore di corsa ininterrotta intorno al castello di Hasetsu, oppure- «Duetterai con me.»

[...]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuri Plisetsky, Yuuri Katsuki
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Scleri pre-capitolo: Okay. OKAY. Sono reduce dal sesto episodio di YOI e OMMIODDIO SANTISSIMO. Che voglia immensa di scrivere una lemon. Ma non posso, non ora. Ho un dovere nei confronti di questa raccolta e non l'abbandonerò al suo destino. (??) Coooomunque, I am back! Che dire di questo secondo capitoletto? Beh, prima di tutto che non mi convince molto (ogni cosa che scrivo in realtà non mi convince, ma vbb); in secondo luogo, è una piccola OS senza pretese. Spero davvero tanto che possiate apprezzarla nella sua stupidità. (?)
Ci tenevo tantissimo a ringraziare le persone che hanno commentato il capitolo precedente, e anche coloro che hanno inserito la raccolta nelle preferite, ricordate e seguite. Mi auguro di non deludervi né con questo capitolo, né con i prossimi. 
Un bacione enorme. 
 




 

 
Happy family on ice

#O2: Drooling




Un colpo di tosse forzato ed improvviso lo prese in contropiede, facendolo sobbalzare per lo spavento. Yuuri scandagliò meccanicamente l’area intorno a sé, incontrando lo sguardo contrariato – e quando mai? – di Yurio.
«Adesso fai pure lo stalker?» esordì causticamente il biondo, la fronte aggrottata, una mano infilata a pugno nella tasca della felpa e l’altra che reggeva sulle spalle il borsone. «Sei imbarazzante, Debu.» 
Yuuri scosse convulsamente le mani davanti a sé, pronto a giustificare la sua immotivata presenza al castello di Hasetsu. 
Non doveva essere lì, in teoria; ma dopo aver offerto il suo contributo alla onsen i suoi genitori gli avevano concesso di levare le ancore prima del previsto.
Inutile dire che il primo luogo a cui aveva pensato di recarsi era stato il palaghiaccio. Victor gli aveva accennato casualmente alla preparazione di un nuovo programma e Yuuri non aveva posto resistenza alla propria curiosità: doveva vedere.
Vederlo
Alla fine non ebbe l’opportunità di spiaccicare una sola sillaba perché Victor si accorse della loro presenza inaspettata.
Dopo essersi asciugato alcune gocce ribelli di sudore dalla fronte con l’avanbraccio, il mito vivente di Russia pattinò verso la loro postazione, adagiando le braccia alla ringhiera, la schiena incurvata all’indietro come quella di un felino.
«Che dolci i miei allievi che vengono a fare una sorpresina al loro coach» trillò con compiacimento, sul volto un sorriso che prese la sua tipica piega a forma di cuore. 
Mentre Yuuri congiungeva gli indici e borbottava qualcosa di incomprensibile, Yurio rilasciò un verso contrariato dalla giugulare. «Lui di sicuro - lo disse indicando Yuuri - che sarà qui a spiarti da chissà quanto tempo. Io sono qui per il mio allenamento» replicò asciutto, appoggiando al suolo la borsa pesante. 
Victor fece ciondolare il capo, scoccandogli una palese occhiata interrogativa che tentò di mascherare con un assenso dubbioso.
«Non ti ricordavi già più?!» berciò Yurio incredulo.
Victor, di rimando, si grattò distrattamente il cuoio capelluto, ridacchiando ingenuamente come se nulla fosse. «Adesso che mi ci fai pensare bene…» ma era palese che lo stesse dicendo per salvarsi la pelle.
La seconda parte del piano per fuggire dall'ira funesta di Yurio previde far guizzare lo sguardo dal suo connazionale a Yuuri; fu in quel momento che Victor si accorse di un particolare a cui non aveva fatto caso fino a quell’istante. 
Allungò la mano verso il volto di quest’ultimo, gli agguantò il mento tra le dita affusolate e alitò un flemmatico: «Stai sbavando, Yuuri.»
Yuuri avvampò vistosamente mentre Yurio fece ruotare gli occhi verso il cielo, dimenticandosi della sua caduca irritazione. «Te l'avevo detto che eri imbarazzante.» 
«N-no, io...!»
Yuuri si aggrappò a quel poco di dignità rimastogli e fece saettare istintivamente un braccio in direzione delle proprie labbra, cercando disperatamente di cancellare le tracce del suo vergognoso operato. Non poteva credere di essersi reso ridicolo fino a quel punto.
Victor non fu dello stesso avviso.
Arrestò sul nascere la sua azione e pressò il volto al suo, leccandogli voluttuosamente il rivolo di saliva all'angolo della bocca con la punta della lingua.
Yuuri lo fissò stralunato, le gote violacee, la gola riarsa, le mani tremanti e il cuore che gli martellava nella cassa toracica con un’intensità tale da fargli temere che sarebbe potuto scoppiargli. Deglutì faticosamente, senza riuscire a staccare lo sguardo dalle iridi glaciali e magnetiche di Victor.
Sulla bocca di quest’ultimo si delineò poco più tardi un sorriso gioioso, felice. «Quanto sei carino quando arrossisci, Yuuri!» esclamò raggiante, accogliendolo amorevolmente tra le braccia e percuotendolo come farebbe un bambino con il suo nuovo pupazzo. Yuuri, tra le proteste, cercò di divincolarsi, ancora paonazzo in volto e col fiato corto.
Quel teatrino trovò presto la sua conclusione quando entrambi udirono un ringhio agghiacciante insidiarsi nei loro padiglioni auricolari.
Volsero meccanicamente il capo, guancia contro guancia, ancora incastrati in un abbraccio, con la consapevolezza di aver dimenticato qualcosa.
O meglio: qualcuno.
«Voi…» sibilò Yurio con i denti digrignati e livido dalla rabbia, due grosse e minacciose vene sulla fronte che davano l’idea di poter detonare da un momento all’altro. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, sia Victor che Yuuri sarebbero già andati all’altro mondo da un pezzo.
«TROVATEVI UNA STRAMALEDETTA CAMERA DA LETTO SE DOVETE COPULARE, STUPIDA COPPIETTA DI IDIOTI!» sbraitò tutto di un fiato, carpendo il suo borsone dal pavimento e sgambettando via oltraggiato verso lo spogliatoio, sprigionando fuochi e fiamme da ogni dove.
Dopo svariati secondi di mutismo da parte di entrambi i colpevoli della sfuriata, Victor addossò il capo su quello di Yuuri, certo che Yurio fosse abbastanza lontano da non riuscire ad udirlo.
«Ha ragione…»
Nell’imbarazzo di tutta quella bizzarra situazione, Yuuri rimase piacevolmente stupefatto dall’ammissione di Victor. Non credeva che fosse in grado di ammettere i suoi sbag—
«Una di queste sere prenoto la stanza di un hotel per noi due.»        
«VICTOR!»    

 
   
 
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