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Autore: StewyT    11/11/2016    5 recensioni
Ehi fallo anche tu, entra a leggere il richiamo e dona un’idea ad una povera Malec dipendente- deficiente! *sorriso smagliante*.
1) /Clarity
Oh, se il loro amore era pazzia, allora Alec era il suo filtro di lucidità.
2)/You Found me
Perchè Magnus valeva ogni tipo di sacrificio.
3)/Take me home
Portò una mano sulla guancia per asciugarla, eppure non fu necessario.
“Ti amo” sussurrò.
4)/Shape of You~ (rossa)
“E cosa vorresti?”.
“Te” sussurrò lui, carezzando ancora le sue labbra.
“Me?”
“Te. Dentro di me in ogni senso possibile. Voglio che tu faccia l’amore con me”.
5)/ Di portali poco portali, Parabatai gelosi e Bambini capricciosi.
“Insomma viaggiare nel tempo… non credo sia davvero possibile”.
“Jade, ho inventato io stesso il portale, cosa credi che potrebbe andare storto...?”.
6)/Bad Romance (rossa).
“Hai scritto tu quella canzone?”.
“A sedici anni” confessò Alec.
“Parla di qualcosa di reale?” indagò lui.
"DI quello che volevo e voglio".
Alec si allungò frettolosamente oltre la poltrona, agganciò la camicia viola di Magnus e lo tirò verso di sé, facendo scontrare le loro labbra.
“Questa volta non ho intenzione di scappare Magnus. Non prima di aver avuto quello che desidero. Te.”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Take me home.
Prompt proposto da:
danim  
 
Song:/Take me home- Jess Glynne\
 
Wrapped up, so consumed by
All this hurt
If you ask me, don't
Know where to start
 
“Ci ho provato, pensavo davvero di esserci riuscito, pur continuando a immaginare di averti con me per altri cinquanta, sessant’anni, pensando che magari a quel punto forse sarei stato capace di dirti addio. Ma si tratta di te, e ora mi rendo conto che non sarò più pronto a perderti di quanto non lo sia ora”.
 
Gli sembrava essere passato praticamente un giorno da quando aveva pronunciato quelle parole, invece era passato così tanto tempo; eppure ricordava perfettamente il continuo di una delle tante conversazioni animate del genere. Ricordava ogni piccola fitta al petto che sentiva trafiggerlo quando con Alec parlavano di quell’argomento che fingeva di non temere; sorrideva, baciava Alec e provava a rassicurarlo, ma era mortalmente spaventato da quello che sarebbe successo quando un giorno il ragazzo guanciotte rosse ed occhi blu che aveva tanto amato, non ci sarebbe stato più. Aveva incredibilmente paura di come si sarebbe sentito e di cosa avrebbe fatto per affrontare tutto quello.
Il problema era che in quel momento, non voleva pensarci; avrebbe così tanto preferito sentirsi dire da Alec un arrabbiato ‘Non chiamarmi Alexander’, e poi un ‘Quindi, cosa facciamo?’ a cui sicuramente avrebbe risposto come al solito con un ‘Quello che fanno tutti. Come hai detto tu, speriamo’ che si sarebbe concluso con un dolce e forte bacio a fare da garanzia a quella promessa.
Invece in quel momento non poteva: Alec non era lì a rimproverarlo per averlo chiamato Alexander, o a chiedergli se ci sarebbe stato qualcun altro dopo di lui.
Alec non era lì ad abbracciarlo, baciarlo e dirgli che andava tutto bene.
Alec non era lì. Non più. E non ci sarebbe mai più stato.
Magnus aveva provato davvero ad immaginarsi una vita senza di lui e non ci era mai riuscito; tutto quello che in quel momento, senza di lui, riusciva a vedere era buio. Non c’era niente.
Provò a trattenere le lacrime concentrandosi sul vuoto che aveva all’altezza dello stomaco e si crogiolò nell’abbraccio di Rafael e nella mano di Max stretta alla propria.
Quel giorno anche il cielo sembrava essere triste, era sul punto di piangere come ogni persona presente nel giardino della Città di Ossa dove sarebbero state conservate le ossa di Alec al fianco di quelle del proprio Parabatai.
Isabelle era stretta al busto di Simon che continuava ad accarezzarle le spalle; non l’aveva mai vista così fragile e piccola come in quel momento. Al suo fianco c’era Dalila, la loro orami non più tanto piccola bambina, che si stringeva le braccia al petto, lanciando sguardi indagatori e tristi a Rafael.
In fondo, al fianco di Magnus prendeva posto Clary, ormai non più tanto giovane ma sempre circondata da quell’alone di forza vitale, che piangeva tra le braccia di Jonathan, degno erede del padre, con lunghi capelli biondi come i suoi e folta barba rossiccia, a mascherare il forte dolore che solo chi subisce continue perdite può provare.
Diversi membri del branco e vampiri erano lì ad osservare tristemente la scena; Maia e Lily si tenevano per mano, piangendo l’uomo che era riuscito ad unire acerrimi nemici.
E poi c’era lì, il corpo immobile ma pur sempre bellissimo di Alexander Gideon Lightwood, con il viso ormai non più giovane, coperto di rughe che lo rendevano ancora più attraente, con i capelli ingrigiti dalle esperienze che ancora gli cadevano sulla fronte e quell’adorabile sorriso che aveva fatto innamorare Magnus, ancora stampato sul volto.
Magnus si girò attorno prima di poggiare lo sguardo sul suo amato: sembrava una danza di petali e veli bianchi che circondavano ogni cosa. Ognuno soffriva per un uomo che aveva donato tanto a tutti.
Gli occhi da gatto si posarono sull’uomo disteso, e si riempirono di lacrime.
Non ci sarebbe stato nessuno dopo di lui, lo aveva sempre pensato, in quel momento ne ebbe la conferma.
Come poteva pretendere di pensare ad un futuro se tutto quello per cui aveva vissuto negli ultimi trent’anni era scomparso?
Come poteva pretendere di sapere da dove avrebbe potuto iniziare a ricostruire la propria vita, così come gli aveva fatto promettere il suo Alexander?
 
Anger, love, confusion
Rolls the gold nowhere
I know that somewhere better
Cause you always take me there
 
“Ave atque vale, amore mio” sussurrò Magnus allontanandosi assieme a tutti gli altri dal corpo di Alec; si sentiva fragile e debole, era certo che se non ci fossero stati i suoi figli a sostenerlo sarebbe caduto in ginocchio accanto alla salma di Alec e sarebbe rimasto lì per sempre, fino a quando non si sarebbe pietrificato così come gli stava succedendo prima di conoscerlo.
Che senso avrebbe avuto cercare di andare avanti?
“Magnus” Isabelle gli si avvicinò toccandogli una spalla, e lui sorrise debolmente a Rafael e Max che si allontanarono.
“Stai….”
“Bene?” la interruppe Magnus guardandola attentamente; quanto era invecchiata anche lei? Le leggere rughette agli angoli degli occhi ricordavano al mondo che sì, anche la divina Isabelle Sophie Lightwood era un’umana, in fondo, e anche lei non sarebbe potuta restare giovane per sempre, ma questo non voleva dire che fosse meno bella e fiera in tutta la sua eleganza, anzi; somigliava maledettamente a sua madre e forse tempo prima avrebbe anche potuto detestarla per quello, ma i tempi in cui MAryse e Robert erano di intralcio a lui ed Alec erano lontani anni luce.
Izzy scosse la testa “Neanche io” sussurrò “È normale! Mio fratello era tutto per tante persone! Per te, per i tuoi figli, per me…”
“È devastante, Isabelle, il dolore che provo al petto”. Lei annuì asciugandosi una lacrima, senza vergogna di mostrare la propria debolezza.
“È con Jace, si proteggeranno a vicenda fino a quando non ci saremo noi a farlo!” si intromise Clary avvicinandosi a Magnus e poggiando la testa su una sua spalla “Ora sono assieme” sussurrò prima di scoppiare nuovamente in lacrime.
Perdere due persone amate in meno di due mesi era la cosa più demolente che ognuno di loro avesse mai provato, eppure ognuno di loro aveva già fronteggiato la morte più volte.
Fino a quando non ci saremo noi a farlo.
Magnus deglutì a forza.
LA speranza di poter rivedere la persona amato aveva sempre aiutato gli umani che lo circondavano, ma lui che non aveva mai potuto sperare in qualcosa di simile, come poteva essere aiutato?
Un moto di rabbia, amore e confusione lo offuscò e gli fece desiderare di poter scappare via di lì, da quelle persone che un giorno avrebbero avuto la fortuna di poter rivedere Alec.
“Vieni con noi, Magnus” lo pregò Isabelle “stare in compagnia ti farà bene”.
“No” sussurrò Magnus; lui non voleva stare bene, lui voleva ritornare anni addietro, voleva riabbracciare Alec, voleva poter sentire di nuovo il suo calore, la sua felicità.
“No, grazie, Isabelle. Preferisco tornare a casa, ma ti prego, fa in modo che Max e Rafe vengano con te e stiano all’Istituto fino a quando non saranno più calmi, okay?”.
Lei annuì e si alzò leggermente sulle punte per abbracciarlo e sussurrargli qualcosa all’orecchio; Magnus sorrise dolcemente e ricambiò l’abbraccio. Strinse una spalla di Clary. Poi silenziosamente si avviò lontano da quel cimitero, sperando di dimenticare il vuoto che lo aveva avvolto nel momento in cui aveva rivisto la salma inanime di Alec. Non pianse lungo il tragitto. Si girò solo una volta: quando ormai era troppo lontano per vedere qualunque cosa se non qualche piccola macchiolina bianca, ma vide distintamente il corpo disteso di Alec che gli sembrava chiedere di non lasciarlo solo.
Solo.
Lo era davvero, in quel momento, eppure sapeva che il suo cuore lo avrebbe per sempre ricondotto lì: sul loro letto, quello su cui Alec gli aveva detto per l’ultima volta che lo amava prima di essere trascinato via nell’oblio del dolore e infine della morte.
Aveva bisogno di poter sentire nuovamente il suo odore.
 
Came to you with a broken faith
Gave me more than a hand to hold
Caught before I hit the ground
Tell me I'm safe, you've got me now
 
 
La casa gli sembrava tutt’un tratto enorme e vuota senza più suo marito ad aspettarlo; si chiuse la porta della camera da letto alle spalle e si sedette sul letto, nel punto esatto in cui Alec aveva chiuso gli occhi l’ultima volta.
Riusciva ancora a sentire il suo profumo fresco mischiato al Sandalo.
Riusciva ancora a sentire la sua risatina ogni volta che si stendeva lì al suo fianco ed iniziava ad adularlo e baciarlo. Si sarebbe bai sentito ricco e felice come in quei semplici momenti di pura normalità?
Presidente Miao sbucò da sotto il letto e in un miagolio lamentoso si strusciò alle sue gambe prima di balzare sul letto e accomodarsi dolcemente sulle sue gambe, quasi volesse dargli conforto.
“Siamo soli, Presidente. Alexander non c’è più”.
La sua voce rimbombò nella camera, facendolo sentire ancora peggio di come stava.
Era arrivato ad essere un uomo frivolo, senza più speranze o desideri, un uomo rotto, che stava per trasformarsi in una fredda statua senza vita, ecco il destino riservato agli stregoni! Poi d’un tratto all’improvviso, un ragazzo dai profondi occhi blu gli aveva fatto saltare il cuore in gola e gli aveva ricordato cosa volesse dire provare qualcosa; sentirsi nuovamente frizzante, elettrico, eccitato, innamorato, vivo. Non avrebbe potuto farsi scappare mai quel ragazzo, perché aveva bisogno di quello che solo il vero amore può dare, per andare avanti, perché non voleva pietrificarsi, voleva continuare ad amare la vita. Amava la vita. Amava la vita con lui, anche se era costretto a nascondersi, ad agire di notte, a soccombere nell’ombra delle menzogne ogni volta che spuntava il sole.
Ma cos’era una bugia in confronto alla libertà dell’amore?
Niente, fino a quando una piccola bugia non si trasformava in un cappio al collo che non dava più la possibilità di respirare; ed era stata niente fino a quando le bugie riversate da Alec non avevano iniziato a stratificarsi una sull’altra e a rendergli la vita impossibile.
Aveva provato a pensare di allontanarsi da lui, in quel momento, tuttavia non ci era riuscito; eppure Alec lo aveva sorpreso per l’ennesima volta dandogli quello che desiderava: la libertà. Prendendosi quello che gli spettava: sé stesso.
Quel bacio al centro della sala era stata la cosa migliore che gli fosse capitata fino a quel momento; sentire un Alec diverso durante quel bacio, era stata la parte migliore. Riuscire a sentire le sue dita più sicure, le sue labbra più libere.
Quello era l’Alec che conosceva e che amava già profondamente.
Alec era comparso dal nulla nella sua vita, e gli aveva dato la propria mano non solo per sostenerlo ma anche per dargli quello che nessuno aveva mai fatto: forza ed energia.
Cosa avrebbe fatto senza quella mano stretta attorno alla propria e quel “Prendi la mia forza, usane quanto vuoi!”?
Probabilmente quella notte non sarebbe riuscito a ritornare vivo a riva.
Come avrebbe fatto da quel momento in poi?
Aveva bisogno ancora di lui. Ne avrebbe avuto sempre.
Ora riusciva a capire Tessa e tutte le lacrime spese per la morte di Will Herondale; aveva affrontato tante altre morti prima, eppure nessuna era mai stata come quella perché nessuno era mai stato come Alec.
C’è chi nella vita ha la fortuna di innamorarsi più volte eppure tra quei tanti amori c’è sempre un amore che spicca, che è al di sopra degli altri e fa apparire qualsiasi altra cosa piccola e stupida al confronto; quell’amore per lui era Alexander.
E come si fa a resistere ad un amore simile?
Come avrebbe fatto a sentirsi di nuovo vivo e in forze da quel momento in poi?
Chi lo avrebbe tenuto al sicuro che non c’era il suo cacciatore con lui?
 
 
Would you take the wheel
If I lose control?
If I'm lying here
Will you take me home?
 
“Alexander” sussurrò al nulla “Come farò ora? Chi prenderà la guida della mia vita quando sarò stravolto e stanco da tutto questo e perderò il controllo?”.
Una calda lacrima scivolò via dai suoi occhi e non la raccolse. Aveva pianto una volta, mentre faceva l’amore con Alec. Si era sentito stupido, maledettamente stupido a piangere in un momento simile, eppure lo sguardo forte di Alec, la sua forza, la sua voce mentre sussurrava quel “Ti amo” così diverso da tutti gli altri che aveva sentito in un momento di puro idillio come quello dell’orgasmo, lo aveva completamente devastato in senso positivo. Mentre Alec si accasciava sul suo petto e gli sussurrava quanto fosse perfetto per lui, Magnus si sentiva davvero in un modo strano che avrebbe potuto associare alla parola ‘vita’. Quella era pura forza vitale che scorreva nel suo cuore e nel suo cervello; Alec lo accendeva completamente.
Deglutì. Si era sentito così stupido a piangere eppure subito dopo quando Alec lo aveva notato e aveva asciugato via quella lacrima con le proprie labbra e non aveva fatto domande, ma lo aveva abbracciato, gli sembrò la cosa più naturale del mondo; era l’unico modo che il proprio corpo aveva per far capire ad Alec quanto contasse nella sua vita, quanto quel momento fosse importante per lui.
Fu strano ed insensato, ma in quel momento ci fu qualcosa che lo fece ritornare al presente, qualcosa come una presenza al proprio fianco, poi un tocco dolce e morbido sul proprio viso; portò una mano sulla guancia per asciugarla, eppure non fu necessario.
“Ti amo” sussurrò.
Sorrise e poi scoppiò a piangere come non aveva mai avuto il coraggio di fare.
Alec ci sarebbe sempre stato quando avrebbe avuto bisogno di qualcuno che lo facesse sentire giusto e vivo, vero?
 
 
Could you take care
Of a broken soul?
Will you hold me now?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
 
Alec, il suo piccolo grande Alexander sarebbe sempre stato al suo fianco e avrebbe fatto sempre di tutto per salvarlo come quando era sceso ad Edom per ridargli la vita ancora una volta; come quando aveva ammesso, e aveva agito per rendere vere le sue parole, che a differenza di tutti gli altri Cacciatori a lui non interessava la fama, la divinità, il mondo, ma lui, il suo amore, quello che avrebbero potuto costruire assieme.
Alec, l’uomo che aveva unito Nascosti e Shadowhunters, che si era mostrato d’esempio per ogni persona che non aveva il coraggio di essere sé stessa, che aveva dato tutto per la sua famiglia e poi aveva capito che dare tutto sé stesso non voleva significare dare via la propria vita, l’uomo che aveva creato una famiglia dal nulla, la felicità dalla polvere.
Alec, l’uomo che aveva visto la sua anima distrutta dal primo sguardo che si erano scambiati; colui che si era rotto ed incollato così tante volte come un vaso prezioso, ma che continuava a non pensare alle proprie crepe quanto a quelle altrui, perché c’era sempre qualcuno che in un determinato momento valesse un po’ del suo tempo, che valesse più di lui, per sé stesso.
Alec, l’uomo che lo aveva ricostruito e gli aveva mostrato la strada per arrivare a casa tra le sue braccia e il suo profumo.
Come avrebbe fatto senza il forte, altruista, perfetto Alec?
Chi avrebbe incollato la sua anima?
Chi lo avrebbe abbracciato fino a far scomparire ogni cattivo pensiero?
Chi lo avrebbe riportato a casa?
 
 
Hold the gun to my head
Count 1, 2, 3
If it helps me walk away then it's
What I need
 
Doveva allontanarsi da tutti quei pensieri, dalla minaccia della mancanza di speranza che gli puntava alla testa: doveva rifugiarsi in un luogo felice e di quelli Alec gliene aveva dati anche troppi.
Si stropicciò gli occhi e si rivide lì, al fianco dell’uomo che amava e che stava per rendere felice proprio come Alec aveva reso felice lui.
Era al centro della navata, completamente vestito di oro che faceva risaltare i suoi tratti angelici ed un enorme sorriso luminoso, e lo guardava come se non avesse visto mai cosa più bella al mondo; era quel tipo di sguardo a farlo sentire sempre sotto costante pressione – una pressione più che positiva, sia chiaro -.
Ed ecco Alec allungare le mani verso il collo della sua giacca dorata e sorridergli; un enorme sorriso si estese anche sulle labbra di Magnus che catturò la mano prima sul suo colletto e la fece scendere all’altezza del proprio cuore: batteva talmente veloce da fare invidia ad un colibrì impazzito.
“La cerimonia sta per iniziare” sussurrò la voce di un fratello Silente nella mente di tutti, al ché si zittirono e girarono verso l’altare dove Alec e Magnus provavano a trattenere a stento le mani; in ritardo Max e Rafael corsero, tenendo due cuscinetti dorati tra le mani, e si posizionarono ai lati dei genitori; entrambi abbassarono lo sguardo sui bambini e sorrisero.
La sala calò nel completo silenzio fino a quando non si udì nuovamente la voce del Fratello Silente che annunciava “È arrivato il momento di permettere ad Alexander Gideon Lightwood e Magnus Bane di convolare a nozze scambiandosi le rune d’amore”.
I due ragazzi si guardarono con la luce enorme che solo due innamorati possono avere; Magnus non poteva avere rune, quindi Isabelle aveva avuto la fantastica idea di creare due particolari anelli che avrebbero avuto solo loro al mondo, o chi, come loro avrebbe voluto sconfiggere le leggi dei cacciatori che permettevano solo a due cacciatori di sposarsi. Max si avvicino ad Alec e allungò il cuscinetto verso di lui, al che Alec sorridendo prese un anello dorato sul quale erano incise la runa dell’amore e la runa del matrimonio che si univano in linee dolci e spirali, per creare al centro una piccola fiammella, e poi si abbassò per dare un bacio a Max.
Lo stesso avvenne quando fu il momento di Magnus che con elevata eleganza si abbassò verso Rafael - con gli occhi estremamente lucidi e felici – e si rialzò solo dopo avergli dato un bacio e sussurrato un ‘ti voglio bene’.
“Una runa sulla mano, una runa sul cuore” sussurrò il Fratello silente, al che il cuore di Alec iniziò a galoppare come uno Stallone durante la gara più importante di un campionato, mentre quello di Magnus perse qualche battito.
Era vero?
Stava accadendo veramente?
Non aveva mai desiderato sposarsi prima di Alec, sebbene si fosse chiesto spesso come sarebbe stato: stava davvero per scoprirlo?
Alzò lo sguardo emozionato verso quello di Alec che lo guardava a sua volta con occhi lucidi, e mimandolo con le labbra gli disse ‘Sono l’uomo più felice al mondo’.
Ma si sbagliava, oh quanto si sbagliava!
L’uomo più felice al mondo in quel momento era lui, che stava avendo tutto quello che non avrebbe mai avuto neanche la forza di desiderare.
“Un’unione sta per nascere” echeggiò di nuovo la voce nelle loro menti, allora Alec fu il primo a prendere il piccolo cerchietto d’oro, avvicinarlo alle labbra per baciarlo come a volerlo marchiare con tutte le migliori promesse al mondo, e poi lo infilò a Magnus, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
“Ti prometto di essere per sempre al tuo fianco” disse Alec, beccandosi un’occhiataccia dal Fratello Silente, dal momento che non era prevista una promessa “E di darti sempre quello che tu darai a me, per qualsiasi cosa al mondo: amore, rispetto, fedeltà, tutto me stesso. Mi avrai ora, Magnus Bane, e avrai ogni cosa che potrei mai dare ad un altro essere vivente. Mi avrai ora, nella mia gioventù e per sempre”.
Magnus annuì con un grosso sorriso, accettando il peso e l’importanza di quella promessa.
Poi fu il suo turno di prendere l’anello, baciarlo, infilarlo ad Alec e sorridergli mentre pronunciava la sua piccola grande promessa.
“Ti prometto di essere sempre al tuo fianco e darti tutto quello che in tutte le mie vite passate non ho mai dato, né mai desiderato dare a qualcuno che non sia tu, perché non voglio il mondo, Alexander Gideon Lightwood, voglio te. Tu vali molto più del mondo”.
Alec deglutì provando a non piangere e Magnus sorrise gioioso.
Cos’era quella leggerezza che sentiva nel cuore?
“Un’unione è nata, e l’amore che è stato presentato, ora verrà sugellato!”
Fece eco la voce del Fratello che finalmente diede ai due ragazzi, che non si vedevano o baciavano da ben due giorni prima, il permesso di scambiarsi il migliore, più emozionante e pieno di promesse, bacio che si fossero mai dati.
E Magnus non avrebbe saputo spiegare se avvenne prima il boato nel suo cuore o prima quello nella platea, fatto resta che ognuno urlava e batteva le mani al ritmo dei loro cuori, tutti tranne Max e Rafael che si erano avvicinati e abbracciandosi guardavano i genitori con le lacrime agli occhi.
Cosa poteva esistere di migliore al mondo?
 
Every minute gets easier
The more you talk to me
You rationalize my darkest thoughts
Yeah you, set them free
 
E tra un battito di ciglia e una lacrima, cadere in un sonno dolce e profondo quando tutto il dolore possibile continuava a scavargli nell’anima, era la cosa migliore che sarebbe potuta accadere a Magnus in quel momento; ogni minuto in quei sogni dolci e delicati sarebbe diventato migliore, meno difficile; magari sarebbe riuscito ad incontrare il suo Alec, a dirgli ancora una volta quanto gli sarebbe mancato, ad abbracciarlo e sentirsi ancora una volta libero da ogni cattivo pensiero.
 
You say space will make it better
And time will make it heal
I won't be lost forever
And soon I wouldn't feel
Like I'm haunted, oh falling
 
Ed infatti era lì: seduto sul divano ad accarezzare Presidente; era un ricordo quello, ne era cosciente, ma come mai era così vivido e reale?
Perché era come se lo avesse vissuto dal capo, ma in modo totalmente diverso?
Sapeva cosa stava per accadere, eppure non riusciva a capire come quel ricordo sarebbe potuto restare intatto, come non potesse impregnarsi del suo dolore.
“Mag?”.
Cosa?
Oh, Lilith!
Quella era davvero la sua voce dolce e vellutata. Stava davvero chiamando ancora una volta il suo nome!
“Magnus!” Alec lo raggiunse sul divano e gli schioccò le dita avanti agli occhi, sorridendogli subito dopo.
Magnus non sorrise, però; lo guardò ad occhi sbarrati, come se avesse visto un fantasma – cosa effettivamente più o meno vera – e si regalò un minuto per guardarlo attentamente, per: innamorarsi ancora una volto dei suoi meravigliosi e limpidi occhi blu, dirsi ancora una volta quanto ci stesse bene con i capelli scuri spruzzati di bianco qui e lì, quanto fosse sexy con le piccole rughette d’espressione agli angoli degli occhi, quanto la runa deflect con le sue forme ondulate ed eleganti facesse risaltare sempre in maniera tremendamente sexy il suo collo.
Era così reale e così dannatamente bello.
“Magnus, si può sapere cos’hai?” Alec ridacchiò e infilò le mani fredde sotto la sua maglia, facendolo trasalire.
Quel tocco! Era davvero il suo! Mani morbide ma allo stesso tempo ruvide a causa di calli e combattimenti.
“Ci sono” sussurrò Magnus guardandolo con le lacrime agli occhi; era lì, perché privarsi della possibilità di viverlo?
“Ci sono” disse ancora una volta, poi gli si avvicinò velocemente e poggiò le labbra sulle sue. Chiuse gli occhi, non poteva permettersi di vedere Alec scomparire mentre si baciavano, ma sperò con tutto il cuore che non succedesse ancora; aveva bisogno di qualche altro minuto, nient’altro.
“Oh” Alec si allontanò giusto lo spazio necessario per parlare “Ti sono mancato?” alzò un sopracciglio, cosa che aveva sempre fatto soffrire il cervello – e non solo – del povero stregone.
“Oh Alexander! Mio, Alexander! Tu non puoi immaginare quanto mi sia mancato. Io non ci so più stare senza di te” disse accarezzandogli una guancia; al che, Alec visibilmente stranito gli diede un pizzicotto.
“Sono stato solo in cucina per mezz’ora, Magnus! Ho cucinato tutto, però. Siamo pronti all’invasione dei nostri figli”.
“Max e Rafe” sussurrò Magnus “Ci sono anche loro?”
“Ma si può sapere che ti prende?” ridacchiò Alec prendendo Presidente Miao per poggiarlo a terra e poi salire a carponi sulle sue ginocchia.
Oh il suo finto ingenuo Alexander!
“Mi ha telefonato Max e mi ha chiesto se può invitare anche Allen, stasera! Mi sa che nostro figlio si è davvero innamorato di quell’umano!”.
Magnus rise dell’espressione gelosa del marito.
“Era ora, Alexander, avanti” disse, provando a dimenticarsi della realtà.
“Ha vent’anni! È giusto che abbia un ragazzo e si innamori!!”
“Innamorarsi di un umano è pericoloso, Magnus. Non fa parte del nostro mondo, potrebbe farlo soffrire, lui è….”
“Alexander!” Magnus scosse la testa e gli diede un piccolo colpetto al collo “anche tu sei un umano, anche tu eri pericoloso, anche tu non facevi parte del mio mondo e sì, è mortale ma lo sei anche tu. Eppure guardaci, ci amiamo e siamo le persone più felici al mondo!”
“Ha solo vent’anni! Tu ne avevi troppi di più!”
“E tu ne avevi solo diciotto. Quindi?” alzò un sopracciglio in segno di sfida e Alec si arrese.
“Sono felice per nostro figlio e sono felice che sia innamorato, ma giuro che se quell’Alvin osa far soffrire Max! Oh, Magnus, scatenerò l’inferno!”.
Magnus sorrise “Credevo si chiamasse Allen!”
“Allen, Alvin, è uguale” sbuffò Alec, al che Magnus scoppiò a ridere.
“Credevo fossi io a dimenticare i nomi delle persone…”
“Deformazione ereditata da te, infatti!” rispose Alec, al che, Magnus non riuscendo più a trattenersi si spinse nuovamente verso di lui e lo baciò ancora.
“Ti amo. Non puoi neanche lontanamente immaginare quanto io ti ami!” gli sussurrò all’orecchio scendendo poi a baciare dolcemente il suo collo.
Il sorriso cristallino di Alec si diffuse in camera.
“Tra poco vengono i nostri figli, Magnus! Vuoi farti trovare così sul divano?”.
Magnus mugugnò qualcosa come ‘non qui sul divano’, ma Alec lo bloccò giusto un attimo per guardarlo negli occhi.
“Rafe porta Dalila! Credi che voglia…?” alzò un sopracciglio e Magnus sbuffò divertito.
“Sei proprio geloso dei nostri bambini, mh? Venti e venticinque anni, ti ricordo!”.
“Sono sempre stato protettivo…”.
“Ecco perché mi hai colpito venti anni fa” gli fece un occhiolino “Ma dovremmo lasciare liberi i ragazzi di fare le loro esperienze!”
“Ma-”
“Non dico di lasciarli completamente liberi! Voglio dire, dobbiamo restare nell’ombra a spiarli, ecco tutto!”
“Max abita a Londra, mi sembra di avergli dato abbastanza spazio” si rabbuiò Alec.
Magnus sorrise e gli accarezzò i capelli “Sì, ma lo vai a trovare due volte al giorno, quasi!”
“Avanti!” rise Alec “Una volta alla settimana!! Non è molto!”
“No” Magnus iniziò a delineare perfettamente con un indice il suo bellissimo profilo.
“Non è affatto molto. Se fossi lontano da me vorrei che venissi a trovarmi continuamente!”
“Lo terrò a mente” gli fece un occhiolino.
“Comunque non c’è niente di male se è innamorato di Dalila, ti pare?”
“Incesto…?” si lamentò Alec, facendolo scoppiare a ridere.
“Adori Dalila, l’hai sempre adorata, perché ti lamenti anche di lei?”
“Okay” Alec poggiò le mani sul petto di Magnus e lo pressò in modo da farlo sdraiare.
“Okay mi piace con Rafe, okay? E anche Max e Alvin mi piacciono!”
“Allen”  lo corresse.
“Allen, sì!”.
“Ma…?”
“Ma arriveranno tra due ore, quindi…”
“Tra poco vengono i nostri figli, Alexander. Vuoi farti trovare così sul divano?” scherzò.
“Oh non sul divano! Ho bisogno di una doccia, mi aiuti?” alzò un sopracciglio e Magnus rise “Giochi sporco, ragazzo” gli tirò un orecchio e gli si avvicinò per baciarlo, al che Alec si allontanò e scosse la testa.
“Accetti?”.
Si abbassò verso il suo collo e gli diede un piccolo morsetto, come a confermare le intenzioni che aveva.
Magnus rise “come potrei non accettare?”.
 
Would you take the wheel
If I lose control?
If I'm lying here
Will you take me home?
 
Il suo cellulare prese a squillare strappandolo da quel meraviglioso quanto reale sogno, o meglio ricordo; era tutto così fantastico! Era stata tutta così fantastica la sua vita con Alec.
E ora cosa gli restava?
Abbassò lo sguardo sul cellulare e vide che il nome ‘Rafe’ galleggiava nero come i marchi che l’ –ormai- uomo portava sul corpo, sullo sfondo blu.
In fondo gli restava la sua famiglia…
Avrebbero preso loro, Max e Rafe il timone della sua vita? Sarebbero riusciti ad aiutarlo nel momento in cui avrebbe perso il controllo?
Sarebbero riusciti a portarlo a casa? E lui aveva davvero una casa senza Alec?
“Papà?” la segreteria telefonica scattò spaventando Magnus.
“Io e Max ti abbiamo dato una giornata di tempo per piangere e disperarti da solo, ma abbiamo già perso un genitore, non possiamo perdere anche te. Ti prego, non allontanarci. Max ha bisogno di te. Io ho bisogno di te, e tu ne hai di noi”.
Magnus sbuffò e si asciugò una lacrima.
 
Could you take care
Of a broken soul?
Oh, will you hold me now?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Oh, will you take me home?
Home
 
Alexander era stato la sua casa, il suo amore, la sua vita, ogni cosa.
Non c’era più, ma gli aveva lasciato quanto di più prezioso al mondo: la sua famiglia.
Prima di conoscerlo era completamente solo – fatta eccezione per Catarina e Ragnor -, poi era cambiato tutto velocemente senza neanche che se ne rendesse conto: aveva trovato un compagno, un’anima gemella, degli amici fidati, due bambini, una famiglia.
Alexander gli aveva dato tutto quello che un uomo può dare a qualcuno, aveva mantenuto la sua promessa, e Magnus non gli sarebbe potuto essere più grato.
Si asciugò una lacrima.
“Magnus, promettimi che andrai avanti. Che non abbandonerai i nostri bambini, che sarai sempre il loro padre!” aveva sussurrato Alec sul letto di morte.
“Lo giuro sul tuo angelo!” aveva promesso lui piangendo.
Alexander gli aveva dato tutto e lui non lo avrebbe deluso per nulla al mondo.
Qualcosa in cui rifugiarsi e cercare il suo calore, il suo profumo, il suo amore, lo avrebbe sempre avuto: i ricordi di un’intera vita con lui.
Non sarebbe più stato bene come tra le sue braccia, ma una casa ora e per sempre l’avrebbe avuta: la sua famiglia.
Loro gli sarebbero sempre stati vicino; loro lo avrebbero sempre avvicinato a casa.
Digitò velocemente il numero del maggiore dei suoi figli.
“Rafe? Potete tornare a casa? Vi prego!”.
Rafael dall’altro capo del telefono provò ad annuire, ma invece scoppiò a piangere e Magnus non riuscì a trattenere a sua volta le lacrime.
Alexander Gideon Lightwood gli aveva salvato la vita in ogni modo umanamente possibile.


 
Spazio autrice.
E IO SONO IN LACRIME AIUTATEMI.
Davvero ho sempre avuto il terrore di scrivere della morte di Alec perchè credevo sarebbe stato un po' come scrivere della mia morte; amo Alec sopra ogni cosa, e sul fattore 'protezione' sono fin troppo uguale a lui; fosse per me le persone che amo non dovrebbero mai soffrire/morire  e Alec essendo un personaggio che amo non dovrebbe mai soffrire/morire, ma sappiamo tutte che prima o poi Cassie lo farà fuori!
Ad ogni modo per il momento l'ho fatto io E MI SENTO MALE.
Avrei potuto scrivere di altro, è vero, ma nelle parole della canzone non sono riuscita a sentire altro che la sofferenza di Magnus per la perdita di Alec, e così mi sono dovuta mettere all'opera e pensare a come si sarebbe sentito lui (e allo stesso tempo come SICURAMENTE mi sarie sentita io perdendo una persona così importante!).
Quindi, tutto questo, per dirvi: non è colpa mia, non siate arrabbiate con me ma con Jess!
Nada, vi lascio in pace. Grazie mille per aver letto, spero di leggere qualche vostro parere e ricordatevi che è una storia interattiva, la vostra storia, quindi quando volete lasciate pure un prompt :3

GIURO che il prossimo capitolo sarà molto meglio; le prossime tre FF dovrebbero essere tre OS di cui un AU che mi sono divertita moltissimo a scrivere; l'altra non mi convince ancora molto, ci penserò su, e poi c'è un prompt che mi fa morire dal ridere al solo pensiero ma su cui non ho ancora iniziato a lavorare per mancanza di tempo (scherzo; è perchè mi è venuta l'ispirazione per un'altra Os AU Malec, ispirata ad un'altra mia long Au, "Swithed: questione di corpi" e niente, non ho potuto fare a meno di scriverla E CI HO MESSO QUATTRO GIORNI, AIUTO!).

A presto, spero, Esercito .

StewyT~

 
  
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