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Autore: Noeru    11/11/2016    1 recensioni
Gli piaceva davvero essere stato lì? Non se lo stava chiedendo per la prima volta.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andrew McGregor, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'ultimo eroe alternativo '
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Un delirio di mani per aria in movimento da destra a sinistra filmavano e sventolavano accendini, cartelloni e bandiere: "Fatemi sentire le vostre voci! Siete carichi?"
Scambiò una rapida occhiata con Gianni. Imbracciava un basso elettrico e ai suoi piedi c'erano diversi reggiseni; Alla sua destra Olivier si divideva fra la chitarra ritmica e le tastiere mentre Ralf sedeva dietro le pelli su una pedana rialzata.
Cominciò a battere sugli Hi-hat e Andrew lo seguì con una schitarrata.
Il pubblico saltava scatenato, costringendo la sicurezza ad impegnarsi il doppio affinché non riuscissero ad arrivare al palco: erano più di diecimila persone entusiaste in piedi sotto di loro oppure a sedere sugli spalti dai quali pendevano striscioni colorati.
Continuando a suonare, salì sulla grancassa, ma saltando giù si risvegliò nel suo letto.
Ogni mattina si alzava prestissimo e si chiudeva in cantina a strimpellare. Era il solo modo per non essere scoperto ed incedeva furtivo come se al posto della chitarra ci fosse il portagioie di Lady Elizabeth oppure il prezioso orologio da taschino di Sir Stuart.
Si era messo in testa di imparare MaryAnne; era una melodia semplice abbinata ad un testo relativo al vissuto personale dell'autore toccante e difficile da interpretare.
L'altra sera aveva assistito alla fallimentare cover di un giovane aspirante e si era immaginato tutti gli improperi gridati da Liam contro lo schermo.
Aveva goduto quando i giudici del talent lo avevano scartato senza troppi complimenti.
Ripose lo strumento sotto al letto e svicolò fuori dalla stanza: "Signorino McGregor! Ancora in pigiama? Si sbrighi!"
"Oggi è domenica..." Mormorò Andrew.
Sue, una cameriera gesticolava concitata: "Hugh è venuto a mancare!"
"Davvero?" Non era mai riuscito ad affezionarcisi; se lo ricordava già anziano quando era piccolo.
Si infilò un completo nero e gli anfibi e salì svelto sull'auto diretta verso la chiesa.
Specchiandosi ammise a sé stesso di somigliare davvero a Liam nonostante fosse il momento meno opportuno per pensarlo.
"Era così in buona salute..." Sospirò Stuart, manco fosse una bestia da soma.
Sua moglie si calcò in testa la veletta nera e si passò sugli occhi arrossati un fazzolettino: "La vita è un'ingiustizia!"  

"Keep growing
Don't let them
Decide for you"


"Andrew! Cos'è quella faccia?!" Singhiozzò, sebbene conoscesse benissimo suo figlio, il quale avrebbe voluto aprire le braccia e sorriderle simboleggiando quanto gliene importava.
Sull'umida panca di legno avvertì un conato di vomito al discorso dei suoi genitori.
Avevano trattato il defunto con indifferenza fino al suo ultimo giorno di lavoro ed improvvisamente lo piangevano, sperando in una redenzione.
Lui e Harvey si appoggiarono davanti e caddero addormentati, giustificandosi più tardi con la tristezza.
Seguì lo sparuto corteo funebre al cimitero e buttata la sua manciata di terriccio nella fossa si allontanò dal tetro gruppetto.
Avanzando nella nebbia si guardava attorno timoroso.
Possedeva una vaga reminescenza delle esequie del suo bisnonno Fergus avvenuta quando era alle elementari.
Nel camposanto dei bambini le lapidi erano già coperte di muschio e ingiallite dal tempo.
La più nuova risaliva ad una quindicina di anni fa:

"Angus McGregor - Vissuto un solo giorno"

C'erano tanti McGregor da quelle parti, anche non nobili e non connessi al suo clan. Poco lontano lesse un nome familiare:

"Qui riposa MaryAnne Madden"

Le date indicavano una breve vita trascorsa fra gli anni ottanta e i primi anni duemila.
In tempo per conoscere un giovanissimo Liam e farsi dedicare una canzone.
Sarebbe senza dubbio tornato a trovarla.
Quel pomeriggio lo trascorse al PC per la videoconferenza mensile degli European Dreams: Gianni si stava abbrustolendo al sole in Egitto, Olivier sorvegliava il forno della sua cucina e Ralf sfoggiava il suo completo più elegante.
Dopo un saluto in quattro diverse lingue il Francese parlò una mezzora buona della sua nuova passione per la fotografia e tutti i nuovi pittoreschi scorci parigini da lui scoperti.
Fu interrotto dal romano, il quale pareva avesse trovato una ragazza seria dopo tutte quelle storielle da una notte
Ralf tentava di mascherare la sua percepibile agitazione; quella sera avrebbe dovuto presentare Henriette ai suoi genitori e già per i suoi compagni non era stato facile accettare stesse con lei siccome non discendeva da famiglie nobili.
Al proprio turno Andrew non ricorse a troppi giri di parole: "E se formassimo una band?"
Provarci non sarebbe costato loro nulla.
"Sono le persone che nessuno immagina possano fare certe cose, a fare cose che nessuno può immaginare".
Era il mantra dei Liberty; nei lontani anni novanta i critici si divertivano a scommettere sulla brevità della loro carriera e, nonostante gli anni d'attività fossero quasi venti, a vederli non sembravano far parte della stessa band: gli innumerevoli tatuaggi e l'attitudine spinosa di Liam contrastavano con l'aria serafica e soave di Dan, a sua volta fisicamente opposto agli indomabili riccioli corvini di Gad Thomas, la cui serietà si fronteggiava con la goffaggine di Jed.
In diverse interviste e video emergevano un'alchimia ed uno spirito di gruppo sia nei battibecchi che nei complimenti reciproci che i quattro uomini solevano scambiarsi.
E poi c'erano numerosi frangenti di momenti dietro le quinte o in giro per il mondo che facevano sentire lo spettatore coinvolto: dall'abbraccio di gruppo rituale prima di ogni performance dal vivo alle più insignificanti foto stupide scattate in aeroporto nei momenti di noia.
Dunque, se ce l'avevano fatta loro, una chance per i bladers europei non era da escludere.
Gianni si ribaltò dal lettino; Olivier ed il tedesco lo guardarono come se avesse appena pronunciato un'atrocità.
Il suo migliore amico storse il naso aquilino: "Mi è sufficiente essere fidanzato con una componente"
"Il cui gruppo basta e avanza" Proseguì Olivier.
"Conosco metodi più semplici per attirare l'attenzione delle ragazze!" Concluse in bellezza il biondo.
In parte si aspettava quelle risposte, ma preferì non accennare loro i suoi nuovi interessi e l'ultimo sogno fatto.
Conoscendoli avrebbero potuto tirare fuori l'argomento in presenza di camerieri impiccioni o, peggio ancora, Sir Stuart e Lady Elizabeth.
In particolare Gianni ed Olivier gli erano sempre parsi poco affidabili, nonostante avessero provato ad avvertirlo all'ultimo durante il secondo match contro Kai.
Con Ralf invece correva il rischio di vedere il suo segreto rivelato dall'amico convinto di agire "Per il suo bene"; non perché il capitano della squadra fosse pettegolo, ma per il contenuto talvolta esplicito di alcuni testi dei Liberty.
Liam non si faceva problemi a parlare di demoni interiori, depressione ed istinti suicidi che aveva vissuto in prima persona.
   
 
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