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Autore: 22Mavi    12/11/2016    6 recensioni
{AU ° fantasy} Per quanto tempo era stato segregato nell'oscurità? Si ritrovò a pensare che probabilmente lo era da sempre.Lui ci era nato nel buio.Sul suo paese invece, Konoha, regnava la luce. Eppure dietro quell'accecante luminosità, si nascondevano animi oscuri. Sasuke sapeva di essere uno di loro, ma era consapevole anche di non essere l'unico.
Lui però non era una semplice ombra, no, lui era il buio che era sceso sull'intero reame.Lui era l'oscurità della follia di chi ha smarrito ogni strada, il cui passato è una disperata menzogna.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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L'OMBRA DI KONOHA
           

Capitolo 12



Il linguaggio esercita un potere occulto,
come la luna sulle maree
Rita Mae Brown





Si raggirava inquieto nella sua stanza e, fugace, lanciava di tanto in tanto sguardi fuori il balcone spalancato, come se potesse rivederla lì dove soleva passeggiare.
Quanto tempo era passato dalla sua partenza?
Minuti? Ore? Giorni? 
Sasuke aveva completamente perso la cognizione del tempo, ugualmente era accaduto un anno prima, quando era imprigionato nelle segrete del castello. 
Ma se all'epoca poteva giustificare il suo disorientamento alla mancanza di finestre, ora, invece, era del tutto interiorizzata quella sensazione di impotenza e dissociazione;
quindi come spiegarla?
L'aver perso Sakura lo aveva portato a un tale stadio dissociativo? 
Non lo sapeva, ma di una cosa era certo : Tale era la confusione da impedirgli addirittura la corretta elaborazione della realtà, di quello che doveva fare. 

Una voce nella sua testa ripeteva che era tutto perfetto ora che aveva perso - di nuovo- la sua unica fonte di luce,
e che era quello il momento adatto per schiacciare tutti nel più silenzioso ed atroce dei modi. 
Ma un' altra voce, meno vigorosa ma ugualmente limpida nella sua testa, gli diceva che non poteva, non doveva lasciarla andare. 
Sasuke odiava quel flusso di pensieri opposti e  sarebbe stato così facile assecondare la prima voce... così da zittire una volta e per tutte l'altra -decisamente più fastidiosa -
Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a tenere a freno la sua mente che, liberandosi come un cavallo indomato, correva in qualsiasi direzione, cercando una qualunque soluzione che garantisse il ritorno di Sakura. 

Ben presto quindi, agli occhi di Sasuke, una sola divenne la via per assecondare quella seconda voce, quel volere che si ribellava alla sua ragione.
Avrebbe ucciso Gaara del Deserto. 

Certo, questo piano aveva un grandissimo difetto, ne era consapevole.
Tale difetto non nasceva dal compiere un omicidio- per Sasuke infatti la vita del Re di Suna valeva nulla in confronto al suo futuro con Sakura- 
né tanto meno perché macchiandosi del sangue di Gaara sarebbe andato inevitabilmente contro i valori della Principessa Uzumaki. 
No, non erano quelli i punti deboli del suo programma.
Piuttosto l'assassinio di Gaara della Sabbia avrebbe comportato irrimediabilmente alla rinuncia della sua vendetta.
Una volta scappato da Konoha, avrebbe raggiunto in anonimato Suna, Sakura lo avrebbe protetto nascondendolo nel castello e lui al momento giusto, nel cuore della notte, avrebbe compiuto l'omicidio,
poi sarebbero fuggiti. Sembrava essere tutto perfetto...ma dopo? 
Dopo non ci sarebbe stato alcun perdono, ovviamente, dunque sarebbero stati costretti a fuggire lontano, oltre i confini del mondo, dove non li avrebbero mai trovati, e lui avrebbe abbandonato una volta e per tutte i suoi sogni di vendetta e gloria. Ma ammesso che sarebbe riuscito ad accantonare il suo "regolamento dei conti", Sakura lo avrebbe perdonato per quell'ennesima atrocità compiuta ai danni del Re di Suna?
In cuor suo Sasuke sperava che col tempo ci sarebbe riuscita, lui avrebbe rinunciato alla sua spietata e prelibata rivincita per lei, e lei avrebbe rinunciato ai suoi stupidi e sentimentali princìpi per lui. 
E quindi, per un secondo, l'immaginazione di Sasuke, sbrigliata dai freni della critica e della "ragione", costruì una  fantasticheria paradossale, costruì una vita fatta solo di loro due, senza ombre, lutti, bugie. 
E con dolore, gli apparve più desiderabile della vendetta e del potere.

 

Ma all'improvviso 
il freddo invase le mura dell'appartamento reale ,  come un dente gelato si conficcò nella carne di Sasuke, e svegliandolo da quella patetica illusione, rabbrividì visibilmente.
Le tende si mossero a contatto con il vento destando la sua attenzione, e un serpente dalle scaglie bianche comparve sul marmo lucido della sua camera. 
«Sasuke Uchiha» sibilò il rettile dagli occhi rossi.
Sasuke assottigliò lo sguardo fissando la creatura che lentamente si avvicinava.
 «Chi ti ha mandato?» chiese dubbioso. 
«Orochimaru è vivo, Principe Uchiha» disse strisciando verso i suoi piedi. 
Non celò la sorpresa nell'udire quella notizia. Era sicuro che fosse stato ucciso dal Lampo Giallo, almeno era quello che aveva ascoltato dalle guardie durante la sua prigionia. 
«Dove è ora?» 
«
In uno dei suoi nascondigli, riprendendosi dalle ferite inflitte da Minato Uzumaki» 
Sasuke si prese un attimo per riordinare le idee. Non di certo per l'emozione di saperlo vivo, l'Uchiha infatti odiava quell'uomo quasi quanto odiava la sua famiglia, ma diversamente da questi ultimi, 
Orochimaru lo aveva aiutato a concretizzare il suo sogno, allenandolo per anni e fornendogli una completa conoscenza delle arti Uchiha.
«Dunque, come agiremo?» chiese fissando la serpe albina
«Quando sarà completamente guarito, attaccherà prima Suna con il tuo esercito- che ti è ancora fedele Principe e attende solo nuove direttive- . Una volta conquistata la capitale del Regno della Sabbia marcierà verso Konoha e voi, mio signore, finalmente riuscirete ad impossessarvi di ciò che è vostro e vi spetta di diritto» sibilò salendo sulla sua gamba, Sasuke avvertì un brivido al contatto di quella pelle squamosa che si attorcigliava intorno al suo corpo. 
«
Quando la luna coprirà il sole, capirete che è giunto il momento : l'eclissi segnerà lo scenario della vostra vendetta. Orochimaru entrerà a Konoha e voi guiderete l'assalto finale, liberandovi finalmente di coloro che vi hanno ingannato»
Sasuke allungò il bracciò così da permettere al serpente di girarci intorno e raggiungere l'altezza del suo viso
«Porti liete novelle, fidato amico» disse avvicinandosi alla testa serpentina, sfoderando un sorriso glaciale e inquietante. 
Guardò fuori il balcone: 
La giornata era troppo limpida per i suoi gusti, doveva scendere la notte, portando il buio -la coperta- che lo avvolgeva per difenderlo dal freddo, da quel freddo che non era sulla pelle, ma nel cuore.
Sasuke amava la notte, che era gentile con le creature smarrite ed evitava di dare giudizi. 
La notte lo accettava perché lui l'accettava, perché Sasuke non le ricordava quanto essa fosse niente in confronto alla bellezza del giorno. 
Perché essa proteggeva la luna che rincorreva sempre la sua nemesi luminosa, il sole, senza mai riuscire a raggiungerlo. 
«Puoi dire al tuo padrone che sarò pronto» commentò lasciando andare via il serpente bianco e, con passi decisi, dopo aver indossato la divisa nobiliare, uscì dalle stanze.



Il pavimento color ocra era illuminato dalla luce che penetrava attraverso grandi arcate di pietra ornate da delicati drappeggi dorati. 
Il lungo mantello nero pece tracciava nell'aria linee invisibili e sinuose.
Una domestica vestita di stracci e intenta a lucidare il pavimento, non appena lo vide, si inchinò riverente, timorosa delle conseguenze che ne sarebbero seguite se non l'avesse fatto.
Su quel viso così freddo e calcolatore, sempre attento a non rivelare le sue brame, comparve un sorriso orgoglioso.
Percorse i corridoi velocemente finquando non arrivò difronte agli appartamenti di Minato,  le guardie gli rivolsero il saluto militare ma non gli liberarono la strada.
«Lasciatemi passare, devo parlare con il Re» le guardie di tutta risposta, serrarono le lance, incrociandole davanti alla porta delle stanze reali. 
«Principe, non abbiamo l'autorizzazione» l'Uchiha serrò le labbra cercando di mantenere la calma 
«Come, prego?» sibilò stringendo lo sguardo. Poi avvertì la mano possente di Naruto dietro il suo collo coperto dai capelli neri .
«Mio fratello vuole parlare con il Re e voi glielo negate? Non capite che evento raro sia!» disse sorridendogli.
Sasuke spostò la coda dell'occhio verso il suo profilo luminoso, trattenendo una smorfia di irritazione per quell'eccessivo entusiasmo che dimostrava.
«V-vogliate perdonarci Principe Naruto, noi no-non sapevamo se-»
«Stavate solo eseguendo gli ordini. Ora che il malinteso è stato chiarito, liberatemi la strada» li interruppe Sasuke, dissimulando l'odio.
Doveva dare una buona immagine di sè, da quel momento in poi tutti avrebbero dovuto credere alle sue buone intenzioni. 
Naruto fu il più colpito dalla sua risposta poco ostile e sorrise ancora di più -se possibile-.
Entrando negli appartamenti  si trovarono subito Minato davanti. 
«Naruto, Sasuke! Che piacere vedervi, insieme» Sasuke si voltò verso suo fratello che continuava a sorridere, e sbuffò leggermente ripetendosi di sopportare tutta quella messa in scena. 
«Minato, sono venuto da voi perché ho importanti notizie» il Re gli indicò una poltrona su cui accomodarsi, Sasuke accettò l'invito chinando leggermente il capo. 
«Dimmi, Sasuke» «Sono venuto a conoscenza di cose che vi riguardano da vicino, in particolare mi riferisco all'incolumità del vostro regno» 
«Cosa Sasuke?...dicci tutto» disse Naruto sporgendosi dalla sua sedia. 
«
Calma, Naruto. Come ben sapete sono cambiate parecchie-, come dire?... situazioni... in questi anni, e io non vi dirò niente se non avrò qualcosa in cambio»
Naruto si portò una mano tra i capelli biondi, rassegnato. 
«Cosa desideri in cambio delle tue informazioni, Sasuke?» chiese serio Minato.
«Cosa potrebbe volere, padre, se non il trono?» rispose Naruto con un mezzo sorriso . 
Perspicace, fratello, ma non è ancora il momento per questo, pensò Sasuke. 

«
Il trono non mi interessa più, Naruto. E' altro ciò che desidero» 
«Avanti allora, cosa brami Sasuke?» incalzò Minato. 
Sulle labbra dell'Uchiha comparve un sorriso mellifluo, incrociò le gambe l'una sull'altra con un rapido movimento elegante. 
«La mano di vostra figlia Sakura» 
L'espressione di Naruto fu esagerata come si aspettava: gli occhi azzurri sgranati, la bocca spalancata, le dita strette intorno ai braccioli rossi. 
Il Re invece lo aveva semplicemente fissato, quasi come se si aspettasse una richiesta del genere
«Ma...cosa dici Sasuke!? Sakura è nostra sorella! » Sasuke portò indietro la testa, esasperato «TUA sorella, Naruto!!» gridò.
«Siamo cresciuti insieme, avevi 17 anni quando abbiamo scoperto la verità, questo non vuol dire che Sakura non sia tua sorella!»
«
Idiota, Sakura non è mia sorella! Non ho alcun legame di sangue con lei, né con te, o con tutti voi! Forse, in passato, tu sei stato mio fratello, te lo concedo; ma ti assicuro Naruto, che lei per me non è mai stata una sorella» 
Lo sguardo di Naruto divenne ancora più incerto, non capiva o più probabilmente faceva finta di non capire. 
«Sakura è promessa sposa a Gaara della Sabbia, sai bene Sasuke che non posso annullare il loro fidanzamento» disse pacato Minato.
L'Uchiha continuò a sorridere e alzandosi dalla poltrona, iniziò a camminare in circolo per la stanza, con entrambe le mani strette dietro la schiena elegante. 
Completamente vestito di nero, Sasuke era una pantera che girava intorno alle sue prede.
«Ciò di cui sono a conoscenza, Minato, riguarda direttamente anche il Regno della Sabbia. La minaccia che incombe su di voi, incombe ugualmente anche su Suna.
Il Re Gaara sarà felice di accettare questa mia proposta, o anche se non lo sarà, dovrà accettarla per forza : Cosa penserà il popolo di Suna quando verrà a sapere che il loro Re ha sacrificato la loro incolumità per mantenersi stretta la futura mogliettina? Come si può definire Re, un essere che asseconda i propri capricci e non garantisce pace e serenità al regno? 
Da quello che so, Gaara della Sabbia è un uomo coscienzioso e un buon governatore, sono sicuro che saprà prendere la decisione giusta, d'altronde come ho già detto le mie informazioni valgono la salvezza della sua gente, sarebbe folle respingere la mia proposta. E, lo sappiamo, qui il ruolo del folle appartiene ad uno solo
» concluse con il sarcasmo che lo contraddistingueva.
Minato  osservò attentamente suo figlio mentre esponeva il suo ragionamento, più che logico. Non sapeva come agire, di una sola cosa era certo, i sentimenti che Sasuke provava per sua figlia erano sinceri, e quella, forse, sarebbe stata l'unica loro salvezza.
«Perché vuoi Sakura?» chiese improvvisamente dopo un lungo silenzio. Sasuke si bloccò guardandolo finalmente negli occhi azzurri 
«Avanti, padre, avete davvero bisogno di una risposta? Siete cieco fino a questo punto...» chiese con una nota di disprezzo. 
«Non odiavi gli Uzumaki? E chi o casa sarebbe questa "minaccia" che incombe su noi e su Suna?»  interruppe Naruto fissandolo. 
«Certo che vi odio! Ma sono disposto a mettere da parte il rancore, pur di averla con me!» alzò un po' la voce, facendosi portare eccessivamente dall'ardore. 
Ma in un attimo riassunse il controllo, regolarizzando il respirò già accelerato.
«Per quanto riguarda la seconda domanda, figlio di Minato, un vecchio nemico desidera tornare a farvi visita, un uomo che per la seconda volta avete creduto morto...»
«Orochimaru...» mormorò il Re con gli occhi lievemente preoccupati. 
Sasuke rimase in silenzio a fissarli, padre e figlio sembravano smarriti, confusi, e con l'ego che cresceva si rese conto che lui sarebbe divenuto per loro l'unico rimedio. 
Con vera tranquillità, dettata dalla sua superbia, e con finta accondiscendenza, dettata dal ruolo che doveva recitare, concluse il suo monologo.  
«Pensateci, mio Re. Convocate il Consiglio, se lo reputate necessario. Ma sarà tutto a vostro favore : proteggerete il vostro regno, garantirete la salvezza al Paese della Sabbia, e forse, rimedierete al danno inflitto alla mia famiglia. Un matrimonio tra un Uchiha e un' Uzumaki potrebbe rappresentare un passo decisivo verso la tanta agognata pace che reclamavate quando mi avete portato qui!» 
Scacco matto, pensò Sasuke chiudendo appena gli occhi, assaporando l'inizio della sua rivincita.
Passarono alcuni minuti, un tempo interminabile fatto di sguardi e silenzi, prima che Minato riaprisse bocca. 
«D'accordo, Sasuke. Oggi stesso convocherò il Consiglio, ci riferirai tutto quello che sei venuto a sapere e solo allora manderò un corvo a Suna, dove spiegherò dettagliatamente la situazione.» 
disse non lasciando i suoi occhi neri. 
«Saggia scelta, Minato» rispose abbandonando le stanze del re Uzumaki.


¤






Il clima di Suna era più caldo e afoso di quanto si immaginasse e quelle rare ore serali di frescura le accoglieva come una benedizione.
Il palazzo reale era decisamente notevole, e la corte relativamente ben predisposta verso la loro futura regina. 
Ma Sakura, in quei due giorni, non era assolutamente riuscita ad abituarsi a quella diversità di usanze, sapori, costumi. 
Probabilmente se il suo cuore fosse stato sereno non avrebbe trovato tante difficoltà, si sarebbe integrata perfettamente, allietandosi con il gusto dei vini speziati coni i bellissimi vestiti leggeri dai colori terra che le regalavano. Ma no, lei non riusciva ad accogliere quella sua nuova vita, sapeva che non vi era rimedio o soluzione, e che sarebbe stato meno straziante accettare una volta e per tutte il suo futuro, ma tutto dentro di lei era un grido avvilito di insoddisfazione ; e la morte, forse, sarebbe stata l'estrema pace che tanto desiderava.
O forse no, perché Sasuke sarebbe stato definitivamente avvolto dall' oscurità.

«Un paesaggio estremamente diverso da quello di Konoha...» la voce di Gaara la fece sobbalzare nel silenzio dell'immenso terrazzo del castello. Si girò verso di lui inchinandosi. 
«Sire» mormorò rialzandosi quando le fu al fianco. «Mi auguro che gli appartamenti siano di vostro gradimento, così come i vestiti che vi ho fatto confezionare» 
«Lo sono, maestà, grazie... vostra sorella è una preziosa compagnia e una fidata amica, è lei che mi ha mostrato come indossarli »
Rispose abbassando leggermente gli occhi quando notò lo sguardo di Gaara sul suo corpo poco coperto dalle stoffe di Suna.
La moda infatti era leggermente diversa da quella di Konoha, a causa dell'eccessivo caldo, la maggior parte degli abiti regali lasciva interamente scoperte la schiena e le braccia. 
«Siete una perfetta Sunaiana, e sono certo che sarete anche una splendida Regina» le disse serio 
«Vi ringrazio, maestà, mi auguro sopratutto di divenire un buon regnante, almeno la metà di quanto lo siete voi» rispose perdendosi nel paesaggio sabbioso fatto di immense dune. 

Era lievemente a disagio, non tanto per la presenza di Gaara, quanto piuttosto per la certezza che non sarebbe mai riuscita ad amarlo.
Ogni volta che lo avrebbe baciato, o peggio, sarebbe stata un' enorme menzogna, avrebbe recitato, per tutto il tempo, e la sua intera vita di lì a poco si sarebbe trasformata in una gloriosa messinscena. 
E sentiva di non meritarlo quel futuro, né tanto meno lo desiderava per il suo prossimo marito; 
Sakura e Gaara infatti  si conoscevano già  prima della promessa di fidanzamento, da piccoli avevano giocato insieme, da adolescenti avevano danzato ai ricevimenti e banchetti, lui e Naruto erano buoni amici,
come del resto lo erano lei e Temari, e i loro regni avevano combattuto insieme contro il Traditore. Ma con l'avvento della guerra, i lieti incontri e i festeggiamenti erano finiti e non si erano più visti per anni. 
Quello che lei ricordava come un principino silenzioso e isolato, ora era un Re rispettato e onorato. 
«Parlate già come una vera Regina di Suna» le disse posando la mano sulle sue dita serrate al davanzale. I loro occhi, dai colori tanto simili, si incontrarono nell'istante in cui le loro mani si sfiorarono, Sakura gli sorrise e quando lui ricambiò, capì rassegnata che non era l'unica a fingere. Entrambi non volevano quell'unione, entrambi avevano altro nel cuore.


Anni prima 

Attraversava ormai il bosco da giorni, ma non era ancora riuscito a trovarne l'uscita. 
Quella selva infatti sembrava infinita e, di notte, particolarmente pericolosa e sinistra. Gli alberi, talmente alti da creare un soffitto verde, circondavano totalmente il misero ruscello nel quale lo stallone si stava abbeverando, rendendo quasi nullo il  senso dell'orientamento di Sasuke. Ma non sapendo ancora dove andare e cosa fare della sua vita, a Sasuke l'idea di perdersi in quella foresta non gli sembrò così male infondo. D'improvviso il suo udito sviluppato colse un suono,  un rumore, forse cinghiali o cervi, che ben presto avrebbero riempito il suo stomaco.
Scattò sui piedi e prese una freccia dalla faretra allacciata alla schiena, pronto a centrare l'animale.
Ma quello che gli si parò davanti agli occhi non era un semplice animale. 
Un serpente giallo, molto più grande rispetto alla media, uscì dal cespuglio. Il cavallo nitrì, spaventato, ma Sasuke non si mosse, nè colpì il rettile. 
Fu quasi rapito da quel sinistro rettile e rimase immobile ad osservarlo strisciare, finquando, dalla stessa siepe, comparve un uomo.  

«
Ben fatto, Velenus, lo hai trovato» disse quello accarezzandogli il muso. 
«Chi sei?» chiese l'Uchiha puntandogli l'arco. L'uomo dai lunghissimi capelli neri, gli sorrise languido. 
Sasuke pensò di non aver mai visto niente di più inquietante : quell' essere dalla pelle particolarmente bianca, somigliava più alla creatura alla sua destra che a un comune umano. 
«Ti aspettavo da tanto tempo, Sasuke Uchiha» disse avanzando di un passo verso di lui. 
Quando sentì pronunciare il suo nome, il suo vero nome, la mano che tendeva l'arco vacillò per un secondo.
Come faceva a sapere il suo cognome? La notizia era già uscita da Konoha? Gli davano la caccia? 
Fu breve l'istante di panico, Sasuke balzò all'indietro e attivò lo Sharingan
«Se sai chi sono allora  non ti conviene sfidarmi, sciocco! » ringhiò. 
«Bene...riesci già ad attivare lo Sharingan a questa velocità! Per una volta le scritture dicono il vero.»
Sasuke lo guardò, smarrito. 
«Ti staccherò quella lingua una volta e per tutte, mi hai stancato» sibilò a denti stretti sguainando la spada.
«Non sono tuo nemico, Uchiha» disse alzando le mani in segno di resa. 
«
Perchè dovrei crederti?»
«Perché abbiamo un comune un obbiettivo...» Sasuke abbassò la lama prima pericolosamente vicina al losco individuo, e assottigliò lo sguardo. 
«Te lo chiederò per un'ultima volta. Chi sei?»
«Sono colui che ti aiuterà a realizzare la tua vendetta» 
«
Cosa ne sai della mia vedetta?» gli urlò in faccia spingendo nuovamente la lama sul suo collo bianco «Avanti, parla o giuro che ti uccido, mostro!» 
L'uomo chiuse per un secondo gli occhi gialli, poi riaprendoli lo guardò serio.
«Sono stato anche io un cavaliere della Foglia, Sasuke. Ero l' allievo prediletto di Hiruzen Serutobi, mi definivano "Leggenda"» 
Sasuke spalancò le orbite, non riuscendo a contenere lo stupore. «Come è possibile? Tu sei stato ucciso...» commentò, improvvisamente conscio di chi si trovasse difronte. 
L'uomo sorrise di nuovo 
«E tu fino a pochi giorni fa credevi di essere il figlio del Re Minato. Non tutto quello che si dice a Konoha rispecchia il vero, Uchiha» 
Sasuke scostò definitivamente la lama mantenendo lo sguardo sul volto dell'interlocutore 

«
Cosa vuoi da me, Orochimaru?» chiese sprezzante. 
«
Voglio essere il tuo maestro, insegnarti  le tecniche di combattimento appartenute agli Uchiha  e voglio renderti potente, il più potente che il mondo conosciuto abbia mai visto.» 
«Perché? E cosa ti fa pensare che accetterò?»
«
Perché io ho bisogno del tuo potenziale,  e tu hai bisogno di qualcuno che ti sappia insegnare ciò che è da sempre appartenuto ai tuoi avi.»
Sasuke rise, sarcastico.
« Ma per favore, credi che me la beva? Non ho tempo da perdere!» sbottò allontanandosi da lui.
«Dimmi Sasuke dove andrai ora? Credi che quello che chiamavi Padre non abbia già mandato un schiera di cavalieri a cercarti, per riportarti a "casa"? Cosa credi che succederà a Konoha quando si verrà a sapere che non sei un Uzumaki ma che sei l'ultimo degli Uchiha?
Il Consiglio manderà i suoi sicari ad ucciderti, tutti ti daranno la caccia, e credimi sono pochi quelli che non ti vogliono morto. Tu rappresenti l'ultimo sangue Uchiha, sanno quanto sei potente e quanto potresti divenire pericoloso. Credimi Sasuke, so come ti senti ora-
»
Il ragazzo si voltò di scatto, trattenuto dalle sue parole.
«No! Tu non sai niente! Io non sono come te!» urlò con frustrazione.
Sasuke conosceva il nome di Orochimaru, sapeva quanto forte e instabile quell'uomo fosse, Minato gli aveva detto che era stato cacciato da Konoha per dei macabri esperimenti che aveva condotto su altri cavalieri del regno, testava quali modifiche il corpo umano potesse sopportare e sfruttare, cercava quindi di allungarne il più possibile gli effetti,  al fine di raggiungere l'immortalità.
Era un uomo malvagio, corrotto e sadico.
«Sai quello che ti è stato detto, ma questo non vuol dire che tu conosca la verità sul mio conto. Credimi, Sasuke, i nostri obbiettivi sono comuni. Ti fornirò un esercito, insieme distruggeremo Konoha, cancelleremo la stirpe di Minato e avremo la nostra rivincita sul paese che non ci ha mai accettato, che ci ha umiliato e rinnegato per tutti questi anni. Con me non sarai costretto a nasconderti, non dovrai far finta di essere un Uzumaki. Sarai un Uchiha, il più forte che abbia calcato questa terra »
Sasuke rimase in silenzio fissandolo, incerto su cosa dire o fare.
Non si fidava di quell'uomo, ma aveva scelta? Era solo, senza alleati, e sopratutto senza la capacità di saper sfruttare ciò che era insito nel suo sangue.
Il resto ora poco importava, la storia che Minato gli aveva raccontato su Orochimauru poteva essere vera, come non, e lui non si sarebbe fatto sfuggire quell'occasione.
Avrebbe tratto vantaggio da  quel pazzoide che sembrava conoscere le tecniche della sua famiglia e poi, se necessario, lo avrebbe abbandonato, e se non glielo avrebbe concesso, allora lo avrebbe ucciso.
«Hai parlato di "scritture" cosa dicono? Perché parlano di me?» 
La "Leggenda" rise leggermente e i suoi occhi gialli si accesero.
«
Quante domande, Principe! Ma dovrai attendere prima di ricevere le risposte che cerchi...ogni cosa ha suo tempo. Ora  sei tu che devi darmi una risposta...dimmi, Sasuke, accetti la mia proposta?»




 
Angolo autrice :

Buonasera a tutti, siamo arrivati  ad un momento per me essenziale della storia.
Ovvero come Sasuke è riuscito a sopravvivere dopo la fuga da casa, come ha sviluppato le sue doti Uchiha,
e come ha avuto i mezzi per dichiarare guerra.
Tutto ciò è stato possibile solo grazie a Orochimaru!! -che personalmente adoro come personaggio-
Ho pensato ad Orochimaru quasi come ad un Palpatine per Anakin Skywalker, insomma un maestro, un manipolatore.
Che si serve della straordinaria forza del discepolo, alimentandolo con l'odio e il rancore che già nutre verso Konoha.
Che altro dire, da questo capitolo si inizia a capire chela persuasione è diventata una caratteristica anche
dell'Uchiha, il quale ha in mente un piano davvero machiavellico.
-ecco giustificata la frase ad inizio capitolo-
Bhè spero che la storia continui a piacervi, un bacione forte e ancora un grazie infinite a chi mi sta sostenendo!

22M
.
P.S Dato lo scarso tempo che ho oggi, domani risponderò a tutte le recensioni lasciate lo scorso capitolo- grazie ragazze!-
 (-AmeLilly_ , Hanasaku, Vivyx, kry333, ValeUchiha) <3



 
  
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