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Autore: laolga    15/05/2009    6 recensioni
Ed ecco a voi un'altra ff! È una storia d'amore, un intreccio di segreti, bugie, amiche false, amori impossibili... un casino, insomma. Ma non crediate che si tratti di una storiella qualsiasi, copiata dai soliti libri -Twilight, per esempio... quanti di voi si ritrovano a leggere fic uguali a questa serie ma con nomi diversi, magari? O altri libri come Harry Potter? Quanti di voi, eh? La vecchiettina là in fondo ha alzato la mano... quindi, una persona... anche quel biondino lì... e siamo a due... poi quel tizio lì col riporto... e tre...su su non vergognatevi, alzatele manine, su!- Ehm, dicevo, non è una storiella qualsiasi, no! Perciò leggetela senza farvi pregiudizi negativi premettendo che ci ho messo il cuore, in questa ff, davvero. Vi chiedo solo di provare. Grazie.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sera seguente, a partire dalle ore 19.15 circa

Ero stata male tutto il giorno, obbligata dai miei genitori ad andare a scuola, dove tra l'altro mi ero anche addormentata, e avevo sofferto i postumi di quella nottataccia con lo sgradevole chiacchiericcio di Cri, eccitatissima per la festa della sera. Io, invece, attendevo quella festa per rivedere Tom, per sapere se c'entrava veramente qualcosa con il mostro di quella notte, se era lui, cosa fosse e tante altre domande irrefrenabili che percorrevano la mia mente contorta.

In sintesi, ero eccitatissima per la serata, e correvo da una stanza all'altra della casa per vedermi riflessa ad ogni specchio, cambiando trenta magliette, quaranta pantaloni o gonne e un paio infinito di scarpe.

In poco tempo fui pronta, scelsi una borsetta adatta e mi sedetti sul divano, in attesa che Cri suonasse al citofono, un'attesa molto più febbrile ed ansiosa del dovuto, che si celava sotto una maschera di trucco ed eleganza.

Sospirai: mancavano quindici minuti alle nove e Cri non azzardava a farsi vedere: come sempre era in ritardo.

Quasi quasi andavo da sola... non doveva essere così lontano se Cri ci poteva arrivare a piedi.

Sì, ma dove abitava Cri??

Tanto valeva aspettare ancora un po'.

Passarono dieci minuti.

Passarono altri sette minuti.

Sbuffai, stufa, e m'alzai. Corsi in bagno per controllare che il trucco non si fosse sbavato e con orrore notai che sulle mie palpebre vi erano sbavature oscene di mascara.

Cominciai immediatamente a togliermi tutto il trucco, temendo che togliendone solo in parte avrei sbavato il resto, e, attraversata da una fretta improvvisa, mi lavai la faccia con tanto di sapone, sfregandomela per bene.

Proprio allora, dopo tanti minuti di ritardo, udii il trillo insopportabile del citofono e, grondante di acqua e schiuma risposi, con voce roca ed ansimante (uno schifo, in sintesi^^):- Scendo subito! -, poi lasciai la cornetta a penzoloni, attaccata al filo plasticoso a coda di porco del citofono.

Mi sciacquai la faccia e mi asciugai con un asciugamano, spensi tutte le luci che nel mio cammino avevo lasciato accese e mi precipitai fuori di casa, chiudendo malamente il portone e scivolando più volte per le scale.

Fuori l'aria gelida della sera stuzzicò le mie gambe nude, e mi accolse Cri, che mi prese immediatamente a braccetto e senza neppure avermi guardata si complimentava per il mio vestito (maglietta e mini di jeans), del mio profumo (deodorante dove...eccezionale veramente^^), e come suo solito blaterava di cose insensate ed inutili sul suo super-ragazzetto-fico della festa.

Ma come ascoltarla, se la mia mente già vagava per altre spoglie che mai e poi mai si sarebbero abbassate a tali chiacchiere, ben più inutili di pensieri d'amore, dubbi ed incomprensibili amarezze che ribollivano in me?

Oh, che frase altisonante! Comunque, per farla breve, perché sarete tutti incollati al vostro pc, sbavando e bagnando tutta la tastiera di bava in attesa di sapere cosa accadrà a questa maledetta festa (se-se), vi comunicherò che io e Cri c'incamminammo fra isolate viuzze, mi massacrai i piedi doloranti nelle scarpe troppo strette, e giungemmo ad una villetta assai graziosa, attorniata da folti abeti profumati.

Ehm, no, scusate, ci stava bene ma non era così : era un casone megagalattico che incuteva timore a chiunque avesse il coraggio di guardarlo: era un mostro, dipinto di bianco con decorazioni più scure, finestroni oscurati che occupavano tutta una parete, una scalinata di marmo per entrare, un portone nero e profondo e tutt'attorno un giardino con prato inglese e querce possenti.

Io e Cri rimanemmo qualche minuto pietrificate di fronte a quell'edificio, indecise se scappare, svenire o metterci ad urlare, poi, facendoci forza l'un l'altra, entrammo, superammo la scalinata e suonammo al citofono sul fianco sinistro del portone.

Champions, facevano di cognome i proprietari del mostro.

Ci rassettammo i vestiti, in attesa di poter entrare, e in quel breve spazio di tempo Cri si accorse con delusione che non mi ero truccata, e fece per farmi una lunghissima ramanzina ma il portone, finalmente, si aprì.

Un ragazzino dall'aspetto già noto, un visetto dolce e i capelli biondi, ci sorrise e senza aprir bocca s'infilò tra me e Cri, passando ad entrambe un braccio attorno alle spalle e facendoci entrare, lasciando che a chiudere la porta fosse un altro tipetto, probabilmente un suo amico.

E così, ahimè, feci il mio ingresso alla festa.

Una volta dentro una coltre assordante e impenetrabile di rumore mi colpì con violenza, e, inconsapevolmente, incominciai a tremare: dopotutto questa era la prima festa di questo genere alla quale partecipavo.

Il ragazzino ci presentò a qualcuno, che ovviamente non capii chi fosse, e mi soffiò qualche frase in un orecchio, anche se io, terrorizzata da tutto ciò che mi attorniava, non sentii nulla.

C'era tanta, tantissima, troppa gente, tutti uno ammassato sull'altro, che si muovevano con mosse indistinte, casuali, caotiche... e poi tutte quelle luci!

Colorate, bianche, nere (sì sì, nere, ve lo giuro!), di ogni tipo che ti trapassavano la pupilla e ti frullavano il cervello.

Wow: stupendo, magnifico.

Incominciammo, se così si può definire quello stupido e goffo spingersi l'uno contro l'altro, a ballare, senza che potessi richiamare a me né sonoramente, né prensilmente Cri, persa in quell'oceano di persone.

Intanto sovrastava di fronte a me quel ragazzino, che, tutto sudato, aveva l'aria di divertirsi un mondo.

Sorridevo timidamente e cercavo di seguire il ritmo in tutto quel rumore, ma dentro me stessa mi auguravo che quest'ora di pura tortura finisse in fretta, ansiosa del seguito.

Il tizio mi urlò qualcosa, che non capii, me le ripeté, e io dai suo labiale intuii che mi intimava ad andare a prendere qualcosa da bere.

Acconsentii, stringendo la mano bagnata che mi porgeva, e lasciando che mi conducesse in un altro salottino più calmo (insomma) dove un tavolone immenso ospitava tantissimi bicchieri eleganti e sottili e bottiglie scure.

Ohi-ohi, quanti alcolici...

Il tizio si versò del liquido nerastro con riflessi bordeaux nel bicchiere ed io lo copiai, non sapendo cos'altro fare, ma solo quando portai il bicchiere alle labbra sentii il suo gusto dolciastro, un po' appiccicoso, che mi stordì in buona parte.

Lui mi sorrise, e cominciò a dirmi che questa festa l'aveva fatta per il suo diciottesimo compleanno, ma che nessuno sapeva che fosse lui il festeggiato, per cui nessuno gli aveva fatto un regalo, ma si stava divertendo molto lo stesso, perché i regali non son mica tutto, e che non mi aveva mai vista, mi chiedeva se ero un'amica di Cri...

Incredibile ma vero: ascoltai ogni sua parola!

Comunque ci capii ben poco, continuando a sorseggiare quel liquido appiccicoso, a sorridere e ad annuire, cercando di essere convincente.

-Ma mi sa che ora sei veramente stanca...e anche un po' sbronza, no?-mi chiese, facendomi l'occhiolino.

Esibii uno dei miei migliori sorrisetti maliziosi, senza neppure accorgermene, mi ressi alle sue spalle per non crollare svenuta ai suoi piedi.

Non ricordavo bene cosa, ma ero certa che c'era un dopo, che succedeva qualcosa di fantastico, e che dovevo solo resistere, e raggiungere quel dopo.

-Beh, se vuoi la mia camera da letto è di sopra... ti ci accompagno? Sembri proprio mal messa.- m'invitò il tizio.

-Camera tua?-farfugliai, cercando di non perdere i sensi.

-Sì... e se vuoi, ci possiamo divertire.-aggiunse lui.

Non vedevo più il suo volto, troppo vicino al mio, ma intuii che stava sorridendo.

-Mmmm...- mugugnai.

-Sì, dai, vieni!-

-...non capisco, incamera tua?-

-Certo, poi torni dalla tua amichetta, tranquilla, è una cosetta da nulla.-

Mi aggrappai con più forza a quel corpo che mi reggeva, cercando di far funzionare quel mio cervello tanto rintontito da non ubbidire più ai miei confusi e nervosi comandi.

-Se non vuoi salire le scale non c'è problema: abbiamo anche un ascensore...-

No... cosa cacchio me ne fregava dell'ascensore?

Stavo male, perdinci e anche tanto!

E dovevo trovare Cri, ecco cosa dovevo fare...

Cri...Cri, perché mi aveva lasciata da sola? Non era follemente innamorata di 'sto tizio?

Perché non lo aveva fermato? Perché non mi aveva avvisata??

O forse che non se ne fosse neppure resa conto, in tutta quella confusione?

Strano...

Ma più pensavo e più mi si confondevano le idee, più mi concentravo più sentivo il sonno impossessarsi di me, ed ogni passo era come una sofferenza, ogni movimento come un uno sforzo enorme.

Sentii le braccia del tizio sollevarmi da terra, portarmi da qualche parte fuori da quella saletta piena di alcolici, forse prendere un ascensore, o forse no, me lo stavo semplicemente sognando, arrivare davanti ad una porta, aprirla con un calcio ed entrare.

Quando il ragazzo mi lasciò sdraiare sul suo letto, in un attimo, capii cosa dovevo fare: era semplice, dovevo solo dirgli di no e sperare che mi ascoltasse.

Ma per quanto volessi riuscirci le labbra non rispondevano ai miei comandi, e neppure il mio cervello sapeva più come comportarsi.

Permisi al tizio di conquistarsi uno spazietto al mio fianco in quel letto immenso, senza trovare la forza per scacciarlo, lasciando addirittura che una mano invadente accarezzasse il mio volto pallido, teso, stanco, le palpebre semichiuse, fisse in un punto vago dell'enorme e sovrastante finestra che occupava un'intera parete.

Lo sentii, con le sue manacce avide e viscide, muoversi al mio fianco, e in un attimo sovrastarmi con il suo volto quasi infantile, i riccioli biondi spettinati sulla nuca e una smorfia ridicola sulle labbra.

Labbra che facilmente trovarono le mie, cogliendomi di sorpresa, spaventandomi, innervosendomi.

Voltai di scatto la testa, interrompendo quel bacio non corrisposto, lasciandolo per un attimo vibrare nell'aria ed esplodere in un sospiro addolorato.

Fissavo ancora la finestra, e il corpo che mi schiacciava contro il materasso giaceva immobile, fissandomi con sguardo interrogativo, che mi pizzicava il capo volto ben da altre parti, concentrata sull'oscurità del giardino oltre il vetro lucido e trasparente.

E in quell'oscurità lo vidi: appoggiato ad un albero, una quercia spoglia, il cappello nero gli copriva gli occhi, e il mantello dello stesso colore gli svolazzava sulle spalle, che fissava proprio questa finestra, proprio di questa stanza: fissava me.

Thomas mi stava guardando.

Thomas mi avevo visto con un altro...

No.

No!

-NO!!-gridai, all'improvviso, lacerando il silenzio vitreo che si era spalmato su di me.

Il corpo che mi sovrastava sussultò, ma non fece in tempo a scostarsi che si beccò un ceffone in volto.

Mi alzai, scuotendomi di dosso l'inaffidabile quasi-tipo di Cri, e mi alzai di botto, stupendomi della mia improvvisa agilità.

Mi avvicinai alla finestra, cauta, ed appoggiai un palmo tremante sul vetro ghiacciato, respirando sulla superficie dura e scivolosa.

Lui c'era ancora, mi fissava, eppure aveva cambiato posizione, si era spostato più in là, lasciando che un raggio argentato di luna lo illuminasse completamente.

Sì, sì, t'ho visto...non mi ero dimenticata di te mi ero solo...messa nei guai”mi dissi, sorridendo a quella figura lontana.

-Cosa cazzo fai? Che ti prende? C'è qualcosa che non va? Sono io? Se è colpa mia...scusami, io..non volevo...-

Udii flebile la voce del quasi-tizio di Cri, spaventato a morte, le mani fra i capelli e lo sguardo confuso.

Mi voltai, fissando negli occhi il biondino, ma non trovai parole adatte per descrivergli la mia situazione attuale, i miei sentimenti, i miei programmi...

-Ciao.-, mormorai.

Poi mi avviai verso la porta, uscii, la sbattei alle mie spalle e mi precipitai per le scale, ignorando i fiumi di parole che scorrevano alle mie spalle, i passi che mi seguivano saltellando per le scale, correndo nell'atrio, e finalmente fermandosi quando superai anche l'ultima, megagalattica, tenebrosa porta che mi separava dall'esterno.

Uscii.

L'oscurità della notte mi coprì gli occhi, avvolgendomi nel suo fresco e nero mantello, tesi le orecchie, e udii il gracchiare di cornacchie... nell'aria vi era un odore fortissimo di sigari, simili a quelli di mio padre.

Sorridevo, ero felice, troppo felice: volevo trovare Thomas, spiegargli tutto e, perché no, dirgli quanto lo amavo, quanto aspettavo questo momento, quest'occasione fantastica... e, sì, mi avrebbe capita, sì, mi avrebbe amata, e tutto sarebbe stato assolutamente fantastico, stupendo, magnifico...

Un colpo secco di tosse interruppe i miei trepidanti ragionamenti, e ancora prima di voltarmi sapevo chi ci fosse alle mie spalle.

-Toom?- mi voltai, esultante, e senza aspettare alcuna risposta né alcun segno, mi buttai sulle sue spalle e sul suo collo, abbracciandolo con una forza che non credevo di possedere.

Ridacchiai nervosamente, spaventata dal mio stesso gesto, e strinsi con forza quel corpo che odorava di sigaro appena fumato, legna arsa ed erba appena tagliata...

Ok, può non sembrare un accostamento favoloso ma vi giuro su di me, su di tutti voi e tutti i vostri conoscenti che lo era, eccome!

Passarono pochi secondi, nei quali mi cullai sulle punte di piedi tremanti, finché mi resi conto che quel corpo tanto profumato, tanto adorato, rimaneva impassibilmente rigido, rifiutandosi di accogliere il mio frenetico entusiasmo.

Mi scostai immediatamente, sentendomi terribilmente sciocca, orribilmente invadente e fuori posto.

Che mi era preso, dannazione?

Alzai lo sguardo fino ad incontrare gli occhi i suoi occhi azzurri, quasi violacei, e un lampo dejavù mi perforò il cranio dolente, ricordandomi il momento, tanto simile e lontano in cui, casualmente, i nostri occhi si erano incontrati nel bus, quello splendido lunedì mattino... la prima volta che ci eravamo incontrati.

Ora, però, il suo volto era segnato da una serietà che non conoscevo, uno sguardo di rimprovero che bastava per cento, ma no, che dico, mille e milioni, fiumi di parole, che correva dritto al cuore e scavava un profondissimo solco, probabilmente infinito, che poteva risucchiare tutta l'allegria possibile di chi lo osservava.

Cioè la mia.

-Tom?- la mia voce risuonò indecisa, infantile, e mi pentii all'istante di aver aperto bocca.

Ma a me non bastava uno sguardo per spiegare tutto.

Thomas non si mosse, limitandosi a guardarmi con occhi impenetrabili.

-Tom? Scusa... ti devo delle spiegazioni, lo so, ma è che quel tipetto biondo (mica lo conoscevo) era un po' sbronzo, matto furioso e forse anche un po' maniaco, e Cri mi aveva lasciata da sola... io che potevo farci? Ma appena ti ho visto, te ne sei accorto?, sono scesa per incontrarti! Non era mia intenzione distruggere così il nostro primo vero appuntamento...e tutta colpa di Cri...-

Ormai le mie parole erano un soffio impercettibile tra labbra secche, inutili e lagnose parole fastidiose, senza né capo né coda, ma, pensateci, come vi sareste comportati voi al mio posto??

Tom deglutì rumorosamente e scollò i suoi occhi dai miei, bagnati da lacrime colpevoli, poi, corrucciando le sopracciglia, disse:-Sei solamente e totalmente sbronza, Vera.-

Inghiottii un singhiozzo lacerante, e, mordendomi un labbro, annuii.

******************************************************************************** Ecco la seconda parte di questo teeeribilissimo capitolo quarto!!!

Ihih, scusate, sono solo completamente incazzata con Vera perché ha ceduto così facilmente alla durezza di Thomas...

Beh, no, nulla di importante, insomma.

Comunque, ho scelto di interrompere il capitolo qui (punto crucialissimo, direte voi...vero? XD) perchè d'ora in avanti sarà sempre ed esclusivamente un punto crucialissimo, quindi, essendo anche mooolto in ritardo con gli aggiornamenti, mi son decisa per questa infinita delusione di finale.

Ok ok, ora basta cacchiate, passiamo ai ringraziamenti!

Recensione di amimy, luisina, MikaName, Kanako91, ForgottenSnow, PAMPAM, il ben ritornato Greg90_h, Regina Oscura, e tutti coloro che hanno messo la ff fra le preferite o seguite!

   
 
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