Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Mardy Paranoica    13/11/2016    2 recensioni
Questa storia partecipa alla sfida "Una Sfida, diversi autori" del gruppo di Facebook "EFP Famiglia: recensioni, consigli e discussioni."
Del gruppo 9,11,15.

Mario e Marco sono fortunati; hanno trovato l'amore, la fortuna e guadagnano facendo quello che amano di più: giocano a calcio.
Lo ying e lo yang, così simili ma cosi tremendamente diversi.
Marco l'ha capito quanto è stato baciato dalla dea bendata e dalla vita non chiede niente se non lo shampoo alla camomilla per schiarire ancora di più i suoi capelli già color del grano ma Mario non riesce a vedere quello che già ha, è sempre alla ricerca di qualcosa di più e la sua ambizione lo rende, a volte, incredibilmente cieco.
(In principio la storia non prevedeva un proseguio ma dopo svariati mesi e un valore emotivo immenso per me ho pubblicato un secondo capitolo, l'ultimo, perché tutti abbiamo bisogno di un piccolo barlume di lieto fine nella nostra vita)
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

In principio questa os, appunto, non aveva previsto un continuo ma da qualche mese avevo questo "barlume di lietofine" sul mio drive e oggi ho deciso di postarlo perché in fondo a tutti piace pensare che il destino esista e che ogni tanto ci dia delle seconde opportunità. 
Sulle note di "Coming Home". 
Mardy  

 

 

 


C'era una cosa che aveva realizzato da quando era partito.
Anzi, da prima. 
Tutto era cominciato quando aveva visto la faccia di Marco, il momento dopo l'annuncio: una maschera di delusione, sconforto, rabbia, tristezza e dolore. 
Da allora niente era stato più lo stesso, nemmeno i progetti che aveva una volta arrivato a Monaco, nemmeno più realizzare i suoi sogni – visto che i suoi sogni non erano più gli stessi. 
Sognava di diventare un campione, sognava una squadra di titani, sognava anche di essere allenato dal rinomatissimo catalano - a dirla tutta - e sognava come un normale ventunenne qualsiasi di andare via dalla città in cui era cresciuto per vedere nuovi posti e nuove persone. 
Aveva sognato tanto, Mario, senza fare caso alle cose reali, senza rendersi conto di aver ferito una città, una squadra e la persona più speciale che aveva nella sua vita. 
Era stato troppo giovane e troppo stupido per realizzare che oltre i soldi e la fama ci poteva essere dell'altro. 
C'era l'amore, l'affetto, la sua casa. 

Marco.

Da quando aveva messo piede per la prima volta a Monaco aveva desiderato poter tornare indietro al momento della firma e dire "No, resto a casa". Dallo stesso istante in cui l'aereo su cui volava era atterrato e lui doveva dirigersi verso la sede del Bayern. 
L'aveva quasi presa sul personale senza sapere con chi essere arrabbiato e aveva presenziato la sua presentazione con una maglia della diretta concorrenza degli sponsor ed era partito tutto col piede sbagliato.
Voleva, inconsciamente, rovinare tutto e farsi rimandare a casa come quando si finge di star male per tornare da scuola ma quella non era la scuola e ne, tantomeno, sarebbe riuscito in qualche modo a tornare a casa. 
E poi pensava a Marco, a come si erano lasciati e che gli aveva giurato di non volerlo vedere mai più ma ogni volta che chiudeva gli occhi, steso sul suo letto del lussuoso appartamento bavarese, sentiva le lacrime salirgli fino alle palpebre e gli costava un'immensa fatica tirargli indietro sentendo ancora il profumo dell'altro sulla pelle. 
Poi alcune cose sono cambiate, il tempo ha sanato delle ferite e ne ha aperte altre e più giorni scorrevano a Monaco più quello non era il posto dove voleva essere. 
Era una grande squadra ma non era la sua squadra. 
Era una bella città ma non era la sua città.
C'era tantissima gente ma non era la sua gente. 
Amici, compagni di squadra, conoscenti eppure nessuno che volesse davvero vicino.
Tanti infortuni, tantissime esclusioni, delusioni, perdita della forma fisica, perdita di valore, un'unica gioia in quel goal nel mondiale e poi altre stagioni di sconforto e la voglia di mollare tutto e chiedere la cessione. 
Cambiare nazione, squadra, persone, intollerante di tutto quello che lo circondava. Anche la sua povera fidanzata era diventata una parte ingombrante del fardello che lo circondava finché dopo tre anni e oltre mille giorni lontano da casa il destino ha voluto concedergli una seconda possibilità. 
Nella vita tutti sbagliano, non esiste persona che non si penta di qualcosa o di una scelta: tutti gli esseri in grado di pensare commettono degli errori e gli errori possono essere di due tipi ovvero imperdonabili o perdonabili. 
Il suo errore era abbastanza imperdonabile avendo tradito una curva e una tifoseria che lo aveva cresciuto e trattato come un gioiello e aveva tradito una persona che l'aveva messo prima di se stesso e che lo amava di più di chiunque avesse mai amato davvero ma credeva nel destino, Mario, e il destino gli aveva dato una seconda possibilità. 
Gli aveva concesso la chance di cambiare le carte in tavola e questa volta non l'avrebbe sprecata, avrebbe fatto di tutto per cambiare la scelta che ogni notte aveva sognato di non fare. 
E stava davvero tornando a casa, avrebbe voluto urlare al mondo che sì, lui stava tornando a casa!
Che la pioggia estiva avrebbe portato via le lacrime di tutti i giorni che aveva passato lontano e avrebbe lasciato uscire il sole ad asciugare la rugiada. 
E stava tornando, qualcuno lo aspettava e forse non era cambiato niente e forse era cambiato tutto ma stava tornando a casa. 
Non si era mai sentito così forte e invincibile, mai nel posto che lo aveva ospitato durante quei tre anni e tutti quei sogni e le sue speranze avevano di nuovo qualcosa di realistico. 
Niente più bugie, niente più menzogne: stava tornando nel luogo a cui apparteneva.
Ma una casa è una casa vera solamente quando c'é qualcuno ad aspettarti e forse qualcuno c'era ancora. Marco era impulsivo ma non stupido. 
Aveva pianto anche lui la sua mancanza, non si era riuscito a togliere dalla mente l'immagine di Mario nel suo letto e l'aria fresca di casa che entrava dalla finestra, non l'aveva voluta togliere e adesso Mario stava tornando a casa come se tutto quello fosse stato un brutto sogno. 
L'unica cosa che l'aveva fatto resistere a Monaco era stato l'inconsapevole pensiero che, nonostante fosse impensabile, un giorno sarebbe tornato a casa e sarebbe tornato da lui contro tutto e tutti. C'era qualcosa di più grande che dei semplici baci, delle carezze. L'amore fa quel che vuole e forse ci aveva messo lo zampino, anche questa volta. 
In tutte le volte che aveva visto la sua città natale in visita non era mai stata bella come se l'immaginava ora: troppe battaglie, troppe ferite, troppe stronzate, talmente tante da sembrare ora stupide e lontane. 
Magari era davvero nel posto giusto ora, aveva riavvolto il nastro della sua vita, era tornato indietro. 
Una seconda chance per essere una persona diversa, per essere migliore. 
E forse, in quell'istante, era davvero a casa. 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mardy Paranoica