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Autore: Fe_    13/11/2016    1 recensioni
Quanti momenti vengono persi, soffocati da qualcosa di più grandioso o semplicemente non raccontati, perché considerati troppo comuni?
Ogni piccola gioia, conquista, vittoria, affetto... sono momenti solitari che si consumano in fretta ma mai scordati da chi li ha vissuti.
Perché la felicità, per uno stato, molto spesso è un lusso.
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{Nyo, 2p, OC}
{AU, Missing e historical moments}

Informazioni più dettagliate all'interno.
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1- Gakuen!Hetalia- Sud Italia, Belgio
2- Storica- Romania
3- Slice of life- 2p!Nord Italia, 2p!Sud Italia
4- Storica- Ungheria, Erzsébet Bathory, Liechtenstein
5- Le leggende di Europa- Nyo!Austria, Nyo!Prussia
6- Gakuen!Hetalia- Liechtenstein x Seychelles, Svizzera
7- Halloween!Hetalia- Ètat Francais, Francia
Genere: Comico, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: 2p!Hetalia, Altri, Nuovo personaggio, Nyotalia
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Histoire- momenti di ordinario
Titolo del capitolo: Ne oubliez pas de moi
Personaggi: État Français {Bérénice V. Pétain}, Francia {Francis Bonnefoy}
Rating: Verde
Note: ah, nulla. Avevo detto che volevo usare un mio Oc e l'ho fatto.
Ma siccome mi ero pure ripromessa di scrivere qualcosa su halloween e il giorno dei morti, ecco questa ideuccia. Se non vi sono chiare alcune cose chiedete, perché nella mia testa ha tutto perfettamente senso, ma magari fuori, per voi, no.



Lei era lì. Non poteva vederla, con gli occhi chiusi, ma lo sapeva.
Halloween era sempre stato un momento delicato per le nazioni, la festa simbolo di occulto e morte risvegliava gli spettri peggiori a loro legati. Per quanto il francese cercasse di nasconderlo, lui non faceva eccezione.
Il momento di lei, poi, era l'alba e quando il sole aveva abbandonato le sue sfumature rosee per lasciar spazio al vero giorno lei tornava un triste ricordo.
-Francis... odiato sangue del mio sangue.- gli sussurò all'orecchio una voce fredda eppure morbida come petali di rosa.
Il suo cuore accellerò e dovette sforzarsi per non coprirsi infantilmente il viso con la coperta. Sarebbe stato inutile.
Socchiuse un'iride azzurra, e rivide una ciocca bionda, persino più chiara della sua, ed un luccichio violetto dei suoi occhi da pazza.
Francis rabbrividì.
-Sei tornata.- rispose semplicemente, e una figura polverosa prese a formarsi ai piedi del suo letto. Sembrava seduta, le mani elegantemente posate in grembo. Non c'era nemmeno una piega sulle lenzuola in cui stava e le gambe unite e leggermente piegate all'interno passavano attraverso l'intelaiatura. Non avrebbe potuto essere più incorporea di così, ma l'espressione di gelido, cortese odio che le increspava le labbra tinte era abbastanza concreto.
-Vengo a trovarti quando posso. Così si comporta una brava sorellina... e tu, vieni mai a portare fiori sulla mia tomba?- chiese. Le guance del francese persero ulteriore colore: no, non andava mai a visitare la sua tomba.
Era sepolta negli Champs Élysées, sotto il cemento dove passavo i turisti e le personalità importati, ma non lui.
I Campi Elisi, dove risposavano gli amati dagli dei. Dove riposava, ora e per sempre, la sua odiata sorella nata dal suo sangue.
-No, Bérénice. Io non vengo mai da te.-
La giovane scostò il capo, una ciocca morbida le sfuggì da dietro l'orecchio lasciando visibile il foro del proiettile che aveva sul lato della fronte.
Lì Francis le aveva sparato, condannando la portatrice di vittoria tedesca alla morte.
Eppure il suo viso era ancora bellissimo, con le labbra come petali, rosse come il sangue, e le guance pallide come il giorno che era caduta a Vichy, nella sua casa sempre calda tanto era vicina alle acque termali. Il fancese la guardò e sospirò.
-Perché torni ogni anno, Bérénice? Sei morta.-
-Preferiresti forse la tua eroina, quella che hai lasciato bruciare? O i re a cui hai lasciato tagliar la testa?- chiese, e il suo bel volto si contrasse in una grotesca espressione di rabbia. -Tu es un ingrat. Sei un ingrato.-
Sapeva che per ferirlo bastava nominare loro, e il francese in un moto di rabbia mosse la mano per colpirla.
La sua essenza era appena più solida della nebbia, altrettanto fredda e umida, e quando ritrasse l'arto sulla sua pelle c'erano centinaia di goccioline, come rugiada, ma color sangue.
La donna rise, e per un attimo i suoi lineamenti assunsero una posa affascinante. Avrebbe potuto usarla come soggetto per un quadro, se non avesse voluto cancellare tutti i segni della sua esistenza con eguale intensità-
-Perché torni ancora? Non abbiamo niente da dirci.- chiese un'ennesima volta. La sua sorpresa fu enorme quando Bérénice rispose.
-Non lo capisci? Sono una nazione. Come ogni nazione, a tenermi viva sono i ricordi... e l'unico che mi ricorda davvero sei tu.- disse con voce calma.
Se solo avesse potuto dimenticarla... dimenticare quei giorni, quella guerra, il francese sarebbe stato un uomo felice. O meglio, meno infelice.
-Allora al prossimo anno, sorella mia.- concluse alla stanza vuota.
Un raggio di sole illuminò il suo letto, dove il fantasma del fantoccio Stato Francese era solito sedersi.
La finestra si aprì, un lievissimo rivolo di vento portò una rosa secca e annerita, e Francis potè giurare di risentire il profumo dolciastro di Bérenice mentre un sussurro gli giungeva all'orecchio.
Ou revoir...


Angolo Autrice
Questa è in realtà stata scritta tra halloween e il giorno dei morti, ma sono pigra e non ho mai avuto voglia di copiarla da cartacea a digitale.
Fingiamo sia una cosa normale e non un semi-sclero ingarbugliato, così che possa dirvi che ho ripreso questa fanfiction con un po' di dignità.
Come sempre, se volete consigliarmi qualcosa- personaggio, tema, evento storico, coppia...- ditemelo senza problemi! Inserisco volentieri anche storie riguardanti i vostri Oc, se mi chiedete.



testo

Bérénice V. Pétain, État Français e Francis Bonnefoy, Francia
  
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