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Autore: shuste    16/05/2009    5 recensioni
Alice il giorno in cui si ritrova vampira...pensieri e paure e le ombre della sua mente...jasper e la sua storia...
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione, capitolo un po’ più esplicito … logico che una, se la notte non dorme e non combina nulla, da qualche parte dovrà pur buttarle le idee malate che si affacciano al suo cervello … eh eh!!

… ma, lasciando perdere particolari recenti piuttosto deprimenti della mia vita sentimentale, sono stata brava (concedetemelo), ho postato presto e sono qui per voi con Alice … leggete e spero non mi uccidiate per la fine del capitolo … promesso, vi aggiornerò presto!!

Come sempre grazie ai preferiti in continua crescita e alle recensioni fantastiche (inutile ripetere che accetto anche critiche costruttive e che le persone che mi scrivono sono semplicemente troppo!!!!! … pensavo di esser demolita e invece siete tutti tanto carini e mi sapete dare fiducia): prima o poi riuscirò a rispondere in modo ordinato a tutti, per ora perdonatemi e, mi raccomando, scrivetemi!! Un bacio gente e buonanotte … Stella

 

 

 

[…]

e il momento che confuta i proverbi, questo,

sibila un mondo nuovo, tra due fianchi

il movimento pieno, trovare

questo incredibile pieno,

e l’attore e l’atto e chi lo riceve

saranno sotto gli occhi: gioca

sogna con tutto il corpo

ora stai cominciando, e non ci sono più notizie,

non c’è memoria, ora spingi, lo sento,

ora premi, ora tu premi, ora

tu stai

venendo.

 

Milo De Angelis, Manovre per l’attimo

 

 

 

 

 

Sentii le sue mani salire lungo l’interno delle mie cosce.

Leggere.

Una carezza dolce e languida.

Le mie dita si allungarono verso il suo collo, intrecciandosi nei suoi capelli.

Le sue mi sfiorarono l’inguine.

Un brivido lungo la schiena, su fino alla nuca.

Il primo brivido di piacere della mia vita.

Avevo paura ma sapevo che tutto sarebbe stato perfetto, che Jasper era perfetto.

Avevo paura della prima volta che avrei fatto l’amore.

Scacciai la paura nei meandri più nascosti della mia coscienza, o Jasper avrebbe creduto che fosse stata causata da lui.

 

 

Osservai il suo corpo muscoloso, la fitta trama di ferite, mute testimoni del suo passato.

Un passato lontano da me, che nemmeno avevo una storia alle spalle.

Non avevo nulla.

Solo lui.

Avevo pregato silenziosa, nelle notti passate in viaggio, divinità misteriose cui nemmeno avrei saputo dare un nome.

Avevo pregato per me, perché lui potesse essere vero.

Avevo pregato che la speranza non mi abbandonasse.

Che fossi in grado di trovarlo.

Non credevo in nulla, eppure avevo pregato, fedele, ogni notte. Ad ogni passo del mio pellegrinaggio.

Non credevo in un dio. Non riuscivo nemmeno a credere in modo convinto in me stessa.

Ma qualcuno mi aveva ascoltata.

Aveva esaudito i miei desideri.

I sogni miei, le mie uniche volontà.

 

 

 

Mi aprì leggermente le gambe, ancora un poco e si infilò in mezzo.

Mi ritrovai schiacciata contro il materasso, col suo peso addosso.

La sua pelle bollente contro la mia.

Il suo sesso turgido premere su di me per entrare.

 

… immagini fugaci, intense, sfrecciavano nella mia testa …

 

Le sue labbra morbide e calde sui miei seni.

Di nuovo le labbra di Jasper, tormentate, appassionate, modellarsi alle mie.

… continuando a premere contro di me …

 

Si allontanò da me, fissandomi negli occhi.

Mi afferrò sotto le ginocchia, facendomi alzare un poco le gambe.

Mi guardò come la cosa più meravigliosa dell’universo, mentre mi sentivo solo la cosa più confusa.

Eccitato.

Incredulo.

Indeciso.

 

“… non avere paura, Alice …” mormorò.

Mi sciolsi, come neve al sole.

Perfetto, ecco cos’era.

 

 

“… così va meglio …” continuò, sentendo le mie emozioni.

 

 

Scivolò dentro di me lentamente, talmente tanto da farmi impazzire.

Potevo sentire ogni millimetro di lui entrare in me, sfregarmi contro.

Una spinta un po’ più profonda.

I suoi occhi infiammati.

Finalmente dentro di me del tutto.

Niente più a separarci. I nostri corpi l’uno contro l’altro.

… affannati, allacciati, innamorati …

… tutto così veloce, caldo, intenso, fugace, forte, appagante, sensuale …

 

… uniti in quel movimento ancestrale

 

… tenerezza, amore, i suoi baci …

 

… intrecciati sul letto …

 

… la volontà di soddisfare il desiderio …

… il desiderio ad un tratto che quella soddisfazione non arrivasse mai …

 

 

“… ti aspetto, Alice … ti aspetto …” dicevi tu con voce roca, rotta.

… un ritmo sempre più veloce …

 

 

… più veloce …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E poi un attimo.

Il tempo di un respiro.

 

La mia schiena inarcata.

I tuoi gemiti.

 

Il piacere dei sensi, di tutti i sensi, oltre la pelle, oltre l’anima, oltre le ossa, oltre ogni cosa.

 

Calore.

In ogni mia cellula.

 

Dentro di me.

 

 

 

 

Ripenso a quei gesti, a quell’istante.

Se mi concentro riesco a sentire ancora il tuo respiro tranquillo, la consistenza della tua pelle, il tuo odore buono.

Il sole che spingeva contro le persiane.

Il rumore del tuo riso quando ti risposi che fare l’amore con te era stato … bello e umido.

Ricordo le voci dei bambini, la vita per strada risvegliarsi piano piano, in quel giorno che per noi proseguì la notte.

Ricordo la polvere volteggiare leggera e impalpabile nell’aria.

Tutto.

Ricordo tutto.

 

 

 

Credo che non poter dormire e sognare sia la condanna più grande per noi.

Una volta non la pensavo così. Vegliare era un modo per avere più tempo, per non perderne.

 

Nella mia eterna insonnia ho attraversato le stanze della mia casa vuota, per la prima volta osservando ogni dettaglio, ogni millimetro.

Ho notato particolari mai considerati.

Oggetti che un tempo mi erano piaciuti, di colpo mi apparivano brutti, squallidi.

 

 

Al termine del mio vagare, poche erano le cose che per me ancora valevano.

Talismani di una felicità avuta o a cui sarei potuta giungere, forse, un domani.

Ma tra loro mancava il più importante.

Il solo che avrei voluto possedere, per donargli felicità e non per riceverne.

...

...

...

 

Ho atteso a lungo.

Mi hai presa per mano. Mi hai colmata di piacere.

Mi hai resa ciò che sono e ti ho donato il mio cuore in cambio.

 

Apro gli occhi e allora, come le altre notti, sogno di te.

 

Nel buio delle mie stanze, questa notte, mancavi tu.

 

 

… Jasper …

… perché te ne sei andato? …

  
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