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Autore: lele06    15/11/2016    1 recensioni
Salve a tutti . Sono ritornato con una nuova storia. Visto che non sono molto bravo nel fare l'introduzione vi lascio direttamente al testo.
TRATTO DAL TESTO:
< Certo che tratti proprio bene la persona che ti ha salvato > affermò e sentendo ciò la ragazza si calmò. Non lo aveva ancora ringraziato per averla aiutata con quell’individuo. Prese un bel respiro per calmarsi ed una volta tranquillizzatasi
< Ti ringrazio per quello che hai fatto > disse voltandosi verso di lei
< Non c’è di che. Io sono Naruto > affermò
< Io sono Hinata > disse la ragazza allungando la mano per stringere quella del ragazza. Con suo stupore vide che questo stava abbassandosi la cerniera del pantalone. Sconvolta da ciò
< Cosa credi di fare? > chiese urlando distogliendo il viso, rosso per l’imbarazzo
< Riscuotere la ricompensa > rispose in modo felice, sconvolgendo la ragazza, che si girò verso di lui e con mano aperta gli diede un bel ceffone
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                                   CAPITOLO 11
17 ANNI PRIMA
urlò Naruto, incrociando le braccia al petto
< Non fare così. Staremo via solo tre giorni > disse la madre del piccolo
< Perché dobbiamo andare ad Osaka? > chiese Naruto
< La mamma deve andare a trovare una sua amica > rispose la donna
< Kushina siete pronti? > domandò un uomo vicino la porta d’ingresso, dopo aver finito di sistemare i bagagli nel taxi
< Stiamo venendo Minato > rispose voltandosi verso il marito
< Io lo stesso non voglio venire > affermò Naruto restando irremovibile sulla sua decisione < Visto che devi andare a trovare una tua amica non puoi andare solo tu? > domandò alzando lo sguardo per vedere il viso della madre. Quando Kushina sentì quella domanda, pensò che quando l’avevano avvisata della scomparsa della sua amica, aveva pensato di andare al funerale solo lei, ma poi pensò che al funerale ci sarebbero state anche le figlie della sua compagna e queste dovessero essere giù di morale. Quindi decise di portarsi anche il figlio, visto che fosse un bambino molto socievole e simpatico. Forse con il suo aiuto avrebbe potuto alleviare leggermente il dolore alle ragazze
< Facciamo così > disse Kushina flettendo le gambe per mettersi alla stessa altezza del figlio < Se vieni con noi, quando torneremo ti compreremo la batteria > continuò, mentre gli occhi di Naruto alla pronuncia della parola “batteria” si illuminarono
< Raggiungiamo subito papa > urlò sorpassando la madre per raggiungere il padre che li attendeva fuori.
Una volta che anche la donna li raggiunse, i tre entrarono in taxi
< Dove andiamo? > domandò il tassista voltandosi verso di loro
< Alla stazione > rispose Minato, mentre l’uomo al voltante dell’auto si voltò e partì
< Quanto tempo ci vuole per arrivare ad Osaka? > chiese Naruto, appena il taxi partì, voltandosi verso la madre
< Tre ore > rispose la donna sperando che il figlio non si lamentasse per il troppo tempo
< Mi scoccio di stare nel treno per tre ore > affermò il bambino appena sentì la risposta della madre, la quale sbuffò quando il figlio brontolò
< La vuoi la batteria? > domandò Kushina guardando il figlio
< Certo che la voglio > rispose
< Allora vedi di resistere > affermò la madre con tono che non ammettesse repliche
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       < È durato davvero poco il viaggio > fece notare Naruto, appena scese dal treno, stiracchiandosi
< Lo dicevo io che non ci avessimo messo niente ad arrivare > disse Kushina guardando verso il figlio
< Tutto questo è successo perché avete dormito come due ghiri > affermò Minato
< Non è proprio vero > disse Kushina guardando il marito
< Il primo ad addormentarsi è stato Naruto e successivamente tu lo hai seguito a ruota > affermò Minato < In questo caso si dice tale madre tale figlio > aggiunse
< Se è così, vuol dire che sono bellissimo, visto che la mia mamma è bellissima > fece notare il bambino per essere poi abbracciato subito dopo da Kushina, la quale lo adorava quando diceva quelle cose
< Meglio recarci in albergo per posare le valigie > affermò Minato
< Certo > disse Kushina sciogliendo l’abbraccio e prendendo Naruto per mano, seguendo il marito fuori la stazione. Una volta usciti, presero un taxi che li portasse all’albergo presso il quale avevano prenotato. Posate le valigie, scesero per mangiare visto che fosse l’ora di cena per poi salire, farsi una doccia e poi andare a dormire, visto che la mattina del giorno successivo dovessero andare alla cerimonia funebre.
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La mattina seguente mentre Minata era sceso per fare colazione, Kushina tentava ancora di svegliare il figlio
< Naruto svegliati > urlò mentre il bambino si abbracciava il cuscino. Vedendo che il figlio non si svegliasse, decise di abbandonare la dolcezza per usare la forza.
< Ahia > urlò Naruto, dopo aver ricevuto un pugno in testa dalla madre, massaggiandosi la parte colpita
< Muoviti a vestirti. Dobbiamo scendere a fare colazione > disse Kushina indirizzandosi verso il bagno, mentre il figlio richiuse di nuovo gli occhi. Non sentendo nessun rumore, la donna si affacciò dal bagno e vedendo il bambino ancora dormiente
< NARUTO > urlò facendo balzare dal letto il figlio < Se non ti muovi ti spezzo tutte le ossa del corpo > aggiunse con tono malvagio
< Faccio in un lampo > affermò il biondino scendendo di corsa dal letto, in quanto sapeva che non bisognasse far arrabbiare la propria mamma altrimenti erano guai.
Dopo mezz’ora i due raggiunsero Minato, il quale stava già mangiando, seduto ad un tavolino
< Papà potevi aspettarci > fece notare il bambino
< Non è colpa mia se tu ha fatto tardi > disse Minato guardando suo figlio
< È stata la mamma che mi ha rallentato > affermò indicando Kushina, la quale appena sentì quelle parole uscire dalla bocca del figlio si girò di scatto verso la sua direzione per poi avvicinarsi piano piano con sguardo assassino
< Cosa hai detto? > domandò per capire se avesse sentito bene
< Ho detto che sei la madre migliore del mondo > rispose Naruto sorridendo, cercando di far calmare la madre con quelle parole
< Anche io ho sentito questo > disse Minato sperando di calmare la moglie. Sapeva che quando si innervosiva erano guai
< Ok > affermò Kushina calmandosi < Vado a prendere qualcosa da mangiare > aggiunse per poi incamminandosi verso il buffet mentre il marito ed il figlio tirarono un sospiro di sollievo.
Dopo aver mangiato uscirono dall’albergo per recarsi al cimitero dove si celebrava il funerale. Durante il rito oltre alle parole del prete si sentiva il pianto di una bambina in prima fila abbracciata alla gamba di un uomo. Quando Naruto la guardò pensò che quella bambina dovesse essere la figlia dell’amica della madre, mentre l’uomo al quale era abbracciata dovesse essere il padre. Notò anche un’altra persona di fianco alla bambina. Aveva dei capelli a caschetto color lilla, non era neanche molto alta. Da queste due cose pensò che dovesse avere la sua stessa età
< Mamma > chiamò a voce bassa e strattonandogli la maglia < Chi è quella bambina? > domandò additandola, mentre la madre guardò verso la direzione indicatagli dal figlio
< È la figlia maggiore della mia amica, mentre quella al suo fianco è la sorella minore > rispose a voce sottile Kushina < Ha la tua stessa età > aggiunse per poi volgere lo sguardo sul prete, mentre Naruto pensò di aver indovinato sul fatto che avessero la stessa età. Più la guardava e più si domandava il perché non stesse piangendo come la bambina più piccola. Più ci rifletteva e più non ne riusciva a capirne il motivo, per questo decise che appena la cerimonia fosse finita, sarebbe andato a chiederglielo di persona.
Quando la funzione finì
< Andiamo > disse Kushina prendendo la mano di Naruto dirigendosi verso l’uscita del cimitero , mentre il bambino si votò nella direzione opposta per guardare la figura della bambina dirigersi nella direzione opposta alla sua. Arrivati al cancello lasciò andare la presa dalla mano della madre
< Vengo subito > affermò < Aspettatemi qui > aggiunse per poi tornare indietro. Mentre correva iniziò a sperare di raggiungere quella bambina in tempo. Proprio quando si trovò vicino alla tomba notò una figura di fronte alla lapide. Si fermò per riprendere fiato e mentre il suo respiro tornava normale guardò meglio la persona davanti alla pietra tombale. Quando notò che ci fosse quella bambina, iniziò a muoversi con passo lento
< Ehi > pronunciò una volta raggiunto la bambina, la quale quando sentì la voce del biondino saltò dalla paura
< C-ciao > disse balbettando voltandosi verso il bambino mentre aveva le mani poggiate al petto per poi abbassare il capo
< Mi dispiace per la morte di tua madre > affermò l’Uzumaki < Se non ti disturba potresti parlarmi un po’ di lei? > chiese sedendosi a gambe incrociate, mentre la bambina alzò lo sguardo di scatto quando sentì quella domanda, chiedendosi il perché quel ragazzo volesse sapere di sua madre. Nonostante le sembrasse strana quella richiesta, decise di accontentarlo
< M-mia madre era una donna solare, bellissima, dolce e timida > iniziò la bambina < Era una musicista di musica classica. Suonava il piano > disse
< Davvero? > domandò Naruto incredulo
< Si > rispose la bambina < Ha fatto anche molti concerti > continuò
< Anche io voglio diventare un musicista > affermò l’Uzumaki
< Quale strumento suoni? > domandò la bambina curiosa di sapere
< Per adesso ancora niente > rispose < Ma voglio imparare a suonare la batteria > aggiunse sorridendo
< Io sono il piano > affermò la bambina < Me l’aveva insegnato mia madre > continuò sentendo gli occhi inumidirsi
< Cos’altro ti ha insegnato? > domandò Naruto notando gli occhi lucidi della bambina, sedutasi anche lei
< Oltre al piano, mi ha imparato a preparare una torta e a cucinare qualche pietanza > rispose ricordandosi i momenti in cui la madre le insegnava e mentre quegli attimi le ritornarono in mente dagli occhi iniziarono a scendere copiose lacrime < Scusami > aggiunse asciugandosi gli occhi e ricevendo in risposta dal bambino un abbraccio, facendola rimanere sorpresa da quell’atteggiamento
< Non ti devi scusare di niente > affermò stringendola più forte < Piangi quanto vuoi > aggiunse. Non sapeva neanche lui il perché la stesse abbracciando. Fu sorpreso anche lui dal suo atteggiamento, sapeva solo che quando vide scendere le prime lacrime volesse stringerla forte e anche confortarla
< G-grazie > disse la bambina balbettando, stringendo le braccia intorno alla schiena del bambino continuando a piangere.
Dopo dieci minuti, la bambina si allontanò
< G-grazie > disse balbettando ponendo fine all’abbraccio ed alzando il capo < Ti ho bagnato tutta la maglietta > aggiunse dispiaciuta per l’accaduto
< Si asciugherà subito con questo caldo > affermò il bambino guardando la maglia < Durante la funzione mi chiedevo perché non stessi piangendo > aggiunse cambiando discorso
< È solo perché non mi va di piangere davanti alle altre persone > disse la bambina, pensando di aver pianto proprio un attimo fa davanti a lui. Non ne conosceva il motivo preciso, però si trovava a suo agio con lui.
< Ed io che credevo che non andassi d’accordo con tua madre > affermò l’Uzumaki sollevato da quello che la ragazza avesse detto
< Impossibile non andare d’accordo con mia madre. Oltre ad essere mia madre era anche la mia migliore amica > disse la bambina alzando lo sguardo verso il cielo imitato anche dal biondino
< Anche io un anno fa ho perso una persona molto cara per me > dichiarò continuando a guardare il cielo azzurro
< Chi era? > chiese la bambina < Sempre se vuoi dirmelo > aggiunse abbassando il capo
< Era lo zio di mio padre > rispose riportando lo sguardo sulla figura della bambina < Si chiamava Jiraya. Era uno scrittore > continuò
< Che libro ha scritto? > domandò
< Non ricordo bene il titolo. Credo però che fosse presente la parola “pomiciata” > rispose
< “Pomiciata”? > chiese la bambina per essere sicura di aver sentito bene
< Si proprio pomiciata > rispose il bambino < Devi sapere che lui era un grande pervertito > continuò ridendo
< Non è una grande cosa essere un pervertito > fece notare la bambina
< Lo so, ma quando stavi insieme a lui le risate erano garantite > disse sorridendo < Ad esempio quando mi portava alle terme all’aperto, tentava sempre di sbirciare le donne, ma puntualmente veniva sempre pestato per questo > aggiunse ridendo contagiando anche la bambina. Quando la vide ridere pensò che avesse un sorriso bellissimo. La guardò meglio e arrivò alla conclusione che fosse davvero una bella bambina, con la quale si poteva parlare in modo tranquillo non come accadeva con le sue compagne di classe che ogni volta si avvicinava loro si allontanavano. Manco avesse la peste.
< Doveva essere una persona molto simpatica > fece notare la bambina
< Lo era > disse
< Allora era come te > affermò < Anche tu sei molto simpatico. Grazie a te mi sento molto meglio > aggiunse, mentre Naruto arrossì leggermente dopo aver sentito quelle parole. Nessuna ragazza gli aveva ancora detto di essere simpatico, anzi gli dicevano sempre che fosse fastidioso.
< Adesso esageri > disse strofinandosi i capelli con fare imbarazzato < Però sono contento che stai meglio > continuò felice di averle risollevato il morale per poi alzarsi
< Te ne vai già? > domandò la bambina con in volto un’espressione triste. Voleva passare più tempo con lui
< Mi aspettando i miei genitori all’ingresso > rispose Naruto. Anche lui voleva restare ancora con lei. Si trovava stranamente a suo agio in sua compagnia.
< Allora ci vediamo > disse la bambina alzandosi
< Cercherò di tornare di nuovo ad Osaka > affermò Naruto
< Grazie ancora e scusami nuovamente per la maglietta > disse la bambina
affermò sorridendo. Quel sorriso fece scattare qualcosa nel cuore della bambina. Quando lo vide il suo cuore accelerò, non ne conosceva il motivo ma sapeva solo che fosse un sorriso stupendo. Un sorriso che illuminava completamente il viso del bambino
< Meno male > disse guardando negli occhi Naruto, il quale quando incrociò lo sguardo della bambina, rimase esterrefatto dalla bellezza dei suoi occhi. Erano di un colore particolare. Erano di un bianco color perla. Si poteva specchiare nei suoi occhi e mentre continuava a guardarli, il suo cuore perse un battito. Voleva rimanere ancora a guardarla, non voleva andarsene.
< Ti conviene di andare > disse la bambina < Altrimenti i tuoi genitori potrebbero arrabbiarsi > aggiunse con tono leggermente preoccupato. Non voleva che il bambino fosse rimproverato per causa sua
< Allora ci vediamo > affermò per poi voltarsi ed iniziare a correre.
Quando si allontanò un po’ si fermò di scatto, in quanto aveva ricordato che non avesse chiesto il nome della bambina. Pregò che quella stesse ancora lì e quando si girò e la vide fu davvero felice
< Scusa > urlò < Ma ho dimenticato di chiederti come ti chiami? > domandò
< Mi chiamo Hinata Hyuga > gridò
< Io sono Naruto Uzumaki > strillo < Ci vediamo > aggiunse salutandola con la mano per poi voltarsi ed iniziare a correre. Mentre correva pensò che quella bambina avesse davvero un bellissimo nome.
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Appena giunse all’ingresso del cimitero
< C’è ne hai messo di tempo > fece notare il padre guardando l’orologio al polso destro
< Scusami tanto > disse Naruto riprendendo fiato
< Dove sei stato? > domando la madre
< In giro > rispose in modo vago il bambino < Dobbiamo per forza andarcene oggi stesso? > domandò
< Purtroppo stamattina mi hanno chiamato dall’ufficio. Dobbiamo ritornare immediatamente > rispose Minato
< Uffa > disse Naruto sbuffando
< E pensare che non volevi neanche venire > fece notare Kushina sorridendo
< Allora quando veniamo di nuovo? > domandò il bambino sperando di ritornare il prima possibile, sorprendendo i genitori da quella domanda
< Non lo so > rispose Minato < Perché vuoi tornare di nuovo? > domandò guardando verso il figlio
< Ho incontrato una bambina bellissima > rispose < La voglio rivedere > continuò sorridendo, ripetendosi in mente il nome della ragazza.
 
Note autore:
Eccoci arrivati all’undicesimo capitolo.
Come vi sembra? Lo avete trovato interessante?
Vorrei ringraziare Azul5 per aver commentato il capitolo precedente e tutti i lettori silenziosi.
Mi scuso per eventuali errori grammaticali.
Alla prossima.
 
   
 
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