Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    15/11/2016    3 recensioni
Per Jungkook, essere quello che è oggi costituisce un nuovo inizio.
Ma non è stato sempre così: il percorso che lo ha portato ad accettare se stesso e, soprattutto, ad aprire il suo cuore agli altri, ha rappresentato per lui un ostacolo difficile da superare.
Dal capitolo I:
[…]Fuori dalla finestra, la neve imbianca i tetti di una Seoul congelata e i riscaldamenti, quella mattina, non hanno proprio voluto saperne di partire. Si stringe un poco nella sua felpa nera, quella che un tempo usava per le giornate di ozio passate a giocare ai videogiochi; tira giù entrambi i polsini e saltella sul posto, mentre ascolta attentamente le parole del coreografo. Percepisco il vostro impegno, dice, ma non è ancora abbastanza. Il suo tono è tranquillo, tutti sanno che non vuole spaventarli, né spingerli troppo oltre il loro limite. Ma non è abbastanza: Il suono di quelle parole martella nelle tempie di Jungkook tanto quanto il dolore delle dita paralizzate dal freddo. […]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IV










Un concerto. Non un'esibizione, non un’apparizione televisiva e neanche una delle solite interviste… un concerto. Quando il manager ha comunicato loro la notizia ufficiale, Namjoon ha quasi rischiato di frantumare il tavolinetto della cucina con una mano, mentre Hoseok si è letteralmente catapultato giù dal letto seguito a ruota da Jimin.

Jungkook ricorda ancora come, a un certo punto, le parole del manager abbiano iniziato a volatilizzarsi, come se d’improvviso non riuscisse più a udirle: l’unico eco che rimbombava, incessante, nella sua testa, era concerto, con tutte le implicazioni che ne sarebbero seguite. Aveva cercato di rimanere presente a se stesso per ascoltare i dettagli relativi alle date e ai preparativi, leggendo nell’espressione estasiata dei suoi compagni la medesima eccitazione.

Eppure, a due settimane dall’annuncio ufficiale, le cose non erano andate proprio come aveva immaginato.

Dopo sei estenuanti ore trascorse in sala prove e un pasto veloce sono tutti nel dormitorio a cercare di riprendere un briciolo di energie in modo da poter continuare il lavoro nel pomeriggio.
Jungkook è stravaccato su un letto – non ricorda neanche di chi è e ancora si chiede perché ci debba essere quel misterioso scambio di giacigli durante il giorno – con l’ipod alla mano e una delle classifiche musicali più chiassose che ha nel repertorio. Ha bisogno di isolarsi per un po’, anche se è difficile farlo quando si condividono con altre sei persone pochi metri quadrati. Sdraiato a pancia sotto, divide le sue attenzioni tra una chat con il fratello e il lettore musicale: detesta dover fare zapping tra le canzoni, ma il suo stato d’animo attuale sembra insofferente a qualsiasi melodia se ascoltata per più di un minuto consecutivo.
Proprio quando sembra aver trovato la canzone che fa al caso suo, sente all’improvviso il corpo sprofondare nel materasso e un peso morto adagiarsi sulla schiena. Riconosce le braccia esili di Taehyung rilasciate ai lati e la sua testa poggiata sulle proprie spalle.
«Hyung, che stai-»
«Sei sul mio letto» annuncia tranquillamente Taehyung, senza accennare a muoversi di un millimetro.
«Hanno occupato il mio» si giustifica Jungkook, il tono smorzato dal peso dell’amico. «Hyung, se ti sposti posso andare a reclamarlo».
L’altro gli pianta il mento tra le scapole e nega con la testa. «Prima mi dici cos’hai».
A quelle parole Jungkook ammutolisce e continua a guardare davanti a sé. Il fatto che Taehyung non gli sia di fronte rende più facile sviare l’argomento.
«Ma di che parli, hyung? Sto solo ascoltando un po’ di musica».
«Sono quattro giorni che parli con tuo fratello, di solito non usi così tanto il cellulare».
Jungkook cerca di voltarsi verso l’altro, invano. «E tu come lo sai? Mi spii?» Lo dice senza note di fastidio nella voce, ma è sinceramente sorpreso del fatto che l’amico se ne sia accorto. Eppure aveva cercato di isolarsi il più possibile e con gli altri era stato lo stesso Jungkook di sempre. Oppure no?
«Osservo» replica Taehyung.
A quel punto seguono alcuni secondi di silenzio – se non si considerano gli schiamazzi di Jimin e Hoseok al letto di sopra – dopodiché Jungkook fa pressione sulle braccia e solleva Taehyung, il quale si arrende e si siede al bordo del letto. Anche il più piccolo fa lo stesso, riponendo l’ipod in tasca.
«Mio fratello ha uno stage lontano da Seoul durante le date del concerto» si decide ad ammettere, guardando un punto indefinito della stanza, «e sarà difficile riuscire a rimandarlo». Non aggiunge che tiene molto al fatto che lui possa esserci, perché in fondo è il loro primo concerto e vorrebbe che i suoi familiari fossero lì ad incoraggiarlo.
Taehyung, per tutta risposta, gli sorride. Jungkook lo guarda e, per la prima volta, si accorge che quello non è esattamente lo stesso sorriso rettangolare che sfoggia di solito.
«Anche mio padre ha dei problemi con il lavoro», ammette, giocherellando con le proprie dita, «ma sta facendo il possibile per organizzarsi». Anche se sarà difficile: Taehyung non lo dice, eppure Jungkook lo comprende.
Il più piccolo abbassa il capo, sentendosi un po’ in colpa: sa quanto il suo hyung tenga alla presenza del padre, da sempre suo modello di vita, eppure Taehyung non ha mai mostrato apparenti segni di dispiacere davanti agli altri. Probabilmente anche quella è una confessione esclusiva.
Prima che possa trovare il coraggio di dire qualcosa, è ancora Taehyung a prendere la parola. «Speriamo vada tutto per il verso giusto, Kookie. Nel frattempo, diamo del nostro meglio!»
Gli passa velocemente una mano tra i capelli, dopodiché si alza di scatto e prende di striscio l’inferriata del letto. Jungkook scoppia a ridere e si becca un mezzo calcio sulle ginocchia, al quale risponde con una cuscinata. I coinquilini del letto di sopra impiegano un millisecondo per realizzare che c’è una lotta in corso, così afferrano i loro guanciali e si uniscono senza un motivo preciso allo scambio di colpi, per sommo disappunto di Yoongi che, invece, avrebbe tanto voluto dormire.
















 
  
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