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Autore: ARed    16/11/2016    10 recensioni
Isabella ha trentadue anni ed è madre di due figli, Charlie (nove anni) e Renèe (tre anni), è sposata con James Tanner, importante uomo d’affari di New York.
Il loro non è un matrimonio felice, Isabella lo sa, e non reagisce, per il bene dei suoi figli.
Ma quando arriva Jacob, suo fratello, le cose cambiano, grazie anche all’entrata in scena del consulente legale di suo marito, Edward Cullen.
" « Grazie Renèe, ti voglio bene », quel disegno rappresentava benissimo la sua famiglia: mamma, lui e la piccola."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Edward e Bella si danno il loro primo bacio, rientrano in casa e lei decide di fidarsi di lui.
Il giorno dopo Lily, la madre di James, va a casa di Bella e le dice che la deve smettere con la storia del divorzio, Bella le racconta del figlio di James con Victoria.
Edward e Bella pranzano insieme scambiandosi dolci effusioni, le li racconta della visita di Lily. Prima di andare a prendere i bambini a scuola parla con Rose al bar che la incoraggia ad andare avanti con la sua vita.
 
CAPITOLO XIV

PAURA

21 MARZO 2016

Alle quattro ero pronta davanti alla scuola di Renée, era una bella giornata, il primo giorno di primavera, certo faceva freddo, ma il sole splendeva forte e fiero in alto nel cielo.
I bambini cominciarono ad uscire, vidi tutte le amichette di Renèe andare in contro alle loro mamme, ma non vedevo la mia, probabilmente non aveva finito di mettersi il giubbino, era pigra a volte. Un po’ come me. In pochi minuti il giardino del prestigioso asilo si svuotò rimasero solo i dipendenti, ma di Renèe nemmeno una traccia, cominciai a girare cercandola con lo sguardo, ma di lei nessuna traccia. Il mio peggior incubo si stava avverando, lui me l’aveva portata via.
Il panico cominciò ad impossessarsi di me, non sapevo cosa fare. Vidi sugli scalini la sua maestra e la raggiunsi, forse Renée era ancora dentro.
« Scusi Miss Honey.. dov'è mia figlia? », chiesi nel panico più totale.
« È venuto suo marito a prenderla, mi ha detto che glielo aveva comunicato », alle parole dell'insegnante di Renée mi pietrificai, me l'aveva portata via, me l'aveva promesso, mi stava portando via i miei figli.
« Signora Tanner si sente bene? », mi dovevo allontanare da li, non volevo farmi vedere dalle altre mamme.
« Si.. va bene arrivederci », dissi voltandomi e raggiungendo la mia macchina, lui l'aveva presa, la mia bambina. Presi il cellulare e tremando cercai il numero di James.
« Il numero da lei selezionato è al momento irraggiungibile », disse la voce fredda e distante della segreteria telefonica, non so per quanto tempo provai e riprovai a chiamare, ma quell'odiosa voce continuava a tartassare la mia mente e ad aumentare il panico.
Cominciai a scorrere la rubrica, in cerca di un altro numero di James, quando vidi il numero di Edward e senza pensarci lo chiamai. Avevo bisogno di lui, lui che era la mia forza. Lui che da settimane mi impediva di cadere stando sempre al mio fianco.
« Ciao bellissima », Edward rispose subito dopo il primo squillo.
« Ed.. Edward », dissi cercando di calmarmi, ma era tutto completamente inutile.
« Bella tesoro parla, che succede? », chiese preoccupato, mentre io nella mia testa non riuscivo a completare una frase che avesse senso.
« Lui.. lui.. l'ha portata via », dissi appoggiandomi alla portiera della macchina.
« Chi ha portato via? »
« Renée.. è venuto lui a prenderla all'asilo ed ora non risponde al telefono », dissi mentre il mio corpo veniva scosso da violenti singhiozzi.
« Tesoro calmati, dimmi dove sei »
« All'asilo », dissi appoggiandomi alla macchina, sentivo le gambe molli e la testa girare.
« Charlie? », mi ero dimenticata di mio figlio, ma che razza di madre ero?
« A scuola.. »
« Lo vado a prendere e ti raggiungo, tu stai calma, andrà tutto bene », mi rassicurò lui.
Non so quanto tempo passò, rimasi immobile appoggiata alla portiera della macchina, con calde lacrime che scendevano sul mio volto, volevo la mia bambina e lui me l'aveva portata via.
« Mamma! », urlò la voce di mio figlio venendomi incontro ed abbracciandomi, mi calmai leggermente quando mi ritrovai Charlie tra le braccia, lui stava bene, alzai lo sguardo e trovai quello preoccupato di Edward.
« Stai bene? », domandò avvolgendo la mia vita con un braccio.
« Mamma cosa è successo? », vedevo la paura negli occhi di mio figlio.
« Amore te lo spiego in macchina, sali in tanto », dissi aprendo la sua portiera e facendolo salire in macchina.
« Edward me l'ha portata via »
« Bella, tesoro, guardami. Sono sicuro che la nostra Renée stia bene », disse prendendo il mio volto tra le mani.
« Ma non è qui con me, sarà spaventata », James non era mai andato a prenderla all'asilo.
« È con suo padre, non sarà spaventata. Ora tranquillizzati adiamo al Country Club, probabilmente l'ha portata li », lui aveva la straordinaria capacità di tranquillizzarmi, io ero talmente presa dal fatto che la mia bambina fosse scomparsa che non avevo minimamente pensato a dove potesse essere.
« Perché non c'ho pensato? »
« Perché sei troppo agitata, adesso tranquillizzati e andiamo a prenderla », disse prendendomi per mano ed accompagnandomi al posto del passeggero.
Edward si mise alla guida, in macchina nessuno parlava, la paura e la tensione che c'era nell'aria si poteva toccare con le dita. Vedevo Charlie silenzioso e preoccupato, Edward sembrava tranquilla, io continuavo a torturarmi le dita pensando alla mia bambina.
« Mamma dov'è Renée? »
« Charlie ora andiamo a prenderla, non ti preoccupare », rispose Edward, io non riuscivo a parlare, un groppo alla gola me lo impediva.
« Hey, stai tranquilla », disse Edward in modo che solo io potessi sentirlo, facendomi un debole sorriso.
Arrivammo al Country Club in venti minuti, non diedi il tempo ad Edward di parcheggiare la macchina che scesi dalla macchina ed entrai nella struttura.
« Dov'è James? », domandai ad uno dei dipendenti del circolo, che mi guardò stupito, forse aveva notato la mia rabbia.
« Nel suo ufficio signora », lo superai e mi diressi verso la zona amministrativa del Country Club, sentivo Edward e Charlie dietro di me.
« Signora.. », disse la sua segretaria alzandosi in piedi quando mi vide e entrare.
« Non m'interessa Jane! », risposi superandola ed aprendo la porta dell'ufficio di James.
Appena entrai vidi la mia bambina sul divano con in mano un I Pad, mi calmai all'istnante. James era alla sua scrivania, stava lavorando, ignorava completamente Renée, e questo fece solo aumentare la mia rabbia nei suoi confronti.
« Mamma! », urlò la mia bambina quando si accorse della mia presenza, nell'alzarsi fece cadere il tablet a terra e si fermò per raccoglierlo. James si alzò dalla sua poltrona, la mia bambina lo guardava terrorizzata.
« Renée maledizione! Hai la minima idea di quanto costa?! », disse James alzando la voce, il labbro di Renèe cominciò a tremare, segno che si stava per mettere a piangere.
« Isabella? », solo in quel momento si accorse della mia presenza, stavo tremando, come si permetteva di usare quel tono con mia figlia.
« Renèe amore vieni qui », mi avvicinai e la presi in braccio, la mia bambina mise il capo nell'incavo del mio collo, la sentivo tremare, « Shh, calmati amore, c'è mamma adesso », alzai lo sguardo verso James che non osava dire una parola.
« Io, mi dispiace non volevo alzare la voce », cercò di giustificarsi mentre si avvicinava, nel frattempo entrarono in ufficio Edward e Charlie.
« Piccola », disse Edward dando un carezza sui capelli a Renée, che alzò il viso e sorrise appena lo vide, smise anche di tremare.
 « Eddy! », disse sollevando completamente la testa ed allungando le braccia verso Edward, che fissò prima me prima me prima di prendere la piccola in braccio.
« Ciao principessa », le disse lui dolce dandole un bacio sui capelli, James li fissava furioso.
« Metti giù mia figlia », disse avvicinandosi ad Edward, ma io gli bloccai la strada.
« No, non la metterà giù »
« Chi sei tu per impedirmelo? »
« Sono colei che l'ha portata in grembo per nove mesi », risposi sicura di me, un uomo così non mi faceva paura, solo schifo.
« Ti devo ricordare che sono stato io a metterti incinta, sc.. »
« Non ci provare! », dissi bloccando le sue parole, si rendeva conto che i suoi figli erano presenti?
« E dimmi chi ti ha dato il permesso di andare a prendere Renée all'asilo! », era meglio cambiare argomento.
« Hai detto che potevo vederli quando volevo! », aveva ragione, non gli avrei mai impedito di fare il padre.
« Ed è così, ma dovevi avvisarmi », non farmi morire.
« L'ho fatto! Ho chiesto a Jane di mandarti un e-mail »
« Hai chiesto a Jane di mandarmi un e-mail? », chiesi incredula, « Ti faceva così schifo chiamarmi direttamente? ».
« Isabella, io volevo presentare a Renèe JJ », ma che razza di uomo avevo davanti?
« Chi è JJ? », mi gelai all'istante quando vidi Charlie al mio fianco.
« Tuo fratello », rispose lui come se nulla fosse, io mi bloccai sul posto, se non fosse stato per la presenza di Edward, che mi mise una mano sul fianco, sarei crollata.
« Io non ho fratelli, ho solo una sorella », rispose Charlie con un tono di voce che non gli avevo mai sentito, era deluso, freddo, apatico.
« Papà ha fatto un errore, tanti anni fa e.. », dissi io abbassandomi per raggiungere il viso di mio figlio, non sapevo che parole usare, perché qualsiasi cosa avessi detto gli avrebbe fatto male.
« Vuoi conoscerlo? Tra pochi minuti sarà qui », disse James inginocchiandosi davanti al figlio, che di riflesso fece un passo indietro.
« No », rispose lui guardandolo negli occhi, azzurri come i suoi.
« Ha quasi la tua età, vi divertireste insieme », continuò lui. Ma si rendeva conto del dolore che procurava hai suoi figli? Guardai Renée abbracciata stretta ad Edward, lui cercava di distrarla, ma era inutile, la mia bambina aveva capito e sentito tutto.
« Ho detto di no! »
« Edward, per favore, porta i bambini in macchina, io vi raggiungo subito », dissi prendendo lo zainetto di Renée.
« Va bene... Charlie vieni? », domandò a mio figlio, che lo prese per mano, gliela stringeva forte, sembrava cercasse sicurezza in lui.
« Hai trovato il sostituto », disse quando rimanemmo soli nel suo ufficio, dove anni prima avevo scoperto il suo primo tradimento.
« E dimmi è bravo a letto? », domandò sfacciato, non si rendeva conto del danno che aveva appena fatto.
« Cosa diavolo ti è saltato in mente?  », dissi ignorando la sua provocazione.
« Te l'ho detto volevo fare conoscere JJ a Renée! »
« Ma hai la minima idea del trauma che hai appena procurato ad entrambi? », dissi ormai fuori di me, i bambini non c'erano, quindi ero libera di sfogare tutta la mia rabbia.
« Tu non glielo avresti mai fatto conoscere! », mi accusò.
« Qui ti sbagli, perché un giorno ti avrei chiamato ed insieme avremmo organizzato l'incontro.. Magari preparandoli psicologicamente prima, e non dirgli così di punto in bianco: "avete un fratello"! »
« Isabella, mio figlio ai tuoi.. »
« Ai miei.. Sono i nostri figli James.. ma forse questa è solo una mia fantasia  », dissi facendo crollare tutte le mie forze, lui era un caso perso.
« Quando vuoi vederli chiamami  », dissi uscendo dal suo ufficio.
« Cosa c'è tra te e l'avvocato?  », disse alle mie spalle.
« Rispetto », risposi voltandomi verso di lui per poi uscire da quella stanza.
Al Country Club tutti mi guardarono stupiti, era dalla cena di Natale che non ci mettevo piede, ignorando lo sguardo di tutti uscii nel parcheggio, non feci in tempo a salire in macchina, che vidi Victoria scendere dalla sua con JJ. Probabilmente anche Edward se ne accorse, infatti partì subito.
« Amori miei state bene? »
« Si mamma, adesso andiamo a casa? Devo studiare storia, Edward mi aiuti? », disse Charlie sicuro delle sue parole, ma sentivo che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all’altro.
« Certo », ero felice che Edward fosse nella mia vita, nella vita dei miei figli, avevano bisogno di una figura maschile, e lui era così perfetto con loro, sembrava lo facesse da una vita. Mi voltai verso i miei bambini e vidi Charlie osservare il panorama fuori dal finestrino, eravamo sul ponte di Brooklyn al tramonto, era uno spettacolo stupendo. Renée si era addormentata nel suo seggiolino, speravo con tutta me stessa che la sgridata di James non avesse ripercussioni su di lei.
Quello che avevano scoperto nel pomeriggio era abbastanza traumatico, le parole di James erano state dirette, pensava di parlare ai suoi dipendenti, non si rendeva conto di avere davanti a sé un bambino di nove anni e una di quattro. Avevo paura della loro reazione, io l’avevo presa molto male, ma loro come avrebbero fatto? Erano così piccoli, non si meritavano di soffrire in quella maniera.
« Siamo arrivati, dove metto la macchina? », mi domandò Edward quando arrivammo davanti al grattacielo dove c’era il mio appartamento.
« Portala in garage, entriamo da li »
« Come vuole comandante! », disse facendo ridere me e Charlie.
« Come sei scemo! »
« Mamma, non offendere Edward », lo difese Charlie, Edward sorrise ed entrò nei garage sotterranei.
« Andiamo su! », dissi scendendo dalla macchina ed aprendo la portiera di Charlie, « Andrà tutto bene, va bene? », Charlie annuì ed io lo presi tra le mie braccia stringendolo forte a me. Non sarei dovuta crollare, sarei dovuta essere forte per i mei figli. « Tu non hai altri figli vero? », domandò alzando i suoi grandi occhi azzurri verso di me.
« No amore mio, ci siete solo voi due per me. Niente è più importante di voi due », risposi cercando di tranquillizzarlo.
« Edward? », mi domandò bloccandomi sul posto, forse stavo affrettando le cose con lui, i miei bambini non erano pronti alla presenza di un altro uomo nelle nostre vite.
« Lui.. è solo un mio amico », dissi sollevando lo sguardo e incontrando gli occhi di Edward che sorrise amaro, sapevo che quella situazione non era semplice nemmeno per lui. Ma prima venivano i miei figli. Ed ero sicura che lui capisse.
« Ah.. è bravo lui », disse deluso dalla mia risposta.
« Mi piace. Mamma so che tu e papà vi siete lasciati, che lui non tornerà più a casa », non ne avevo mai parlato in questi termini con lui, ma lo aveva capito da solo.
« Charlie mi dispiace in non avrei mai voluto che tutto questo accadesse »
« Lo so mamma, adesso andiamo a casa che devo studiare con Edward, con papà non è mai successo », disse lui prendendomi per mano, aveva sottolineato bene le ultime parole, James era da anni che faceva del male ai miei figli.
« Andiamo », risposi guardando Edward, che apriva la portiera dove c’era Renée.
« Prendo la principessa, si è addormentata », disse abbassandosi per prenderla in braccio con delicatezza.
« Cosa devi studiare? », domandò Edward appena entrammo in casa, « I babilonesi », rispose Charlie, mettendo lo zaino vicino al divano.
« Porto Renèe nella sua cameretta, tu intanto prepara i libri », disse Edward dirigendosi verso la stanza della piccola.
« Sei così dolce con loro », gli dissi dopo che mise la bambina nel suo lettino, le tolse anche le scarpe e il giubbotto, le lasciò un bacio sulla fronte e poi mi raggiunse.
« Non saprei come altrimenti », disse mettendo una mano sul mio fianco avvicinandomi a lui, avevo così tanta voglia di baciarlo, o semplicemente stare tra le sue braccia.
« Sei fantastico », dissi avvicinando le mie labbra alle sue per lasciargli un bacio a stampo e tornare da mio figlio.
Edward e Charlie cominciarono a studiare sul tavolo della sala da pranzo erano così belli insieme, Edward era davvero bravo a spiegare a mio figlio le pagine di storia per l’interrogazione del giorno successivo.
« Cosa vi cucino per cena? », domandai dopo un’ora che stavano studiando.
« L’hamburger », disse mio figlio non stupendomi per niente.
« Con patatine? », continuò Edward dando il cinque a Charlie, erano due bambini. Stavo per rispondere ad entrambi quando sentii la mia bambina urlare.
Corsi immediatamente nella sua cameretta, la trovai seduta sul suo lettino, aveva le guance  rigate dalle lacrime, la raggiunsi e la strinsi forte al mio petto.
« Amore della mamma che succede? Hai fatto un brutto sogno? », le domandai cullandola a me, lei annuì.
« Cosa hai visto? »
« Papy.. mi sglidava », maledetto se ce lo avessi avuto davanti l’avrei ridotto ad uno straccio.
« Amore, è solo un sogno. Stai tranquilla, c’è Edward qui »
« Eddy! », disse lei sollevando la testa, Edward si avvicinò e si sedette sul letto accanto a me.
« Hey principessa, vieni qui », lui la prese in braccio e le fece posare il capo sul suo petto, Renèe cominciò a respirare già più calma. Era la seconda volta nel giro di poche ore che la tranquillizzava semplicemente con la sua presenza.
« Va meglio? Ora ti va se andiamo di la a fare la cena con Charlie? »
« Mi bruciate la cucina se vi mettete voi tre ai fornelli », dissi facendoli sorridere.
« Non ti fidi abbastanza, noi tre assieme siamo meglio di quelli di Master Chef », disse Edward alzandosi con Renèe in braccio e Charlie per mano.
« Ora tu ti siedi, qui facciamo tutto noi », disse Charlie indicando lo sgabello, quando andammo in cucina.
« Ai vostri ordini.. attenti a non scambiare il sale con lo zucchero. Renèe tesoro tu controllali »
« Va bene mamy », disse la mia bambina sporgendosi dalle braccia di Edward per darmi un bacio.
« Edward nel secondo cassetto ci sono i grembiuli per tutti e tre.. e non dire che non vi servono, perché fidati, servono », dissi prendendo una rivista e cominciando a sfogliarla, ogni tanto alzavo lo sguardo e mi perdevo nell’ammirarli. Era bello vederli lavorare tutti e tre insieme, Edward stava molto attento affinché non si tagliassero e non si bruciassero. Sorridevano tutti e tre, erano una famiglia, un padre con i suoi figli, Edward in poco tempo stava diventando quello che per anni James non era riuscito a diventare. Una figura paterna, che ti protegge, che ti fa sorridere, divertire, ti aiuta con i compiti e che ti ama.
Presi il telefono e scattai una bellissima foto a tutti e tre, non si erano accorti del mio scatto, per questo la foto che ne uscì era una meraviglia, perché era semplice, naturale, vera, felice. E tutto questo era merito di una sola persona; Edward Cullen.
In poco tempo la cena fu pronta, non mi fecero nemmeno apparecchiare, era tutto molto buono, Edward aveva le mani doro, un punto in più alla sua lunga lista di pregi. I bambini mangiarono tutto con gusto, anche le verdure. Edward l’aveva sostituito le patatine fritte con una bella insalata, e nessuna delle due pesti si era lamentata. Cosa molto strana per loro due.
« Mi complimento con i miei chef personali », dissi proponendo un brindisi con l’acqua a tutti e tre.
« Ploplio un blutto film », decretò Renèe quando sulla televisione cominciò il film di Capitan America, diciamo che non era proprio il suo genere, ma le avevo spiegato che nemmeno a Charlie piaceva Frozen ma lo aveva guardato per fare felice lei, quindi anche lei doveva fare questo piccolo sacrificio.
« Shh.. non sento », la ammonì Charlie, facendo ridere me ed Edward. Renèe ovviamente era in braccio a lui.
« Ma Eddy tu ha la fidanzata? », domandò Renèe troppo annoiata per seguire il film.
« Io ehm.. no », rispose guardandomi, sapevo quanto avrebbe voluti rispondere di si, perché io e lui stavamo insieme. Ed io ne ero felice.
« Davvelo? », chiese felice alzandosi in piedi sul divano.
« Si », rispose Edward scompigliandole i capelli.
« Chally ti devo dile una cosa, vieni! », Renée come un fulmine scese dal divano e prese suo fratello per mano trascinandolo nella sua cameretta, Edward mi guardava stupito, non capiva il repentino cambiamento dei miei figli.
«  Capitan America è così noioso, da farli scappare? »
« No, stanno tramando qualcosa », dissi alzandomi per vedere cosa stessero organizzando con le loro piccole menti diaboliche. Edward mi seguì, ma prima di raggiungere la camera di Renèe mi sentii trascinare da parte e in pochi secondi mi ritrovai in bagno con le labbra di Edward sulle mie.
« Edward che stai facendo? », domandai con il fiato corto, poggiando la mia fronte sulla sua.
« Scusa io.. mi sono mancate le tue labbra oggi », dissi allontanandosi da me, io sorrisi alle sue parole e mettendomi sulle punte gli lasciai un altro bacio sulle labbra, prima di uscire dal bagno, seguita da lui.
« Dobbiamo fale fidanzale mamy con Eddy », io ed Edward scostammo leggermente la porta, lui posò una mano sul mio fianco e la testa sulla mia spalla e con me si mise ad ascoltare la conversazione dei miei bambini.
« Non è una brutta idea », disse Edward al mio orecchio, facendomi rabbrividire.
« Secondo te Edward ama la mamma? », chiese Charlie alla sorella bloccandomi sul posto e facendo partire il mio cuore a mille. Mi voltai verso Edward, completamente rossa in viso, lui mi lasciò una dolce carezza e mi diede un bacio sulla fronte.  I miei occhi vennero rapiti dai suoi, erano così puri e sinceri. Potevo leggere tutto ciò che solo con uno sguardo era in grado di trasmettermi.
« Ovvio! »,rispose Renèe convinta facendo sorridere anche me, non avevo mai pensato all’eventualità che Edward mi amasse e questa eventualità mi piaceva in modo assurdo.
« Direi di si », disse Edward prendendomi per mano e portandomi in salotto, cosa diavolo voleva dire con “direi di si”?
 
Buona sera fanciulle, ecco a voi il nuovo capitolo. Cosa ne pensate? Chi risponde alla domanda di Bella?
Il comportamento di James non fa altro che confermare quello che molte di voi mi hanno detto nelle recensioni, cioè che è una persona di …
Pensate che questo avvicinamento di Edward ai bambini sia stato troppo affrettato?
Grazie di cuore, aprire EFP e vedere quante siete a leggere ogni singolo capitolo mi riempie di gioia, anche in questi giorni un tristi per me.
Vi mando un grande bacio a tutte
Alla prossima

Ps. C’è qualche lui tra voi? O siamo tutte ragazze? 
   
 
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