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Autore: Soul Mancini    17/11/2016    3 recensioni
"Camilla, una ragazza angelica.
Generosa, saggia, spigliata, intelligente, allegra.
Una migliore amica, una bella famiglia, voti al di sopra della sufficienza.
Insomma, proprio un tesoro.
Ma, si sa, non è tutto oro ciò che luccica.
Un'estate per cambiare, per trovare se stessa, per capire che la perfezione non esiste."
Ciao! ;)
Premetto che quando, anni fa, ho cominciato a scrivere questa storia, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così.
Vi spiego da cosa è nata quest'idea: dopo aver letto innumerevoli romanzi e storie, mi sono decisamente stancata di protagonisti simpatici, saggi, mai in torto. Allora mi sono chiesta: "Perché non scrivere una storia dove la protagonista è così insopportabile da non trovare nessun modo per giustificarla?"
Ed ecco cosa ne è venuto fuori. Sarò riuscita nell'intento di farla odiare anche a voi lettori?
Se pensate di conoscere le persone peggiori del pianeta, leggete e cambierete idea! ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ReggaeFamily

Svolta tra i banchi di scuola



Le vacanze erano ormai giunte al termine e, per la prima volta, ne ero entusiasta. Almeno avrei avuto qualcosa da fare, anziché stare in casa a piangermi addosso, e avrei rivisto i miei compagni, scherzato e chiacchierato con loro come se nulla fosse accaduto.

Il 15 settembre fui una tra i primi a giungere nel cortile della scuola. Quando entrai in classe, salutai tutti i miei vecchi compagni e mi posizionai nel mio solito posto, all'ultimo banco.

In prima superiore ero stata in banco con Giulia, una delle tante ragazze con cui mi trovavo bene e parlavo volentieri. Ma lei quel giorno si sedette a un'altra compagna e il mio banco rimase vuoto.

Poi in classe entrò un ragazzo che non avevo mai visto, un ragazzo bellissimo. Era di media statura, aveva due enormi occhi color caffè, i lineamenti del viso molto marcati e una cascata di capelli castani attorcigliati in modo strano. Ero certa di aver già visto quella pettinatura da qualche parte, ma non ricordavo come si chiamasse.

Lui si avvicinò al mio banco, scaraventò il suo zaino accanto al mio e mi sorrise. Aveva un sorriso proprio dolce!

Ciao, io sono Michele! Questo posto è libero, vero?” si presentò con entusiasmo.

Io intanto ero imbambolata a fissarlo. Era assolutamente magnifico, ero attirata da lui in una maniera assoluta, non potevo fare a meno di squadrarlo.

Gli sorrisi a mia volta. “Ciao, sono Camilla, piacere! Sì, il posto è libero. Non ti avevo mai visto prima!”

Mi sono trasferito qui quest'estate” spiegò, prendendo posto sulla sedia accanto alla mia.

Wow, davvero? Dove abitavi prima?” chiesi estremamente interessata.

In una piccola cittadina sul mare, si stava bene.”

Vedrai, questo posto ti piacerà molto. Sei finito in una classe magnifica, ti divertirai!” gli assicurai.

In quel momento alcuni compagni ci circondarono, curiosi di conoscere Michele.

Alla ricreazione era già uno dei nostri. Era incredibile: dolce e gentile con tutti, maturo e intelligente, spiritoso ed estremamente simpatico! E io capii, in un paio d'ore, che mi ero presa una cotta tremenda per lui.


Michele sembrava interessato a me, stavamo in banco insieme e parlavamo sempre, ma in realtà pareva interessarsi a tutti. Se qualcuno era triste o di malumore, lui cercava di fargli tornare il sorriso; se qualcuno era solo, lui andava a parlarci e lo trascinava in mezzo agli altri. Non sembrava annoiato da niente e da nessuno, riusciva sempre a trovare il lato positivo in ogni situazione ed era un figo pazzesco!

Appresi tutto ciò nella prima settimana di scuola; ormai eravamo diventati amici e ci eravamo scambiati il numero di telefono.

Durante quel lasos di tempo avevo trascurato un po' Diego. Lui stava soffrendo a causa della lontananza con Gaia, ma io lo aiutavo il minimo indispensabile. Gli volevo ancora bene, certo, ma dopo la seconda metà di agosto, con l'arrivo di Gaia, il nostro rapporto si era indebolito tantissimo.

Con Rachele la situazione era simile: ci sentivamo qualche volta al telefono, ma niente di più. Lei e Martino si erano messi assieme e, a detta sua, stavano benissimo. Io, a mia volta, le raccontava di Michele, e lei mi ascoltava con grande interesse.

Comunque non me ne preoccupai: avrei rivisto tutti il giorno del mio compleanno, dato che stavo organizzando un'uscita di gruppo per festeggiare.

Invitai Michele, i compagni di classe più simpatici, Rachele e Martino, Diego e Roberta.

Saremo stati in tanti e ci saremo divertiti un sacco!


Il 22 settembre, alle cinque del pomeriggio, arrivarono sotto casa mia i primi invitati, ovvero Michele, Diego, Rachele e Martino.

Li salutai calorosamente e loro mi fecero qualche regalo: Diego mi regalò un profumo, Michele un bracciale e una collana coloratissimi, mentre Martino e Rachele mi consegnarono un paio di libri.

Aspettammo che gli altri ci raggiungessero e Rachele annunciò che Roberta non sarebbe venuta perché stava male.

Dei nove compagni che avevo invitato, se ne presentarono solo cinque, Michele compreso. Ma non mi importava, stavo per passare il compleanno migliore della mia vita con il ragazzo che mi piaceva e gli amici più cari.

Mi resi conto in quel momento che in fondo quell'estate non era stata poi così male: avevo litigato con qualche amico, ma ne avevo trovato subito degli altri e non ero mai stata sola.

Mentre passeggiavamo per le vie del paese, i ragazzi formarono un gruppetto, mentre noi ragazze camminavamo dietro di loro e parlavamo tra noi.

Come va con Marti?” chiesi a Rachele.

Benissimo, non avrei mai immaginato di poter stare così bene con un ragazzo! Passiamo molto tempo assieme, a volte usciamo in gruppo con i nostri amici e altre volte siamo soli. Nonostante ciò, rispettiamo l'uno gli spazi dell'altra e siamo abbastanza indipendenti. Abbiamo trovato il giusto equilibrio direi.”

E quando è stata la prima volta che vi siete... baciati?” sussurrai curiosa.

Circa due settimane fa. Sai, stiamo insieme da poco e io non so bene come comportarmi. Lui è il primo vero ragazzo ed è stato il primo a baciarmi, sono ancora un po' insicura, ma ce la sto mettendo tutta.”

Era leggermente arrossita e teneva lo sguardo basso.

Mi fece tenerezza e la abbracciai di slancio. “Oh Rache, quanto sono felice per te! Sei così tenera... Marti è fortunato ad avere una ragazza come te, siete fantastici insieme!”

E lo pensavo davvero. Speravo di poter dire lo stesso di me e Michele, un giorno.

Trotterellai accanto a lui e gli afferrai una ciocca di quegli strani capelli attorcigliati. “Mi piacciono troppo! Come si chiamano?”

Dreadlocks.”

Da quanto tempo ce li hai?”

Dall'anno scorso, anche se in realtà ho sempre avuto i capelli lunghi e arruffati.”

Wow! Dev'essere difficile gestirli” commentai ammirata.

No, neanche tanto... bisogna solo saperlo fare, eprò ne vale la pena!”

Sì, ti donano molto!”

Diciamo che fanno parte della mia identità, ormai.”

E i tuoi genitori sono d'accordo?”

I miei genitori sono molto aperti per queste cose. Addirittura sono stati loro a spingermi a fare i dread!”

Risi. “Scommetto che hai dei genitori fantastici!”

Sì, non mi posso lamentare. Mi ritengo fortunato, con me sono sempre stati comprensivi e affettuosi. Amano il divertimento e la compagnia, ma quando si tratta di educare un figlio, sono pazienti e trasmettono dei buoni valori.”

Sembra un telefilm, uno di quelli in cui i genitori hanno quasi un rapporto d'amicizia con i figli. Nella vita reale è quasi impossibile!” constatai.

Hai ragione” concordò. “La famiglia del Mulino Bianco!”

Scoppiai a ridere e lui fece lo stesso.

Eppure la mattina, appena svegliati, non assomigliamo per niente alla famiglia di quella pubblicità! Specialmente mio padre, mezzo addormentato sul tavolo della cucina!”

Non riuscivo più a smettere di ridere. “Michi, sei assurdo!”

È la verità!” esclamò, facendo spallucce.

Continuammo a scherzare serenamente e qualcun altro si unì a noi.

Michele diceva sempre un sacco di fesserie, non so come facesse ad avere sempre la battuta pronta, sapeva sempre come far ridere la gente.

Poco dopo entrammo in un bar e io offrii il gelato a tutti, poi ci recammo nella piazzetta in cui si era svolta la pizzata dei Teens.

Quella sera mi divertii davvero tantissimo, e il fatto che fosse il mio compleanno aveva reso tutto più magico.

Capii che, alla fine, non ero una persona così orribile, in fondo tutto quello che avevo fatto non aveva compromesso la mia simpatia e la mia capacità di trovarmi dei veri amici. Mi sarei rifatta una vita, avrei ricominciato da capo, mi sarei risollevata da quel periodo buio.

E avrei conquistato Michele, a tutti i costi.


I giorni si susseguivano pigramente e i primi mesi di scuola erano volati. Ormai l'autunno aveva spazzato via ogni traccia dell'afa estiva, e io mi stavo riprendendo velocemente.

A scuola stavo bene insieme ai miei compagni, e il mio amore per Michele si era ingigantito sempre più, raggiungendo vette che quasi non riuscivo a gestire. Era una cosa che non avevo mai provato per nessun ragazzo, né per Diego né per Ismaele, non si poteva paragonare a niente e nessuno.

Lo amavo così tanto che stavo male e piangevo tutte le notti, senza sapere neanche perché. Era tutto perfetto, lui era il mio compagno di banco, il mio migliore amico... allora perché mi faceva così male?

Diego, Rachele e Martino mi stavano accanto; tutti e tre sapevamo del mio amore per Michele e mi sostenevano sempre. Li adoravo, senza di loro non avrei saputo che fare!

Nei primi giorni di dicembre mi accorsi di stare troppo male: vedere Michele ogni giorno e sapere che non stavamo insieme era diventato insopportabile. Dopo due mesi e mezzo che lo conoscevo, decisi che era arrivato il momento di dichiarargli i miei sentimenti.

Ormai tra noi c'era tantissima confidenza, trascorrere cinque ore al giorno uno accanto all'altra ci aveva avvicinato molto, e a volte capitava che ci incontrassimo anche nel pomeriggio.

Lui parlava e stava bene con tutti, ma dimostrava affetto solo alle persone a cui teneva di più, e io ero tra queste.

Così, un giorno gli chiesi di uscire con me e lui accettò di buon grado.

Mentre mi preparavo ero agitatissima, non sapevo da dove cominciare né quale sarebbe stato il momento giusto per dirglielo. In genere non mi mettevo certi problemi, ero una ragazza aperta e schietta, ma in questi casi erano sempre stati gli altri a prendere l'iniziativa: si erano dichiarati o mi avevano baciato, io non avevo dovuto far altro se non accettare o ricambiare.

Alle quattro e mezza Michele passò a prendermi e, tra una risata e l'altra, ci dirigemmo in centro, nel bar più accogliente che conoscessi.

Non so come fosse possibile, ma gli argomento di cui parlare sembravano non finire mai, non esistevano silenzi imbarazzati, io e lui eravamo perfettamente in sintonia.

Ero sempre più sicura che saremmo stati una coppia perfetta.

Io lo osservavo molto: mi piacevano i movimenti rapidi ma non troppo bruschi delle sue mani perfette e delle sue dita affusolate, amavo quando scuoteva la testa e faceva oscillare i dreadlocks... ogni minimo dettaglio di quel ragazzo era semplicemente incantevole.

Inoltre studiavo tutto ciò che faceva per capire se era o meno interessato a me, nonostante ne avessi ormai la certezza. Quando parlavo, mi ascoltava attentamente e mi guardava dritto negli occhi.

Dopo aver bevuto la ciccolata che avevamo ordinato, decidemmo di andare via e lui insistette per pagare. Anche Diego faceva così prima che ci mettessimo insieme, era un buon segno!

Passeggiammo per un po' senza una meta ben precisa; le nostre risate riecheggiavano nelle strade avvolte nella penombra.

Verso le sette e mezza ci incamminammo verso casa mia e io capii che era arrivato il momento di dirglielo.

Al solo pensiero di affrontare l'argomento, mi veniva un nodo in gola e per questo avevo tentato di rimandare il più a lungo possibile. Ma ora non c'era più tempo.

Presi coraggio e cominciai: “Michi, ti devo dire una cosa...”

Dimmi tutto!” mi incitò.

Beh, noi ci conosciamo da un po' ormai... sei... il mio migliore amico, ti voglio molto bene... per me conoscerti è stato bellissimo e...”

Lui quasi non stava più attento a dove metteva i piedi, mi guarda e ascoltava con concentrazione.

Beh, tu sei una persona fantastica, e in questo tempo mi sono accorta di provare qualcosa per te! Io ti amo, Michele!” conclusi tutto d'un fiato, non potendo fare a meno di tremare per l'emozione.

Lui annuì, ma per la prima volta lo vidi confuso. “Grazie Camilla, mi hai detto delle cose bellissime” rispose con il suo solito tono dolce e comprensivo.

Io... ho solo detto quello che penso, non potevo più evitarlo...” spiegai in un mare di imbarazzo.

Sono senza parole, non so che dire. Dammi un po' di tempo per pensarci, va bene?”

Certo, figurati!” risposi, sorridendo.

Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere. Era così, tra noi: anche nei momenti più complicati, seri e imbarazzanti, non potevamo fare a meno di ridere e divertirci insieme. Ecco perché lo amavo così tanto.

Così tornammo a casa sereni e rilassati. Nemmeno la mia confessione era riuscita a scalfire la pace e la sintonia che ci avvolgeva quando stavamo assieme.

Quella notte non chiusi occhio e non feci che pensare a ciò che era accaduto con Michele; certo, mi sarei aspettata che cadesse ai miei piedi, davo per scontato che ricambiasse i miei sentimenti. Ma forse la mia confessione lo aveva spiazzato e aveva bisogno di prendersi i suoi tempi, ma ero sicura che il giorno dopo mi avrebbe detto che anche lui mi amava e finalmente saremmo stati insieme.

Aspettai con impazienza il mattino successivo.

Come al solito, entrai in classe e gli sorrisi. Lui inizialmente non accennò all'argomento, così alla fine della prima ora gli lanciai un'occhiata interrogativa.

Lui si voltò verso di me con aria seria. “Cami, io ci ho pensato” annunciò.

Bene!” esclamai istintivamente, non aspettavo altro!

Ti voglio bene anch'io, ma... non so come dirtelo... io preferisco che rimaniamo amici, è meglio così per entrambi.”

Quelle parole mi ferirono come una coltellata in pieno petto.

Mi era successo di tutto, ma mai un ragazzo mi aveva rifiutato, non ero abituata. E poi certa di piacere a Michele! Ma mi ero nuovamente sbagliata e ora ci stavo malissimo.

Mi accorsi di una cosa a cui prima non avevo fatto caso: se mi avessero rifiutato Diego e Ismaele, prima o poi me ne sarei fatta una ragione; ma nella mia vita non avevo provato mai un amore più immenso e struggente di quello che sentivo per Michele. Le altre in confronto erano state cotte da niente. Ero sempre sopravvissuta a tutto, ma questo mi stava annientando completamente.

L'unica volta che avevo trovato il vero, ecco che si prospettava irraggiungibile.

Abbassai lo sguardo. “Capisco, non fa niente.”

Volevo solo scoppiare a piangere e prendere a pugni il primo che passava.

Cami, ti prego, dimmi che non te la sei presa! No, non volevo ferirti, mi è dispiaciuto doverti dire...” disse lui mortificato.

Tentai di sorridergli. “No tranquillo Michi, è tutto a posto, so che non è colpa tua e ho apprezzato la tua sincerità.”

Questo non vuol dire che non possiamo restare amici.”

Se non ti dispiace...” farfugliai, tentando di ricacciare indietro le lacrime e puntando lo sguardo altrove.

Ma scherzi? Dai, tornerà tutto come prima!” mi rassicurò, stringendomi una mano.

Grazie Michi, sei sempre così gentile...”

Da quel giorno le cose, per me, peggiorarono sempre più; il mio amore per lui cresceva giorno dopo giorno e la consapevolezza di non poterlo avere mi stava uccidendo. Tentai di dimenticarlo, tentai di innamorarmi di qualcun altro, tentai di distrarmi con gli amici o con qualche altro passatempo, ma ogni volta che entravo in classe lui era lì che mi sorrideva, e io non potevo fare a meno di fissarlo inebetita. Stavo malissimo, avrei preferito morire.

Fu così che si concluse il capitolo più doloroso della mia vita.



* * *


Ed ecco a voi il “gran finale”! Allora, che ne pensate?

Tranquilli, la storia non è ancora finita: tornerò a breve con l'epilogo! ;)

Vorrei tanto sapere che ne pensate di Michele, un personaggio a cui tengo molto. Ditemi pure!

Ringrazio chi fino a ora mi ha sostenuto e ha avuto il coraggio di seguire questa storia, osservando passo dopo passo le vicende di Camilla e i miei cambiamenti in quanto scrittrice! :3

Soul ♥


   
 
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