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Autore: controcorrente    18/11/2016    2 recensioni
Raccolta di pensieri del triangolo più famoso di Lady Oscar. Maria Antonietta, Fersen e Luigi XVI si susseguono negli episodi più famosi e non presenti nel corso della vicenda della storia principale. Buona lettura a tutti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel von Fersen, Luigi XVI, Marie Antoinette
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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LA CONTESSA DI POLIGNAC

 

Sapevo di aver fatto la scelta giusta. Se Madamigella Oscar avesse continuato a provocare quell'odioso duca, le conseguenze sarebbero state molto spiacevoli e non sapevo per quanto avrei potuto difenderla. Il periodo di punizione alla quale la sottoposi, comunque, si ripercosse anche sulla mia persona. Malgrado non avesse mai partecipato alle frivole attività di corte, mi sentivo confortata dalla sua silenziosa presenza ed ora, senza di lei mi sentivo molto sola. Senza di lei, il vuoto lasciato da Fersen diveniva ancora più insopportabile. I giorni, le ore, i passi complicati e rigidi del cerimoniale si susseguivano senza sosta, intervallati da doveri che eseguo meccanicamente, divisa tra il bisogno di accorciare la punizione di Madamigella ed il desiderio di scrivere una lettera a Fersen.

Cosa stava facendo Fersen? Seguiva il lento scorrere dei giorni con un tedio pari al mio? Vorrei potergli scrivere questi miei pensieri, palesare il mio sconcerto per questo vuoto improvviso...ma le parole sono confuse e, alla fine, temo di apparire una sciocca. Ero una regina e dovevo assolvere a dei doveri, ad accettare untuosi omaggi e richieste infinite. Se avessi avuto il conforto silenzioso di Madamigella Oscar, forse tutto questo sarebbe stato più sopportabile...ma lei era in punizione, per volere mio. E Fersen...Fersen mi mancava da togliermi il fiato e la ragione. In quel susseguirsi di ossequi e lamentele mi consolavo unicamente dell'idea che quel tipo di cerimoniale era destinato ad essere temporaneo. Solo un numero limitato di nobili aveva la possibilità di frequentare regolarmente la corte. Gli altri avrebbero fatto ritorno nelle loro tenute e allora tutto sarebbe tornato alla mia quiete apparente.

Non vedevo l'ora che finisse tutto.

A nessuno di loro importava qualcosa di me. Erano nobili ed io ero la regina, come era giusto che fosse. Fu proprio mentre passeggiavo con Madame Etiquette, contando i giorni che passavano...che la udii.

Era una voce d'angelo, un soprano sopraffino, perfettamente impostato e pieno di grazia. Ne rimasi incantata e istintivamente mi avvicinai. Proveniva da una dama dai capelli d'oro e dal viso dolcissimo. Chiesi immediatamente informazioni su di lei a Madame Etiquette. Il suo nome era Yolande, contessa di Polignac.

La feci venire da me, in modo da poterla conoscere.

Dopo essersi inchinata, rimase in attesa ed io, emozionata come una bambina, non le nascosi il desiderio di poterla vedere più spesso a corte. Lei però si è rifiutata, adducendo come spiegazione le ristrettezze economiche che le impedivano di fare vita di corte.

La sua franchezza mi colpì profondamente. Non avrei mai creduto che un nobile, dotato di lignaggio e privilegi, non avesse simili disponibilità. Pensavo che i nobili francesi avessero tutti diritto al privilegio di poter frequentare la corte...e invece non era così. Fu una rivelazione molto spiacevole ma era più che naturale che, avvezza com'ero ad una realtà limitata, non avessi piena consapevolezza di questo stato di cose. Nessuno me lo aveva detto finora. Io ero la regina e dovevo risolvere anche questi problemi e aiutare quella persona gentile. Per questo ho deciso di usare tutto il mio potere per salvare quella dama bella e schietta dallo squallore della sua condizione.

 

Cosa sta facendo la mia regina? Quale solitudine sta provando? So che è insofferente al cerimoniale e alla freddezza del suo ambiente. Vorrei poter essere lì, anziché aggirarmi in quella pallida imitazione che è la corte svedese.

Mia sorella Sophie è una compagnia piacevole, ironica e divertente. Condivide i miei sentimenti, pur non avendo mai visto Versailles. Conosce i pettegolezzi che gravitano intorno alla mia persona e mi sta invitando ad usare maggiore prudenza.

Mio padre mi sta controllando.

Le chiacchiere sul mio conto e sulla vicinanza con la regina hanno dato spazio a infinite ipotesi e speculazioni. Mio padre è molto soddisfatto di questo favore, dal momento che è convinto che questo stato di cose accrescerà l'influenza dei Fersen. So che sta viaggiando molto spesso, insieme a mia madre. Sophie mi ha detto che va da alcuni conoscenti ma si è tenuta sul vago, non riuscendo ad essere convincente fino in fondo. Ho molti timori su questa condotta, eppure non dovrei. Sono l'erede dei Fersen ed ho dei doveri nei confronti del mio lignaggio.

Non dovrei sorprendermi se vi siano delle trattative matrimoniali in corso. Sono eventi che devono accadere nella vita di un nobile, come sorge il sole al mattino e come fioriscono i fiori in primavera...eppure sono amareggiato. La mia cattività sembra essere destinata a durare...e mi domando se riuscirò ad andare in Francia di nuovo.

 

 

Sono lieto che mia moglie abbia ripreso il sorriso. Ormai disperavo di rivederla felice, dopo la partenza del conte svedese. Mi ha parlato con entusiasmo della contessa di Polignac e, per farla felice, ho chiesto informazioni sulla sua famiglia. Provengono da una famiglia di nobilissimi natali ma non possiedono sufficienti ricchezze per potersi permettere di risiedere a corte. Piccola nobiltà, insomma. Questo stato spiega le loro rare presenze a corte. La contessa è stata educata in convento ed è stata giudicata d'indole umile e dimessa. Suo marito ha invece intrapreso la carriera militare che gli ha conferito un'aria severa e piena di rigore. Non ho udito nulla di scandaloso sul loro conto, a parte la loro povertà...e questo mi ha convinto ad acconsentire alle richieste di mia moglie. Asseconderò nuovamente le sue voglie, se questo la renderà meno infelice.

 

Questo è il capitolo sulla contessa di Polignac e delle impressioni che questo personaggio ha suscitato nella scena. Ringrazio tutti coloro che hanno letto finora. Il tono è serio ma lo richiede la storia. 

   
 
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