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Autore: Fajander    20/11/2016    1 recensioni
Dragon Ball Vengeance è un universo alternativo all'originale dove Gohan, per una serie di motivi, rimane l'ultimo discendente della stirpe Saiyan in vita. Furioso e guidato dalla sete di vendetta, si ritroverà ad affrontare in una lotta perpetua l'essere che gli ha portato via tutto ciò a cui teneva, cambiando radicalmente la sua personalità. Nel corso della storia egli troverà però dei fidati alleati, con i suoi stessi interessi, che lo aiuteranno in quella che si trasformerà pian piano in una battaglia per la sopravvivenza dell'intero universo.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cooler, Freezer, Gohan, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Solamente tre uomini di questo distretto potranno accedere alla fase successiva del Massacro, e non sarai nè tu, nè tantomeno il vecchietto.» disse l'uomo a cui diversi giorni prima Gohan aveva ustionato metà faccia, con la conseguente perdita di un occhio che ora era coperto da un lembo di tuta.
«Questo lo vedremo, sono più forte dall'ultima volta che ci siamo scontrati, fatevi sotto!» replicò l'umano, mettendosi in posizione di combattimento.
Grend si mise qualche metro dietro di lui ed aspettò, come pattuito.
La sua corporatura gracile ed acciaccata non gli permetteva di fare un granchè. I quattro detenuti iniziarono a correre verso il bambino, mentre questi sorrideva beffardo, pronto ad impartire loro una lezione che non avrebbero mai dimenticato. Liberò la sua aura, creando una lieve corrente d'aria intorno a lui. I suoi lunghi capelli neri oscillavano lentamente.
Quando i nemici erano ormai molto vicini, egli si spostò lateralmente con uno scatto, per poi caricare due onde energetiche giallastre con entrambe le mani e scagliargliele addosso.
Due di loro si trovarono impreparati e ricevettero in pieno l'attacco, subendo alcuni danni, gli altri si erano invece librati in aria con un balzo. Gohan li intercettò e si portò rapidamente alle loro spalle, colpendoli con due pugni alla schiena e facendoli schiantare a terra. Diradatosi il fumo della precedente esplosione, il detenuto senza un occhio si lanciò infuriato contro il terrestre, che, inclinando le proprie labbra in un sorriso soddisfatto, si preparò a riceverlo nel migliore dei modi.
"Vieni, ho una sorpresa per te." pensava, attendendo la propria preda.
Il saiyan schivava e parava gli attacchi ciechi e furiosi del nemico, mentre questi si spazientiva sempre più.
Mentre i due lottavano, gli altri tre prigionieri si stavano sfogando con Grend, prendendolo a calci nello stomaco e facendogli vomitare sangue.
«NO! Infami! Lasciatelo stare!» gridò Gohan, distraendosi dal combattimento e ricevendo un pugno in pieno volto.
Ciò scatenò una risata vittoriosa al suo avversario senza un occhio, che ben presto si ritrovò anche senza testa: il figlio di Son Goku gliel'aveva staccata di netto con un calcio ben assestato alla base del collo. Fatto ciò egli si recò immediatamente dall'amico, liberandolo dalla morsa nemica con pochi attacchi. Qualche secondo dopo i tre erano malmenati e imbrattati del proprio sangue.
Rialzatosi faticosamente il vecchio tossì, farfugliando un "grazie" al giovane, che lo squadrava preoccupato.
«Stavolta non resterà nulla di te, moccioso!» dissero i tre prigionieri rimasti in vita, preparando un attacco energetico sincronizzato. A tale mossa il bambino reagì portandosi l'indice e il medio sulla fronte e caricando a sua volta energia.
Delle scariche elettriche circondavano le stesse, mentre il colpo letale si andava potenziando sempre più. Le due fazioni rilasciarono i propri attacchi all'unisono, con Gohan che urlava «Makankosappo!». Passato qualche secondo fu chiara la superiorità di quest'ultimo, che incenerì i nemici in un grido disperato di dolore.
"Grazie maestro Piccolo, questo è per te" pensava nel frattempo l'ex allievo del defunto namecciano, ricordandolo tra un sorriso e delle lacrime amare.
Alla fine del combattimento i tre vincitori erano lui, Grend e un terzo uomo rimasto senza un braccio: un detenuto dall'aspetto insettoide, il cui corpo giaceva a terra ricoperto da un liquido violaceo, glielo aveva staccato di netto con le sue tenaglie affilatissime.
Questi e Grend furono scortati dalle guardie in infermeria, mentre la voce di una delle guardie scelte ufficializzava la fine delle eliminatorie.
Tornando nella propria cella, il giovane saiyan notò l'enorme distesa di cadaveri e viscere varie che decoravano macabramente la zona deserta, mentre l'odore pungente e marcio di morte giungeva alle sue narici, nauseandolo.
I combattenti rimasti dei 44 distretti dell'anello più esterno erano in tutto 132, quelli dell'anello più interno erano 63, per cui lo scontro finale si sarebbe tenuto tra 195 uomini, tra un altro mese. In questo lasso di tempo il figlio di Goku continuò i propri allenamenti clandestini all'interno della sua cella, aggiungendo a questi quelli "ufficiali" che si tenevano nella sala della mensa, che ormai era diventata una palestra.
Gli allenamenti infatti erano diventati leciti, in vista della fase finale del torneo e, dato che in ogni distretto erano rimasti solo tre detenuti, non si temevano più pericolose rivolte. Dopo tre settimane Grend e il tizio con un braccio solo erano guariti del tutto e pertanto erano pronti per l'ultimo scontro, che prevedeva la vittoria di soli dieci uomini. In tutta la prigione aleggiava un'atmosfera di calma apparente, ma sotto quel silenzio e quella desolazione si celava una sensazione di inquietudine e paura. Ogni carcerato si chiedeva infatti se sarebbe sopravvissuto o meno. Questo a Gohan non importava ovviamente, poichè lui contava di andarsene proprio durante quel combattimento insieme al suo anziano amico.
Egli si allenava costantemente non per sconfiggere quegli sciagurati uomini che stavano condividendo la sua stessa sorte, ma per eliminare qualunque guardia si sarebbe frapposta tra lui e le navicelle. Guardandosi nello specchio opaco e crepato della sua cella vedeva ormai un'immagine irriconoscibile ai suoi occhi. Era diventato più alto di qualche centimetro, il volto era ricoperto di tagli e cicatrici varie che solcavano la fronte e le guance, i lunghi capelli di un nero corvino ricadevano ben oltre le sue spalle.
Ma la cosa che lo colpì di più furono i suoi occhi: uno sguardo serio, severo e totalmente privo di innocenza che normalmente caratterizzava un qualunque bambino della sua età.
Uno sguardo colmo di ira e odio che traboccava risentimento verso l'essere che gli aveva portato via tutto ciò che amava. "Presto verrò da te, Freezer. Presto ti troverò e ti ucciderò, non importa quanto ci vorrà." si diceva praticamente ogni giorno appena sveglio, quando la notte artificiale terminava e il consueto cielo grigio virtuale faceva la sua comparsa. Il peso della vendetta e della morte invana dei suoi amici e parenti sarebbe ricaduta su di lui finchè non avrebbe posto fine alla vita di quell'essere.

Luogo: arena del Massacro
Epoca: un mese dopo

I giorni trascorsero veloci e fugaci, finchè non giunse l'ultima fase di quel macabro torneo.
I 195 partecipanti si erano posizionati lungo tutta la circonferenza del grande ring circolare adibito in occasioni di questo genere, nell'anello interposto tra quello più esterno e l'edificio centrale delle guardie. Molte di esse si trovavano al di sopra delle grandi torri che circondavano l'area, altre invece erano a terra, seduti sulle tribune. Le scommesse su chi sarebbe rimasto in piedi e chi no erano già iniziate un mese prima.
Come preannunciato da Grend, quasi tutta l'èlite si trovava lì.
«Vedi? Sono in quella torre laggiù, ce ne sono otto, quindi due sono rimaste in base.» spiegava al bambino, che annuiva.
«Allora, quando loro danno il via tu chiudi immediatamente gli occhi, dopodichè ti aggrappi a me e andiamo là, dove c'è l'uscita per accedere alla scala. Essa ci porterà al ponte, e da lì andremo verso l'edificio centrale, chiaro?» chiese Gohan.
«Sì...». Egli era molto dubbioso circa la sua possibilità di salvezza, pertanto non nutriva molte speranze in essa, ma in quella del suo amico sì. Meritava la vita, era ancora un bambino dopotutto, e aveva sofferto fin troppo. Quella sua triste riflessione venne interrotta dalla voce di uno dei soldati che annunciava l'inizio della battaglia. Immediatamente, come cani rabbiosi slegati dal proprio guinzaglio, i detenuti si lanciarono al centro dell'arena in un violento corpo a corpo, tra grida e schiamazzi. Gohan si portò in alto e, indirizzandosi verso le torri, portò le mani alle tempie, con i palmi rivolti verso l'esterno.
«Taiohke...» si interruppe tutto a un tratto. Qualcosa non andava. La sua percezione dell'aura era ancora per lo più inibita dal siero, ma riusciva chiaramente a percepire una notevole diminuizione di quella del suo amico Grend, che era rimasto a terra. Si voltò di scatto e fu allora che apprese quanto stava succedendo: due individui lo stavano malmenando, probabilmente lo avevano visto indifeso e ne volevano approfittare.
Colmo di rabbia il saiyan lasciò perdere il piano e ritornò da dove era partito scendendo come una furia in picchiata, guadagnando velocità. Poteva vedere come quei due esseri immondi lo stessero massacrando: uno lo teneva bloccato all'alta parete dell'arena, l'altro lo tartassava di pugni sul volto e sullo stomaco.
Il vecchio, tra un urlo e l'altro, chinò leggermente la testa ormai violacea verso il bambino, facendogli segno di diniego.
Gohan si fermò un attimo a mezz'aria, guardandolo spaesato. Che cosa voleva dire? Voleva forse fare intendere al terrestre che il proseguimento del piano fosse ben più importante della sua stessa vita? No, non esisteva proprio! Lo avrebbe salvato ad ogni costo, non avrebbe permesso che un altro suo amico rimanesse ucciso per colpa sua. Facendo segno di "no" con il capo a sua volta, Gohan riprese la sua corsa, mentre i torturatori erano passati alle maniere pesanti: tiravano il corpo dell'anziano per le braccia, sempre di più, sempre di più. Finchè Gohan non lo udì.
Quel suono raccapricciante accompagnato dalla vista dei due arti superiori che si staccavano dal tronco di Grend lo fecero fermare di botto una seconda volta.
Rimase qualche secondo a guardare impietrito la scena con la mandibola spalancata, dopodichè un boato di energia attraversò il suo corpo e due enormi masse di energia partite dalle sue mani si scaraventarono sui due ignari detenuti. «No! No! No, no, no, no, no! Non può essere... Non voglio! Grend! Grend!» tuonava il bambino, atterrando accanto al corpo dell'amico e scuotendolo con vigore, invano. Negli istanti successivi quest'ultimo però riprese conoscenza. «Sii...forte...Gohan. Sal...va...ti.» riuscì a dire prima che la fiamma della vita lasciasse per sempre il proprio involucro.
«Perchè morite tutti?! Perchè tutti quelli a cui tengo mi lasciano?! PERCHÈ?!» urlava in preda al dolore. Fiotti di lacrime sgorgavano dai suoi occhi, mentre la sua aura aumentava a dismisura, superando quella della maggior parte dei comuni detenuti. I più sensibili alla percezione dell'aura sentirono quell'enorme flusso di energia e così concentrarono la loro attenzione su di lui. Decine di uomini si lanciarono verso la sua direzione, e furono proprio quest'ultimi i primi a cadere.
Il saiyan infatti, cieco dalla rabbia e completamente dimentico del suo piano di fuga, iniziò a tempestare di colpi energetici tutta l'arena, incenerendo i più deboli e ferendo i forti. Come una pioggia di meteoriti la tempesta di energia riempì di crateri e cadaveri la zona, e in pochi minuti i detenuti erano stati decimati.
«Non può andare avanti così, non può assolutamente andare avanti così!» sbraitava terrorizzata una guardia scelta su una delle torri, mentre attacchi del giovane si schiantavano lungo tutta la barriera energetica che circondava la struttura. «È assurdo! Leggete il suo livello combattivo sui vostri scouter, è perfino più alto di quello di Lord Freezer! Come fa un bambino...»
«Silenzio ora! Finchè siamo qui non può fare nulla, abbiamo le barriere che ci proteggono. E poi guarda meglio, si sta stancando. Sono sicuro che se aspettiamo un po' la sua forza calerà di parecchio, e a quel punto lo attaccheremo tutti insieme. Preparate i sieri inibitori e caricateli su dei fucili.»
«E le guardie semplici? Guarda, stanno morendo come niente, molti di loro non superano i mille di livello combattivo! Mi domando se dobbiamo chiamare lui...»
«No! Possiamo gestirla da soli! Lasciali bruciare come gli insetti che sono! Tenetevi pronti!»
Le guardie scelte e quelle di èlite di tutte e quattro le torri si avvicinarono il più possibile all'avversario e caricarono un attacco di energia combinato che lanciarono contro di lui. Gohan ovviamente se ne accorse e generò a sua volta una Kamehameha talmente potente che surclassò di gran lunga l'offensiva nemica, al punto da ucciderli tutti in un colpo solo. Improvvisamente però il terrestre sentì diversi aghi affondare nella sua schiena. Si voltò e vide un drappello di uomini che impugnavano un fucile: dovevano avergli lanciato quel siero inibitore.
«Funziona, la sua energia sta calando drasticamente, ma è ancora un pericolo mortale, state attenti!» avvertiva uno di questi, mettendosi in guardia. Gohan sentì le proprie forze mancare, ma non desistette. Si scagliò contro i suoi nuovi avversari e, con molta fatica, riuscì a respingerli tutti quanti nell'arco di qualche minuto.
«Bene, ho eliminato tutte le guardie di èlite e le poche guardie scelte e semplici rimaste sono fuggite. I detenuti ancora vivi sono scappati. Non mi rimane che andarmene.» mormorava ansimando e poggiando i piedi per terra.
Fece qualche passo in avanti verso il portone da cui sarebbe dovuto uscire secondo il piano, ma un colpo energetico fermò la sua avanzata. Barcollando il giovane si girò verso il mandante dell'attacco. Un uomo massiccio dalla carnagione verdastra, con una cresta di capelli bianchi e un' enorme cicatrice che attraversava tutto il volto diagonalmente fece la sua comparsa.
«Adesso... Basta.» disse.
«Oh, ce n'è un altro? Guarda che ho fatto fuori tutti i tuoi colleghi.» replicò con stanchezza Gohan.
«Oh, no no no no. Non confondermi con i miei sottoposti, loro sono molto più deboli di me.» continuò l'uomo, mostrando un candido sorriso.
«Chi diavolo saresti tu?»
«Io sono l'ultima persona che avresti voluto incontrare. Sono quello che dirige tutta questa baracca. La baracca che stai tentando di distruggere. Hai ucciso quasi tutte le mie guardie, buoni soldati che avrei utilizzato per conquistare uno dei pianeti dell'ormai fragile impero di Freezer, data la sua scomparsa.»
«Ancora con questa storia... Vuoi spiegarmi una volta per tutte cos'è accaduto a quell'essere?»
L'uomo verde mostrò un altro dei suoi bianchi sorrisi, dopodichè si avvicinò al bambino fino ad essere faccia a faccia con lui.
«Non penso possa interessarti. Dopotutto, non te ne andrai mai da qui.» gli bisbigliò nelle orecchie. Detto ciò egli si piegò sulle ginocchia e colpì con un pugno vigoroso lo stomaco del saiyan, che, estremamente indebolito dai sieri inibitori, non riuscì a prevedere l'attacco. A quest'ultimo ne susseguì un altro ancora più rapido del primo: con un'agilità inaudita, l'uomo roteò su sè stesso colpendo con un calcio il collo del giovane, facendolo finire così al tappeto. Qualche minuto più tardi alcune delle poche guardie rimaste presero in consegna il corpo del bambino in fin di vita.
«Cosa vuole che ne facciamo, mio signore? Lo uccidiamo?» chiese una di queste.
«Nah. Non è più una minaccia, ormai. Ha le ossa del collo spezzate, gettatelo nella sua cella, dopodichè radunate gli altri, voglio un rapporto completo su quanti siete rimasti. Quanto ai detenuti, ecco cosa dovete fare: trapiantate nei loro cervelli delle microbombe, d'ora in poi lavoreranno per me, e se provano a fuggire gli faremo esplodere la testa. Ho bisogno di altri uomini se voglio fondare il mio regno.»
«Sissignore!».
Il capo delle guardie passeggiava avanti e indietro lungo tutta l'arena devastata. "Un bambino con una tale forza potrebbe essere utile alla mia causa, ma come potrei convincerlo a farlo passare dalla mia parte? Mmh, se mai sopravvivrà in qualche modo, gli farò impiantare una di quelle bombe. È il detenuto più forte che abbiamo mai avuto.".
«Cosa dicevi a proposito del suo livello combattivo?» chiese più tardi a una guardia scelta.
«Il mio scouter aveva rilevato una potenza maggiore di quella di Lord Freezer, ma immagino sia stato uno sbaglio, signore.».
Il suo capo rise.
«Una potenza maggiore di quella di Freezer? Quel tuo aggeggio deve essersi rotto, fattelo sostituire, per la miseria! Non è possibile che un comune mortale abbia quella forza, solo l'antica e potente razza dei Demoni del Freddo può raggiungere tali livelli. Inoltre, ciò è sostenuto dal fatto che io l'abbia steso con due colpi, per cui, se è più debole di me, è illogico che sia più forte di Freezer.». Mentre il signore di Trazlaac riorganizzava le proprie armate per formare un esercito degno di tale nome e lasciare quel posto dimenticato da ogni divinità esistente, Gohan marciva nella sua cella, steso sul pavimento sudicio e bagnaticcio, impossibilitato nei movimenti e con numerose ossa rotte. Il suo respiro era flebile ed alquanto debole, in quelle condizioni anche un normale umano avrebbe potuto eliminarlo con estrema facilità. In poche parole, la sua vita era appesa a un filo. 

   
 
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