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Autore: eleanor89    17/05/2009    7 recensioni
Raccolta di oneshot (romantiche e anti-romantiche) dedicate a diverse amiche, brevi storie che ruotano attorno ad una cena due giorni dopo un Capodanno a Konoha. Cena a base di cosa, il titolo può suggerirlo. Consigliata in particolare a chi ha apprezzato “Pensieri”.
Capitolo I: prologo -SasukevsRavioli-
Capitolo II: SasuSaku [a Recchan]
Capitolo III: GaaraNaru [a Recchan]
Capitolo IV: ShikaIno [a Lee]
Capitolo V: SuiKa [a Hipatya]
Sasuke deglutisce, pallido. Non il solito pallore sexy che le ragazze che gli vanno dietro adorano, piuttosto un biancore verdolino dovuto al fatto che probabilmente rimetterà l’anima a breve, dovendo mandar giù qualcosa di più pericoloso dei veleni con cui ha avuto a che fare nella sua breve vita.
L’unico esponente ancora in vita -in vita ancora per poco, gli suggerisce il raviolo- della casata Uchiha prende saldamente in mano la forchetta e prova a spostare la cena con un colpetto.
Ora ha la sensazione che lo fissi.
Se fosse del pesce o la testa di qualche animale sarebbe comprensibile, ma si suppone che della semplice pasta priva di occhi non debba dare quell’impressione. Forse poi il fatto che un singolo raviolo sia grande quanto un piatto non aiuta a classificarlo nei non viventi. E Naruto sarebbe capace di averci messo sopra qualcosa di allucinogeno, a ben pensare.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Parte IV ShikaIno. [a Lee]





Ino è gratificata.

Se le avessero chiesto prima “come ti sentiresti a prendere a pugni Naruto?” forse avrebbe risposto “in colpa” ma ora sa che non è così. D’ora in poi, quando Naruto farà l’idiota, agirà esattamente come Sakura e lo picchierà selvaggiamente.

Picchiare Naruto è meglio del sesso.

Attenzione, lei non ha mai fatto sesso, però è comunque sicura che sia così. E suona anche figo.

E a proposito di quella frontespaziosa, anche se non c’entrerebbe effettivamente nulla, dove diavolo è Sakura?

«E’ stato un bel pugno.» si complimenta Suigetsu regalandole un sorriso smagliante, e lei annuisce.

«E’ un esperienza da ripetere.» conferma, e guarda meglio Suigetsu. È un po’ strano e non hanno mai parlato molto da quando è con loro, ma non sembra affatto male. E poi Karin si innervosisce quando gli gira attorno, è questo è il Bene. Ha anche un sorriso in stile Sai, il che fa sempre piacere.

«Ho davvero pensato che Choji stesse sputando sangue, sei un demente.» sente dire a Kiba, e ricordando lo spavento di poco prima sbatte una pentola con forza.

«Puoi ben dirlo. Che stronzo…» borbotta, e si gira verso di loro, incrociando le braccia e cogliendo uno spicchio di quella patetica scenetta, Naruto a terra con aria da cane bastonato e dietro di lui Sasuke a tavola, con l’aria di chi sta per suicidarsi.

Beh, con l’aria di chi sta per suicidarsi più del solito, ecco.

«La prossima volta lascerò che lei… ti uccida.» lo avverte Shikamaru, indicandola. Ino sbuffa e si gira di nuovo. Ma per chi l’hanno presa, per un cane da guardia e pure rabbioso? Quella è Sakura!

C’è un breve momento di caos, e alla fine Naruto e Sasuke liberano il campo. Lei rifila un’occhiata maliziosa a Tenten, che annuisce. È così scontato dove finiranno quei due…

«Suigetsu, quando l’acqua bolle getta tutto dentro. Tenten, puoi anche mettere a posto quella roba.» dispone con calma, stanca anche se non ha fatto nulla.

«Tutto bene, Ino?» domanda preoccupata Tenten. «Ti vedo pallida.»

«Io sono eterea e candida come la neve, Tenten.» la contraddice ghignando, e anche Tenten ridacchia.

Improvvisamente una mano grande e calda le si appoggia sulla fronte e lei resta immobile. Sta già vagliando la possibilità di dare una gomitata all’indietro e privare l’altro dei suoi gingilli prima di chiedere chi è, quando la mano viene tolta.

«Hai un po’ di febbre.» la informa una voce annoiata. Shikamaru a diciotto anni come a dodici è già stanco di vivere, si sa. Comprensibile, quindi Ino decide che potrebbe aiutarlo accorciandogli un po’ la vita.

Pesta con forza un piede a tradimento, intrappolando al pavimento quello del jonin dietro di sé con un colpo mortale di tacchi a spillo.

«Ahia!» strilla quasi come una donna, «Fanc… Ino!» cerca di trattenersi, e lei toglie il piede, rossa in faccia senza un motivo particolare.

Certo, la sua voce vicino all’orecchio l’ha fatta sussultare, ma il rossore è sicuramente dovuto alla febbre. Quindi, giustamente, meglio affogare il momento nell’alcol. Apre il lavello e tira fuori una bottiglia, probabilmente costosa, probabilmente di Sasuke e quindi di nessuno visto che lui non c’è, e ignorando Shikamaru se ne va in cucina.

Per Ino ci sono poche cose buone al mondo.

I soldi, perché coi soldi ci fai quello che ti pare e sei felice.

I ragazzi, perché coi ragazzi ci fai quello che ti pare, e sei felice.

Le amiche, perché racconti loro quello che fai coi ragazzi e coi soldi, e sei felice.

L’alcol, perché è buono e ti rende molto più felice.

Oh, e la squadra, certo. Anche se in questo momento Choji sta provando un altro pezzetto di raviolo pur sapendo che lo vomiterà, e probabilmente tra qualche minuto lo assaggerà ancora, tanto per vedere se l’effetto velenoso è scomparso, e anche se Shikamaru è particolarmente seccante, già solo perché esiste.

Toglie il piatto da davanti a Choji, che mugola un «Mhhhhnooo!» e lo passa a Neji perché lo allontani.

Ah, i miei bambini… pensa, scuotendo poi la testa.

Si guarda attorno, e nota che adesso è sparito anche Kiba, e invece sta tornando Shino. Non è esattamente quello che chiamerebbe uno scambio conveniente.

«Uh, è tornato quel tipo degli insetti.» nota Karin, senza badare troppo a con chi sta parlando. Le due si scambiano uno sguardo comprensivo, ed Ino alla fine esprime i suoi pensieri: «Preferivo Kiba.»

Karin ed Ino si odiano, ben inteso, ma Kiba Inuzuka, vestiti di pelle, aria beffarda e modi di fare da gentiluomo con Hinata, metterebbe d’accordo tutte.

«Kiba è… Kiba.» conferma Karin.

«Molto.» sospira Ino.

«Mpf.» dice Shikamaru, che è sempre troppo vicino a lei. Qualcosa tipo “mpf”, almeno. Un suono di chi vuole allo stesso tempo sia sfottere che sbuffare. Odioso, come tutto di lui, si trova a pensare Ino. Non sa da quanto di preciso trovi tutto quello che fa Shikamaru più irritante del solito, ma ogni scusa è buona per dargli addosso.

«Qualche problema?» lo provoca, stappando la bottiglia.

«Io non lo farei se fossi in te.» la ammonisce Shikamaru. Ed Ino, giustamente, lo sfida con gli occhi e beve direttamente da lì. «Fatti tuoi.» sbuffa lui.

Sa come finirà. Ino si ubriacherà subito, perché la febbre aiuta, e a fine serata raccatterà i pezzi suoi e degli altri, coinvolti da lei, da terra. Ma prima naturalmente si sorbirà urla, balli improvvisati e canzoni stonate e non. Ricorda vagamente il loro ultimo fine settimana con alcol annesso, dove Ino doveva bere solo un bicchierino e dopo un’ora erano tutti ubriachi, dal primo all’ultimo. Lee aveva buttato praticamente giù il locale, Hinata ballava come una forsennata, Kiba e Naruto cantavano, inaspettatamente intonati da far paura, Sasuke era scappato chissà dove, Shino chiacchierava con Akamaru, Choji rideva come un demente, Tenten e Neji si erano nascosti a pomiciare dietro una tenda, cosa di cui non avevano memoria, Sai e Juugo si erano addormentati sopra il tavolo, Sakura era a gattoni a terra, cercando di convincere un vaso di fiori del fatto che lei non provasse più nulla per Sasuke, Karin ci provava spudoratamente con Suigetsu che voleva visibilmente approfittarne ma era mezzo morto in quanto astemio e lui, Shikamaru, alla fine si era ubriacato per disperazione e tutto finiva in un buco nero e ricominciava dal suo stomaco che vomitava pranzi e cene consumati dall’estate prima a quel giorno nel giardino di casa, e sua madre che decideva di affacciarsi a stendere la roba proprio in quel momento. Un finale nel sangue insomma.

Vorrebbe che Sasuke fosse lì a fermarli.

E considerato che il suo più grande desiderio legato a Sasuke sarebbe di spingerlo giù da una collina insieme a tutti i suoi modi da gran signore indignato, è veramente disperato.

«Falla girare, Ino!» sbotta improvvisamente una Tenten su di giri. Shikamaru ha un fremito: questo è l’inizio della fine.

«Che la vodka sia con te.» annuisce Ino, solenne.

Subito, alle sue parole, i ragazzi si precipitano ad abbeverarsi come tanti piccoli insetti, o così almeno li vede Shikamaru, che comunque prende un bicchierino per simpatia. Naturalmente Hinata, che non tocca mai alcol, e Sasuke, che tecnicamente dovrebbe avere la testa a posto, non ci sono.

«All’anno nuovo!» esclama Ino soddisfatta, e tutti ridono.

«Ino, lo sai che siamo qui per festeggiare più che altro il team sette, vero?» le ricorda Choji.

«Eh? Oh.» fa Ino, consapevole di non essere una grande oratrice, presa in contropiede. Ovviamente però lei è come i gatti, considera Shikamaru, e cade sempre in piedi. «Non lo sapevo mica! Beh, ma se neanche ci sono, chi se ne frega! A noi!» e ad un tale sfoggio di faccia tosta tutti non possono che approvare applaudendo e buttando giù il primo bicchierino della serata.

«Dicesi: arrampicarsi sugli specchi. Bella prova, Ino.» si complimenta Tenten.

«Sì, sono fantastica.»

Shikamaru sbuffa, e lei gli lancia un’occhiataccia.

«Ma Sasuke non c’è?» nota solo in quel momento Suigetsu.

Karin sbuffa.

«Ehi, Shikamaru, tu e Karin sareste perfetti come coppietta.» scherza Lee.

Ino sorride, mentre immagina di rompere la bottiglia contro il tavolo e infilzare Lee subito dopo con quello che ne resta. È appagante, e anche realizzabile.

«Figuriamoci.» sbottano entrambi, e tutti ridono. E bevono.

E ridono.

E bevono.

Ino si gira verso Shikamaru, e lui potrebbe giurare di non averla mai vista con gli occhi così scuri e rabbiosi: «Idiota.» dice. E Choji comincia a ridere, paonazzo. L’alcol non è solo una brutta bestia, è anche ciò che toglie a Choji ogni freno. Non che ne abbia molti, ma di solito non gli scoppia a ridere in faccia.

Di solito aspetta che lui gli abbia voltato le spalle, e poi lo sfotte. Come ogni buon amico fa.

«Potresti essere più gentile.» le fa notare, ed in quel momento, Shikamaru aggiunge una certezza alle poche che ha: l’alcol è pericoloso anche per lui.

Ino lo guarda, indecisa se picchiarlo subito o dopo, poi riflette. «Tonto.» dice infine, dopo averci pensato.

Beh, è più gentile di idiota, in effetti.

«Oh, il team sette è tornato.» dice improvvisamente Neji, sarcastico.

Sakura è alla finestra, ed Ino va ad aprirla. L’amica le sembra un fagottino gelato, con le guance rosse di freddo e gli occhi lucidi. È dolce, è tenera, e Ino sorride.

«Stavi facendo sesso? Ne hai l’aria.» l’accoglie calorosa, e il colorito di Sakura tocca il cianotico.

«C’è freddo, Scrofa perversa.» sottolinea Sakura, molto offesa.

Ino a quel nomignolo sibila: «Hai scritto sul frontone che ti ritrovi che sei più maniaca di me.»*

«Fron… No. Senti, mi serve qualcosa per fare il naso ad un pupazzo di neve, e la bocca magari. Non chiedere. Non ci crederesti. Poi ti racconto.»

«Ma sei con Sasuke-kun?» pigola scioccata Karin.

«Così dicono, allora? Non avete, che so, una carota…»

Shikamaru lo sente sotto la pelle, quando Ino sta per dire qualcosa di… Yamanakesco. Alle volte gli sembra di essere in squadra con un incrocio tra Kiba e Karin, e non è una bella sensazione.

Ino si gonfia il petto d’aria proprio in quel momento, tanto per tirare quel tocco di voce in più, che serve perché anche l’Hokage non sia all’oscuro dei loro discorsi: «Carota? Sakura, non vorrai invece del burro o qualcosa di più utile sessualm…» Sakura si lancia disperatamente al salvataggio della propria faccia e le tappa la bocca, guardando Shikamaru con disperazione, che da parte sua non ci pensa neanche ad intervenire. Tutti ridono come pazzi alle parole quasi dette di Ino, che poi rispecchiano il pensiero collettivo.

«Ma che cazz…»

È Kiba, appena rientrato con Hinata, che li guarda sconvolto. Dalla sua espressione sembra che li abbia trovati sfamarsi con Akamaru. E dopo questa metafora suggestiva, Shikamaru posa il bicchiere.

«Vi state ubriacando e non avete chiamato me per primo?» nella sua voce vibra il dolore per il tradimento subito, «Io non vi ho educato così. Deve essere stata vostra madre. Mi vergogno di voi.»

«Mamma, l’hai sentito?» gracchia Choji, e Shikamaru sente la mancanza del caro vecchio Choji, quello che non sembra Naruto in versione estesa.

«Passate da bere al signor Kiba.» acconsente allora Ino, che è magicamente diventata padrona di casa e madre di un gruppo di adolescenti alcolizzati e con problemi comportamentali. Intanto Juugo sta gentilmente fornendo a Sakura il materiale richiesto, e lei ne approfitta per scappare prima che Ino si ricordi delle carote e ricominci a fare a pezzettini la sua vita tranquilla di donna che fa pupazzi di neve in compagnia. Non che Shikamaru ci creda, alla storia del pupazzo. Chissà cosa vogliono fare, bastardi pervertiti…

Ino si versa l’ennesimo bicchiere, tenendo d’occhio Kiba ed Hinata.

«Che c’è?» chiede Kiba disinvolto.

«Niente, Kiba-kun.» cinguetta lei, e poi esibisce il suo ghigno malizioso, quello che ti fa sentire nudo e disteso a terra per strada, e Kiba sbianca. Perché lei sa sempre, Shikamaru non immagina minimamente cosa possa avere scoperto su Kiba, ma lei l’ha fatto, ha capito, e sa come comunicarlo perfettamente al destinatario. «Assolutamente. Mi domando se tu potresti riuscire a convincere anche Hinata a bere.»

Kiba è sempre più bianco, e lancia un’occhiata nervosa a Neji, che dal canto suo lo stava già fissando, tenendo una mano sopra il polso di Tenten per impedirle di bere anche del saké insieme alla vodka.

«Oh, beh, non credo che… io…» balbetta il povero Kiba.

A distruggere la tensione, un: «Eh eh eh eeeeh.» di Choji. Il finale è piuttosto strascicato in realtà, segno che ormai è partito. Il chiacchiericcio riesplode.

Ino invece si mette intelligentemente a fissare il lampadario. «Shika, sai…» comincia come se nulla fosse, «Non credi che sia ingiusto fare pupazzi di neve? Insomma, poi arriverà il sole, e loro si scioglieranno dolorosamente

Il bello di questi discorsi è che Ino non è neanche ubriaca ancora, li fa e basta. Può essere appena brilla ora, e ciò la giustifica, ma lei è capace di uscirsene così in qualsiasi momento. È invidiabile, in un certo senso.

«…Certo.» ribatte argutamente lui, guardandola inespressivo. La sua unica arma è fare finta che siano tutti normali là dentro, anche se non è vero.

Ino scoppia a ridere, e commenta un: «Geniale.»

Stavolta Shikamaru non ce la fa a trattenersi ancora dal farle notare il suo umore preoccupante, e accenna un frustrato: «Prima ero tonto.»

Ino scuote la testa. «Sei genialmente tonto, e soprattutto tonto, perché mi ricordi che sei tonto.»

«Eh eh eh…» interviene Choji, ridendo in quel modo che non è una risata, ma un suono inarticolato che viene dal cuore e simboleggia divertimento. Una risata vera e propria presupporrebbe un minimo di vita intelligente, ma lui è solo alcol e cibo al momento.

«E poi è che era geniale quel “certo” perché era talmente stupido che era buffo, e quindi carino, e mi ha fatto scordare quanto sei tonto perché lo sei adorabilmente. Ora sei solo tonto.»

«Eh eh eh.»

«Neji, lascia bere Tenten in pace! Dopo dobbiamo cantare!»

«Eh eh eh.»

Di tutto questo discorso serissimo, Shikamaru ha chiara solo una cosa: lo sei adorabilmente.

«Io penso che prenderò una boccata d'aria.» annuncia stordito, prendendo con sé la bottiglia di saké che chissà come è finita di nuovo tra gli artigli di Ino. Ino lo segue saltellando, mentre la stanza inizia a sembrare troppo piccola per contenerli.

«Distruggeranno tutto, e Uchiha raderà al suolo Konoha di nuovo.» prevede Shikamaru, afflitto.

«Come se fosse stata colpa sua l'ultima volta.»

«Com'è che torni lucida quando si parla di lui?» sbuffa Shikamaru, e lei arriva finalmente al suo fianco.

«Ma io sono lucida dall'inizio della serata, tu non mi fai bere, mammina! Dammi quella stramaledetta bottiglia!»

E Shikamaru solleva il braccio, forte dei suoi centimetri in più, e scuote la testa. «Questo è per il mammina. La getterò appena saremo fuori.»

«E io berrò il tuo sangue.» promette Ino con una luce demoniaca negli occhi.

«Alcolizz-AH!»

Gli ha morso il braccio.

Quella specie di piccolo mostro biondo gli ha morso un braccio con quei denti maledetti, e gliel'ha morso a sangue. A sangue!

Mentre abbassa il braccio per controllare l'entità del danno, il primo a morire per un morso umano, ma tanto Ino è idrofoba e si sa, sente che gli strappa pure la bottiglia di mano. Lui non ci fa molto caso, perché ha due buchetti sulla manica.

«Sei un vampiro.» sussurra sconvolto, e la guarda a metà tra l'orrore e il sentiti-in-colpa.

Ino sorride sfacciata come sempre, «Beh, dai, hai un sangue saporito almeno. Ora lo sai.»

«Non so come sarei sopravvissuto senza questa consapevolezza. Avrei pagato qualcuno per mordermi, forse.»

«Senz'altro.» conferma lei, che si sta chiedendo dove sia finito il suo odio per Shikamaru, e come diavolo sia possibile che si sia sorpresa a immaginarsi un finale romantico per la loro passeggiata in casa Uchiha, motivo per cui l'ha morso. Ha funzionato solo per due secondi come distrazione, e adesso ci pensa di nuovo e ci vorrebbe qualcosa, tipo un segno divino, per capire se deve gettare all'aria tutti i loro anni assieme e chiudere del tutto con lui o provarci oppure dare solo la colpa al saké e vedere se Sai ci sta.

Poi lui chiede: «Te l'ho mai detto che sei una seccatura?» e Ino rimanda, in attesa di un segno.

«Nah.» risponde quindi, di nuovo con quel sorriso sfacciato. Guarda oltre lui, si blocca, paralizzata, sbianca, apre la bocca, arrossisce, tutto in tre secondi, poi gli afferra lo stesso povero braccio martoriato che aveva morso e lo stritola in una morsa di ferro.

Shikamaru evita di urlare solo perché è occupato a seguire il suo sguardo, certo di vedere come minimo un cadavere, o peggio.

Invece vede qualcosa di ancora più scioccante forse, e non il fatto che Sasuke e Sakura stiano facendo la coppietta felice seduti e abbracciati. Quello era pure scontato, almeno ai suoi occhi, quei due flirtavano spudoratamente, lei che aveva capito che ignorare uno come lui voleva dire tirarselo dietro e lui che c'è cascato per intero.

Ma di sconvolgente c'è che Shikamaru può ammirare Sasuke Uchiha, quel Sasuke Uchiha, che sta portando un pupazzo di neve, anche lui sotto la tettoia, direttamente sul legno dove stanno seduti loro, per ripararlo dalla neve che ora scende più lateralmente, e lo fa dopo essersi liberato dell'abbraccio di Sakura, che ride deliziata. Probabilmente lo ha convinto lei stessa, e quel pupazzo spiega anche la sua richiesta vegetale di poco prima, in barba alle supposizioni erotiche della pervertita in squadra con lui e che lo aveva quasi convinto della non-esistenza del sopracitato. Sì, è sempre colpa di Ino. Ed ecco quindi il loro pupazzo di neve al riparo, neanche fosse un essere umano. E parla di Sasuke, non del pupazzo. Quel poveretto è sicuramente più civile dell'Uchiha, a quel che il ragazzo ha dimostrato da praticamente... sempre? Quindi Shikamaru per una volta deve ammettere che persino con la sua famosa intelligenza non aveva calcolato che Sasuke potesse totalmente rincretinirsi per amore e fare cose del genere.

E ha mentalmente ripetuto la parola pupazzo un po' troppe volte, forse sotto shock.

Le unghie di Ino si conficcano più in profondità mentre lei lo tira via con una violenza disumana prima che i due possano alzare lo sguardo verso di loro.

Adesso ha sinceramente paura della sua reazione, almeno per i due secondi che precedono il suo mettersi a saltellare di nuovo. Ha avuto per un attimo la certezza che si sarebbe ritrovato a consolarla in lacrime per l'orgoglio ferito, ha vinto Sakura dopotutto, e invece eccola a saltellare ridendo, più felice di chiunque, forse di Sakura stessa, ancora rossa in viso e coi capelli che si sparano da una parte all'altra. «MA DICO! Ti rendi conto? Ti rendi minimamente conto? Stanno sicuramente insieme ora! Hai idea di quanto sarà felice Sakura?»

E' genuinamente entusiasta per l'amica, Shikamaru non riesce a scorgere un minimo di sofferenza o gelosia in quegli occhioni luminosi, si è persino scordata del saké probabilmente, e deve ammettere che persino con la sua famosa intelligenza non aveva calcolato neanche che lui potesse rincretinirsi per amore, tanto da rischiare l'evirazione e impalatura, perché la bacia.

Non nel senso di un bacio intenerito sul naso, di uno fraterno sulla fronte, di uno affettuoso sulla guancia, ma un bacio di quelli che per primo evita di guardare se scorge lungo la sua strada, per lasciare un po' di intimità alla coppia che ha evidentemente scordato di non trovarsi in un love hotel.

E che sia un bel bacio, perché sarà l'ultima cosa che farai. Riesce a dirsi questo, contando i pochi secondi che lo separano dal dolore e poi dal nulla o l'altro mondo che sia.

Ino appoggia le mani sulle sue spalle con tanto di bottiglia, ha ricambiato? Ha veramente ricambiato?, si rende conto Shikamaru, pur non potendo concepire neppure l'idea, e poi lei li separa decisa.

Sta già analizzando le scuse possibili quando lei lascia di nuovo cadere le braccia:

mi sono ubriacato mentre non guardavi, se non senti odore di alcol è solo perché ho assorbito persino quello,

Shikamaru? Chi è Shikamaru? Io sono il fratello, il fratello perverso evidentemente,

Te lo sei sognata, ecco cosa succede a bere,

e l'immancabile fuga a gambe levate verso un luogo migliore per i prossimi sei/sette anni.

Farfuglia qualcosa che somiglia ad uno scusa, e la guarda chinarsi a terra, appoggiando la bottiglia di saké, che ha una leggera crepa, perché l'ha stretta troppo fra le mani. Poi lei torna in alto, e rimette le mani sulle sue spalle.

«Era d'impiccio. Dov'eravamo? Ah, sì, ma comunque comando io.»

Il cervello di Shikamaru va in black out. Non sa che quello di Naruto è nella stessa identica situazione in quel momento, sa solo che i pensieri sono spariti. Non ci sono più scuse da fare, non c'è più il chiedersi chi sia quella sosia perfetta di Ino, il domandarsi anche se non sia la febbre ad agire ma accidenti, saran state due linee di termometro, non c'è più niente e lui non riesce neanche a dire una parola, ha sentito un distante “yaaaargh” nella sua mente, e ora c'è un piacevole e rilassante vuoto.

«E non usare i tuoi denti da vampiro.» accenna quasi timoroso, e lei ghigna malignamente.

«Non piagnucolare, donnicciola.»

E quasi si saltano addosso, mandando al diavolo chiunque possa vederli e il briciolo di salute mentale e autocontrollo rimasti.

Beh, se non altro Ino è convinta che un segno divino ci sia stato, quindi tutto è lecito, anche infilarsi nella prima porta che trovano, che dà ad uno sgabuzzino. Dopo cinque minuti, anche Shikamaru crede di aver assistito ad un segno divino.





Okay, mi ero fermata a “lo sei adorabilmente” verso gennaio, e ho ripreso ora XD quindi eventuali discordanze con il capitolo due non sono colpa mia U_U o meglio, lo sono eccome e fatemelo notare XD

Oh, il cervello che va in black out tornerà XD prima di tutto perché succede alla sottoscritta, secondariamente perché mi piace che tra Naruto e Shikamaru ci sia una similitudine, essendo loro per nomea “dobe” e “genio”.

*Non piagnucolare è una quasi citazione da scrubs, quando Jordan assale il marito dottor Cox e lui le dice qualcosa come “niente morsi” e lei risponde una cosa simile. Dovevo dirlo. E guardate scrubs, che fa bene alla mente.

Risponderò alle recensioni direttamente al prossimo capitolo. Oggi è giornata di aggiornamenti in molte fic XD


   
 
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