Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    21/11/2016    3 recensioni
Per Jungkook, essere quello che è oggi costituisce un nuovo inizio.
Ma non è stato sempre così: il percorso che lo ha portato ad accettare se stesso e, soprattutto, ad aprire il suo cuore agli altri, ha rappresentato per lui un ostacolo difficile da superare.
Dal capitolo I:
[…]Fuori dalla finestra, la neve imbianca i tetti di una Seoul congelata e i riscaldamenti, quella mattina, non hanno proprio voluto saperne di partire. Si stringe un poco nella sua felpa nera, quella che un tempo usava per le giornate di ozio passate a giocare ai videogiochi; tira giù entrambi i polsini e saltella sul posto, mentre ascolta attentamente le parole del coreografo. Percepisco il vostro impegno, dice, ma non è ancora abbastanza. Il suo tono è tranquillo, tutti sanno che non vuole spaventarli, né spingerli troppo oltre il loro limite. Ma non è abbastanza: Il suono di quelle parole martella nelle tempie di Jungkook tanto quanto il dolore delle dita paralizzate dal freddo. […]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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VI










 
Jungkook ha sempre pensato di essere un attore discreto quando si trattava di nascondere il proprio stato d’animo agli altri. Eppure, con il passare degli anni, si è instaurata in lui la consapevolezza dolceamara che i suoi compagni siano effettivamente in grado di leggergli dentro più di quanto sappia fare lui stesso.
Gestire le emozioni, quello sì che era un problema, ma celarle?

Quando Jungkook vede quel 37.8  apparire beffardo sul display del termometro cerca di resistere all’impulso di uscire dal dormitorio e gettarlo direttamente nel secchione dell’immondizia. Tanto lo sapeva, l’aveva percepito dalla leggera confusione che faceva eco nella sua testa e dai brividi che gli scuotevano impercettibilmente in corpo: a che diavolo serviva quell’apparecchio elettronico, se non a sbattergli in faccia una certezza che, almeno ipoteticamente, avrebbe continuato a poter ignorare?

Jungkook era sempre stato sano come un pesce: le volte in cui aveva contratto l’influenza si potevano contare sulle dita di una mano, perciò è fermamente convinto che si tratti solo di stress, o magari di un colpo di freddo, visto che qualche sera prima aveva voluto indossare a tutti i costi un giaccone nuovo, regalo di sua nonna, sebbene fuori non facesse esattamente la temperatura adatta. Gli hyungs lo avevano avvertito, certo, ma lui aveva replicato di non soffrire affatto il freddo e di non aver mai avuto in vita sua un raffreddore o un mal di gola dovuto al tempo atmosferico.
Come si dice, c’è sempre una prima volta.

Si lava il volto leggermente arrossato con l’acqua fredda, sollevando le ciocche davanti e bagnandosi abbondantemente la fronte. Gli altri sono di là a discutere l’organizzazione delle schedules con alcuni manager: hanno ricevuto molte proposte quella settimana e cercare di accontentare tutti sembra un’impresa davvero impossibile. Tornerebbe di là anche abbastanza tranquillo, se non fosse per un problema che lo tormenta da quella mattina, un problema di cognome Park e di nome Jimin.
Quel ragazzo non l’aveva perso d’occhio neanche un momento per tutta la giornata e Jungkook aveva cercato accuratamente di evitarlo, fuggendo via con una scusa ogni volta che gli si avvicinava per scambiare due parole o semplicemente aggirando il suo sguardo. Il fiuto di Jimin per queste cose superava quasi quello di sua madre e a Jungkook questa sua attitudine non andava per niente a genio.

Quando torna in soggiorno trova Namjoon intento a concordare gli ultimi dettagli con i manager, mentre gli altri hanno già cominciato a disperdersi un po’ ovunque, chi in cucina per preparare un pasto decente da mettere sotto i denti, chi in camera a concedersi qualche breve minuto di riposo prima della cena. Si guarda intorno furtivo, optando per la cucina: affiancare Jin e Yoongi ai fornelli gli sarà sicuramente d’aiuto per distrarsi un po’. Peccato che in quel momento passasse per il brevissimo corridoio anche Jimin, probabilmente mosso dalle sue stesse intenzioni; non fa in tempo a raggiungere gli altri, così da evitare una conversazione esclusiva con lui, che Jimin coglie di nuovo l’occasione per braccarlo.
«Jungkook, fermati».
Il più piccolo non si è accorto di aver accelerato il passo in sua presenza ed è costretto a frenare bruscamente per poi voltarsi in direzione del più grande. «Che c’è?»
Cavolo, si era anche scordato quanto la sua irritabilità crescesse a livelli esponenziali di pari passo con la temperatura corporea.
Jimin gli lancia un’occhiataccia per il modo in cui gli ha risposto, ma non molla. «Si può sapere che ti prende? Sei scappato via prima ed è tutto il giorno che mi eviti. Ti ho fatto qualcosa?»
Ecco, ci mancava solo che Jimin la prendesse sul personale. Jungkook si trattiene per non imprecare qualcosa di poco carino verso se stesso, dopodiché continua a perseguire nel suo intento: negare, negare fino alla morte.
«No hyung, è tutto apposto. Sono solo un po’ sovrappensiero oggi».
Jimin inarca un sopracciglio. «Fammi sentire la fronte».
La febbre gli impedisce di reagire nell’immediato, ma Jungkook riesce comunque ad evitare la mano di Jimin, scansandosi da un lato.
«Sto bene hyung, davvero. Non ce n’è bisogno».
«Se stai bene allora fammi sentire».
«Non insistere, hyung».
«Ti stai comportando come un ragazzino».
Jungkook si sente ribollire dalla rabbia, ma non contro Jimin: sarebbe tutto più semplice se dicesse le cose come stanno ma no, una parte di lui gli ordina di non farlo, perché confessare di avere la febbre vorrebbe dire mettere tutti in allarme e non è necessario, poiché lui è convinto che il giorno seguente sarà di nuovo in forma come prima.
Sospira lievemente e fa per allontanarsi. «Vado ad aiutare Jin hyung con la cena».
«Jungkook, se hai un problema devi parlarne! Non puoi sempre evitare il discorso».
«Non ho nessun dannatissimo problema hyung, come te lo devo dire?»
Jimin incrocia le braccia, alzando le spalle. «Forse sono io il problema?»
Jungkook si massaggia le tempie, esasperato. Ha la testa che minaccia di esplodergli da un momento all’altro ed è sicuro che se rimanesse un secondo di più a parlare con Jimin rischierebbe di farsi scoprire.
«Se continui a chiedermelo sì, hyung».
Dall’espressione di Jimin capisce di aver appena fatto l’ennesimo sbaglio. Si sente uno schifo, perché sta effettivamente peggiorando la situazione.
«Come vuoi».
Jimin lo sorpassa, andando a prendere il suo posto in cucina.
Jungkook si volta dal lato opposto e si scompiglia nervosamente i capelli, reprimendo l’impulso di scontrare le nocche con il muro.

Coscienza 1, Jungkook 0.
 
Che giornata di merda.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 









«Jin hyung, Kookie ha la febbre».
Il più grande del gruppo rimane col coltello a mezz’aria e la cipolla tagliata per metà. «Te l’ha detto lui?» domanda un po’ preoccupato.
Jimin scuote la testa, rassegnato. «Più o meno».






















__________

Eh, le giornatacce capitano a tutti, vero o no? Non possiamo mica pensare che vada sempre tutto bene... e stavolta la vittima del capitolo è stato il povero Jimin. Trovavo plausibile il fatto che inizialmente potesse prendere la questione come un fatto personale e rimanere offeso dal comportamento di Kookie: poi però, verso la fine, deve aver sicuramente riflettuto ed essere giunto alla conclusione che i suoi sospetti iniziali fossero esatti. Per quanto riguarda Jungkook, beh... lascio giudicare a voi. XD
Spero tanto che la raccolta stia continuando a piacervi... sono un pò impegnata in questo periodo, ma spero di riuscire a portarla avanti regolarmente.
Nel frattempo vi ringrazio per essere sempre qui a seguirmi!

Un bacio grande,


Vavi

 
  
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