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Autore: Zomi    21/11/2016    3 recensioni
Dieci baci, dieci Universi Alternativi, dieci Flash Fic senza senso e perchè... dieci Nami e Zoro
#Exorcism! AU: -Vattene vattene vattene! - agitò il mestolo esasperato-Vattene da casa mia!!!-
#Shool! AU: -Roronoa! Vieni subito qui!- sbraitò avanzando verso il compagno di classe a passo di carica.
#Shara! AU: -Donna?- ridacchiò quella -Voi crociati: che strano modo avete di chiamarvi. Uomo, donna, bastardo...-
#Urban! AU: -È ora di svegliarsi Biancaneve…- ghignò, scodinzolando con la fosca coda.
#Cirque du Soleil! AU: -Ti prendo!- ansò Nami –Tranquillo: ci sono io!-
#SPQR! AU: -Se sconfiggerò tutte le bestie e ne resterò l'unica in piedi, Teach dovrà concedermi la libertà-
#Inca! AU: -Madre de Dios! Vuoi forse uccidermi prima del tempo?-
#Moschettieres! AU: -Che immagine bucolica e affascinante- sospirò gonfiando il petto –Non vi facevo un romanticone-
#Police! AU: -Non so, mi dica lei- strillò portando la mano libera al fianco –Potrebbero esserci problemi sapendo che un deficiente ha appena percorso cinquecento metri in contro mano in un senso unico?-
#Far West! AU: -Grazie- sussurrò, dividendo appena le loro labbra.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Moschettieres!AU

 
Le luci di Versailles illuminavano la notte che abbracciava la villa, rendendo i giardini e le campagne che la costeggiavano un mare di ombre e riflessi.
Sembrava quasi che nella gabbia dorata in cui il Re Sole Cobra, creata su caloroso consiglio del cardinale Akaidu, regnasse il sole ad ogni ora del giorno e della notte, e che nessuna nuvola o vuoto di luna potesse mai gettare una singola lacrima di oscurità sulla reggia in cui risedevano i nobili di Francia.
Zoro corrugò la fronte, sbuffando e continuando a camminare spedito della villa, lanciando occhiate veloci ai nobili che cincischiavano nelle varie stanze più o meno appartate che si affacciavano sul corridoio che attraversava, digrignando i denti a ogni nuova risatina isterica o baritonale che echeggiava nella notte.
Insopportabile.
Lo trovava insopportabile tutto quello sfoggio di falsi sorrisi ed elemosinante educazione tra grandi signori da piccolo animo di uomo.
Nobili quelli? Conosceva cavalli nelle stelle reali con più grazia e voce amabile.
In più lui, come Moschettiere di Guardia del Re, doveva pure difenderli.
Come aggiungere al danno la beffa!
Grugnì nuovamente, strappandole una leggera risata divertita, per fino piacevole da ascoltare rispetto a quelle che tanto lo infastidivano.
-Dovrebbe celare con maggior impegno il suo disprezzo per  i nobili ospiti di sua Mesta, monsieur Roronoa- sussurrò Nami, strattonandolo per un lembo della sua casacca da moschettiere, guidandolo verso le sue stanze, dove il soldato armato di moschetto la stava riaccompagnando eseguendo l’ordine del generale dei Moschettieri della Guardia, Shanks.
Zoro trattenne un ringhio, lasciandosi guidare dalla rossa, cercando di non calpestare l’ingombrante gonna del suo abito.
-Non mento mai, mademoiselle Nami- puntualizzò seguendola e fissando la sua delicata mano lasciare la presa sulla sua divisa bluastra, segnata dalla croce francese.
-Lo so monsier- replicò la rossa, piegando il capo e guardandolo negli occhi –Ma scommetto che se vi chiederò il motivo della vostra faccia lunga non riuscirete a rispondermi con completa sincerità- sorrise all’occhiata severa che il verde le rivolse –Questioni di sicurezza, lo so- lo zittì sul nascere rubandogli le parole di bocca.
Zoro ghignò.
Apprezzava la compagnia di mademoiselle Nami per la sua acutezza, anche se a volte, abbinata alla sua lingua lunga, era una vera seccatura.
Eppure la principessa di Francia Bibi la riteneva un’ottima consigliera e meritevole di essere l’unica custode dei suoi segreti, e forse parlare con lei delle ultime scomode e preoccupanti novità che serpeggiavano tra le guardie reali lo avrebbe aiutato a gestire meglio la tensione che lo innervosiva da alcuni giorni.
-Pare ci siano spie a corte che mirano ad attentare alla vita alla principessa Bibi- parlò lapidario, guardandosi attorno accertandosi che nessuno li stesse ascoltando –Spie inglesi-
-Inglesi?- corrugò la fronte –Come mai pensate che siano inglesi?-
-Perché l’Inghilterra ama la Francia- storse le labbra sarcastico –In un periodo teso come questo basterebbe anche solo ferire la principessa amata dal popolo per far scoppiare una rivolta: la gente fuori da questo paradiso di cicisbei muore di fame!-
-Per questo avete aumentato le ronde e le guardie nelle stanze della principessa- rifletté ad alta voce, svoltando in una sala poco affollata, superandola a grandi falcate.
-A lei e alle sue dame di corte- la corresse -Non possiamo permettere che nessuno vicino ai reali venga ferito-
-Né che siano causa di successo di tali minacce- lanciò uno sguardo al viso scuro e corrucciato del moschettiere che le faceva da guardia nel tornare alla sue stanze.
-No, di quello Shanks è sicuro: nessuno vicino ai reali è sospetto- smorzò il sibillino dubbio che Nami aveva insinuato nella sua frase, cercando di rincuorarla che nessuno osava sospettare di lei o di qualcun altro vicino alla famiglia reale.
Soprattutto, che nessuno sarebbe mai riuscita a sfiorarla con un sol dito finché ci fosse stato lui a proteggerla.
–Sono qui per proteggerla- puntualizzò, distogliendo lo sguardo e negando con se stesso di aver pronunciato quelle stesse parole che ora gli rivoltavano lo stomaco e non notando il sorriso di Nami, certa che il buio notturno che entrava nel corridoio poco illuminato che stavano attraversando celasse il rossore con cui le guance le avvampavano il viso.
-Se Shanks è così sicuro dovete esserlo anche voi- cercò di rassicurarlo –La principessa Bibi è in mani sicure, soprattutto ora che monsier Rufy la segue come un’ombra… con somma felicità della principessa stessa, e del vostro compagno moschettiere tra l’altro- fece l’occhiolino al verde, che ghignò piegando il capo.
-E di un’altra cosa credo dobbiate essere sicuro- lo guardò con maggior serietà –Le spie a corte non sono certo inglesi-
-Come potete esserne così certa?- corrugò al fronte, scrutandola attento.
-Se la famiglia reale Nefertari di Francia cadesse, l’Inghilterra rimarrebbe l’unica monarchia stabile in Europa. No non nominate la Spagna per carità!- lo zittì, continuando –Con gli attuali tumulti nelle colonie oltre oceano, la Regina non può permettersi di occuparsi anche di serpeggianti voglie di rivoluzione provenienti proprio dalle tanto amate lande francesi-
Si fermò, dinanzi alla porta dorata delle sue stanze.
-Se mai ci fossero spie inglesi a corte, sarebbero qui proprio per  impedire che qualcuno arrivi alla principessa- si voltò a fissare in viso il verde, attento a non perdersi nessuna sua parola –Semmai, le spie nemiche devono ricercarsi tra gli stessi nobili che così poco apprezzate- sbatté le lunghe ciglia –Vi viene in mente nessuno?-
-Cardinal Akaidu- digrignò i denti Zoro, mordendo le parole, sentendo che la piccola lezione di politica della madamigella ramata gli aveva smosso qualche dubbio. Scosse il capo, tornando a fissare Nami nelle sue grandi iridi furbe e di nocciola.
-Ovviamente sono solo supposizioni- la vide sorridere –Suggestive supposizioni-
-Già, ciò non toglie che se mai una spia inglese venisse catturata - sollevò una mano guantata a togliersi il cappello piumato dal capo –Finirebbe a salutare il sorgere del sole dalla forca-
-Che immagine bucolica e affascinante- sospirò gonfiando il petto –Non vi facevo un romanticone-
-Mademoiselle Nami…- la richiamò, ricevendo in risposta una sua carezza, morbida e leggera sul viso sbarbato.
-Dalle mie parti si dice Milady- si avvicinò di un passo, mentre con la mano libera socchiudeva la porta della sua stanza –E non preoccuparti…- si alzò sulle punte, unendo le labbra con le sue.
Zoro sgranò appena gli occhi al contatto, riprendendosi velocemente e rispondendo al bacio, portando una mano ad accarezzare la schiena protesa della rossa.
La sentì staccarsi da lui riluttante, lasciandolo ad occhi socchiusi per assaporare meglio il loro contatto, indietreggiando di un passo verso l’uscio delle sue stanze.
-… non mi farò prendere- gli mostrò la lingua, chiusa tra le labbra ancora umide del loro bacio.
Richiuse la porta, e lasciò il moschettiere a ghignare nella notte buia di Versailles.

 
   
 
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