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Autore: Diana924    23/11/2016    1 recensioni
XVIII° , Catalogna, la regione più orgogliosa della Spagna si sta riprendendo dalla guerra che l'ha vista contro il resto del regno supportando Carlo d'Austria. Regione orgogliosa, fiera delle proprie tradizioni e della propria indipendenza, la regione di santa Eulalia ha pagato il suo tradimento con la perdita della propria lingua e delle proprie singolarità.
E' qui, in una terra saldamente legata alle proprie radici ma che pure si sta aprendo alle nuove idee che sboccia l'amore tra Carlos Duncan ed Eulalia Valdes.
Lui è il secondogenito di una famiglia aristocratica, costretto a prendere i voti senza una vera vocazione compensata però da una sfrenata ambizione, lei abbandonata da neonata in un convento conosce solo la vita monastica e sta per prendere i voti. Entrambi però sanno che da quando i loro sguardi si incrociano niente sarà più come prima
[ Spinn off prequel di un'originale storica, Il Giglio Nero in cui si narrano in dettaglio le vicende dei coniugi Duncan, apparsi nel 40° capitolo, non è necessario aver letto la storia principale]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Inquisizione, Epoca moderna (1492/1789)
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Carlos Duncan si lanciò nel suo nuovo incarico con passione e determinazione.

Le novizie solitamente erano ragazze semplici con pochi peccati, specialmente veniali e le ospiti non davano particolari problemi, alcune di loro avevano dei fidanzati ma lui raccomandava sempre di non concedersi e di non cedere alle loro parole, molti giovani dopo aver ottenuto quello che vogliono rompono i fidanzamenti e vi lasciano disonorate, quello che in un uomo è un piccolo peccato veniale per una fanciulla è un peccato mortale. E una volta disonorate non vi resta che la dannazione eterna e una vita piena di stenti lontana dalla misericordia di Dio ripeteva, se davvero i vostri fidanzati vi amano sapranno attendere, l’attesa è la chiave per un buon fidanzamento, e non vi peserà attendere qualche mese per una vita piena di felicità coniugale.

Le suore stesse avevano pochi peccati da confessare, una disattenzione, una piccola superbia derivate da un dono ricevuto dai familiari, invidia per le suore più belle o più abili, l’unico problema di una certa importanza era la faida esistente tra la badessa e la decana che costringevano le consorelle a schierarsi ma era come un bisticcio tra bambini e Carlos si era detto che non sarebbe intervenuto.

Erano trascorsi tre mesi dal suo arrivo quando entrò nel confessionale e attese le solite confessioni, era un incarico semplice quello pensò nel sentire qualcuno che si inginocchiava.

<< Perdonatemi padre perché ho peccato, sono passate due settimane dalla mia ultima confessione >> disse una voce infantile, quasi da bambina, doveva essere una novizia o una delle ospiti pensò Carlos pronto ad udire i soliti peccati delle fanciulle: vanità, invidia, superbia e lussuria.

<< Padre, io … faccio dei sogni che non dovrei fare. Sogni che non ho mai fatto, che mi turbano e ho dei pensieri impuri>> disse la voce al di là della grata, un’ospite che a breve si sarebbe sposata e a cui il fidanzato doveva aver chiesto degli anticipi pensò Carlos, solitamente quelle ragazze erano inesperte del mondo e bastava sentire come parlassero dei loro sogni per comprendere che erano facili prede di seduttori interessati solamente a traviarle.

<< E su chi avresti pensieri figliola? >> le chiese, per niente interessato alla risposta ma era suo dovere, forse avrebbe dovuto scrivere ai genitori della fanciulla per poter affrettare il matrimonio in maniera tale che il suo fidanzato, o un altro giovane, non la tentasse.

<< Su di voi, padre, ho dei pensieri impuri nei vostri confronti >> aveva ammesso la voce e lui aveva avuto l’impressione che la terra si aprisse sotto i suoi piedi per inghiottirlo. Non si era mai trovato in una situazione simile e lei era poco più di una bambina, mai una donna gli aveva confessato di avere pensieri impuri sulla sua persona e quello lo confondeva, non aveva idea di cosa dire e cosa consigliare a quella fanciulla.

Curioso alzò gli occhi e si sporse per poterla vedere e poter dare un volto a quella voce debole e spaventata.

Quale sorpresa ebbe quando vide una fanciulla di non più di quindici anni, con il velo delle novizie da cui sfuggivano alcune ciocche bionde e un volto angelico e candido, come se il peccato su di lei non avesse mai attecchito, bella oltre ogni immaginazione, leggiadra, sottomessa, delicata, meravigliosa, semplicemente divina pensò Carlos mentre si beava di quella visione cercando un difetto, un qualsiasi difetto in quel volto che potesse fargli credere che quella davanti a lui fosse un essere umano e non una creatura angelica. La fanciulla sentendosi osservata alzò gli occhi e Carlos si sentì mancare, occhi azzurri come quelli dei santi, quella novizia apparteneva più al mondo divino che a quello mortale, occhi azzurri delicati e spaventati.

<< Dovresti pregare figliola, è il diavolo che ti sta tentando mia cara, il maligno vuole metterti alla prova prima che tu pronunci i tuoi sacri voti.  Prega e scaccia questi pensieri dalla tua mente e ricorda che senza la tua purezza non potrai prendere i voti >> le rispose, quella era una situazione nuova per lui e aveva proferito le prime parole a cui era riuscito a pensare e che sapeva avrebbero aiutato quella giovane fanciulla.

Avrebbe voluto stringerla a sé, proteggerla dai mali del mondo, mali di cui aveva solo letto e da cui si era sempre tenuto sempre lontano, e non lasciarla mai andare via e sapeva che quelli non erano pensieri consoni ma erano solo pensieri si disse, era libero di desiderare di proteggere quella fanciulla angelica così bella e così innocente.  Carlos non riusciva a smettere di pensare a come quella giovane fosse indifesa e bisognosa di cure.

<< Vi ringrazio molto padre, pregherò per voi >> dichiarò la ragazza a voce bassa, sarebbe stata un’eccellente suora pensò Carlos nel vederla farsi il segno della croce, vi era così tanta devozione e abbandono in quei gesti, doveva essere un’orfana, esposta alla nascita e cresciuta dalle religiose dato che gli appariva ancora più ingenua di lui e completamente aliena dalle faccende mondane che pure talvolta trovavano la via del chiostro.

<< Ego te absolvo … posso sapere il tuo nome, figliola? >> le chiese, solitamente non chiedeva mai il nome ma avvertiva l’urgenza di dare un nome a quel volto, di poter sapere chi fosse e quello non era un bene, sapeva che non era bene ma il bisogno era troppo forte per poterlo respingere.

<< Eulalia Maria Valdes, padre. Ho il nome della santa prediletta della decana, la quale ha sempre avuto delle buone attenzioni nei miei confronti >> spiegò la giovane, Eulalia, prima di lasciare il confessionale, Carlos la seguì con lo sguardo senza immaginare che anni dopo quella fanciulla avrebbe partorito suo figlio.
Eulalia Valdes solitamente non ricordava i suoi sogni.

Non conoscendo altre realtà al di fuori del chiostro e avendo sempre udito brutti racconti sul mondo esterno la sua mente produceva immagini o orrende o divine, orrende se sognava l’esterno e divine se riguardavano il convento. Eppure da quando aveva incontrato lo sguardo di padre Carlos i suoi sogni erano mutati.

Erano sogni innocenti e che le recevano pace facendola svegliare con il sorriso sulle labbra ma sentiva che vi era qualcosa di sbagliato, qualcosa che non doveva esserci, non adatto al sacro luogo dove si trovava e che in qualche maniera lo macchiavano rendendolo impuro.  Si trovava con padre Carlos, discutevano seduti su una delle panche del refettorio e lei si sentiva al sicuro in sua compagnia, erano soli eppure sentiva che l’arrivo delle suore e delle altre novizie avrebbe rovinato il momento e guastato l’attimo, poi lui le poggiava una delle sue mani sulle sue e lei si sentiva bene, le avevano sempre detto che quel gesto era sconveniente ed immorale ma a lei appariva come un gesto dolce e protettivo e lo lasciava fare. Era lei poi a poggiare una mano sul ginocchio di lui e sapeva che lui avrebbe dovuto allontanarle la mano ma non lo faceva, anzi le permetteva di lasciarcela e poi le sfiorava il volto con la mano ed 
Eulalia sentiva che quello era sbagliato, decisamente sbagliato.

Poi avvertiva le sue mani tra quelle di lui e padre Carlos le baciava le mani con sempre più trasporto e lei si limitava a chiudere gli occhi e a godersi quel torpore che l’avvolgeva tutta come un lenzuolo, godendo di quel calore e del contatto con il corpo di padre Carlos. Lei apriva gli occhi e sorrideva, un sorriso che sapeva non apparteneva alla sua bocca e quando lui si avvicinava a lei per poter assaggiare le sue labbra si svegliava, il fiato corto, il petto che si alzava e si abbassava ritmicamente e la fonte imperlata di sudore.

E notte dopo notte i sogni divenivano sempre più audaci, proibiti e sbagliati ma non riusciva a farne a meno, sentiva come nonostante fosse sbagliato vi era qualcosa di giusto in quei sogni, altrimenti perché avrebbe dovuto sognare situazioni simili si era detta?

Aveva pregato, la mattina prima della compieta aveva pregato silenziosamente sul suo inginocchiatoio, pregando che quei sogni lascivi abbandonassero la sua mente di fanciulla onorata, aveva pregato distesa sul pavimento della cappella, recitando il rosario e sperando di non sognare affatto quella notte, di non sognare padre Carlos e odiando come il solo pensare a lui la rendesse debole e peccatrice. Si era confessata da lui omettendo quei pensieri salvo poi sognarlo nuovamente quella notte. Nel sogno erano insieme, nel confessionale e lei era seduta sulla sue ginocchia, non accadeva nient’altro tranne poco prima che si svegliasse quando aveva avuto l’impressione che una mano le stesse sfiorando la veste, svegliandosi si era rimproverata di aver lasciato al finestra aperta, era tutta colpa del vento che aveva spalancato la finestra e spostato il lenzuolo si era detta.

Aveva avuto paura di confidare quel segreto alle suore e tantomeno alle ospiti, erano troppo mondane per comprendere le sue ambasce, nemmeno Alexia che pure era la sua migliore amica doveva saperlo e non perché non la tenesse in istima ma perché aveva paura che potesse rivelare qualcosa per sbaglio e non voleva che suo Maria Rafaela pensasse che lei fosse una delusione, nel mondo esterno non avrebbe saputo come vivere e ne era consapevole.

Così un giorno, dopo essersi informata se padre Carlos sarebbe stato presente per le confessioni aveva preso coraggio, quella mattina avrebbe confessato tutto, tutti i suoi pensieri, tutti i suoi sogni, tutto, in maniera tale che quei sogni sarebbero scomparsi.

Entrò nel confessionale timorosa e ripeté i gesti con timore, prima di allora non aveva mai tremato ma si era trattato di piccoli peccati veniali che le stesse consorelle le perdonavano, questo era diverso, completamente diverso., non era la prima a confessarsi quella mattina si disse, doveva solo avere coraggio e aprire il suo cuore.

<< Perdonatemi padre perché ho peccato, sono passate due settimane dalla mia ultima confessione >> aveva ammesso, si era già confessata ma quelle non erano state confessioni sincere e aveva preferito non contarle si era detta mentre si faceva il segno della croce, la presenza di padre Carlos così vicino a lei la stava calmando, era come se bastasse saperlo accanto a lei per calmarla e intuiva che quello era sbagliato ma non desiderava rinunciarvi. << Padre, io … faccio dei sogni che non dovrei fare. Sogni che non ho mai fatto, che mi turbano e ho dei pensieri impuri>> aggiunse chiamando a raccolta tutto il suo coraggio, dopo aver parlato avrebbe affrontato la reazione furiosa di padre Carlos e quella delle suore, sapeva fin troppo bene che gli errori si pagavano, la badessa lo diceva sempre.

<< E su chi avresti pensieri figliola? >> le domandò padre Carlos ed Eulalia si sentì morire, aveva sperato di evitare quella domanda ma ormai era troppo tardi, avrebbe dovuto rispondere e si sentiva in imbarazzo. Aveva sperato in un rimprovero, un rimprovero veloce e una penitenza, non che padre Carlos le rivolgesse quella domanda ma comprendeva il motivo: lui doveva essere un confessore scrupoloso e ora spettava a lei rispondere.

<< Su di voi, padre, ho dei pensieri impuri nei vostri confronti >> ammise timorosa mentre sentiva le guance imporporarsi per la vergogna.
Lo aveva detto, aveva finalmente ammesso di avere pensieri impuri su padre Carlos al confessore stesso e ora ne avrebbe affrontate le conseguenze. Non le importava però, padre Carlos doveva sapere, non voleva più avere quel 
segreto solo per lei, pensasse pure quel che voleva ma almeno lei si era liberata la coscienza.

<< Dovresti pregare figliola, è il diavolo che ti sta tentando mia cara, il maligno vuole metterti alla prova prima che tu pronunci i tuoi sacri voti.  Prega e scaccia questi pensieri dalla tua mente e ricorda che senza la tua purezza non potrai prendere i voti >> le consiglio padre Carlos, era un buon consiglio pensò Eulalia prima di segnarsi. Aveva spesso letto di come satana tentasse le anime più pure epr condurle alla perdizione, specialmente le novizie che si trovavano di fronte ostacoli e dubbi prima di prendere i voti, quella era una prova mandatele da Nostro Signore per constatare la sua forza e lei l’avrebbe superata, con la preghiera e l’aiuto di padre Carlos. Padre Carlos era bello, una bellezza particolare così diversa da quella dei santi e degli angeli che aveva visto nelle miniature dei volumi del convento, una bellezza che l’attraeva e la incuriosiva, avrebbe voluto far scorrere le dita sul volto di lui, rannicchiarsi sulle sue ginocchia e affidarsi alla sua protezione, chiudere gli occhi e sentire il suo abbraccio che la proteggeva dai mali del mondo e la consolava dalle pene della vita, avrebbe voluto essere più vicina a lui.

<< Vi ringrazio molto padre, pregherò per voi >> rispose con un filo di voce, era così diverso dai fidanzati delle ospiti o dai loro familiari, le ispirava non paura e timidezza ma desiderio di volergli stare accanto, di stringersi a lui e di non lasciarlo mai più.

<< Ego te absolvo … posso sapere il tuo nome, figliola? >> le domandò lui e lei sorrise, era senza dubbio un sant’uomo e lei era stata così maliziosa da avere quei brutti pensieri su di lui.

< Eulalia Maria Valdes, padre. Ho il nome della santa prediletta della decana, la quale ha sempre avuto delle buone attenzioni nei miei confronti >> gli spiegò prima di lasciare il confessionale in silenzio, il corpo leggero ma la testa piena di tanti, troppi pensieri.

Come poteva sospettare che anni dopo lo avrebbe sposato?

   
 
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