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Autore: LordTargaryen    23/11/2016    0 recensioni
Inghilterra, Alto Medioevo. In un paese governato da un tiranno spietato, quattro giovani maghi tentano di ribellarsi e costruire un luogo sicuro per i perseguitati e gli oppressi.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I fondatori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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CAPITOLO 3: Palazzo Slytherin
 
Serpentstone, Norfolk (Inghilterra Orientale)
 
Godric ci mise un po', ma alla fine si abituò alla vita al palazzo degli Slytherin. La mattina veniva svegliato presto, a differenza di quanto avveniva a Gryphon's Rock, ma stranamente era comunque riposato. Dopo la colazione, gli venivano portati gli abiti dai servi di palazzo, quindi scendeva con Salazar nello studio, dove il precettore Anselmus, che era stato anche il maestro di Xenophon, insegnava loro il latino, il provenzale e l'anglosassone.
 
Finita la lezione, i due ragazzi avevano alcune ore di totale libertà, fino all'ora del pranzo, al seguito del quale dovevano andare alla lezione di scherma, disciplina in cui, come Godric ebbe presto modo di scoprire, Salazar era davvero una frana. 'Non sono interessato alle futili arti babbane' si giustificava quello in modo altezzoso, ma l'amico sapeva che era solo invidioso.
 
Se però non sapeva tirare di spada, Salazar era bravissimo con la magia; quando infatti Xenophon nel tardo pomeriggio li portava nell'ampia soffitta, al riparo da sguardi indiscreti, per istruirli nell'uso di fatture ed incantesimi, Godric era perennemente in svantaggio rispetto al più grande. E questo non solo -come è naturale- le prime volte, quando doveva ancora imparare le nozioni di base, ma anche negli anni a seguire. Xenophon per metterli alla prova li faceva duellare l'uno contro l'altro, e Salazar vinceva sempre. Una volta sola accadde il contrario: era passato qualche anno dall'arrivo di Godric a Serpentstone, di anni ormai lui ne aveva tredici, e Salazar sedici; fatto sta che, approfittando di una distrazione dell'amico, il ragazzo riuscì a disarmarlo prima che quello riuscisse a muovere la bacchetta; quindi, vedendo l'espressione scioccata di Salazar, volle divertirsi, e così, dicendo mentre rideva: "Levicorpus!" lo fece penzolare in aria per un po'; la cosa divertente è che Salazar si mise a gridare, in preda al panico "mettimi giù! mettimi giù" suscitando ancora maggiori risate da parte di Godric.
 
Una volta che rimise i piedi per terra, col volto paonazzo disse all'amico: "Non azzardarti a dire a nessuno che..." "D'accordo, va bene" lo interruppe quello con aria beffarda "non dirò mai a nessuno che Salazar Slytherin va in preda al panico con troppa facilità"
 
"Non è così! Era solo che non avevo il controllo della situaz..." ma Godric continuava a sbeffeggiarlo, mentre lui lo rincorreva lanciando Schiantesimi a vuoto.
 
Furono anni felici, quelli passati insieme a Serpentstone, e i due ragazzi sin da subito strinsero un legame apparentemente indissolubile. Bastava un'occhiata perchè l'uno comprendesse i pensieri dell'altro, lo stato d'animo, i desideri; e sapeva sempre ciò di cui l'altro aveva bisogno. Avrebbero voluto che quegli anni durassero per sempre, che Serpentstone fosse eterna, un luogo al di fuori del mondo e dei suoi problemi, con Xenophon che era stato costretto da Bradford a legalizzare i roghi dei maghi, la tirannia e l'oppressione che si diffondevano da ogni parte in Inghilterra, le rivolte che talvolta scoppiavano tra i contadini del Norfolk; a Serpentstone, nei cuori dei due ragazzi, non c'era posto per l'infelicità e l'assurdità dei mali del mondo, esistevano solo loro due e la loro amicizia.
 
Tuttavia, la nota stonata all'interno dello spartito, il dettaglio sbagliato che guastava l'insieme, ciò che offuscava la serenità dei due ragazzi, era Xenophon: con il passare del tempo, la sua salute peggiorava, al punto che spesso non riusciva a prendere parte alle sedute del Consiglio con gli altri Lord, attività di cui sempre più di frequente si doveva occupare Salazar; quando tornava da tali sedute, Godric notava che aveva il volto contratto dalla rabbia e dalla tensione, e solo lui poteva tirarlo su. Ma ad un certo punto il vecchio Lord non riuscì più nemmeno ad alzarsi dal proprio letto, veniva assistito tutto al giorno dai servi di palazzo, ai quali spesso parlava di incantesimi e pozioni; per fortuna, essi interpretavano tali discorsi come un delirio dovuto all'infermità del loro Signore.
 
Date queste circostanze, non arrivò inaspettata la notizia della morte di Lord Xenophon Slytherin, deceduto la notte tra il 21 e il 22 di gennaio dell'Anno del Signore 892. Per qualche giorno, Salazar non volle la compagnia di nessuno, eccetto quella di Godric, e si rinchiuse nella sua stanza. Anche Godric era rotto dal dolore: per lui Xenophon era stato come un secondo padre. In seguito dovette dare l'annuncio agli altri Lord, e fu organizzato il funerale. Vennero in tanti, e Godric trattenne a fatica un moto di odio quando vide Lord Ulrich Bradford dello Strathclyde. Si ricordava del giuramento fatto anni prima, che l'avrebbe ucciso, dovunque si fosse trovato; ora ce l'aveva davanti, eppure decise che non era ancora giunto il momento opportuno. Ulrich ebbe un moto di esitazione quando vide Godric, come se fosse consapevole di aver già visto quel volto, ma non si ricordasse dove, quindi scosse la testa e gli strinse la mano.
 
Dopo il funerale, fu il momento dell'investitura di Salazar. Con i suoi venti anni stentati, era il più giovane Lord che Serpentstone avesse mai conosciuto; il suo insediamento fu accolto con gioia dagli strati più bassi della popolazione, che non avevano mai apprezzato la pesante tassazione imposta da suo padre, ma anche dagli altri Lord, che speravano, data la sua giovane età, di poterlo manipolare facilmente per raggiungere i propri scopi. Tuttavia, Godric sapeva, conoscendolo bene, che l'una e l'altra cosa erano sbagliate: da Xenophon Salazar aveva ereditato sia l'insensibilità nei confronti dei più svantaggiati sia la grande astuzia e acume politico.
 
Alla fine, i Lord ad uno ad uno se ne andarono, tranne quelli delle contee più lontane che decisero di pernottare, e che se ne andarono il giorno dopo. Solo dopo qualche giorno la vita a Serpentstone tornò alla normalità, o meglio, alla nuova normalità, con Salazar che si occupava dell'amministrazione della contea e Godric che stava sempre più tempo solo, a leggere o ad esercitarsi con la spada.
 
Avevano sempre meno tempo da trascorrere insieme, dati gli impegni di Salazar (anche se era aiutato dal vecchio consigliere di suo padre, un uomo molto alto e secco di nome Sextilius); durante quel poco tempo che avevano, Salazar era irriconoscibile: era pervaso da uno stato di tristezza permanente, strettamente connesso a Serpentstone: ogni cosa di quel luogo gli ricordava suo padre e la vita felice con Godric, vita ormai perduta. Vedendo l'amico sempre più chiuso e malinconico, un giorno Godric decise di affrontare la questione: andò a cercare Salazar nel suo studio, e non trovandolo, aveva dato un'occhiata in giro e aveva visto stracciata una lettera da parte di Lord Ulrich Bradford, in cui esortava gli altri Lord a portare un proprio campione per i Grandi Giochi che si sarebbero tenuti a settembre a Kingsword-on-Lake, nello Strathclyde; i Giochi consistevano in un torneo in cui i diversi campioni si affrontavano in un duello a cavallo; il vincitore avrebbe ottenuto il comando della Guardia Cittadina, il Lord che aveva scelto il campione si sarebbe imparentato con i Bradford sposando una nobile dama di Kingsword-on-Lake.
 
Per quanto Godric odiasse l'idea di prendere parte ad un evento organizzato dall'uomo che aveva ucciso i suoi genitori, pensò che se questo serviva a distrarre Salazar dal vortice di malinconia in cui Serpentstone sembrava ormai averlo inghiottito, allora poteva essere una buona idea. Perciò, andò a cercare l'amico, e lo trovò a camminare lentamente avanti e indietro nel giardino di palazzo Slytherin, in uno stato di profonda riflessione.
 
"Ciao Sal" lo salutò "ho per caso disturbato il mio Signore mentre meditava sulle sorti della contea?" agginse poi in tono ironico. Salazar alzò gli occhi al cielo: "Sai chi odio quando mi chiami Sal" disse fingendosi arrabbiato; poi si concesse un sorriso: "Comunque sai bene che tu non mi disturbi mai"
 
"Bene... Sal, ricordamelo la prossima volta che ti concederai un bagno caldo" replicò malizioso Godric, provocando nell'amico un moto di sorpresa; quando i loro occhi si incontrarono, non riuscirono ad evitare di scoppiare a ridere entrambi.
"Cosa sei venuto a dirmi?" chiese poi Salazar. Godric trasse un profondo respiro, poi mostrò all'altro la lettera: "Ho trovato questa nel tuo studio"
"E...?"
"E ho pensato che forse potremmo andarci. Parteciperemo al torneo, sarò il tuo campione". Salazar era sconvolto: "Sul serio? Godric, è l'uomo che ha ucciso i tuoi genitori!"
"Lo so"
"Non riesco a capire come... perchè..." il giovane era sempre più confuso.
Godric lo interruppe: "Perchè ho pensato che potesse servire a farti tornare com'eri prima. Più... felice. Più... più Salazar, insomma"
"Godric, ora sono Lord di Serpentstone" replicò accigliato
"Appunto! Se andiamo a Kingsword-on-Lake non lo sarai, almeno per un po'! Concediti una tregua... governerà Sextilius al posto tuo" lo implorò l'amico. Ma Salazar non era ancora convinto: "Cos'è che vuoi, Godric? Vuoi... la gloria? Vuoi ottenere un posto di fiducia alla corte di Lord Bradford?" inarcò le sopracciglia "ti capisco, eh. So che deve essere difficile per uno del tuo rango adattarsi a fingersi Will Slytherin, il figlio bastardo di Lord Slytherin, che non avrà mai una carica degna di nota in tutta la sua vita e morirà dimenticato dal mondo".
 
Le parole di Salazar ferirono molto Godric: "Quindi è così che mi vedi?" gli rispose con un'espressione cattiva sul volto "Un povero Lord avido ed ambizioso? Volevo solo aiutare il mio migliore amico, Salazar. Ma vedo che ora lui è cambiato. Vedo che ora è diventato solo un Lord gretto e cinico. Non mi sarei mai aspettato che il ragazzo dolce e coraggioso che ho conosciuto a Gryphon's Rock si sarebbe ridotto così".
Detto questo, se ne andò impettito, furioso nei confronti dell'amico; non pensava davvero le cose che aveva detto, ma preso dalla rabbia del momento aveva voluto ferire Salazar come Salazar aveva ferito lui. E ci era riuscito: per qualche minuto il giovane era rimasto fermo nel giardino, a fissare il vuoto, con le lacrime agli occhi, senza sapere cosa dire o fare.
 
Nelle settimane successive i due fecero tutto il possibile per evitarsi, il che non era difficile, dato che il palazzo era molto grande. Anche la servitù era preoccupata, perchè l'umore irascibile che caratterizzava i due giovani in quei giorni si ripercuoteva su di loro, che perciò dovevano essere più cauti del solito. Godric si faceva portare i pasti in camera sua, perchè sapeva che Salazar era in sala da pranzo; quando sapeva dai servi che il Lord era nel suo studio, usciva all'aria aperta; quando lo vedeva uscire dal palazzo, stava nelle sue stanze a leggere; se la sera il Lord era ad una festa o un banchetto, allora stava a palazzo; altrimenti, era lui ad uscire; e così via. Non si parlarono per settimane, nè si videro, nè si preoccuparono l'uno dell'altro.
 
Eppure Godric non poteva sapere che l'amico pensava ogni giorno alla proposta che gli aveva fatto, e più volte era stato sul punto di accettare; ma ogni volta aveva scelto di rifiutare, vedendosi oberato dagli impegni amministrativi. Tuttavia un giorno, era stata una giornata molto impegnativa, aveva dovuto ricevere più gente del solito a causa di una banda di predoni che razziava i paeselli dei contadini, decise di accogliere la proposta di Godric. Scrisse così una lettera a Lord Bradord ringraziandolo dell'invito e comunicandogli che sarebbe venuto, e la spedì. Quindi, si presentò alla porta della stanza di Godric e bussò; l'amico non immaginava che alla porta ci fosse proprio lui, Salazar Slytherin, infatti disse, pensando fosse il servo: "Entra, Rick!" Grande fu la sua sorpresa quando vide entrare non il servo, ma Salazar.
 
Ci fu qualche momento di gelo. "Cosa volete, mio Signore?" chiese Godric in tono formale, con gli occhi che fissavano il pavimento.
 
"Non mi chiami più Sal?" sorrise l'altro. Notò che un leggero rossore aveva invaso il volto dell'amico. "Comunque sono venuto a dirti che... avevi ragione" Godric alzò improvvisamente gli occhi, sorpreso, incontrando quelli di Salazar, che continuò: "Avevi ragione, non ce la faccio ad andare avanti così. Andremo a Kingsword... parteciperemo ai Giochi."
 
 
 
Okay, okay, whohoo, finalmente si parte, yay! *mette La Cavalcata delle Valchirie di sottofondo* Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, altrimenti... boh.
Ovviamente grazie a chi ha recensito la storia fino ad ora, e anche a chi la sta seguendo... grazie. Purtroppo non so quando riuscirò ad aggiornare perchè ho un sacco di roba da studiare e aiuto, quindi, beh... "mannaggia la peppetta!"(cit.) Alla prossima! ^.^ -Lord-
   
 
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