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Autore: Frafra9    23/11/2016    2 recensioni
Prologo
Dopo la "cordiale" visita dei Volturi a Forks e la scoperta che Renesmee non è l'unico ibrido tra i vampiri, ne è passato di tempo.
Renesmee è cresciuta e con lei è cresciuta anche l'amicizia verso Jacob, il suo Jacob, fratello/miglior amico e forse anche qualcosa altro che Nessie, deve e cerca di capire cosa prova veramente per il “suo” Jacob. Il ragazzo che le è vicino da quando è nata.
Jacob, dal parte sua, sa di amarla. ma sa che ciò che prova per lei non è, solamente, frutto dell'imprinting. Ma è bensì amore perché l’ha vista nascere e la vede crescere giorno per giorno.
Lei ricambierà questo amore o è solo amicizia?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Sono in intimo davanti allo specchio che mi osservo di profilo. La pancia si vede appena. La accarezzo dolcemente immaginando il mio futuro, prossimo direi, con lei o lui, tra le mie braccia e in quelle del suo papà che, come me, non vede l’ora che nasca.
Ormai sono entrata nel quarto mese, nessuno dei parenti, fatta accessione per Rachel, sa ancora nulla. Vogliamo aspettare la mia laurea, manca poco più di una settimana anzi per essere precisa, è Jacob che vuole aspettare la mia laurea a dare a tutti la lieta notizia, perché dice che quel giorno ci saranno entrambe le nostre famiglie e, darla una volta sola è meglio di ripeterla più volte. Poi lo diremo agli amici e li, sì che tocca ripetere molte volte.
 
Tra pochi giorni tesoro, non sarai più un segreto da custodire gelosamente.
 
< Ehi principessa > - mi dice Jacob stringendomi dolcemente a se, posando le sue carnose labbra sul mio collo. - < A cosa pensavi di così bello, da farti sorridere? >
< Sta crescendo > gli rispondo mostrando felice la pancia.
< Ehi cucciolo, la mamma ed io non vediamo l’ora di coccolarti > dice Jacob sulla mia pancia dandogli poi tanti piccoli baci, da farmi sorridere. Ogni volta che Jake fa così, oltre a farmi sorridere, vuole distrarmi dal mio scopo.
< Già... > - dico sorridendo e accarezzandogli la testa - < Amore, non vorrei interrompere questo bellissimo momento, ma... dovrei vestirmi >
< Devi andateci per forza oggi, che è domenica in giro per negozi? > mi domanda. 
< Sì perché è l'unico giorno che ti ho a mia completa disposizione. Se hai altro in programma per noi due... > gli dico in tono malizioso mentre lo abbraccio e gli sfioro le labbra con le mie.
Ho gli ormoni “ballerini” e anche tanta voglia di stare tra le sue braccia.
< Per noi due... a parte adesso... > mi dice mentre mi prende in braccio e mi poggia sul letto con lui, per riempirmi di dolci baci. Lo lascio fare fino a che stanca non ribalto la posizione, stavolta io sopra di lui e facciamo l'amore. 
 
Siamo a Port Angeles che giriamo per negozi alla ricerca di qualcosa da poter indossare sotto la toga, il giorno della consegna della laurea, ma non vedo nulla che mi soddisfi al cento per cento, sono indecisa se prendere una gonna, o un pantalone, o un vestito. Jacob sbuffa sonoramente, non ne può più. E ha ragione. Provo e straprovo, senza mai prendere una decisione.
< Prendi tutto e poi decidi cosa mettere. Sono dieci negozi che stiamo vedendo > mi dice un pochino annoiato seduto sul puffo arancione davanti ai camerini.
< Certo per te è facile. Un pantalone e hai fatto > gli rispondo acida e in reggiseno. Non passa nessuno.
 
Non lo sopporto quando da tutto per scontato specialmente in questo periodo.
 
< Così sei tua zia Rose > - mi dice Jacob alzandosi dal puffo - < Entra dentro e vestiti > mi ordina per poi chiudere la tenda con lui fuori.
< Fanculo Jacob! > gli rispondo rivestendomi e uscendo dal camerino senza degnarlo di uno sguardo e lasciando i vestiti lì dentro.
Alla fine non compro nulla, talmente il nervoso esco dal  negozio senza nemmeno ricambiare il saluto della commessa  e lasciando Jacob  indietro.
Le chiavi della macchina le ho io, quindi la apro e salgo in auto, mentre mi allaccio la cintura di sicurezza, vedo Jacob posare una busta sui sedili posteriori.
< Scusa, sono gli ormoni > gli dico una volta calmata.
< Lo so, tranquilla. > - mi sorride per poi allacciarsi la cintura anche lui e mettere in moto. - < Ti amo, ormoni o no, io ti amo e, non posso smettere di farlo >
< Mi amerai anche tra qualche mese, quando diventerò una balena? Sempre che io ci possa diventare... > gli domando. 
< Tu, una balena? Impossibile che lo diventerai, ma se dovesse accadere, sarai la balena più bella di tutta La Push e Forks messi assieme. Stai crescendo mio figlio > - dice mentre siamo fermi al rosso del semaforo, poggia la sua mano sulla mia pancia -< Ehi baby Black, non vorrai tenerti mamma tutta per te vero? Anch’io voglio crescerti sai? >
Rido.
< Se con noi c'era nonno Edward può darsi che sentiva i suoi pensieri > dico ridendo ancora. 
< Non serve tuo padre per sapere che baby Black vuole anche me, il suo papà > - mi dice ridendo poi si fa serio e con un gesto indica la busta poggiata sul sedile posteriore - < Vista la tua eterna indecisione, ho pensato di prenderti quello che hai provato perché ti stava benissimo. Non negare, ti piacevano troppo. La Renesmee che conosco, non è mai stata indecisa su niente, sopratutto sullo spendere ed è già da un po' che lo fai... >
< È vero ero indecisa su tutti e tre perché non mi va di acquistare un qualcosa che poi non potrò mettere lo stesso giorno. E poi diciamo che le mie priorità stanno cambiando. Non vivo più con i miei e non vado nemmeno all’High School. > -dico per poi continuare - < Adesso le cose sono cambiate. Sono cresciuta, non dipendo più dai miei, convivo con te da tre anni, mi sto per laureare e soprattutto adesso aspetto nostro figlio e tutte queste cose mi hanno portato a fare delle scelte più giuste, sane >
 
Tornati a casa. Corro in stanza da letto a rivedere i vestiti.
< Ancora indecisa? >- mi domanda Jacob entrando in camera e dandomi un bacio sulla spalla nuda. Annuisco - < Potresti mettere questo vestito alla festa >
< Che festa? Jake lo sai che non voglio feste e sarà un giorno come altri > gli dico ripetendo il concetto che non voglio festeggiare, o almeno non voglio fare le cose troppo in grande.
< La famiglia viene per la tua laurea e non vuoi festeggiare? Lo sai che con tua zia Alice, non far festa è impossibile. Sono dieci anni che organizza feste per te, e tu vuoi toglierle quest’occasione...? Nipote cattiva > mi dice ridendo. 
< In effetti, mettendola sul piano "zia Alice" non è carino non festeggiare, ma sai però cosa intendo io per festeggiare e sai come lo intende lei il festeggiare, e sono due cose diverse e opposte > gli rispondo. 
La mia idea sul far festa da quando vivo in casa Black e sopratutto fare la pendolare con l'Università, è cambiata moltissimo e tutto per il semplice motivo di dover badare a me stessa senza il dover dipendere da nessuno. Meno che mai da Jacob, che è l'unico a portare i soldi a casa. Le mie spese personali, me le sono pagate da sola, con i soldi che ho da parte. Poi ora che sarò mamma, dipenderò da baby Black e dai suoi orari. Tempo per far festa, oltre a quelle stabilite dal calendario, non credo ci sia.
 
Il gran giorno é arrivato. Finalmente! 
 
Suona la sveglia alle sei e mezzo, con disappunto di Jacob che borbotta qualcosa d’incomprensibile del tipo, "non voglio andare a scuola" che a me viene da ridere perché lui la scuola l'ha finita da un pezzo. Mi alzo, mi faccio una doccia e preparo la colazione per me, Jacob e Billy che tra poco si alzano anche loro. 
< Buongiorno Nessie. Pronta per oggi? > mi dice Billy mentre si accomoda al suo solito posto a tavola.
< Giorno a te Billy. Si sono pronta e devo anche sbrigarmi perché tra poco viene Chanel a prendermi > gli rispondo inzuppando un biscotto nel latte.
< Da oggi dovremmo chiamarti dottoressa o... > mi dice scherzando.
< Nessie come al solito, ma se vuoi puoi chiamatemi dottoressa Renesmee > dico ridendo stando al suo gioco. 
< Chi è dottoressa? > domanda Jake ancora mezzo addormentato, si siede a tavolo mentre io mi alzo, per servirli la colazione. 
< Nessuno almeno non ancora... > - dico. Guardo l'orologio appeso alla parete - < Vado a finirmi di preparare che tra poco Chanel sarà qui. >
 
Indosso un tailleur pantalone, color nero e una camicia rossa. Le scarpe sempre nere con un tacco non tanto alto. Un filo di trucco, giacca nera e sono pronta.
Mi guardo intorno per vedere se ho preso tutto.
 
Busta con la toga.
 
Presa.
 
Borsetta.
 
Eccola. La apro e vedo se ho messo tutto.
 
Fazzoletti.
 
Ci sono.
 
Portafogli e porta carte.
 
Ci sono.
 
Cellulare.
 
Appena messo.
 
Ok preso tutto.
 
Torno di là in cucina pensando di sparecchiare la tavola mentre attendo Chanel che mi passi a prendere, ma i due Black, hanno sparecchiato e lavato le tre tazze della colazione.
< Non vuoi che ti accompagni io? Ho preso la giornata libera per oggi... > mi dice Jacob pulendosi le mani su di uno straccio.
< Ne abbiamo parlato già. Sai, che finché non inizia la cerimonia non posso stare con te e poi devi accompagnare tuo padre... > - gli dico rispondo mentre dalla tendina della finestra vedo la Smart blu metallizzata di Chanel. - < E’ arrivata! >
< Ok ma almeno un bacio me lo merito, non credi? > chiede sorridendo Jake e bloccandomi per un braccio.
< No, non ti meriti solo un bacio, ma più di uno > gli dico per poi dargli tanti piccoli dolci baci.
< Ecco così va meglio > - mi dice sorridendo poi mi sussurra - < Fino a che non ci vediamo, prenditi cura del nostro cucciolo > mi stampa un bacio e poggia la mano sulla mia pancia. 
 
In macchina con Chanel parliamo di tutto, tranne che di dove stiamo andando, di cosa ci aspetta e soprattutto non parliamo del futuro, o meglio della ricerca di lavoro o altro. Io, ho deciso che per un po’ starò fuori dal mondo lavorativo fino a quando baby Black, non avrà i mesi, o l’età giusta per poterlo lasciare a qualcuno. Su questo Jake è d’accordo con me.
Evitiamo di parlare della consegna di laurea, solamente per non farci prendere ancora di più di quello che già non siamo, dall’ansia, o potremmo rischiare di piangere.
Sappiamo entrambe che siamo state laureate, se no la commissione non ci avrebbe spedito una mail con le informazioni necessarie di questo giorno.
 
Ci vorrebbe lo zio Jasper qui
 
Arrivate all’Università, salutiamo tutti i nostri “colleghi”, parliamo con loro ma senza accennare a quello che tra poco avremmo fatto e tutto questo fino a quando una della segreteria ci avvisa di indossare la toga e si allontana con Chanel perché la vuole il rettore.
 
< Uffa!! Ma quando comincia, sta benedetta consegna > si lamenta David in piedi e a braccia conserte.
< Se saltelli da un piede all'altro, il tempo passa > gli dice Bri. 
< Manca poco dai. L'aula magna si sta riempiendo > dico io mentre sbircio dalla porta semi aperta, la gente entrare e occupare posto.
< Il rettore mi ha ricordato che dobbiamo sederci in ordine alfabetico > dice con uno sbuffo Chanel. 
< Come se no lo sapessimo. È da questa mattina che lo dice > afferma David.
 
L'aula è piena di gente, sul palco hanno sistemato tutto e noi laureandi, facciamo il nostro ingresso silenzioso. Guardo, come tutti i miei colleghi, verso il pubblico sorridendo e trovo subito i miei tre spettatori; Jacob, Billy, mamma e papà con una ventina di anni in più rispetto alla loro età.
 
“ Ciao papà. Salutami anche mamma, Billy e Jake”
 
Dico mentalmente a mio padre che fa si con la testa in segno di approvazione.
 
Il rettore della mia facoltà il suo discorso che è lo stesso di tutti gli anni, cambia solo l'anno, il numero dei laureandi e il nome del presidente onorario.  La dottoressa Lauren Thorne è laureata in psicologia infantile e lavora presso l’ospedale di Hoquiam.
 
< Salve a tutti, sono la dottoressa Lauren Thorne. È un piacere per me consegnare la laurea a questi ragazzi che, durante la nostra collaborazione, ho visto in loro la passione, l’amore non solo verso i piccoli pazienti e i loro genitori, ma anche con l’equipe ospedaliera. Ho visto in questi ragazzi, spirito d’iniziativa e tanta voglia di fare. > - dice la dottoressa con un gran sorriso. Da un’occhiata al foglio che ha tra le mani e riprende il discorso - < Lavorare con i bambini, non è facile poiché spesso dobbiamo mettere mano, non chirurgicamente, su un qualcosa che i genitori hanno distorto, aiutandoli, collaborando insieme. Diciamocelo anche, che nessun mestiere è facile, ma se ci sono passione e voglia di conoscere, come ho visto in questi ragazzi, diventa tutto più semplice, meno faticoso. > - fa una breve pausa e poi riprende il suo discorso - < Ricordo un giorno, pioveva tantissimo e la città era allagata, i mezzi pubblici avevano scioperato e le auto non potevano circolare, eppure, questi ragazzi, non si sono fermati. Sono venuti ugualmente e hanno lavorato sodo.  La cosa bella è che alcuni di loro si sono fermati oltre l’orario di lavoro e hanno interagito con bambini di altri reparti.  Potrei elencarvi tante altre belle qualità di questi ragazzi, ma faremo notte pertanto finisco il mio discorso, augurando a questi ragazzi un grande in bocca al lupo per la vostra carriera lavorativa e mi piacerebbe collaborare ancora con voi. >
Il pubblico e, noi laureandi, applaude in un sonoro battimano. Il rettore e, un segretario che spinge un carrello con sopra gli attestati. Entrambe si avvicinano alla dottoressa, si scambiano tutti un cordiale sorriso e dopo essersi detti qualcosa a microfono spento, inizia la consegna degli attestati.  
 
< Artist Susan > - chiama il rettore. Una collega goffa e impacciata con cui in tre anni ci avrò scambiato poche parole, si alza e sale sul palco - < Complimenti 110 > stretta di mano, un sorriso timido ma sincero e, Susan rossa in viso per l’emozione scende quei pochi scalini per tornare a sedersi al suo posto. 
Prima di fare il mio nome, il rettore chiama e consegna altri dieci attestati.
< Cullen Renesmee Carlie > - mi alzo, guardo la mia famiglia sorridere, Jacob e papà come se messi d'accordo mi fanno il segno di approvazione, mostrando il pollice verso l'alto e vado a prendere il mio attestato - < Congratulazioni 110 e lode > il voto mi coglie impreparata perché non pensavo di raggiungere la lode.
< Grazie > dico con un filo di voce e con un sorriso enorme stampato sul viso. Stretta di mano e scendo giù a sedermi tra i miei compagni.
 
Finita la consegna di tutti gli attestati, laureandi e parenti, si mischiano tra di loro.
Tra la folla si fa spazio Jacob che mi abbraccia sollevandomi da qualche cm da terra e scoccandomi un bacio carico di dolcezza e orgoglio. 
< Lo sapevo che avresti preso la lode > mi dice con orgoglio dopo avermi messo giù. 
< Io non ne ero sicura, ma mi fa piacere averla presa > gli rispondo sorridendo stretta nelle sue braccia. 
Anche Billy e i miei, si avvicinano per congratularsi con me per il voto preso. 
< Adesso che ti sei finalmente laureata, potresti venire qualche giorno a Denali > mi dice mamma. 
< Non credo sia il momento adatto adesso. Sai voglio mettermi subito a cercare un lavoro > rispondo alla mamma mentre vedo papà che tenta di capire i miei pensieri e quelli di Jacob, ma non ci riesce. Sapevo che mi avrebbero proposto un viaggio a Denali, così mi sono preparata prima cosa dire senza pensare alla mia dolce attesa.
A interrompere il discorso “lavoro”, arrivano i miei colleghi per farci le foto di rito, con fiori e pergamena tra le mani, sorrisi che trasudano gioia pura perché raggiungere un traguardo come la laurea, non è cosa di tutti i giorni e nemmeno cosa facile. Ci salutiamo scambiandoci la promessa di rivederci e perché no, magari di poter lavorare assieme.
 
Con la mia famiglia, vado a pranzo in un ristorantino lì a Hoquiam. Per via di due vampiri, ci facciamo dare un tavolo appartato, tranquillo, lontano, ma non troppo dai tanti tavoli occupati da gente di ogni età. Comunque sia è in un angolo, dove due vampiri possono fingere di mangiare.
 
< La dottoressa Thorne, è stata un’allieva di Carlisle quando insegnava medicina. Potresti mandarle un curriculum... >mi dice papà mentre aspettiamo di essere serviti.
< So che è molto brava. Il tirocinio l'ho fatto nel suo ospedale. Però, non penso di poter lavorare con lei.  Lavora a Hoquiam e non ho voglia di farmi ogni giorno avanti e indietro La Push - Hoquiam > - dico mentre taglio della carne appena arrivata - < Preferisco trovare qualcosa a Forks, o a La Push, o al più alla riserva dei Makah. Ho chiesto a Sue, Leah e a Emily nell’aiutarmi a cercare un impiego... >
< Beh iniziare subito a lavorare non è una cattiva idea almeno così non perdi tempo. Beh... anche un po' di riposo e una vacanza, non ti farebbero male > dice mamma.
 
Sapevo che avrebbe ripeso l’argomento.
 
< Va beh ma tra adesso e quando troverà un lavoro, il tempo per riposarsi c'è. > - si intromette Jacob - < Voglio dire non è che se consegna l'attestato, o quello che è, il giorno dopo viene assunta > 
< Si giusto. Tra il consegnare, fare il colloquio e assumere, ce ne passa di tempo > - interviene Billy poi mi guarda - < Hai studiato tanto e tu Jake nemmeno le ferie ti sei preso, una vacanza, potreste farla, ve la meritate >
< Vista da così, l'idea di una vacanza non è male, ma per ora preferisco aspettare e muovermi per trovare subito un impiego > dico e Jacob annuisce d'accordo con le mie parole. 
< Ho messo al mondo una figlia stacanovista > dice mamma scherzando.
 
Finito il pranzo, si torna a casa per riposare un po’ e prepararci per la festa che mi hanno organizzato a casa Cullen.
Mentre i due Black sono fuori per dei problemi alla riserva, dove sono entrambe richiesti. Io ne approfitto per schiacciare un pisolino, sul letto.  
< Principessa... > - mi sussurra all’orecchio Jacob e dandomi un dolce bacio - < Amore mio sveglia > mi bacia ancora per scivolare sul mio ventre e lasciandoci piccoli dolci baci. Sorrido.
< Dormivo così bene > gli rispondo attirandolo a me per dargli poi un bel bacio ricco d’amore.
< Lo so che dormivi beatamente. Resterei a guardarti per ore, ma abbiamo da fare. Su a prepararsi > - dice ridacchiando mentre mi aiuta ad alzarmi dal comodo letto.
Sbuffo rumorosamente. Lui se la ride. Entro in bagno, con la speranza che la doccia mi svegli e, ringraziando il cielo è così. Torno in camera a vestirmi, indossando l'abito che a Jacob piace tanto.  Un morbido vestito beige a maniche lunghe. Scarpe delle ballerine con pochissimo tacco. E per finire un filo di trucco.
Sopra la borsa nera, trovo un post it di Jacob:
 
                                                       Di baby Black, lo diciamo dopo cenato.
                                                      Non vorrei che si strozzassero con il cibo!
 
Rido al messaggio.
 
Non ha tutti i torti, almeno per i suoi. Da parte mia, evitiamo le battutacce di zio emmett, anche se, non credo sia facile.
 
Mi guardo di profilo un’ultima volta allo specchio prima di andare.
 
Prima di annunciarti, voglio sapere il tuo sesso. Riguardo al tuo nome beh... il tuo papa ed io decideremo.
 
Raggiungo padre e figlio in sala già pronti per andare e vedo Jacob dare un qualcosa a Billy che mette in tasca e annuisce.
< Oh eccoti dottoressa! > - dice Billy ridendo - < Adesso, puoi curare mio figlio perché sono dieci anni che è rimasto bambino. Ne sei consapevole? >
< Grazie, papà > dice Jake alzando gli occhi al cielo. Poi guarda me, come a chiedermi se ho letto il post-it e gli faccio segno, con il pollice verso l’alto che l’ho letto e che mi sta bene.
< Sì ne sono perfettamente consapevole e posso darti la diagnosi subito. > - gli dico a Billy - < Sono dieci anni che studio il caso e, per ben tre lunghi anni ho fatto ricerche e alla fine sono arrivata alla conclusione che per lui, non esiste cura > - abbraccio Jacob - < Lo amo così com’è, bambino ad adulto insieme >
< Ed io amo te, così come sei > mi dice Jake ricambiando l’abbraccio.
Mentre aspettiamo Jacob che sposta la macchina, mi chino verso Billy e lo abbraccio. Sento il bisogno di abbracciarlo, non so bene il perché, non ho mai abbracciato nessuno così d’istinto le persone. Con Jake è diverso, so che se lo faccio ricevo la mia dose di coccole, ma con Billy, non lo so. Forse sarà perché stasera comunicheremo la notizia che un baby Black è in arrivo, o forse perché ho la sensazione che succederà qualcosa...
< Grazie Billy > gli dico.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       
 
 
 
*Note Autrice*
 
Ciao a tutti amici lettori.
Vi chiedo scusa per postare solo ora (dopo un mese circa) questo capitolo che, era pronto da qualche tempo e necessitava solo di qualche correzione/aggiunta. Il fatto è che ho avuto degli imprevisti che mi hanno tenuto lontana dalla storia.
Passando al capitolo “crescere”.
Renesmee è cresciuta ancora, e non per via della sua laurea, ma dal fatto che è consapevole di diventare madre. Si nota, nel ragionamento che fa a Jake riguardo alla scelta dei vestiti, su cosa è giusto comprare o no.  Il convivere con l’uomo che ama, il laurearsi e la maternità l’hanno portata a diventare più adulta e responsabile.
Al prossimo capitolo e preparate i fazzoletti!
Frafra
   
 
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