Capitolo
4: la sorpresa di scoprire un mondo nuovo.
Lo condussi a casa di Kakashi,
il quale si era offerto di ospitarlo a casa sua finchè
non sarebbe stato in grado di cavarsela da solo.
Aveva una stanza in più e inoltre viveva
da solo…non avrebbe avuto problemi di spazio.
Tsunade tornò al suo lavoro. Non poteva
assentarsi tanto dal suo ufficio. Aveva altre questioni di cui occuparsi oltre
che di Naruto.
Quando entrammo nel suo appartamento,
abbassammo le tapparelle di un poco, in modo tale che la luce non infastidisse
troppo la vista di Naruto.
Esso riappropriatosi della vista si
guardò in giro sorpreso e anche timoroso.
Tutto intorno a lui era nuovo, anche le
cose più banali.
Sembrava un bambino quando vedeva
qualcosa per lui di nuovo e di misterioso. Naruto in
fondo era quello, un bambino. Aveva 15 anni, ma non aveva fatto tutte le
esperienza che un bimbo fa dalla nascita e che lo portano a conoscere il mondo
in cui vive.
Le prima cosa che decisi di fare oltre a
togliergli le manette, era di dargli una pulita. Sinceramente mi vergognavo a
dovermi occupare io della sua pulizia e quindi chiesi a Kakashi
di darmi una mano. Fin quando si trattava di lavargli i capelli schiena e petto
tutto bene, ma dall’ombelico in giù feci fare al mio maestro.
Naruto non sembrò gradire il trattamento.
Sembrava avesse paura del troppo contatto e soprattutto non sembrava fidarsi di
Kakashi. Infatti quando il maestro si avvicinava a
lui, ringhiava e tirava colpi per allontanarlo, ma con la determinazione del
copia-ninja riuscimmo nel nostro intento a dargli un aspetto migliore.
Inoltre non amava l’acqua. Probabilmente
lui la conosceva solo come un qualcosa da bere e non per lavarsi. Per fargli
una doccia decente praticamente allagammo il bagno e anche noi ci ritrovammo
bagnati fradici.
Una volta asciugato, pensammo a vestirlo
e anche lì l’impresa fu ardua. Kakashi sapendo della
volontà dell’hokage di liberarlo, aveva provveduto a
comprargli una tuta arancione che fosse più o meno della sua taglia. Gli
calzava a pennello e inoltre quel colore gli si addiceva.
Successivamente fu il turno dei capelli.
Dovevano essere tagliati.
Lavati facevano un altro effetto. Erano
belli e morbidi, ma comunque troppo lunghi per essere di un ragazzo. Cioè anche
i ragazzi potevano portare i capelli lunghi se lo volevano, ma a lui non si
addicevano. Cominciai a tagliarglieli. Si poteva fare una parrucca con tutti i
capelli che avevo eliminato. Quando ebbi finito rimasi sorpresa io stessa.
Naruto era cambiato tantissimo. Non sembrava
nemmeno più lui. Pulito e rimesso a posto era davvero un bellissimo ragazzo e
quegli occhi che si ritrovava erano stupendo. Ora l’unica cosa che volevo fare
era cancellargli quel dolore che si poteva leggere su di essi.
Lo portai davanti allo specchio per
fargli vedere come stava.
Proprio come gli animali non riescono a
riconoscere il proprio riflesso in una superficie specchiante, anche lui reagì
come loro. Si spaventò e cominciò a ringhiare. Questo suo ultimo vizio, mi
preoccupava un po’.
Era buffissimo, ma dopo qualche secondo mi
accorsi che spostava la testa da me al mio riflesso. Era stupito di vedere due
me. Poi cominciò a capire il meccanismo. Vedeva che se alzava un braccio anche
il suo riflesso lo faceva e iniziò a fare altri movimenti per vedere se venivano
compiuti anche dall’altro se stesso.
Cercai di spiegargli come funzionava, ma
sinceramente non sapevo se mi comprendeva e dal suo sguardo non riuscivo a
capirlo visto che era sempre sorpreso a qualsiasi cosa gli dicessi e vedesse.
Kakashi stava in disparte e osservava, non
voleva far agitare il ragazzo.
Ad un certo punto mi fece segno di
seguirlo e, portando Naruto con me, entrammo in una
stanza dove c’era semplicemente un letto, una scrivania con una sedia di legno
e un armadio per i vestiti.
“questa sarà la sua stanza!” mi disse Kakashi.
Notai che appesi all’estremità della
porta c’erano altri sigilli, come anche in giro per la casa. Servivano a
contenere il potere del kyuubi e cominciai a
chiedermi cosa diventava se il demone si scatenava. Dubitavo fortemente che si
sarebbe soffermato a occhi rossi, artigli e denti aguzzi. No! Sarebbe stato di
certo più mostruoso.
“Questa è la tua stanza!” gli dissi.
Naruto mi guardò un po’ stranito. Non sapeva
cosa volesse dire la parola stanza e visto che l’unico nome che conosceva per
capire quale era il suo luogo per vivere
gli dissi
“Questa è la tua cella Naruto!”
Il ragazzo mi fissò nuovamente. Pensai
che non mi avesse capito, ma invece mi sorprese...per la prima volta sentii la
sua voce.
“Naruto?” mi
disse sbattendo le palpebre.
Sia io che Kakashi
avemmo l’istinto di guardarci l’un
l’altro sorpresi.
Sorrisi. Se parlava voleva dire che
cominciava ad aprirsi.
“Naruto è il
tuo nome!” gli dissi.
“Nome?” aveva una voce debole e rauca.
Annuii, ma per essere sicuri che mi
avesse capito, glielo dissi alla tarzan.
“Io Sakura, tu Naruto!
Io Sakura, tu Naruto!” glielo dissi indicando prima
me e poi lui.
Successivamente Naruto
mi imitò, indicando prima me e poi lui.
“Sakura! Mostro!” disse.
Era convinto di chiamarsi mostro.
Kakashi e io sussultammo. Era logico che
credesse che fosse quello il suo nome, si era sempre sentito chiamare così.
Gli accarezzai il viso e scossi la testa
“No, tu non sei un mostro e il tuo nome è
Naruto! Capito?” annuì leggermente, ma abbassò la
testa.
Successivamente cominciò a girare per la
stanza e quando arrivò al letto, provò a sedersi sopra.
Dovevate vedere la sua faccia. Non capiva
perché fosse morbido e cominciò a salterellarci sopra.
Addirittura Kakashi
si mise a ridere. In effetti vedere un ragazzo comportarsi in quel modo era buffo,
anche se ripensando a quello che c’era dietro…quella
situazione era tutto tranne che divertente.
Gli spiegammo diverse cose e ogni volta
era sempre più affascinato da quello che gli mostravamo. Spesso si spaventava,
soprattutto quando gli facevamo vedere oggetti rumorosi.
In quel caso era un problema calmarlo ed
evitammo quel tipo di esplorazione per il momento.
Qualche volta esprimeva anche la sua
opinione articolando solo poche parole come: bello, buono, cattivo.
Mi domandavo quanto tempo ci avrebbe
messo a imparare correttamente a parlare, anche se era già molto più avanti di
quello che credevo.
Giunse la sera e giunse per me l’ora di
dover tornare a casa, ma quando Naruto mi vide andare
via, cominciò ad agitarsi.
Cercai di calmarlo e spiegargli la
situazione, ma non voleva darmi ascolto, voleva che rimanessi li a tutti i
costi.
Kakashi mi propose di rimanere li quella notte,
ma lui doveva capire che non potevo rimanere con lui 24h su 24. Ci riflettei su,
poi dissi
“Per questa notte rimango, ma solo per
oggi! Non posso rimanere qui per sempre, ma tornerò a trovarti il giorno dopo,
va bene?” parlai lentamente, ma sembro capirmi alla perfezione.
Annuì.
Visto che ottenni anche il permesso da
mia madre di restare fuori, decisi di preparare la cena. Per fortuna decisi di
prepararne un po’ di più, perché Tsunade tornò a
farci visita.
Rimase sorpresa nel vedere il mutamento
di aspetto di Naruto. ci volle un po’ prima che capisse
che si trattasse di lui.
Il suo arrivo non fu molto gradito dal
ragazzo e cominciò a dare segni di nervosismo.
“Avete fatto proprio un buon lavoro!
Avete avuto problemi?” chiese Tsunase
Kakashi scosse la testa “Molto di meno di quelli
che pensavo. Si è agitato un paio di
volte, ma non ha mai costituito un
pericolo! Ci vorrà del tempo, ma credo che possa benissimo integrarsi nel
villaggio!”
Kakashi alle 8 accese la tv per il notiziario
dimenticando quale reazione avrebbe potuto comportare nel ragazzo. Naruto si spaventò moltissimo a sentire tutte quelle voci,
non vedendo persone attorno a lui. Facemmo molta fatica a fargli capire che non
doveva temere e che era tutto frutto di quella scatola appoggiata sopra un
comodino.
Ma alla fine come tutti, ne rimase
ammaliato e non si staccò dalla televisione per lungo tempo.
Almeno rimase calmo per un po’.
Mentre io mi occupavo degli ultimi
ritocchi per la cena e Naruto era distratto dalla sua
ultima scoperta, Kakashi e Tsunade
dialogarono fra di loro su come comportarsi con Naruto.
Decisero di tenerlo rinchiuso in quella
casa per una settimana, dandogli il tempo di conoscere meglio il luogo in cui
viveva e tutto ciò che lo circondava in quel piccolo spazio, poi avrebbero pensato
a presentargli anche il mondo esterno e soprattutto a fornirgli una istruzione.
Se non sapeva parlare bene, non era in grado né di leggere, né di scrivere. Non
sapeva fare calcoli. Insomma avrebbe fatto fatica a integrarsi in un mondo dove
queste cose, che a noi possono sembrarci naturali, sono essenziali.
Ci mettemmo a tavola. Preparai il ramen quella sera. Un piatto sostanzioso che lo avrebbe
nutrito come si doveva.
Era abituato a mangiare con le mani e in
mezzo alla sporcizia e soprattutto non fermo su una sedia e su un tavolo. Gli
sembrava strana quella situazione e cercò in qualche modo di tornare alle sue
abitudini. Prese la sua scodella di ramen e si
sedette a terra appoggiato a un muro. Non fece poca fatica a mangiare dato che
oltre a cibo solido, c’era anche il brodo, infatti compì un vero macello e
sfortunatamente sarebbe toccato a me pulire. Purtroppo ci volle un po’ per
fargli capire che si doveva mangiare a tavola. Un altro problema e che si
rifiutava di usare le bacchette o almeno le posate. Per quello ci volle ancora
più tempo, molto più di una settimana, quindi evitammo per un bel po’ di
mangiare fuori davanti allo sguardo curioso della gente.
Quando fu il momento di mettersi a letto,
le cose andarono lisce. Naruto si gettò nel letto e
si fece rimboccare le coperte tranquillamente. Doveva essere a pezzi. inoltre
non mi chiese di rimanere nella sua stessa stanza. Aveva capito che quando si
sarebbe svegliato mi avrebbe ritrovato lì.
La mattina seguente mi alzai prima di
lui,ma Kakashi mi precedette. Lo raggiunsi in cucina
e gli chiesi
“Naruto?”
“Sta dormendo!” mi disse semplicemente
Sorrisi, se stava ancora dormendo
significava che era tranquillo…ero contenta, ma…
“Vai a vedere come!” aggiunse Kakashi
Sgranai gli occhi. Cosa voleva dire?
Mi recai verso la sua stanza e aprendo
silenziosamente la porta, lo vidi steso per terra in un angolo della stanza che
dormiva. Non capivo il perché cercava di ripetere gli stessi gesti di quando
abitava in quel luogo orribile.
Mi avvicinai a lui e lo svegliai
dolcemente.
Aprii lentamente gli occhi e si mise a
sedere di scatto e agitato si guardò intorno.
“Calmati, sono io,Sakura! Ricordi dove ti
trovi?” gli chiesi.
Naruto mi fissò a lungo poi annuì.
Quello di togliergli il vizio di dormire
per terra, fu una missione più ardua. Ci vollero settimane prima che arrivasse
la mattina in cui, Kakashi lo ritrovò nel letto, ma
anche dopo mesi, capitava che Naruto si mettesse a
dormire per terra nell’angolo. Succedeva quando si sentiva agitato e
rannicchiarsi in un posto abbastanza protetto, sembrava dargli conforto.
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Eccomi tornata!!!
Spero che vi piaccia questo capitolo.
Ringrazio coloro che hanno recensito, non mi aspettavo così tanti commenti….me tanto felice =^_^=
Grazie anche a chi mi segue soltanto… Arigatou!
Ciao
Neko=^.^=