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Autore: manamalfoy    27/11/2016    0 recensioni
Harry Potter e il Preside di Hogwarts Albus Silente sono riusciti a sconfiggere Voldino nel combattimento al Ministero della Magia. Purtroppo Bellatrix Lestrange ha ucciso comunque Sirius Black, ma la carneficina che comincia nel sesto e finisce nel settimo libro non ha, per grazia dell'autrice [*O*], mai avuto luogo. Vorrei sottolineare che questa ff non tiene ASSOLUTAMENTE CONTO dei fatti accaduti in quei libri, siamo in un universo alternativo. Il settimo anno ad Hogwarts del nostro maghetto sta per cominciare...[Pairing: Draco/Harry; Ron/Hermione...per cominciare...ce ne sono altri, leggete e scopriteli!]
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Siobhàn aveva la sua primissima lezione, con Tassorosso e Corvonero del primo anno.
Dopo aver debitamente meditato e chiesto alla Madre Terra quale potesse essere il soggetto più giusto per presentarsi ad una classe di maghi alle prime armi (che per loro fortuna non avevano dovuto trovarsi faccia a faccia con i Mangiamorte) pensò di andare sul semplice e di cominciare con degli esseri a lei ben noti, ch più che oscuri erano dispettosi.
Quando i piccoli maghi risero a sentir menzionare qul soggetto, lei era pronta con un gran calderone per ognuno dei banchi, pieno zeppo di Galeoni d'oro.
Una ragazzetta di Corvonero, ingenuamente tentò di afferrare una manciata di monete. Neemmeno a dirlo, il contenuto del calderone scomparve.
-Come perfettamente dimostrato dalla signorina Lane, l'oro dei Lepricani è solamente illusorio. Questo è uno dei motivi per cui vengon, anche se non si direbbe, considerati tra le creature Osure. Molti maghi, e molti Babbani, sono stati portati alla pazzia inseguendo l'oro dei Lepricani. Essi, infatti, hanno un senso dell'umorismo estremamente crudele e adorano obbligare il malcapitato di turno a continuare strenuamente la ricerca...-
Ad Erbologia, come sempre, Neville rubò la scena a tutti (tranne Hermione, ovviamente).
Harry si chiedeva quale lezione avrebbero avuto con i Serpeverde, per poter analizzare Draco e capire quanto fosse riuscito ad irretirlo. Questo gioco gli piaceva...ma fino ad un certo punto. Una parte di lui gli impediva di porre la parola FINE su questo tira-e-molla, lo obbligava a cercare il ragazzo biondo tra la folla, lo faceva sentire bene avvertire il suo sguardo sulla nuca.
Lo sguardo attento di Dean Thomas notò subito che tra i suoi compagni solamente uno stava seguendo davvero la lezione. Seamus si guardava le scarpe, segno che qualcosa lo disturbava; Hermione guardava verso un punto imprecisato fuori dalla serra; Lavanda Brown guardava Ron, che invece guardava Hermione; Romilda guardava Harry, che invece guardava la pergamena (sulla quale però non aveva scritto un bel niente); Calì giocherellava con la penna ed infine lui guardava tutti e pensava ad un'altra persona allo stesso tempo. Quando finalmente la professoressa Sprite diede la fine della lezione, tutti gli studenti di Grifondoro uscirono con il cuore più leggero. La brezza autunnale aveva riscosso gli animi e il pranzo lo stomaco di Ron.
Harry ragionava ancora su come avvicinare Draco senza destare sospetti, ma non ne veniva a capo. non poteva semplicemente arrivare al tavolo dei Serpeverde e dirgli "Ehi, ciccio, mi fai ripetizione di Pozioni in cambio di qualche bel bagno nella vasca dei Prefetti'" e sperare di uscirne solo con una cicatrice sulla fronte.
Draco, dal canto suo, stava perdendo la pazienza: se voleva qualcosa da lui, gli avrebbe detto di no, punto. Non è che chiunque poteva fasi desiderare per due ore e sperare di cavarsela con un buffetto sulla schiena.
Al tavolo degli insegnanti, Siobhàn ripeté quella specie di rito con le mani sul cibo, suscitando occhiate curiose da parte degli studenti.
Finita la sua cerimonia, la professoressa McGranitt si alzò e le parò in un orecchio. Siobhàn annuì e si mise poi a mangiare come gli altri.
Ovviamente, sapeva che a Seamus non era sfuggito quel rituale, che prima o poi sarebbe giunto il momento della resa dei conti. Lei gli voleva bene come a un fratello, e così si erano sentiti per qualche tempo, finché non ebbe dovuto adempiere ai suoi doveri e lasciarlo solo.
Questo, lui, non gliel'aveva perdonato.
  
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