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Autore: Camille_Paul    18/05/2009    0 recensioni
Introduzione rimossa poichè non valida.
Si prega di introdurne una che sia tale.
Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scesi giù in cortile e me lo trovai di fronte. Stava giocando a fare i canestri insieme ad un amico di Luca, Mattia. Quest'ultimo fu il primo a vedermi e mi salutò. -Ciao- -ciao- risposi io. David si girò e mi sorrise. Sorrisi anch'io. -Ciao- ripeté, con uno strano accento. Americano. Risi. -Ciao Dave- dissi. Mi avvicinai, gli presi la palla dalle mani e feci canestro. -Canestro?- disse lui, e contemporaneamente chiese anche se la parola da lui pronunciata corrispondesse all' italiano e al momento. -Canestro- ripeté Mattia e rispose anche alla domanda sottintesa. Arrivò Martina. -Ciao Martina- salutammo noi, -ciao Dave!- salutò lei. Ahh! Con i ragazzi non ci sapeva proprio fare, era troppo giovane, me ne rendevo conto. -Marty, ti potrei parlare un secondino? Piccolo piccolo?-. Lei annuì. -Marty, questo non è il modo più adatto per dimostrare il tuo amore per lui!- -sei solo gelosa!- -di che?- -non lo so- disse e scoppiammo a ridere. -Non voglio che un ragazzino ci divida, ok? Per me è più importante l' amicizia!- questo perchè il mio secondo nome era diplomazia, ovvio. Dave aveva smesso di giocare e mi guardava stranamente. Lui non aveva capito, vero? Lui non capiva bene l' italiano, bene? Sbatté la palla a terra e se ne andò, ferito. Balbettai qualcosa, ma neanche io riuscii a capire che cosa. Lo rincorsi. -Dave!- esclamai. Lui si fermò di colpo, ma non si girò. -Dave, mi dispiace, non sapevo che tu avresti capito la mia lingua!-. Non si girò. Andai davanti a lui. -Dave, sorry- dissi, con il fiatone e lui se ne accorse. -Really?- -yes- risposi e continuammo a camminare, senza dire una parola. Compiemmo tutto il giro del condominio in silenzio e questo silenzio era imbarazzante, forse anche troppo. Se eravamo amici avremmo parlato, almeno avremmo cercato. Ma se eravamo qualcosa in più di semplici amici....Non volevo neanche pensarci! Avevo soltanto dieci anni, dieci miseri anni e anche lui. Non era possibile avere una relazione. Magari era in silenzio perché aveva paura di dire cavolate cercando di parlare nella mia lingua, ma conoscendolo non si sarebbe fermato. Strano, lo conoscevo soltanto da due giorni e già avevo una cotta per lui. Lui non ne aveva una per me, era assurdo! Avere una cotta per Micol, detta Micky! Compiemmo il giro del condominio per una seconda volta, una terza volta, una quarta volta....finché l' ora di pranzo arrivò e il regolamento condominiale ci disse di andare a casa. Lui indossava, come sempre, i jeans a vita molto bassa e vedere ciò che c'era sotto non mi sarebbe dispiaciuto per niente, ma così è la vita! Arrivammo al maledetto bivio che ci separava. Io a destra, lui a sinistra. Ci guardammo. -Bon apetit!- esclamai io, in francese, perchè in inglese non sapevo come si dicesse. Si mise a ridere. -Buon Appetito, Micol!- disse lui e mi sorprese ancora di più. Sorrisi e lui sorrise a me. Ci incamminammo lungo la strada e arrivammo a casa. -hai fame?- mi chiese mamma, mentre entravo in cucina. -Molta- risposi. Papà era andato al lavoro, mentre mamma era in ferie. -Ti ho preparato la pasta al pesto!- esclamò lei, come se si aspettasse un'emozione da me a sentire le parole "pasta al pesto". Sorrisi, fingendo entusiasmo. Ma si poteva essere davvero entusiasmati sentendo queste parole. I bambini poveri dell' africa sì, evidentemente. La mamma mi impose di fare i compiti ed ero molto distratta, così tanto che non mi accorsi neanche che la mamma era entrata in camera. -Tesoro, chi è questo tipo?- chiese e mi indicò le parole "il mio piccolo angelo americano". Mi guardò con sospetto. -Americano....- e prima che le potesse venire in mente qualsiasi cosa, ebbi il piano A. -Dobbiamo scrivere una storia, per compito, così questo è il mio titolo. Che te ne pare?-. L'occhiata sospettosa continuò, ma poi si addolcì di colpo. -E' bellissimo, tesoro, continua così!- e se ne andò. Con lo sbianchetto cancellai quelle parole senza senso per chiunque, tranne che per me. Alle quattro, finalmente, potei finalmente andare giù dal mio piccolo angelo americano dal petto d'oro e fui grata a Kadmel di avermi suggerito un soprannome così dolce e adeguato.
  
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