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Autore: conlatestatralenuvole    28/11/2016    1 recensioni
Conosciamo tutti la storia del maghetto più famoso di tutti i tempi, ma qui non si parla del ragazzo che è sopravvissuto. Questa è la storia della strega più brillante della sua età, Hermione Jean Granger, da ciò che già sappiamo, come l'indissolubile amicizia con Harry Potter e Ronald Weasley, a ciò che non ci è stato dato sapere: il suo arrivo a Hogwarts, le sue conquiste, le sue emozioni e le sue insicurezze.
[...]Ma era proprio questo il punto: Hermione non era una persona "normale" [...]Il suo problema non era tanto quel bisogno di imparare a memoria tutti i libri prima ancora dell'inizio dell'anno scolastico, ma il fatto che senza volerlo, delle volte, faceva accadere cose strane; cose che proprio non si sapeva spiegare
Questa fanfiction è liberamente ispirata ai libri di Harry Potter, scritti da J.K. Rowling. La grande maggioranza dei personaggi è dunque di sua proprietà, così come la maggioranza dei temi e delle ambientazioni. Per ulteriori informazioni leggere la nota posta all'inizio del primo capitolo. Grazie.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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INCENDIO
 
-Come avete detto che si chiamano, questi... dolci?
Chiese il signor Granger.
Dopo vari istanti di titubanza, si era lasciato convincere a tirare un morso a quei pasticcini a forma di mezzaluna ripieni di qualcosa che non aveva mai assaggiato prima. Era una specie di marmellata, ma dalla consistenza molto granulosa, quasi come fossero tante piccole briciole immerse in qualcosa di fresco e molle. L'impasto soffice sapeva di mandorle, mentre il composto interno era insieme menta, limone e liquirizia. O almeno era questo che sembrava a lui. Le piccole briciole, infine, avevano mille sapori diversi, quasi come se ognuna di esse fosse stata ricavata da un diverso alimento, e tutte quante erano in perfetta armonia tra di loro. C'era anche un retrogusto più aspro, che si sentiva appena appena: mandarino, probabilmente. L'insieme era squisito. Un'esplosione di sapori e colori.
-Zuccotti di zucca, caro.
Rispose sua moglie, prendendone un altro dal vassoio.
Zucca? Se c'era un sapore che non si sentiva era proprio quello della zucca. Che strani, i maghi. Il signor Fogg mosse un alfiere sulla scacchiera e fece scacco al re bianco, che fu subito messo in salvo da un cavallo. Poteva essere bizzarro, il mondo magico, ma di cucina e scacchi se ne intendeva parecchio. Il signor Granger stava vedendo le sue pedine perdere lentamente anche quell'ennesima partita. Forse poteva chiedere al mago di fronte a lui di insegnargli qualche trucco. Insomma, già così era trai più bravi nel suo club di scacchi, ma se avesse imparato la strategia del signor Fogg, avrebbe potuto ricevere il titolo di campione e diventare almeno per un anno membro onorario del consiglio dell'associazione. Era una delle sue più grandi aspirazioni. Purtroppo, durante il torneo fine anno, non era mai riuscito a passare oltre i quarti di finale. Un buon risultato, certo, ma con il giusto allenamento avrebbe potuto fare di più. Forse, il signor Fogg l'avrebbe aiutato. L'uomo, d'altro canto, con in testa il suo cappello arancione nuovo di zecca, non si trovava ancora molto a suo agio in una casa di babbani. Aveva acconsentito a restare a cena solo perché gliel'aveva chiesto una streghetta un po' troppo eccitata per i suoi gusti. Hermione, infatti, quella sera, era ciò che si potrebbe definire un fiume di parole. Non c'era modo per gli adulti di fare tanta conversazione con la ragazza che non faceva altro che descrivere Diagon Alley nei minimi dettagli. Ogni tanto i suoi genitori le facevano qualche domanda, ma sembravano più interessati a vederla parlare con così tanto entusiasmo che non al discorso in generale. Il signor Fogg non era un tipo sentimentale, ma doveva ammettere che quella scena era uno spettacolo per gli occhi. Hermione aveva gli occhi accesi per la felicità e non riusciva a stare ferma sulla sedia per più di qualche secondo. Sua madre sorrideva orgogliosa ad ogni parola e il padre la guardava altrettanto radiante. Era abbastanza ovvio che quella giornata era stata la migliore della sua vita. Aveva raccontato tutto, dal metro addestrato che le aveva preso le misure quando era andata a comprare la bacchetta al sapore della burrobirra, dai fuochi d'artificio ad acqua all'interno del negozio di Gambol & Jape al viaggio nel camino attraverso la metropolvere. Quell'ultimo particolare allarmò non poco la signora Granger. Sembrava una cosa un po' pericolosa: se avesse sbagliato comignolo dove sarebbe andata a finire? Il signor Granger, invece, aveva mormorato qualcosa su un certo Babbo Natale e si era messo a ridere talmente forte che aveva dovuto abbandonare la stanza per ricomporsi. Alla fine della cena, Hermione acconsentì a sfilare per tutta la cucina con indosso il mantello, il cappello e la bacchetta, per la gioia della madre, che si era addirittura messa a pinagere. Sdolcinati, questi babbani, aveva pensato il signor Fogg alzando gli occhi al cielo. Alle otto e mezza, la ragazza salutò tutti con un abbraccio e se ne andò in camera sua. Era certa che, però, non si sarebbe addormentata tanto presto.
   Sulla sua scrivania in legno, infatti, la aspettava una grossa pila di libri. Posò la bacchetta delicatamente nella sua custodia, piegò e ripose nel baule gli abiti da strega e ne prese uno. "Le Forze Oscure, guida all'autoprotezione". Era un manuale dai contenuti inquietanti e intriganti al tempo stesso. Forniva una descrizione di molte creature magiche alquanto pericolose, ma nulla di troppo approfondito. Sembravano quasi avvertimenti, che includevano alcuni dettagli della creatura in questione, appena sufficienti perché lo studente fosse in grado di riconoscerla, e il motivo per cui era meglio tenersene alla larga. La cosa più interessante erano le indicazioni – scritte per scopi puramente accademici, ovviamente: era del tutto improbabile che uno studente del primo anno si trovasse ad affrontare pericoli del genere, e ancora più improbabile che uscisse vivo, o comunque indenne, da un ipotetico scontro – utili a chi volesse tentare di affrontare l'essere oscuro o trovare rimedio a una ferita da esso inflitta. Non tutte le creature, purtroppo, offrivano tutti questi contenuti. Si parlava di lupi mannari e berretti rossi, che nonostante il nome apparentemente innocuo, sembravano prendere a bastonate chiunque gli si avvicinasse.

   Non erano passati che pochi giorni, e Hermione aveva divorato i libri di testo e tutti gli altri che aveva acquistato al Ghirigoro. A detta del signor Fogg, sapeva molte più cose di quante una giovane strega della sua età avrebbe dovuto. Il suo volume preferito, comunque, restava "Storia di Hogwarts" e, per qualche motivo, ciò rendeva felice il vecchio mago, suo dirimpettaio. Non faceva altro che ripetere quanto Bathilda Bagshot fosse una brava scrittrice, e di quanto fosse naturale che uno dei suoi manoscritti più importanti avesse lasciato il segno nella mente della ragazza. Ogni pomeriggio, dopo pranzo, i due si incontravano per piccole lezioni di introduzione alla magia. Il Ministero della Magia aveva promulgato un articolo sulla ragionevole restrizione delle arte magiche trai minorenni, ma il signor Fogg aveva insistito che a nessuno importava di un paio di incantesimi effettuati in un luogo sicuro, al riparo dalla vista dei babbani, per meri scopi conoscitivi.
-Tira fuori la tua bacchetta, ragazzina!
Sbraitò il vecchio mago con un tono da sergente. A Hermione si incurvarono le labbra in un sorriso e fu sul punto di rispondere con il saluto militare, ma poi ci ripensò – al signor Fogg non piacevano troppo gli scherzi -, e tirò fuori da una tasca che la madre le aveva cucito apposta all'interno di un paio di jeans di una misura un po' più grande, la custodia della sua preziosa bacchetta con cuore di corda di drago. Il mago si batté una mano sulla fronte.
-Un mago, o una strega, ragazzina, tiene sempre la propria bacchetta a portata di mano. Non all'interno della custodia.
Sbuffò.
-E se dovesse rompersi?
Chiese la streghetta inarcando un sopracciglio.
L'uomo borbottò qualcosa di incomprensibile, prese la scatolina vuota e la ripose in un cassetto della sua credenza, lo stesso in cui teneva la polvere volante. Hermione spalancò gli occhi incredula. Fece per aprir bocca, ma il mago la precedette:
-Te la ridarò prima della tua partenza, non ti preoccupare. Per adesso devi imparare la regola fondamentale di ogni mago: la bacchetta deve essere un'estensione del tuo stesso braccio. Devi tenerla pronta, a portata di mano, per ogni evenienza. Non ti capiterà di trovarti attaccata da chimere e letalmanti a Hogwarts, tuttavia potrebbe rendertisi necessario riparare qualcosa di rotto prima che qualche professore lo scopra. Come penseresti di farlo, sprovvista di una bacchetta?
Le sputò addosso.
Hermione non aveva idea di quali fossero le sue precise intenzioni, ma se voleva spaventarla, non ci stava riuscendo affatto. Era piuttosto divertente, in realtà.
-Adesso, prova a fare qualche incantesimo. Qualsiasi. Anche appiccare fuoco al divano. Tanto dubito che ti riuscirà. Ih! Ih! Ih!
La ragazza impugnò saldamente la bacchetta, proprio come il signor Fogg le aveva già insegnato e...
-Incendio!
Tuonò la giovane strega puntando la bacchetta contro il vecchio divano e compiendo un movimento a forma di fiammella. Doveva mantenere il polso fermo, scandire bene l'incantesimo e muovere la bacchetta in modo netto e pulito. Dalla punta del bastoncino, uscirono una serie di scintille scure come tizzoni ardenti. Ci fu una fiammata che durò meno di un secondo. Quando terminò, il bracciolo del divano era totalmente incenerito.
-Ih! Ih! Ih!
Fu l'unico commento del mago, mentre la ragazza si sedeva per terra, stremata, con la fronte imperlata di sudore. Le prese la bacchetta dalle mani.
-Reparo.
Ordinò, e il bracciolo tornò esattamente com'era prima.
Il signor Fogg le porse di nuovo la bacchetta e la aiutò ad alzarsi in piedi.
-Non male come prima volta, ragazzina. Devi solo concentrarti di più.
Hermione spalancò gli occhi e si tolse alcune ciocche di capelli dagli occhi. Si era sforzata talmente tanto per quell'incantesimo, che nonostante l'avesse pettinata innumerevoli volte quella mattina, la massa cespugliosa dei suoi capelli era diventata ancora più informe e scompigliata del solito. Per non parlare degli stretti nodi che avevano reso i suoi ricci più crespi che mai. Si chiese se esistesse una magia per riuscire a domare una chioma come quella.
-Sì, sì. Mi hai sentito bene. Ih! Ih! Ih! Devi concentrarti, non metterci dentro tutta la potenza che utilizzeresti per sollevare una macchina.
Le si accostò e corresse l'impugnatura della bacchetta.
-Non focalizzarti troppo sull'effetto finale. Pensa bene all'atto di eseguire l'incantesimo in sé. È quello il trucco. Due scintille non sono degne di un incenerimento del genere. Impara a regolarti. Scintille, uguale a lieve bruciatura. Esplosione con fiamme giganti, uguale a divano incenerito e due schiaffoni da parte mia perché sono affezionato a questo divano, chiaro?
La ragazza annuì. Aveva ancora il fiatone.
-Perfetto, vediamo quello che riesci a fare.
-Incendio!
Ripeté Hermione con un po' meno foga, concentrandosi mentalmente sull'immagine di grandi fiamme che uscivano dalla bacchetta. Questa volta le scintille furono un po' più consistenti, ma l'incantesimo aveva colpito sempre e soltanto il bracciolo. La ragazza non si era mai sentita così delusa da se stessa. Aveva studiato tutto il libro di Incantesimi. Conosceva a memoria ogni movimento, ogni formula e ogni effetto di ogni magia tra quelle elencate. Era sicura che ce l'avrebbe fatta. Inoltre si sentiva stanchissima, come se avesse veramente provato a sollevare una macchina. Si fece cadere sdraiata sul divano rattoppato, stando ben attenta a non toccare il bracciolo mezzo incenerito. Il signor Fogg raccolse la bacchetta che aveva lasciato cadere per terra e pronunciò un'altra volta l'incantesimo di riparazione. Poi posò la bacchetta sul petto della streghetta e si andò a sedere accanto a lei.
-So che non hai qualcuno a cui paragonarti, ragazzina.
Disse con la voce più gentile che gli riuscì di fare dopo qualche secondo di silenzio. La ragazza aveva gli occhi lucidi, e il vecchio mago non avrebbe davvero saputo che cosa fare se fosse scoppiata a piangere. Non era bravo, lui, con i bambini.
-Sappi, però, che i tre quarti dei tuoi coetanei non riuscirebbero a far uscire neanche l'accenno di una scintilla dalla punta delle loro bacchette la prima volta. Ci vuole esercizio. È a questo che serve Hogwarts. Tu sei una strega talentuosa, Hermione Granger, soprattutto considerando che questo è il tuo primissimo approccio con la magia. A scuola troverai tantissimi maghi purosangue, che avranno visto praticare incantesimi come questo miliardi di volte e, comunque, non saranno bravi quanto te. Con un po' di impegno tu potresti arrivare a Hogwarts sapendo eseguire alla bene e meglio tutte le magie riportate sui tuoi libri. La maggior parte degli altri, invece, per quanto ci avrà provato, non riuscirà nemmeno a muovere bene la bacchetta. Puoi farcela, ragazzina. È il tuo mondo, questo. Sei una strega brillante. Devi dimostrarglielo. A tutti quegli spocchiosi purosangue. Non devi farti trovare indifesa. Loro ti potranno prendere in giro, dirti che sono di gran lunga migliori di te. Non è così. I tuoi genitori sono denticisti, e allora? Non è questo ciò che conta.
Hermione sorrise. Era un sorriso triste, ma stava iniziando a cpire quello che il signor Fogg voleva farle comprendere.
-Si dice dentisti.
-Vedi, loro questo non lo sanno. Sei la regina di due mondi, ragazzina, mettiamola così. Del mondo babbano e del mondo magico. Anche il più potente dei purosangue saprà solo la metà delle cose che sai tu.
Trai due calò un attimo di silenzio. Non un silenzio imbarazzato, però. Più una pausa di riflessione.
-Dimmi un po', che cos'è l'aconito?
-Una pianta.
Mormorò Hermione ancora imbronciata.
-No, ragazzina, sono sicuro che mi puoi dire molto più di così.
-Beh, è utilizzata per preparare la pozione antilupo.
Con un cenno della testa, il signor Fogg la esortò a continuare. La ragazza si mise a sedere. Ormai aveva abbandonato i pensieri tristi e ripreso la sua solita aria autoritaria da perfetta so-tutto-io.
-Detta anche napello o luparia, il suo nome significa rapa, per la forma del suo fusto, ma anche giavellotto. Anticamente infatti era utilizzata per avvelenare la punta delle lance nei combattimenti. Tutt'ora ha la fama di essere una pianta molto velenosa e irritante, ma se ben diluita può avere proprietà analgesiche e depurative. È anche un ingrediente fondamentale per la preparazione dell'antidoto contro il distillato di morte vivente, la pozione occhiopallato, insieme a zanne di serpente e pungiglioni di celestino essiccati.
-Visto?
Sorrise il vecchio mago alzandosi in piedi.
-Nessuno impara queste cose prima di andare a Hogwarts.
-Non mi serve a niente saperlo, però. L'ha detto anche lei: non mi capiterà mai di affrontare un lupo mannaro a Hogwarts, né tanto meno credo che qualcuno mi rifilerà un distillato di morte vivente.
Obiettò la giovane strega, ma stava sorridendo.
-Però, se qualcuno ti farà del male o ti dirà qualcosa di brutto, puoi sempre strofinarne una foglia o due sulla sua scopa da Quidditch appena prima di una partita.
Le bisbigliò il mago facendole l'occhiolino.
Hermione sorrise ancora di più. Con tutta probabilità non avrebbe mai fatto qualcosa del genere, ma nuova scuola, nuova lei. Non si poteva mai sapere...
   Le settimane successive passarono più in fretta di quanto chiunque avesse sperato. Anche la stessa Hermione, che non vedeva l'ora di prendere il treno per la Scozia, si sentiva triste al pensiero di dover lasciare per un anno intero la sua famiglia. Non erano mai stati distanti così a lungo. A dire la verità, non erano proprio mai stati distanti per più di una giornata, in cui con giornata si intendeva l'arco di tempo compreso tra l'arrivare a scuola e l'ora di cena. Il tempo da trascorrere nella sua villetta babbana era agli sgoccioli, e il giorno prima della partenza, il suo baule con tutto l'occorrente per il nuovo anno scolastico era già stato preparato da tempo. I mantelli con i guanti e il cappello da giorno, erano piegati ordinatamente da un lato, separati da tutte le varie cianfrusaglie. Avrebbe dovuto cambiarsi sul treno per Hogwarts, e non aveva intenzione di passare mezz'ora a rovistare all'interno del baule per trovare i suoi vestiti da strega. Tutti gli ingredienti per le pozioni, compresi quelli che aveva comprato nonostante non fossero presenti nella lista del materiale necessario, erano ben chiusi all'interno dei loro barattoli e delle fialette. Erano stati chiusi in una busta perché non combinassero danni nel caso in cui si dovessero rovesciare, e riposti insieme alle delicate provette di cristallo all'interno del calderone in peltro. I libri, sia quelli di testo che tutti quelli facoltativi che si era comprata anche durante la sua seconda visita a Diagon Alley, erano incastrati tutt'intorno. Sopra una pila di volumi aveva posato la bilancia in ottone, mentre in un altro scompartimento, aveva riposto ordinatamente il telescopio pieghevole e i vestiti da tutti i giorni, anche se dubitava che li avrebbe usati più di tanto. Il mantello aveva tutto un altro fascino ai suoi occhi. Una tasca laterale del baule ospitava busta e carta da lettere, vari rotoli di pergamena, penne d'oca e calamai d'inchiostro nero splendente. Non era abituata a scrivere in quel modo, ma si era esercitata davvero molto, e adesso padroneggiava la scrittura con penne e inchiostro senza problemi. In uno scompartimento ricavato all'interno del coperchio del baule, infine, aveva infilato due vassoi di zuccotti di zucca e alcuni dolci fatti in casa che la mamma le aveva preparato. Le uniche cose che si trovavano al di fuori del grande baule, in verità, erano il libro "Storia di Hogwarts" e la sua bacchetta. Cuore di corda di drago, legno di vite, dieci pollici e mezzo, particolarmente flessibile. Si era esercitata molto, con quel fantastico strumento magico, e ci si era in qualche modo affezionata. Come aveva previsto il signor Fogg, ormai sapeva effettuare, alcuni più e alcuni meno, quasi tutti gli incantesimi che avrebbe imparato, o nel suo caso, perfezionato, nel corso dell'anno. Il signor Fogg. Anche lui le sarebbe mancato molto.
   Dopo aver cenato, quella sera, in compagnia anche del vecchio mago, a Hermione fu concesso in via del tutto eccezionale di farsi il bagno nella grande vasca da bagno della madre. Del resto, non sarebbe stata a casa per il suo compleanno. Quel pensiero le provocò una fitta al cuore. Non si era mai preparata all'evenienza di andare via di casa. Pensava che sarebbe successo solo una volta finite le scuole superiori, quando avrebbe iniziato il college. Mormorando l'incantesimo Incendio accese tutte le profumatissime candele allineate sulla mensola sopra la vasca, fece scorrere l'acqua calda e la riempì con tantissimo bagnoschiuma colorato, fino a che la superficie dell'acqua scomparve sotto tutte le bollicine. Si immerse nella vasca e chiuse gli occhi, appoggiandosi allo schienale foderato in plastica impermeabile e beandosi della sensazione dell'acqua profumata e calda che si riversava su di lei. Lasciò la mente libera di vagare e una lacrima le rigò il volto. Non sapeva il perché di quella lacrima. Era per la gioia di andare a Hogwarts, sicuramente, per la felicità di stare per trovare lei stessa, di imparare tutto ciò che aveva sempre, pur senza saperlo, desiderato di imparare; ma era anche per la tristezza, il dolore di dover lasciare per un anno intero la propria famiglia, il suo fantastico dirimpettaio, la sua quotidiana routine fatta di programmi già stilati il giorno prima, ricorrenti passeggiate al parchetto vicino casa, noiose partite di scacchi con il papà in cui perdeva sempre. Non era certo la vita più emozionante che si potesse immaginare, quella che aveva vissuto fino a poche settimane prima, quando aveva scoperto di essere una strega, ma era qualcosa di prezioso e le piaceva. Le donava pace. Era per lei sinonimo di conforto e tranquillità, nonostante le prese in giro che riceveva a scuola perché era diversa. Si fece scivolare con la testa sotto l'acqua. Trattenne il fiato. Sapeva che, una volta riemersa in superficie, non sarebbe più stata la stessa Hermione di sempre. Sarebbe stata la ragazza che si finisce di preparare perché il giorno dopo avrebbe preso il treno per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Sarebbe stata smistata da un cappello parlante all'interno di una delle quattro Case, avrebbe cenato in compagnia dei suoi nuovi compagnia sotto a un soffitto incantato che rifletteva il tempo che faceva all'esterno. A pensarci, sembrava ancora una semplice, irreale fantasticheria. Hermione riemerse dall'acqua, molto più tranquilla di quando ci era entrata. Con una cura che non aveva mai messo nel prendersi cura del proprio corpo, si insaponò per bene con varie lozioni diverse, lavò gli indomabili capelli massaggiandoli con delicatezza finché non furono soffici come la seta. Si infilò nella camicia da notte di lino bianco e, in memoria dei vecchi tempi, chiuse gli occhi e, con la concentrazione al massimo, si smaterializzò nella sua cameretta. Si sdraiò subito a letto, di colpo stanchissima, e si addormentò poco dopo. Un sonno ristoratore, senza sogni, perché il sogno più grande si stava già per realizzare. Mancavano meno di ventiquattro ore, poi sarebbe arrivata a Hogwarts.


NOTE DELL'AUTRICE

Mi sono fatta un po' attendere, e mi scuso profondamente per ciò, ma ecco il nuovo capitolo. Credo che non ci sia bisogno di ricordarlo, oramai, ma no, non sono J.K. Rowling. Questa è solo una fanfiction. È il mio personale mondo dei sogni.

Vi invito caldamente a recensire perché mi farebbe molto piacere avere qualche commento in più alla mia storia. Vi piace? Scrivetemelo. Non vi piaca? Fatemelo sapere ed entrate bene nei dettagli, così che io possa migliorare.

Una cosa curiosa: non so come è possibile ma uno dei capitoli è stato più visitato di quello prima. Probabilmente qualcuno si sarà accorto che andando avanti alla storia sembrasse mancare un pezzo... controllate, perché potreste aver saltato il capitolo ;) Oppure non fatelo: mi piace pensare che sia un evento magico!

Pronti per il grande giorno? L'Hogwarts Express è in arrivo! Continuate a seguirmi e vedrete dove ci porterà.

Con grandissimo affetto a tutti i lettori, sia gli affezionati che quelli di passaggio (sperando che magari vi fermerete per un po'), sempre vostra. Conlatestatralenuvole
   
 
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