2. Routine.
È ancora il secondo giorno della settimana. Mi alzo faticosamente cercando di spegnere la sveglia il prima possibile, odio il suo fastidioso rumore. Mi preparo in fretta, lavandomi e vestendomi, per poi afferrare dei biscotti da mangiare per strada.
Cammino giocando con i medesimi ciottoli sulla marciapiede malamente asfaltato del giorno prima.
Passo una mano tra i miei capelli, come sempre, e mi specchio nella pozzanghera al lato del marciapiede, che si è quasi prosciugata rispetto a ieri; oggi c'è un bel sole.
Prima di entrare faccio un respiro profondo e mi aggiusto la maglietta .
Entro.
Inizio a lavorare con i miei colleghi, ridiamo e scherziamo, come sempre. È bello stare con loro.
Tornato a casa, accendo la TV, per compagnia. Il canale è sempre quello; la voce della donna che parla si diffonde nella sala spoglia. Apro il cassetto delle posate dove ci sono esattamente un cucchiaio, una forchetta e un coltello. Tanto sono solo, che senso avrebbe averne di più? Sono posizionate con cura quasi maniacale al centro del loro scompartimento. Le prendo e richiudo il cassetto con la mano sinistra.
Le metto sul tavolo, dove c'è già un piatto con delle uova, e un po' di pane.
Mangio.
Mi spoglio.
Vado a dormire.