Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    28/11/2016    3 recensioni
Per Jungkook, essere quello che è oggi costituisce un nuovo inizio.
Ma non è stato sempre così: il percorso che lo ha portato ad accettare se stesso e, soprattutto, ad aprire il suo cuore agli altri, ha rappresentato per lui un ostacolo difficile da superare.
Dal capitolo I:
[…]Fuori dalla finestra, la neve imbianca i tetti di una Seoul congelata e i riscaldamenti, quella mattina, non hanno proprio voluto saperne di partire. Si stringe un poco nella sua felpa nera, quella che un tempo usava per le giornate di ozio passate a giocare ai videogiochi; tira giù entrambi i polsini e saltella sul posto, mentre ascolta attentamente le parole del coreografo. Percepisco il vostro impegno, dice, ma non è ancora abbastanza. Il suo tono è tranquillo, tutti sanno che non vuole spaventarli, né spingerli troppo oltre il loro limite. Ma non è abbastanza: Il suono di quelle parole martella nelle tempie di Jungkook tanto quanto il dolore delle dita paralizzate dal freddo. […]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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VIII










 

Sua nonna sta male.

Taehyung lo ha saputo diversi giorni fa e tutti, in qualche modo, hanno cercato di rassicurarlo. Jungkook ricorda ancora di come si sia ritrovato a spiare la telefonata del suo hyung con il padre da dietro la porta del bagno: in realtà lo aveva mandato Namjoon per intimare a Jimin di non origliare poiché non era rispettoso nei confronti di Taehyung, ma dopo averci discusso un po’ Jungkook aveva finito per unirsi a lui, con sommo disappunto del leader, il quale li aveva rimproverati, decidendo però di non infierire oltre.

Dopo quella chiamata, Taehyung aveva continuato a lavorare con i soliti ritmi, mantenendosi sempre un passo avanti a tutti. O almeno, questo era ciò che Taehyung aveva cercato di far credere ai suoi compagni; Jungkook, dal canto suo, conosceva bene l’arte del celare emozioni non gradite e così lo aveva segretamente tenuto d’occhio per tutta l’intensa settimana di prove. Non si era fatto sfuggire i sospiri rassegnati e stanchi, le pause a volte troppo frequenti durante le coreografie e le volte in cui Jimin lo prendeva da parte e iniziava a parlare, parlare e parlare: Taehyung annuiva, spesso guardava altrove, qualche volta sorrideva mestamente e altre ancora negava con la testa.
Jungkook non gli aveva mai chiesto niente, semplicemente desiderava che Taehyung non rimanesse solo con i propri pensieri e il fatto che Jimin o gli altri ragazzi riuscissero in qualche modo a tirarlo su di morale lo rendeva più tranquillo.

In realtà, presto Jungkook si rende conto che delegare agli altri ciò che lui non si ritiene in grado di fare è solo indice di codardia ed egoismo. Taehyung è uno dei suoi amici più cari e per paura di ferirlo o di dire la cosa sbagliata sta rischiando di allontanarsi da lui, proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno della sua presenza. Così, quella sera, durante un’intervista radio, l’ultima di una lunga serie, Jungkook cerca il suo sguardo: si accorge di essere stato interpellato quando Namjoon lo scuote per una spalla, allora inventa abilmente una scusa per giustificare la sua distrazione e si occupa di dedicare gli ultimi ringraziamenti ai fan. Jungkook si sente in colpa per non essere stato molto presente quella sera, ma è deciso a risolvere la questione una volta per tutte.

Una volta usciti dalla sala registrazioni si dirigono tutti alla macchina: Namjoon concorda con Jin e Yoongi il posto davanti, mentre Jimin cammina vicino ad Hoseok e Taehyung, probabilmente intenzionato ad appropriarsi del sedile centrale. Jungkook, però, è più veloce, e riesce ad entrare prima di Jimin, sedendosi accanto a Taehyung. Il più grande gli lancia qualche improperio per averlo intruppato e Jungkook si scusa con un gesto della mano, invitandolo ad accomodarsi vicino a lui.
Taehyung non partecipa alle conversazioni: se ne sta col volto chino sullo schermo del suo cellulare e Jungkook ha un blocco… di nuovo. Perché ogni volta succede così? Sente Jimin dargli accidentalmente una gomitata, ma non ci fa molto caso, troppo intento ad elaborare nella sua testa le parole giuste. Poi gli viene un’idea: non è ciò che aveva in mente di fare, ma può comunque andar bene. Tira fuori il suo ipod e cerca una canzone tra le migliaia che compongono le sue playlsist: non gliene serve una strappalacrime, né un inno alla gioia. Vuole trovare qualcosa che lo leghi a Taehyung, una melodia che hanno condiviso e che riporti alla memoria dei bei ricordi: una volta scelta, il più piccolo infila una cuffietta nell’orecchio del più grande e l’altra la tiene per sè. Senza rispondere all’occhiata interrogativa di Taehyung fa partire la musica.
Negli occhi grandi del suo hyung legge prima stupore, poi tenerezza e infine gratitudine. Restano un attimo così, a condividere uno sguardo che in quel momento è solo loro, fin quando Taehyung non gli sorride in modo sincero e gli avvolge un braccio dietro al collo, arruffandogli i capelli dietro la nuca.

Avrebbero continuato il viaggio di ritorno in quel modo, se Jungkook non si fosse ritrovato sulle gambe un Jimin intento ad evitare qualche manata da Hoseok, alla ricerca disperata del suo aiuto e di quello di Taehyung. Mette via l’ipod e si accerta che il suo hyung non gli frantumi le ginocchia, dopodiché lancia un’occhiata esasperata a Taehyung per poi sentire, finalmente, la sua risata genuina in risposta.

È solo un inizio, ma a Jungkook può bastare.
 

 
 
 


















_________

Lo so, lo so: chi si è fregato i dialoghi? Spero che questa piccola eccezione non via dia fastidio e non risulti noiosa, ma è stata concepita in questo modo, quasi come un flusso di pensieri, emozioni, azioni… non me la sono sentita di spezzarla con il discorso diretto.
Spero abbiate avuto modo di apprezzarla comunque ♥

Siamo tutte vicine a Tae per la sua perdita.

Vi mando un grosso bacio e alla prossima,

 
Vavi
  
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