Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Vavi_14    29/11/2016    2 recensioni
Per Jungkook, essere quello che è oggi costituisce un nuovo inizio.
Ma non è stato sempre così: il percorso che lo ha portato ad accettare se stesso e, soprattutto, ad aprire il suo cuore agli altri, ha rappresentato per lui un ostacolo difficile da superare.
Dal capitolo I:
[…]Fuori dalla finestra, la neve imbianca i tetti di una Seoul congelata e i riscaldamenti, quella mattina, non hanno proprio voluto saperne di partire. Si stringe un poco nella sua felpa nera, quella che un tempo usava per le giornate di ozio passate a giocare ai videogiochi; tira giù entrambi i polsini e saltella sul posto, mentre ascolta attentamente le parole del coreografo. Percepisco il vostro impegno, dice, ma non è ancora abbastanza. Il suo tono è tranquillo, tutti sanno che non vuole spaventarli, né spingerli troppo oltre il loro limite. Ma non è abbastanza: Il suono di quelle parole martella nelle tempie di Jungkook tanto quanto il dolore delle dita paralizzate dal freddo. […]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IX










Sono ormai più di tre ore che Jimin è chiuso in sala registrazione. Jungkook guarda l’orologio: l’una e mezza passata. Il soggiorno del loro dormitorio è immerso nella penombra, quasi tutti sono già nei loro letti, qualcuno russa anche - probabilmente è Namjoon, pensa Jungkook. Taehyung ha il cellulare in mano e Jungkook è quasi sicuro che stia messaggiando con Jimin, il quale, probabilmente, gli ha intimato di andare a dormire perché è tardi e avrebbero parlato della canzone il giorno successivo.

Jungkook, però, quella sera è irrequieto: sarà perche anche lui, a breve, dovrà iniziare a incidere il suo primo singolo, sarà perché ha visto Jimin particolarmente nervoso e sovrappensiero il pomeriggio precedente, che ora l’idea di sdraiarsi sul materasso e chiudere gli occhi non lo attira neanche un po’. Dal divanetto dell’ingresso riesce a scorgere la camera di Taehyung: lo vede rigirarsi su un fianco e spegnere il display del cellulare, pronto per lasciarsi cullare dalle braccia di Morfeo. Forse sarà anche perché condivide la stanza con Jimin ed è sicuro che il suo hyung voglia scambiare almeno due parole prima di chiudere le palpebre: di solito non gli dà molta corda quand’è così tardi o finisce per ascoltarlo senza replicare granché, ma stavolta è diverso… sa che è diverso.

Dà la buonanotte a Yoongi, che in quell’esatto momento afferra il suo portatile e si ritira in stanza, e raggiunge anche lui il proprio giaciglio, ritrovandolo esattamente come lo aveva lasciato: stropicciato e pieno di vestiti buttati a caso sul lenzuolo. Si strofina gli occhi e decide di mettere un poco in ordine prima dell’arrivo di Jimin – anche perché l’alternativa sarebbe stata dormire sui propri abiti, perciò Jungkook decide che non è il caso.

Dopo appena quindici minuti sente la porta di casa aprirsi e in automatico afferra l’ipod, gettandosi sul letto. Farà ovviamente finta di fare altro, quando Jimin lo raggiungerà.

«Jungkookie, perché sei ancora sveglio?»

Il più grande entra in camera cercando di fare meno rumore possibile, accende una piccola luce al lato del letto e posa la sua tracolla sul pavimento, stirando entrambe le braccia verso l’alto.
Jungkook si toglie una cuffietta. «Hai detto qualcosa, hyung?» Ma neanche aveva avuto il tempo di farla partire, la playlist.
Jimin sospira e si butta a peso morto sul materasso, passandosi entrambe le mani tra i capelli.
«Perché non dormi?» ripete ancora, e il suo tono è davvero esausto.
Jungkook cerca di carpire l’espressione sul volto del suo hyung, ma la stanza è troppo buia. «Non ho sonno» risponde semplicemente, alzando le spalle in un gesto noncurante.
«Vuoi che te ne dia un po’ del mio?»
Il più grande allunga una mano, raggiungendo la gamba di Jungkook sull’altro letto, per poi cercare di mollargli un pizzicotto che il maknae anticipa abilmente bloccandogli il polso.
«Com’è andata, hyung
Di solito Jungkook evita di fare domande così dirette perché è sempre Jimin a prendere l’iniziativa, ma adesso che l'altro sembra voler evitare il discorso, il maknae decide di fare uno sforzo e palesare davanti a lui le sue preoccupazioni.
Jimin ritira la mano e si alza di nuovo a sedere, un po’ stupito da quella richiesta. Rimane per un po’ in silenzio, forse per elaborare mentalmente la parole di Jungkook, dopodiché abbozza un piccolo sorriso stanco.
«Bene, direi».
Jungkook lo guarda e capisce che c’è dell’altro; Jimin fa fatica a nascondere il proprio stato d’animo e lui ha imparato da tempo ad interpretare  i comportamenti dei suoi hyungs, così come i loro pensieri e le loro emozioni: a volte pensa che queste gli entrino dentro come per osmosi e finiscano per coinvolgerlo sempre più di quanto vorrebbe.

Così in quel momento riesce a percepire l’ansia e la frustrazione di Jimin senza neanche conoscerne il vero motivo.

«Solo che ho dovuto provare tante volte. C’era un pezzo in cui continuavo a sbagliare tonalità…».
«Cioè?»
«Cioè cosa?»
«Fammi sentire»
«Adesso?!»
«Adesso».
Jungkook non ha paura di risultare arrogante: immagina che la gola di Jimin reclami soltanto un po’ di riposo, ma sa quanto il suo hyung tenga a quella canzone e probabilmente lui sarà il primo a poter sentire una strofa con la melodia definitiva. Gli era già capitato di leggere il testo e confrontarsi con lui su qualche nota, ma non aveva mai ascoltato il pezzo completo.
«Dai, hyung. Per favore».
«Ma è tardi, sveglieremo qualcuno».
«Daaaaii».
Jungkook ha sfoderato una delle sue espressioni più convincenti e Jimin è atterrito da tutta quell’insistenza. Dopotutto il più piccolo è veramente curioso e pensa che lo hyung abbia davvero lavorato sodo per creare quel prodotto unico nel suo genere.
«Oh, d’accordo» cede infatti Jimin, e intona brevemente l’inizio della sua Lie, provocando la nascita di un sorriso aperto sul volto di Jungkook.
«Perché ridi?» chiede il più grande, una volta finito di cantare.
Jungkook scuote la testa, stavolta è un po’ imbarazzato. «Non sto ridendo… è che mi piace. E’ uscita bene». Ovviamente non aveva dubbi al riguardo; conosce le insicurezze di Jimin e sa quanto queste lo limitino nel giudicare le proprie performance. Dopotuttuo anche lui sa di avere le proprie asticelle posizionate sempre a un livello più alto rispetto a ciò che in un determinato momento può chiedere a se stesso.
Jimin allora abbassa il capo e ricambia il sorriso. «Grazie, ma ci devo ancora lavorare parecchio».
«La canti di nuovo?»
Un po’ la vuole risentire veramente, un po’ è arrivato il momento di sciogliere la tensione.
«Hyung, per favo-»
Ma stavolta non riesce a terminare la frase poiché Jimin si alza e gli spalma un cuscino sulla faccia.
«Basta con quell’espressione, Kookie!» si lamenta, al metà tra il divertito e l’esasperato. «Vai a dormire, ne riparleremo domani».
Jungkook cerca di divincolarsi e lo allontana con una gamba, sghignazzando. Quando finalmente riesce a liberarsene e lo vede incamminarsi in direzione del bagno allora cerca di intonare anche lui quel pezzo di Lie, riuscendo ad attirare l’attenzione del più grande e beccandosi un altro cuscino in faccia.

Di una cosa è certo: quella sera Jimin si addormenterà con il sorriso sulle labbra.

 
 





















 ____________

Non so bene come funzioni la disposizione nelle camere nel dormitorio, né in che modo Jimin abbia pensato, scritto e inciso Lie: lasciatemi un po’ di spazio per immaginare XD. E poi dovevo a Chim Chim un capitolo di “riconciliazione” con Jungkook; l’avevo un po’ maltrattato ultimamente.
Spero come sempre che vi sia piaciuto!♥
 
Un bacione grande e alla prossima,
 

Vavi
  
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