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Autore: Francy_Kid    29/11/2016    7 recensioni
Marinette rimane ferita durante l'apparizione di un akuma, dislocandosi la caviglia e procurandosi una microfrattura alla tibia, ma Chat Noir la soccorre appena in tempo, allontanandola dal luogo dell'attacco. Poco dopo, Ladybug fa la sua apparizione, sconfiggendo il nemico assieme al suo partner.
Da quella sera, Chat va a trovare Marinette ogni sera, approfittando delle tenebre per non farsi scoprire, per tutta la durata del tempo durante la quale la sua compagna di classe deve tenere il gesso.
Un mese passa velocemente e quand'è arrivato il momento di muovere i primi passi senza stampelle, Marinette avrà paura.
Chat sarà in grado di aiutarla?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Cap. 18

 

Le due settimane furono lente e ansiose per entrambi i ragazzi: Marinette perché avrebbe dovuto decidere che cosa le diceva il cuore, e Adrien, anche se sapeva che il suo cuore gli apparteneva, si sentiva come se stesse per partecipare alla sfilata più importante della sua vita e sapeva che sarebbe stato male nel bel mezzo della passerella.

Insomma, non era una bella situazione per entrambi.

Il biondo passò tutto il tempo che poté con la ragazza, sperando che sarebbe riuscito a convincerla a scegliere bene, ma quel continuo essere prima Adrien e poi Chat Noir l'aveva mandato in confusione e stava per chiamare Marinette "Purr-incipessa" in classe.

Ma, d'altronde, l'aveva voluto lui.

La corvina non era da meno: due settimane di indecisione e confusione.

La sera precedente era rimasta sveglia tutta notte con Tikki per capire chi scegliere, tenendo sveglia anche Alya mentre le chiedeva consiglio via sms.

Il giorno successivo sarebbe stata "l'ora X", il giorno in cui si sarebbe tolta il gesso.

La giornata scolastica passò velocemente.

Troppo velocemente, pensò la corvina con il cuore che le batteva all'impazzata nel petto.

Adrien, durante l'intervallo, le aveva chiesto se poteva parlare con lei nel pomeriggio, poiché doveva dirle una cosa abbastanza importante, ed ora, Marinette, lo stava aspettando seduta su una panchina a Place des Vosges.

La ragazza stava nervosamente giocando con un filo strappatosi dal vestito, tirandolo e rigirandoselo tra le dita, finché non vide l'amico avvicinarsi a lei, sorridendo nervosamente.

«Ciao, grazie per essere venuta.» la salutò, dandole un bacio sulla guancia. «Immagino tu abbia capito perché ti ho chiesto di vederci.»
Marinette arrossì. «Sì, l'ho immaginato...»

La ragazza aveva capito che gli piaceva; dopotutto mica baciava una ragazza davanti a tutti per farsi figo e non le chiedeva di uscire per passare del tempo con lei per pura noia –non era da Adrien–

«Vorrei dirtelo chiaro e tondo, però...» esclamò, prendendole le mani tra le sue.

Gli sudavano e tremavano le mani, notò la corvina, arrossendo non appena si avvicinò a lei e la guardò negli occhi.

«Mari, è da un po' che ho capito che sono innamorato di te. È stata la cosa improvvisa e inaspettata più bella che mi sia mai capitata e mi piacerebbe che fosse per molto tempo.» disse, arrossendo come un peperone, ma mantenendo gli occhi fissi su quelli azzurri di lei.
Marinette lo guardò dolcemente, stringendogli le mani: «Adrien...»


 

La corvina era seduta alla scrivania mentre faceva rigirare la matita tra le dita, non avendo nessuna idea su cosa disegnare.

Tikki, siccome era rimasta sveglia tutta la notte per autare la sua portatrice, stava dormendo beatamente nella borsetta rosa riposta nella solo del tavolo, in modo tale che nessuno la vedesse.

Il gesso era finalmente sparito, ma uno scomodo tutore aveva preso il suo posto: quando si era rotta la caviglia ne aveva risentito anche il tendine, infiammandosi gravemente, perciò doveva utilizzare ancora le stampelle per circa dieci giorni ed il tutore per un mese, togliendoselo solo quando dormiva, per lavarsi e per fare piccoli esercizi di riabilitazione.

La prima serata senza gesso non era delle migliori, visto che il piede era rimasto immobilizzato per parecchi giorni e anche i minimi movimenti erano caratterizzati da dolori simili a punture nella carne, ma avrebbe fatto di tutto pur di guarire del tutto.

L'adolescente sospirò rumorosamente, grattandosi le tempie per farsi venire qualche idea, ma inutilmente: stava aspettando una visita da ore e il ragazzo non si era ancora presentato.

Come se gli avessero letto nel pensiero, un leggero bussare alla finestra davanti alla scrivania.

Si alzò con estrema velocità, maledendo si mentalmente quando una fitta le percorse la gamba, recuperando una stampella per evitare di poggiare troppo la caviglia; aprì un'anta, permettendo a Chat di entrare, per poi richiuderla.

«Buona sera, mia dolce Principessa, che durante la sera ti affliggi.» esclamò il felino, baciandole la mano.
«Ma dove le tiri fuori queste cose?» ridacchiò lei, mentre le labbra dell'eroe le sfioravano la pelle.
«É che ti ho vista mentre cercavi di trovare idee per disegnare, ma era troppo divertente stare fuori a guardarti mentre t'impegnavi.» rispose l'altro, ammiccando giocosamente.

Marinette lo guardò storto, togliendo la mano e poggiando la stampella alla scrivania, stando attenta a non farla cadere.

Chat sorrise innocentemente: «Sono il tuo super-stalker, Principessa.»
«Cosa penserà di te Ladybug se scoprisse che spii le ragazze alle finestre?» sospirò esasperata, alzando gli occhi al cielo.
«Probabilmente mi legherebbe alla Tour Eiffel come un salame, ma devo correggerti in una cosa: –il ragazzo, con scatto felino, le si mise alle spalle– sei l'unica ragazza che spio.» le sussurrò nell'orecchio, facendola rabbrividire.

Chat, dopo aver riso alla reazione dell'adolescente, spostò lo sguardo verso il basso, notando che la caviglia era libera –senza contare il tutore–

«Allora, Principessa, ti sei finalmente tolta il gesso.» ghignò, volendo arrivare alla tanto aspettata risposta.
«Sì, ma non sono ancora del tutto guarita...» rispose lei,  abbassando la testa e muovendo le dita dei piedi. «Sento dei dolori allucinanti perché il tendine è infiammato. È un miracolo che non si sia rotto quando mi ero fatta male.»

Il biondo trasalì: credeva che fosse stato lui a peggiorare la situazione, se non l'avesse ascoltata forse i medici l'avrebbero guarita meglio.

I suoi pensieri vennero interrotti da una fitta al naso, vedendo la ragazza che gli puntava due dita davanti con uno sguardo severo.

«Ahi! Mi hai fatto male!» esclamò, strofinandosi dov'era stato colpito.
«Smettila di pensare che sia colpa tua.» lo sgridò, incorniciando le braccia al petto. «Per prima cosa è colpa mia, poiché tu non volevi, quindi non ricominciare con quella storia; secondo, mi hai davvero aiutata con il tuo intervento qual giorno. Non pensare ad una stupida caviglia e capisci che mi hai salvato la vita, esattamente come un vero eroe.»
Chat Noir sorrise, trattenendo le lacrime: «Grazie.»
«Grazie a te, Gattino.» rispose, facendogli un buffetto.

Tra i due ci fu un attimo di silenzio, durante il quale nessuno staccò gli occhi dall'altro.

Marinette fu la prima a risvegliarsi, andando a sedersi sulla chaise longue e togliersi il tutore, massaggiandosi la caviglia dolorante.

«Devi fare qualche esercizio di fisioterapia?» domandò il felino, raggiungendola.
«Sì, ma non mi fido molto a poggiare il peso sul piede.» sorrise nervosamente.

Chat ci pensò un attimo, quando gli venne in mente un modo per non farle pensare al dolore e farla rilassare; la fece alzare in piedi, notando subito il suo sguardo crucciato.

«Sali sui miei piedi e lascia fare a me.» spiegò brevemente, aiutandola a stare in equilibrio cingendole la vita.
«Cosa vuoi fare?»
«Ora balliamo un po'. Fai piano e non pensare al dolore, va bene?» rispose il felino, sollevandole il viso con l'indice, facendo in modo che le loro labbra si sfiorassero.

Marinette annuì, abbracciando il ragazzo quando iniziò a dondolarsi leggermente.

Non serviva alcun suono per quel tipo di ballo, il silenzio era la musica perfetta.

I loro corpi erano premuti l'uno contro l'altro, i loro respiri erano combinati e nessuno dei due osava lasciarsi andare, come se staccarsi comportasse perdere l'altro per sempre.

Che Noir stava godendo della presenza della ragazza di cui era innamorato, con la quale solo quel pomeriggio, come Adrien, aveva parlato riguardo i suoi sentimenti.

«So a cosa stai pensando.» mormorò la corvina, non alzando il viso.

Il ragazzo non disse nulla, volendo ascoltare fino in fondo.

«Oggi mi sono vista con Adrien e mi ha confessato i suoi sentimenti.» continuò lei.
«E tu cosa gli hai risposto?» domandò, pur ricordandosi ogni secondo di quel pomeriggio.

Marinette si morse il labbro, fermando momentaneamente il dondolio tra loro.

Il ragazzo la guardò incuriosito.

«L'ho rifiutato...» rispose infine, guardandolo dritto negli occhi.
«E come mai?» domandò. «Avevi detto che eri innamorata di lui.»
«Appunto, "ero".» disse.

Chat raddrizzò le orecchie.

«In queste due settimane di intense riflessioni ho capito una cosa: sono innamorata di un'altra persona.»
«E chi sarebbe?» chiese, inclinando la testa.

La giovane non rispose, ma si morse il labbro, continuando a fissarlo.

Si sporse lentamente verso di lui, fino a sfiorargli le labbra.

Come a rispondere ad un invito, Chat chiuse il divario tra loro, sospirando beatamente.

Finalmente, dopo due settimane, poteva ancora assaporare la bocca.

Il che significava solo una cosa.

«Vuol dire che...»
«Sì, sei tu quello di cui sono innamorata.» sussurrò, rossa come un peperone.

Chat, felice come non mai, la baciò un'altra volta, sorridendo contro le sue labbra.

«Ehi ehi! Mi fai cadere!» ridacchiò lei, stringendosi più forte per paura di farsi male.
«Scusa, ma non puoi capire quanto sia felice.»

La ragazza rise, per poi guardarlo dolcemente, arrossendo nuovamente.

«Vuoi concedermi l'onore di questo ballo, Principessa?» chiese, baciandole il dorso della mano.
«Certo, Gattino.»

I due ripresero a ballare in silenzio, un sorriso che ornava i loro volti.

Dopo tutto, rompersi una gamba non era stato poi tanto male.

 

FINE


 

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Ehi ehi gente :D

E così, il sogno che avevo fatto si è concluso! :D

Vi ho lasciato credere che Mari avesse accettato i sentimenti di Adrien, quanto sono malvagia MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH *prende fiato* AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

...

Anche se, tecnicamente, li ha accettati, ma vbb U^U

Prima di tutto vi devo ringraziare un miliardo di volte per aver letto, messo le stelline, commentato e aggiunto la storia tra gli elenchi di lettura ^^

Grazie infinite <3

Secondo, i motivi per cui ho voluto terminarla un po' di fretta: oltre il fatto che stava diventando un po' monotona, senza più quei colpi di scena e azioni improvvise da parte di Adrien e/o Chat Noir che mandavano in confusione Marinette, ma il motivo principale è perché mi sto dedicando alla stesura del terzo libro di "The masked serie"

Yes, il sequel di "Masque tombé"

Questi erano i motivi principali per cui ho preferito fare così.

Spero che vi sia piaciuta allo stesso ^^

Beh, dopo aver rotto i capranzi per un po', mi dileguo e vi lascio in pace :3

Grazie mille ancora ^^

Francy_Kid

  
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