Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Carol2000    30/11/2016    0 recensioni
Heather Wilson è all'apparenza una sedicenne come tutte le altre, ma in realtà c'è qualcosa di diverso in lei.
All'inizio del secondo anno scolastico si trasferisce in un nuovo istituto: l'Atlantic High School, dove fa amicizia con un bizzarro gruppo di ragazzi.
Durante il corso dell'anno si accorge di alcune insolite coincidenze, che le spingono a documentarsi e scopre così lo strano mistero legato a quel maestoso e antico edificio.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Blaineley, Heather, Sierra | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi svegliai alle cinque del mattino, a causa del suono assordante della mia sveglia.
Quel risveglio non era per nulla casuale, in quel lasso di tempo avrei elaborato un piano per cercare informazioni di nascosto.
«forse potrei andare nell'intervallo...no, darebbe troppo nell'occhio!»
Pensai.
L'ora di pranzo era esclusa, non avrei di certo rinunciato al cibo per una ricerca.
La pausa pomeridiana nemmeno a parlarne, mi avrebbero tempestata di mille domande sospettose.
Pensai per una decina di minuti abbondanti, finché non ebbi un lampo di genio.
«di sera, una volta terminate le lezioni! La biblioteca rimane aperta fino alle undici, potrò usufruire di uno dei computer e tutto all'oscuro della mia compagnia!»
Certo, era geniale! Le lezioni terminavano alle cinque del pomeriggio, quindi avrei potuto recarmi subito in biblioteca e attivare il mio piano.
Per non farmi notare, avrei aspettato che tutti i miei compagni abbandonassero l'aula e poi sarei uscita di soppiatto.
Controllai l'orario sull'orologio da polso: le cinque e mezza del mattino, avevo ancora un'ora per riposare, così ritornai a dormire.
 
***
 
Dopo aver fatto colazione, come al solito, ci dirigemmo tutti verso le classi.
Nel trambusto generale intravidi una figura a me nota, mi avvicinai a lei e la rossa si voltò di scatto, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
"Heather, ma che piacere vederti!"
"Ciao Izzy! Non ti ho ancora presentato i miei amici, ti andrebbe di conoscerli?"
Al che il suo viso perse colore e rimase con gli occhi e la bocca spalancati.
"Non posso ora, devo andare in classe! Mi dispiace, sarà per un'altra volta".
Girò i tacchi e filò più veloce della luce.
Alquanto strana come reazione, forse era una di quelle emarginate, coloro che vanno in tilt quando si trovano di fronte a persone mai viste prima?
Scossi la testa e mi unii al mio gruppo fisicamente, ma mentalmente ero in un altro universo.
Passai così le seguenti ore di lezione, nella mia mente continuava a frullare quel piano segreto che avrei attivato di lì a poco.
"Ti vedo pensierosa panterona, qualcosa non va?"
Mi domandò Duncan.
"No, sono solo stanca...stanotte non ho chiuso occhio".
Mentii spudoratamente, ma ormai stavo cominciando a farci l'abitudine.
I seguenti cinquantasei minuti passarono così lentamente, che quasi mi addormentai.
Quando udii il trillo della campanella, per poco non esultai dalla gioia.
In seguito ebbi due ore con la professoressa O'Halloran, ormai la mia preferita.
Le sue lezioni era davvero coinvolgenti, riusciva persino a farci immedesimare nei personaggi di cui leggevamo i racconti.
Appena entrò in aula, appoggiò la borsa sulla cattedra e ci rivolse un sorriso radioso, poi si sedette e cominciò a spiegare storia.
L'argomento in questione era abbastanza noioso: i romani, ma lei non ce lo fece pesare e ci illustrò le varie guerre in chiave comica, facendoci sbellicare dalle risate.
Solo alcune persone non ridevano: Courtney, Bridgette e Lindsay, per qualche assurdo motivo non si fidavano di lei.
Il tempo passò così velocemente che arrivò subito l'intervallo, ma prima che potessi andare con i miei compagni, l'insegnante mi fermò.
"Volevo ringraziarti ancora per avermi preso il libro, molto gentile da parte tua.
Allora, che te ne pare? Hai letto qualche pezzo?"
"Sì, ma lei come lo sa?"
"Avevo solo fatto un'ipotesi. Che ne pensi, ti è piaciuto?"
"Il primo capitolo mi è sembrato interessante".
In effetti era vero, quella vicenda mi aveva coinvolta ed emozionata.
"Quando lo finirò, potrò sempre prestartelo...sempre che tu lo voglia".
"Ma certo...grazie mille prof".
In tutta risposta mi sorrise e poi ritornò a scrivere sul suo taccuino.
Notai che utilizzava una bizzarra forma di scrittura, completamente diversa dall'alfabeto latino.
Mi strinsi nelle spalle e raggiunsi la mia comitiva, poi andammo in giardino e ci sedemmo in cerchio sul prato, nonostante il freddo cominciasse a farsi sentire.
"Allora, carichi per domani?"
Domandò Geoff visibilmente emozionato, se fosse esistito il dio delle feste, avrebbe di sicuro portato il suo nome.
"Eccome, fratello!"
Esclamò Dj dando una pacca sulla schiena a Katie, che abbozzò un sorriso.
"Io spero che non ci siano troppe persone con il costume uguale al mio".
Affermò Gwen.
"Per me sarebbe quasi impossibile, non penso che un cowboy con la testa trapassata da un'ascia sia un'idea molto comune".
Dichiarò Alejandro soddisfatto per la sua originalità.
"Complimenti Cascamuerto, ti meriti un premio".
"Non fare la spiritosa, querida!"
Mi si avventò contro e cominciò a solleticarmi freneticamente il collo, mentre io ridevo come una psicopatica, sotto gli occhi divertiti dei ragazzi.
Mi sentii le guance avvampare, così le nascosi con i capelli e mi divincolai dalla sua stretta.
"Smettila, ci guardano tutti".
Affermai, mentre mi ricomponevo.
"E allora lasciali guardare".
Replicò.
Mi afferrò per le spalle e mi pose contro il suo petto, in quel preciso istante potevo giurare di sentirmi in paradiso.
 
***
 
Finalmente era giunta l'ora di mettere in atto il mio piano, sgattaiolai fuori dalla stanza e camminai tranquilla fra i corridoi deserti.
In realtà era severamente proibito girare a quell'ora, ma feci finta di nulla e continuai la missione con disinvoltura.
Mentre ero quasi giunta a destinazione, vidi delle sentinelle avvicinarsi, così mi nascosi nel bagno degli uomini lì accanto.
"Non ti è sembrato di aver sentito qualcosa, Adeline?"
Domandò una voce stridula.
"Secondo me sei solo stanca e ti sei immaginata tutto".
Per fortuna le due donne se ne andarono e non si presero nemmeno la briga di controllare, così potei dirigermi indisturbata verso la biblioteca.
Varcai di soppiatto la soglia e andai verso l'ultimo tavolo in fondo alla sala, dove il bibliotecario non avrebbe potuto vedermi.
L'unica cosa che sperai vivamente era che non chiudesse a chiave prima che finissi la ricerca, altrimenti l'avrei pagata cara.
Accesi il PC, che impiegò un quarto d'ora per azionarsi.
"Dannazione, quanto odio questi arnesi".
Sussurrai, sperando di non essere stata sentita.
Quando finalmente lo schermo si illuminò, tirai un sospiro di sollievo e aprii il motore di ricerca.
In realtà non sapevo esattamente cosa digitare, poi riflettei un attimo e scrissi "miti e origini di Atlantide".
Mi apparirono diverse opzioni, cliccai sulla prima per vedere quali informazioni ne avrei ricavato.
Purtroppo si trattava di Wikipedia, quindi cose che sapevo già e per le quali non provavo molto interesse.
Cliccai sulla seconda scritta, in cui trovai una citazione di Platone.

<<Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d'Ercole, c'era un isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. [..] In tempi posteriori [..], essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte [..] tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l'isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve>>.

Cose ormai risapute, nulla di nuovo per me.

«Atlantide, il cui nome deriva da Atlante, il mitico gigante che reggeva il Mondo sulle spalle e che governava l'oceano, era un ipotetico grandissimo continente sprofondato, migliaia e migliaia di anni fa, al di là delle colonne d'Ercole, nelle acque dell'attuale Oceano Atlantico. 

 

 
La scienza ufficiale dichiara che non c'è alcuna prova che sia esistito un continente oltre lo stretto di Gibilterra. Ma la geologia e la paleontologia, studiando la somiglianza  tra le razze animali e la flora del nuovo e dell'antico mondo, hanno ipotizzato che tra il Cambrico e il Cretacico fosse emerso nell'Oceano Atlantico un continente intermedio, servito da ponte naturale. Esso occupava la zona corrispondente oggi alla Groenlandia, all'Islanda, alle Azzorre, alle Canarie e a Madeira, in parte considerate, da alcuni ricercatori, come le cime delle montagne della sommersa Atlantide. Altre prove a favore dell'esistenza di Atlantide sono di carattere puramente indiziario: esistono, per esempio, manufatti non inquadrabili come prodotti di civiltà note; vi sono poi i racconti di Platone e c'è, inoltre, una vasta tradizione a proposito di una biblica catastrofe avvenuta in tempi remoti: il diluvio universale. Più recentemente, nel 1898 una nave, nel tentativo di recuperare un cavo che si era spezzato a nord delle Azzorre, portò in superficie frammenti di una lava vetrosa che si forma esclusivamente sopra il livello delle acque e in presenza dell' atmosfera: da qui un'ulteriore conferma all'ipotesi di immensi inabissamenti di isole e forse di interi continenti. 
 
Ammessa (e non concessa) l'esistenza di Atlantide, la sua distruzione potrebbe essere avvenuta intorno a 10.000 anni fa e sarebbe stata determinata da un'immane catastrofe, come un'eruzione vulcanica o la caduta di un asteroide. 
 
Alcuni studiosi di Atlantide pensano che questo continente abbia subito diversi cataclismi (forse quattro) che abbiano fatto inabissare alcune parti dell'isola in diversi periodi. Il primo cataclisma  sarebbe avvenuto circa 800.000 anni fa, determinato dal rovesciamento dei poli: esso avrebbe cominciato ad attaccare l'ossatura terrosa di Atlantide che successivamente sarebbe stata spazzata via dalle masse d'acqua provenienti dal nord. Il secondo Cataclisma probabilmente di origine vulcanica, sarebbe avvenuto circa 200.000 anni fa. Il terzo cataclisma, causato all'azione vulcanica, sarebbe avvenuto 80.000 anni fa e avrebbe ridotto Atlantide a due isole: Routo e Daitya. Infine il quarto e ultimo cataclisma avrebbe avuto luogo nell'anno 9.564 a.C., quando stavano sciogliendosi i ghiacci dell'ultima glaciazione e quando Atlantide era già ridotta solo ad un'isola: Poseidone. Essa fu inghiottita e  disparve per sempre dalla terra.

 

Quanto ci sia di vero, e quanto sia completamente frutto della fantasia, nel mito di Atlantide, forse a nessuno sarà mai dato dirlo... Ma la ricerca delle vicende di questa misteriosa terra e della sua progredita civiltà, affascinano ancor oggi e spingono ad intraprendere indagini e studi sempre nuovi.»

Ancora niente di particolarmente interessante, solo informazioni scientifiche ed oggettive.

Al contrario, trovai informazioni davvero utili ed interessanti nel terzo sito.

«COME NACQUE ATLANTIDE?

"Su questa montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra,nato dal SUOLO;si chiamava Evenor e aveva una moglie chiamata Leucippe,ed essi avevano un'unica figlia,Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono;Poseidone si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e,spezzando la terra,circondò la collina,sulla quale ella viveva,creando zone alternate di mare e di terra,le une concentriche alle altre;ve ne erano due di terra e tre d'acqua,circolari come se lavorate al tornio,avendo ciscuna la circonferenza equidistante in ogni punto dal centro,di modo che nessuno potesse giungere all'isola,dato che ancora non esistevano navi e navigazione...".Possiamo immaginare l'isola come un'enorme "Triplice cinta"di terra e di acqua.

Platone continua, e ci informa ulteriormente:"...I sovrani di Atlantide anzitutto gettarono ponti sugli anelli di mare che circondavano l'antica metropoli,e fecero una strada che permetteva di entrare ed uscire dal Palazzo reale,che fin da principio eressero nella dimora del dio e dei loro antenati,e seguitarono ad abbellirlo di generazione in generazione,dato che ciascun re superava-all'apice della gloria-colui che l'aveva preceduto,sino a fare dell'edificio una meraviglia a vedersi,sia in ampiezza che in bellezza.E,partendo dal mare,scavarono un canale largo trecento piedi,profondo cento,lungo 50 stadi,che arrivava alla zona più esterna creando un varco dal mare fino a che essa divenne un porto;e il varco era abbastanza ampio da permettere l'entrata alle navi più grandi.Inoltre-a livello dei ponti-aprirono gli anelli di terra che separava gli anelli di mare,creando uno spazio sufficiente al passaggio di una trireme per volta da un anello all'altro e ricoprirono questi canali facendone una via sotterranea per le navi;infatti le rive furono innalzate di parecchio sopra il livello dell'acqua.Ora, la più grande delle zone-cui si poteva accedere dal mare tramite questo passaggio-aveva una larghezza di tre stadi e la zona di terra che veniva dopo era altrettanto larga;ma le due zone successive,l'una d'acqua e l'altra di terra,erano larghe due stadi e quella che circondava l'isola centrale era di uno stadio soltanto.L'isola su cui sorgeva il palazzo aveva un diametro di cinque stadi..."

Dunque esisteva davvero, non si trattava di una semplice leggenda metropolitana!

Ad un tratto la mia attenzione fu attirata da un foglietto ingiallito appoggiato vicino al computer.

«strano, non mi ricordavo che ci fosse prima»

Pensai, in effetti non lo avevo notato.

C'era scritto il numero a fondo pagina, come se fosse stato preso da un libro.

«Arnaude pianse lacrime amare quando dovette ritornare in Bretagna, sopratutto era affranta per la scomparsa di Ander. Ella rimase ferma e immobile per giorni e giorni, diventando sempre più magra e con il viso prosciugato. Una mattina, quando si trovava sul punto di morte, una messaggera degli dei le parlò telepaticamente.

"Ascoltami Arnaude, sono una messaggera degli dei e devo comunicarti il loro volere. Il tuo corpo è ormai debole e qualsiasi istante potrebbe esserti fatale.

Tuttavia, il fato ha deciso di essere buono con te e ti concederà un'ulteriore  opportunità, tu sai bene che è impossibile opporvisi.

Avvicinati verso l'acqua cristallina, immergiti fino a quando ogni tua singola parte del corpo non sarà completamente inondata.

Una volta sott'acqua, scoprirai un dono che ti è stato offerto dagli dei".

La giovane, in realtà, non credeva a una parola di quello che le era stato detto, ma poi pensò che morire annegata sarebbe stato semplice e indolore, così obbedì.

Si trascinò fino alla riva e poi si bagnò piano piano: i piedi, le gambe, il busto, il collo e infine il viso.

"Avanti morte, vienimi a prendere...non ho paura".

Pensò.

Proprio quando credette di aver esalato l'ultimo respiro, una strana scossa le percorse le vene e le ritornò la forza in corpo.

Il cuore riprese a battere regolarmente, gli arti funzionavano perfettamente e riusciva persino a respirare, come se possedesse una sorta di branchie».

Il racconto si concluse così, ma molto probabilmente avrebbe dovuto esserci un seguito nella pagina successiva, che io non possedevo.

Spensi il computer e sgattaiolai fuori dalla biblioteca, sollevata per non essere stata scoperta.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Carol2000