Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    02/12/2016    1 recensioni
Alla Festa d’Inverno mancavano soltanto ventiquattro giorni e lui non aveva preparato nemmeno un regalo. Era usanza che ci si scambiasse doni, durante il pranzo, per testimoniare l’affetto alle persone più care. L’anno scorso, aveva cucinato dei biscotti per tutti, racchiudendoli in graziosi sacchettini di raso rosso. Quest’anno, tuttavia, era a corto di idee
Ff scritta per la Challenge Natalizia indetta dal gruppo "Il Giardino di efp". Come un calendario dell'avvento, per ogni giorno ci sarà un prompt da scoprire (spero di riuscire a farli tutti, anche se sicuramente finirò in ritardo) PROMPT: Maglione.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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02/12 – Pupazzetti di neve


Levi scivolò oltre la soglia della caserma, avvolgendo una pesante sciarpa attorno al collo e calandosi un berretto in testa. Il sole non si era fatto vedere per tutto il giorno, lasciando spazio alle nubi che, sin dal mattino, avevano lasciato cadere abbondanti fiocchi gelati. Il cortile era interamente ricoperto da un manto di soffice neve, in cui gli stivali affondavano sino a metà del polpaccio.

Avanzò cautamente, ben attento a non rompere il silenzio calato sul distretto: ogni rumore giungeva come ovattato, mentre una surreale calma si era impossessata del quartier generale del Corpo di Ricerca. Lungo il muro di cinta, alcune vedette camminavano su e giù per scaldarsi, mentre accanto al cancello due sentinelle pestavano i piedi per scacciare il gelo.

Sollevò lo sguardo al cielo ormai nero da cui, tuttavia, scendeva ancora del nevischio, che andava depositandosi sui tetti, sui rami degli alberi vicini, sui cadetti ancora intenti a spalare i vialetti.

Mosse un paio di passi, fermandosi quasi subito: un’ombra stava accovacciata nel centro del piazzale. La osservò qualche attimo: delle ciocche ramate sporgevano dal cappuccio verde bottiglia, mentre le spalle erano coperte per metà da un foulard di lana pesante. Gli occhi ambrati erano fissi su un cumulo di neve, che le mani – coperte da anonimi guanti neri – stavano modellando.

«Petra» sussurrò, avvicinandosi alla giovane «Che stai facendo?»

Spiò attentamente le palline adagiate tra la neve, una sopra all’altra e disposte su tre file ordinate. Ventuno piccoli omini di neve, alti una trentina di centimetri, impettiti davanti a tre altre figure: la più grande era posizionata al centro ed aveva un curioso assortimento di paglia sul capo; gli steli gialli erano stati intrecciati ed adagiati a mimare dei capelli, mentre una coppia di sassolini dipinti d’azzurro spiccava sull’improvvisato volto. A sinistra, l’immagine di una donna con un paio di vistosi occhiali, ricavati con dello spago. L’acconciatura disordinata era riprodotta con il medesimo materiale. Poco oltre, un terzo pupazzetto, più basso dei precedenti: i fili tinti di nero scendevano lungo i lati del viso, dove un’espressione imbronciata era stata disegnata con dei sottili ramoscelli. I tre protagonisti erano avvolti in improvvisate cappe, ottenute da larghe foglie cadute al suolo.

Anche gli altri omini di neve avevano delle sembianze familiari: una donna dai corti capelli chiari giaceva al fianco di un giovane alto, con lo spago color nocciola ed un prominente naso ricavato da un quarto di patata. Più in là, Petra si era ritratta con delle bucce di carota in testa, accompagnata da altri tre compagni impettiti. Il più vicino ritraeva un ragazzo con una cravattina di pergamena.
Nella fila successiva, altri visi conosciuti.

Non riuscì a reprimere un mezzo sorriso:
«Sono io?» domandò, indicando il pupazzo accanto a quello del comandante. Mosse il dito a sinistra «Questo è Erwin e questa è Hanji»

«Esatto» sentì la cadetta ridacchiare «Poi ci sono io, con Auruo, Erd e Gunther. Mike sta vicino a Nanaba e… questi sono tutti gli altri: Janet con il suo gatto, Ludwig intento a tenere Lizzy per mano. Paul e John stanno chiacchierando e Thomas sogna fette di torta»

«Carini.» sussurrò, accovacciandosi a propria volta. Prese della neve tra le mani, ignorando l’umidità colare tra le fibre di lana «Posso aiutarti?»

«Certo! Mi mancano ancora un po’ di persone…»

«Il cuoco?»

«Quello manca! Sugerirei di farlo con due palline, corpulento. Possiamo usare una foglia come grembiule»

Era strano l’entusiasmo che Petra riusciva a mettere in quei semplici gesti: era una idea sciocca, estremamente semplice, eppure persino impastare sferette di neve poteva risultare divertente. Ogni pallina prendeva forma lentamente, mentre le dita levigavano i bordi ed il freddo univa i dettagli.

Squadrò sottecchi il volto della giovane: in fondo alle iridi ambrate si potevano ancora scorgere i retaggi di una adolescenza appena terminata. Quegli occhi avevano già conosciuto la paura e il dolore, eppure non si erano spenti: al contrario, mantenevano inalterata la loro vitalità e spensieratezza. Era delicato, quel regalo che stavano costruendo: un piccolo schieramento di omini più simile ad una famiglia, che ad un vero e proprio esercito.

Posò una pallina a terra, immediatamente modellandone un'altra, mentre un solo quesito gli frullava per la testa:
«Perché?» chiese, all'improvviso.

«Perché cosa, capitano?» la voce di Petra conteneva una sfumatura perplessa, come se non concepisse quel semplice dubbio.

«Perché ti sei messa a costruire una Legione di pupazzi di neve?»

«Oh, beh... stavo smontando dal turno di guardia e mi sono fermata ad osservare il paesaggio. È strano vedere la caserma così imbiancata. Ho pensato che sarebbe stato carino abbellirla con dei pupazzi di neve» una scrollata di spalle, come se non fosse importante. Il tono si abbassò poco dopo, diventando sottile come se recasse un segreto: «Oggi, mentre uscivo dal refettorio, ho incrociato il comandante. Mi è parso stranamente giù di morale. Era... triste, immagino. Non ho osato chiedere per cosa, ma la sua voce sembrava malinconica e distaccata. Mi ha salutato con la solita cortesia, naturalmente, ma si vedeva che qualcosa non era andato per il verso giusto»

Levi annuì, sbuffando nell'aria il fiato caldo:
«I fondi per le ricerche di Hanji sono stati annullati e credo non ve ne saranno fino a primavera. Ultimamente, non riceviamo molte sovvenzioni ed Erwin teme che possano votare per lo scioglimento del Corpo di Ricerca. Non ha ancora dato ad Hanji la brutta notizia, ma credo stia temporeggiando per vedere se riesce a trovare dei nuovi finanziatori» snocciolò, tornando a squadrare la minuta formazione «Lo hai fatto per lui?»

Un assenso:
«Sì. Le finestre del suo ufficio puntano proprio in questa direzione.»

«Pensi che lo vedrà domani, quando le aprirà?»

«Lo spero.»

«Credi che sarà d'umore migliore?»

«Non lo so» gli indicò nuovamente i pupazzetti gelati «Ma spero lo aiutino a ritrovare un briciolo di serenità. È un regalo sciocco, lo so… ma spero si accorga che siamo tutti qui con lui» una mano spaziò sugli omini «E che crediamo in quello che fa»

Levi si alzò, battendo le mani per allontanare le tracce di neve. Lanciò un solo cenno di saluto, tornando sui propri passi, in direzione dell'ingresso principale. Non fece che pochi metri, tuttavia: le sue gambe si arrestarono quasi involontariamente, mentre lo sguardo tornava a scivolare sulla figura ancora accucciata. Le labbra si mossero istintivamente:

«Petra...» chiamò piano, prima che un lieve sorriso si formasse agli angoli della bocca «Grazie»
 

 

Angolino: 'sera! Prosegue il calendario dell'avvento sul gruppo "Il giardino di EFP" e, di conseguenza, lascio la seconda ff. Tra i prompt di oggi c'era una fotografia carinissima, con dei pupazzetti di neve in cerchio e... niente, mi piaceva troppo.
Al solito, vi ringrazio se avete letto fin qui e spero che la storia vi sia piaciuta.
Un mega grazie a Shige per tutto <3
A presto

E'ry
  
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