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Autore: __Lunatica    03/12/2016    2 recensioni
Nella vita ci sono sempre delle scelte da fare, non sempre si può scegliere la strada più semplice, ma sicuramente Ester scelse la strada più pericolosa. Ester è una ragazza come tante, ma è anche una grande amica del magico trio e di tutta la famiglia Weasley. Cosa può arrivare a fare una ragazza di appena sedici anni per tenere al sicuro le persone che ama? Cosa perderà a causa delle sue scelte? Chi le rimarrà accanto? Quali amicizie finiranno e quali inizieranno quasi per caso?
Questa storia si svolge durante il sesto anno del trio, che è anche il sesto anno di Ester e in parte seguirà gli avvenimenti della storia originale mentre alcuni dettagli saranno aggiunti o cambiati.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, personaggio, Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ester: Tell You the Truth'
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One Last Time 


Appena la lettera fu tra le mie mani il gufo volò via, non riuscii a non ridere per l’imitazione che mi stava facendo Blaise ma a quando aprii la lettera il sorriso mi morì immediatamente.

Mai avrei pensato che così poche parole potessero gettarmi in un così grande terrore.
 
E’ tutto pronto, dobbiamo solo decidere come e quando.
D.M.
 
 
Rimasi per qualche secondo imbambolata a fissare nulla di preciso finché sentii la mano di Blaise sulla mia spalla scuotermi appena.
Mi girai di scatto verso di lui con gli occhi sbarrati. Ne ero certa, in quel momento sembravo una pazza, forse allo stesso livello di Bellatrix.
-Ester che hai?- percepii preoccupazione nella sua voce, non riuscii a capire se per me o se avesse intuito qualcosa, ma non ci badai troppo.
-I…Io devo andare- riuscii a dire tra i balbettii e con una voce tremante.
Scattai in piedi, quasi inciampando e quindi rischiare di finire con la faccia schiacciata a terra, e prima che potesse anche solo pensare di fermarmi corsi fuori dalla Sala Grande.
Iniziai a salire le scale di corsa, più velocemente di quanto mi immaginassi di poter fare, e dato che ero troppo concentrata sulla meta da raggiungere non mi accorsi neanche di aver preso a spallate più di un paio di persone.
Iniziai a scusarmi a raffica con chiunque mentre però non arrestavo la mia corsa.
Arrivai col fiatone al settimo piano e mi bloccai là dove sapevo che si nascondeva la porta della Stanza Delle Necessità.
Inspirai lentamente, un po’ per riprendere fiato e calmare i battiti del mio cuore e un po’ per cercare di rimettere la maschera di indifferenza che sapevo di dover indossare per affrontare quella notizia.
Iniziai a camminare lentamente davanti a quel muro pensando intensamente al posto in cui si nascondono le cose. Camminavo e ad ogni passo facevo un respiro profondo, eppure il battito del mio cuore non osava rallentare e io capii che non era la corsa a farlo battere così velocemente, era la paura.
Paura.
Quel sentimento che avevo cercato di reprimere e nascondere in un angolo lontano e non definito del mio cervello era appena esploso e mi stava inondando dalla testa ai piedi senza permettermi di ragionare obbiettivamente.
Paura.
Perché stava arrivando il momento tanto atteso e temuto e io non ero pronta, ma forse non lo sarei mai stata, e non potevo permettermi di crollare e perdere il controllo proprio in quel momento tanto delicato. Un passo falso e mi avrebbero ucciso.
Paura.
Con quella nuova consapevolezza entrai velocemente nella Stanza Delle Necessità per poi chiudermela alle spalle con la paura di essere seguita.
Mi girai intorno alla ricerca dell’oggetto incriminato e della persona, che ne ero certa, mi stava aspettando paziente.
-Sono qui- dissi sicura cercando di palesare la mia presenza e far in modo che si facesse trovare senza dover girare tutta la stanza.
Lo vidi affacciarsi da dietro una pila di calderoni traballanti. Quando mi vide mi sorrise, non ghignò sorrise e io inarcai le sopracciglia ma mi imposi di non dire niente, almeno non ora.
Mi fece segno di seguirlo e così feci.
Quando giunse davanti all’armadio si sedette per terra e io lo imitai, mi girai titubante verso di lui e lo vidi fissare l’armadio con espressione neutra.
Rimanemmo così, in silenzio e senza fare niente per un po’ finché lui scoppiò in una risata, una risata senza felicità, che faceva quasi timore.
-Ce l’ho fatta- iniziò a sussurrare continuando a ridere –Ce l’ho fatta- ripeteva quasi in modo incredulo e si portò le mani sul viso.
Vederlo in quello stato mi mise ansia, non sembrava felice, sembrava solo sollevato, come se si fosse appena tolto un enorme peso, come se non avesse mai creduto in se stesso e temeva di fallire e di subirne le conseguenze fin dall’inizio.
Si girò a guardarmi e vidi i suoi occhi arrossati, i suoi capelli solitamente in perfetto ordine che gli erano finiti sulla fronte davanti gli occhi e sembravano sfidare la gravità. Non sorrideva, non ghignava, ma i suoi occhi erano spalancati mentre ripeteva per l’ennesima volta di avercela fatta.
-Malfoy…- cercai di interrompere quella cantilena che continuava a ripetere e che mi stava facendo letteralmente facendo impazzire.
Ma lui non smise e iniziò a dondolarsi avanti e indietro ricordandomi in modo inquietante la sua cara zia Bellatrix in uno dei suoi non rari momenti di follia pura.
Mi avvicinai gattonando verso di lui e lo chiamai ancora, lo vidi alzare gli occhi verso di me, sgranati e rossi, e iniziò a respirare in modo veloce e irregolare, come se avesse appena finito di correre e stesse cercando di riprendere fiato.
Senza neanche pensare arrivai a pochi centimetri da lui, alzai una mano in aria e velocemente la abbassai verso la sua guancia destra producendo un rumore sordo e lasciandola di un rosso acceso, rosso che contrastava in modo quasi comico con la sua pelle di novello Biancaneve. Sembrò risvegliarsi e mi guardò indignato, arrabbiato, offeso e oltraggiato.
-Stavi avendo un attacco di panico- dissi a mo’ di spiegazione quando capii che lui invece non aveva intenzione alcuna di parlare. Mi guardò intensamente, forse stava cercando di capire se lo stessi prendendo in giro o meno. -Mi pare di aver letto da qualche parte una volta che in questi casi si deve prendere di sorpresa la persona, con un bacio o un pugno- continuai a parlare senza però ottenere alcun segno che le mie parole fossero davvero ascoltate -e visto che sto ancora cercando di eliminare per sempre l'immagine di noi due che ci baciamo non ci tenevo a ripetere l'esperienza- conclusi.
Le mie parole furono seguite da un lungo e pesante silenzio, dire che ero confusa era poco, dire che lui era strano era un vero e proprio eufemismo.
Lo vidi alzarsi incerto e girarsi intorno perso, sembrava stesse cercando qualcosa, forse neanche lui sapeva cosa esattamente e mai come prima in quel momento Malfoy mi sembrò fragile, perso senza un qualcosa a cui appoggiarsi, senza un valore in cui avere fede, o più semplicemente senza se stesso.
Non aveva più la sua solita espressione di superiorità, la sua pelle, fatta eccezione per la guancia ancora visibilmente arrossata, era più pallida del solito, era di un bianco quasi spaventoso, notai, forse perché per la prima volta lo stavo guardando e non solo vedendo, che la divisa cadeva sul suo corpo in modo disordinato, come se fosse di una taglia più grande del dovuto. Le sue spalle erano curve e sembrava portare un peso addosso. Il suo viso aveva gli zigomi più accentuati del normale.
Malfoy non stava bene.
 -Non voglio- il suo sussurro appena udibile mi destò dai miei pensieri. Non stava parlando con me, fissava un punto non ben definito alle mie spalle. Mi alzai e feci per avvicinarmi quando -Non voglio!- urlò.
Feci un salto all'indietro intimorita da quel cambiamento repentino prima di riprendermi e tornare davanti a lui. Gli posai una mano sulla spalla e lui finalmente tornò a guardarmi. Nei suoi occhi lessi un solo sentimento: paura.
-Malfoy cos'è che non vuoi fare?- chiesi pur sapendo a cosa si stesse riferendo -Non voglio uccidere Silente- disse in un sussurro come se temesse di essere sentito da qualcun altro oltre che da me, come se anche solo dirlo equivalesse all'atto stesso.
Era la prima volta che me lo diceva, forse era anche la prima volta che lo diceva ad alta voce.
-E’ questo che devo fare Burke, devo uccidere il mago più potente del secolo- disse fissandomi dritto negli occhi
-Non è possibile- mi finsi meravigliata –Devi aver capito male, il Signore Oscuro non può averti davvero dato un compito del genere, nemmeno lui è riuscito a sconfiggerlo…-
-E’ proprio questo il punto!- urlò lui –Non capisci?- e io scossi la testa –Lui vuole vedermi fallire, come ha fatto mio padre lo scorso anno, così potrà punire me, lui e anche mia madre. Lui si aspetta di vedermi fallire, forse morirò nell’intento di uccidere Silente e se non morirò ma lui sarà ancora vivo allora sarà il Signore Oscuro ad uccidermi- disse mentre i suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime che lui cercava di non far uscire –Sono un condannato a morte- sussurrò.
-Malfoy, non sei un condannato a morte, non lo sei- dissi mettendogli entrambe le mie mani sulle sue spalle
-E chi lo fermerà Burke? Tu per caso?- chiese sarcastico
-No- risposi –Non posso fermare il volere del Signore Oscuro, ma ti aiuterò a uccidere Silente.- dissi con voce tremante –Perché Malfoy, se tu sei un condannato a morte allora vuol dire che lo sono anche io- spiegai –Se tu fallisci lui mi giudicherà colpevole per non averti aiutato abbastanza, ma io sinceramente non ho nessuna intenzione di morire a diciassette anni. Quindi non morirai, perché io non voglio morire.-
Lui mi guardò confuso, non capiva, ma io avevo capito.
Se Malfoy era un condannato e il Signore Senza Naso mi aveva ordinato di aiutarlo allora aveva condannato anche me.
Non era un premio aiutare il Furetto, non stava cercando di mettere la mia fiducia alla prova, stava cercando di farmi fuori.
-Ora Malfoy mi racconterai tutto del tuo piano, tutto, e così salverò entrambi da una fine precoce e infinitamente dolorosa- gli ordinai.
Così lui mi raccontò tutto, di come aveva già cercato invano di uccidere Albus Silenete ferendo e rischiando di uccidere diversi innocenti tra cui, come già sapevo, Ron Weasley.
Andò avanti raccontando di come riparare quell’armadio era stata la sua ossessione per mesi, di come quell’armadio era stata la sua ultima speranza, di quando stava per rinunciare e come grazie al libro che gli avevo dato aveva ripreso a dedicare corpo e anima in quel progetto.
-Malfoy, sono contenta che tu voglia finalmente parlarmi di queste cose- lo bloccai –Ma ora l’unica cosa che voglio realmente sapere è a che diavolo ti serve questo dannatissimo armadio!-
-Oh..- lui mi guardò –Pensavo fosse ovvio- disse
-No, non lo è per niente! Potresti illuminarmi?- iniziava a farmi innervosire e il mio tono era tutto tranne che calmo
-Con questo armadio avremo la nostra scorta- disse –Grazie a loro io potrò fare quello che devo- deglutì –mentre loro mi coprono le spalle-
-Sei sicuro che funzioni?- chiesi cercando di non far tremare la mia voce
-Ne sono sicurissimo, dobbiamo solo decidere quando mettere in atto il piano- disse
-Dobbiamo?- quel plurale mi aveva sollevato, voleva dire che aveva accettato di includermi nel suo piano
-Tu devi salvare me così io non muoio e non muori neanche tu giusto?- annuii –Allora mi sembra il minimo non buttarmi da solo nella gabbia dei leoni. In più avere qualcuno come te mi aiuterebbe non poco-
-Stai dicendo che ti fidi di me Malfoy?- dissi ghignando per alleggerire la situazione
-Dico che se proprio devo farmi aiutare meglio avere accanto qualcuno che deve tenermi in vita per non morire- chiarì lui duro ma poi si morse il labbro come se stesse pensando se dire qualcosa o meno –e poi…- continuò –tu sei sicuramente più capace di me nei combattimenti- ammise
-Non ci credo- dissi portandomi le mani sul petto –Mi hai appena fatto un complimento?-
Lui alzò gli occhi al cielo e io non potei far a meno di ridere –Non montanti la testa Burke, ho detto che sei migliore di me, ma per poco-
-Certo Malfoy, se vuoi vivere nelle tue illusioni non sarò certo io a farti affrontare la dura realtà- dissi prima di alzarmi –Ora se permetti devo sbrigare un paio di faccende prima di pararti il fondoschiena mentre cerchi di uccidere Silente- la mia voce si incrinò appena alla fine della frase e lui mi guardò curioso –quindi quando sarà fatto?- chiesi cercando di riprendere contegno
-Sabato- disse solo ma continuava a fissarmi curioso
-E sabato sia allora, un’ora dopo il coprifuoco ci troviamo qui davanti- conclusi prima di voltarmi verso la porta della stanza e uscire.
 
 
 
-Severus devi ascoltarmi!- urlai e lui mi guardò stranito prima di lanciare veloce un muffiato sulla stanza
-Ester ho capito quello che mi hai detto e ti posso assicurare che non corri nessun rischio- rispose con la sua solita e irritante calma
-Stai scherzando spero!- la mia voce probabilmente aveva raggiunto decibel udibili solo ai cani –Malfoy non lo ucciderà mai, non è un assassino, per quanto si sia dato da fare per dimostrare il contrario durante tutto l’anno, e se lui non lo uccide Voldemort ucciderà me-
-Non pronunciare quel nome- sibilò lui e io alzai gli occhi al cielo esasperata
-La paura del nome non fa che aumentare la paura per la cosa stessa- dissi sicura –Ma comunque ti sta sfuggendo il punto della questione, sono fregata Severus-
-Ester ora siediti e smettila di urlare- sbuffò lui e io dopo un attimo di incertezza mi sedetti di fronte a lui –Secondo te potrei mai permettere di farti uccidere?-
-Non puoi opporti a Vold.. il Signore Pallido- mi corressi e lui ridacchiò appena
-Vero, ma devi fidarti di me. Ti fidi vero?- chiese guardandomi negli occhi
-Certo che mi fido- sbuffai –Anche se non mi fidassi davvero non avrei altra scelta. Devo fidarmi giusto?-
-Giusto- confermò
-Ma tu non mi dirai quello che hai intenzione di fare vero?- chiesi
-Vero- annuì prima di alzarsi dalla sedia e –Ma tu fidati-
-Sei l’unica persona di cui mi fido realmente Severus. Se non mi fidassi nemmeno di te potrei impazzire seriamente- confessai prima di alzarmi a mia volta.
Ero sicura che lui non avrebbe permesso di uccidermi, ma nonostante questo sapevo anche la sua posizione era delicata quanto la mia.
Tra le fila del pazzo c’erano persone che ancora non si fidavano di Severus, confusi dal comportamento che aveva avuto negli anni in cui Voldemort era ritenuto morto.
Nonostante ciò però sembrava che Voldemort si fidasse davvero di lui, per questo aveva accettato mio padre e me tra i suoi seguaci, perché il professore aveva garantito per noi.
Avrei voluto dirgli altro, che avevo paura, che forse non ero pronta, che avevo una brutta sensazione sulla faccenda, ma non potevo.
Non che lui mi avrebbe giudicato o messa a tacere con indifferenza, ma perché anche lui aveva paura.  Si vedeva chiaramente dal suo sguardo spento.
-Stasera andrò a parlare con Silente- disse lui in un sussurro –Se devi dirmi qualcosa sai dove trovarmi-
-Va bene Severus- dissi annuendo appena prima di girarmi e uscire da quell’aula che sembrava volermi soffocare
-Ester,- mi richiamò lui appena ebbi aperto la porta –Mi raccomando stai attenta, non fare l’eroina della situazione-
-Lo sai che non è una cosa che decido di fare, mi viene naturale- risposi ridacchiando
-Sono serio, non fare di testa tua- mi ammonì
-Parola di Serpeverde!- esclamai convinta
-Ma sei una Grifondoro- esclamò luì confuso
-Appunto- concordai prima di uscire di corsa dal suo ufficio per paura di essere seriamente schiantata.
 
 
 
Venerdì mattina mi svegliai con la consapevolezza che quel giorno avrei affrontato per l’ultima volta le lezioni e subito mi si chiuse la bocca dello stomaco.
All’improvviso niente mi sembrò più come prima. Era come se quel castello fosse ormai lontano chilometri e come se la vita che avevo fatto fino all’anno prima, una vota da quasi normale adolescente, appartenesse ad un’altra persona, come se niente di quello che ero stata mi appartenesse più.
Non avevo più i miei amici, mio padre non rispondeva da mesi alle mie lettere, mia madre pur sapendo che avevo una missione da parte di Silente non aveva idea che da lì a poche ore sarei diventata ai suoi occhi, e a quelli di tutto il mondo magico, una schifosa Mangiamorte che aveva aiutato Draco Malfoy ad uccidere l’unico e inimitabile Albus Silente, colui che permetteva ancora al mondo intero di vivere in un’apparente bolla di sicurezza.
Presto tutti coloro che conoscevo, coloro con cui avevo passato la mia intera vita mi avrebbero considerata una traditrice e questo era un pensiero che non potevo sopportare.
Pensai a Molly e Arthur che mi avevano accudita e vista crescere come una figlia, a tutti i Weasley che mi consideravano da sempre una Weasley quanto loro che semplicemente non aveva i capelli rossi, pensai a Fred che presto avrebbe pensato di amare una persona che meritava tutto tranne che amore, pensai a Harry e al nostro primo incontro in cui avevo abilmente sorvolato chi fosse facendolo sentire un bambino di undici anni qualsiasi perché se lo meritava, pensai a Hermione che aveva trovato in me una persona con parlare ininterrottamente di Storia di Hogwarts senza dover sopportare sbuffi e lamenti e una ragazza che rispondeva alle sue domande con pazienza, pensai a Neville a alla disperazione che aveva quel primo anno sul treno perché aveva perso il suo rospo.
Pensai a tutti e seppi che niente non sarebbe più tornato come prima.
Chiusi gli occhi prima di sospirare e decidermi a scendere dal letto per prepararmi a quella giornata.
Quando arrivai in Sala Grande mi fermai all’ingresso e mi presi qualche attimo per ammirare tutta quella bellezza che avevo sempre dato per scontato, chissà quando l’avrei rivista, chissà se l’avrei rivista.
Entrai e mi sedetti in un angolo del mio tavolo prima di iniziare a fare colazione in silenzio.
Vidi una ragazza di Tassorosso discutere animatamente con un ragazzo prima di sorridergli e baciarlo, un ragazzo a Corvonero leggeva indisturbato il suo libro prima che un suo amico glielo rubasse dalle mani e lo mettesse sotto di lui, una ragazza di Serpeverde cercava di attirare inutilmente l’attenzione di Zabini che continuava a guardarsi intorno sovrappensiero fino a quando i nostri sguardi si incrociarono.
Lo vidi sollevare appena il calice e sorridermi, lo guardai fisso e alzai il calice a mia volta, senza sorridere però, sperai che capisse.
Sperai che almeno lui non pensasse male di me, sperai di fargli capire che la nostra amicizia non era stata solo un’illusione o un ponte per arrivare a Malfoy, sperai che lui riuscisse a capirmi visto che solo lui mi era stato davvero vicino in quei mesi, sperai che mi avesse capito abbastanza in quel periodo da non credere alle apparenze, almeno lui.
Dopo non aver mangiato niente, mi ero infatti limitata a bere del caffè, mi alzai dal tavolo, vidi Ginny sbracciarsi e invitarmi a raggiungerla. Scossi la testa e la salutai sbrigativa prima di camminare, quasi correre, via da quella Sala che mai come in quel momento mi sembrava piena di desideri e sogni e frivolezze e semplicità che io ormai non avevo più da troppo tempo.
Mi incamminai velocemente verso l’aula di Difesa anche se ero in largo vantaggio e quando mancava poco sentii delle voci nei pressi dell’aula.
Le riconobbi immediatamente, dopotutto appartenevano a tre persone che conoscevo da troppo tempo, e mi nascosi velocemente dietro ad una statua per poi rendermi invisibile, tanto per essere sicura di non farmi scoprire.
-E’ domani, Silente mi ha chiamato per dirmelo- stava sussurrando Mister Saetta per poi guardarsi intorno per essere sicuro che non ci fosse nessun altro
-Domani?- disse sorpresa Hermione aumentando così solo la mia confusione.
Cosa diamine succedeva domani? Oltre ovviamente un tentato assassinio in cui ero fantasticamente coinvolta.
-Si, crede di aver trovato un altro Horcrux e ha detto che mi porterà con lui. C’è un problema però- e abbassò ancora di più la voce –Ho una brutta sensazione-
-Harry tu hai sempre brutte sensazioni- sbuffò Ron e alzò gli occhi al cielo esasperato
-Ron ho solo paura che possa succedere qualcosa a voi, Silente non sarà qui e sappiamo tutti che la più grande protezione che ha questo castello è proprio lui-
-Ma non è la prima volta che si assenta Harry e non è mai successo niente- gli fece notare Hermione paziente
-Lo so, ma voglio comunque prendere delle precauzioni. Dobbiamo parlare con alcuni del vecchio esercito di Silente, Ginny, Neville Luna… Più persone possibili. Controlleremo noi Hogwarts domani, o meglio, voi la controllerete-
Trattenni il respiro ed emisi un verso simile ad uno squittio. I tre si girarono intorno confusi e impauriti.
-Cos’è stato?- chiese Hermione con gli occhi sbarrati per poi –C’è qualcuno?- chiedere.
Ma certo Hermione, se qualcuno vi sta spiando sicuramente se tu glielo chiedi in modo gentile lui si farà avanti ammettendo di aver sentito la vostra conversazione di nascosto, pensai sarcastica.
-Ma cosa lo chiedi a fare?- la guardò Ron confuso. Incredibile, dieci punti a Grifondoro –Sarà stato un topo, o un gatto al massimo- come non detto!
-Non sembrava un topo- disse Harry confuso continuando a guardarsi intorno
-Magari era Mirtilla Malcontenta- disse allora Ron
-Lasciamo stare, dobbiamo andare a lezione- sorvolò Harry prima di iniziare ad incamminarsi verso l’aula.
Rimasi ferma qualche istante giusto il tempo per digerire la conversazione che avevo appena sentito.
Persone, miei amici, sarebbero state di guardia nel Castello domani sera mentre io e Malfoy dovevamo fare entrare almeno una decina di Mangiamorte.
Merlino ma cosa ti ho fatto di male per meritarmi la tua ira?
All’improvviso vidi una testa platinata avvicinarsi sempre di più in compagnia di Pansy Parkinson che parlava senza neanche prendere respiro e Theodore Nott che annuiva annoiato.
Con un passo silenzioso mi avvicinai al trio serpeverde fino a essere alle spalle di Malfoy.
Gli toccai appena la spalla e lo vidi saltare sul posto come se gli avessi appena lanciato contro un incantesimo Tarantallegra per poi girarsi intorno smarrito.
-Che hai Draco?- chiese confusa Pansy e io picchiettai ancora con la mano sulla sua spalla
-Io…Ecco… Io mi sono dimenticato una cosa in dormitorio- disse lui con la voce tremante.
Questo stupido Furetto non sapeva neanche inventarsi una scusa decente, figuriamoci uccidere Albus Silente.
-Vuoi che ti accompagno?- chiese sdolcinata la ragazza per poi sbattere in modo abbastanza inquietante le palpebre.
-No no- si precipitò a dire il Serpeverde e io alzai gli occhi al cielo esasperata –Andate a dire al Professore che arrivo subito- cercò di giustificarsi poi.
Io due serpeverde, seppur poco convinte, annuirono e finalmente lo lasciarono solo. Appena girarono l’angolo vidi Malfoy agitare in modo scomposto le braccia davanti a sé e –Burke?- chiese a voce bassa guardando la parete che aveva davanti.
Mi resi di nuovo visibile prima di –Si può sapere cosa stai guardando?- chiedergli.
Saltò sul posto prima di fare un giro di 180° ed essere finalmente faccia a faccia con me. Si posò una mano sul petto e mi guardò truce.
-La smetti di fare così?- sibilò
-Così come?- chiesi facendo la finta ingenua
-Se non mi ucciderà il Signore Oscuro prima o poi sarai tu a farmi morire precocemente di crepacuore- disse prima di provare a incenerirmi con lo sguardo
-Suvvia Malfoy non essere melodrammatico- dissi sventolando in aria una mano per sottolineare la poca importanza della sua frase -Ho poco tempo e devo dirti una cosa prima della lezione-
-Sono tutto orecchie- disse serio
-Abbiamo un problema per domani- iniziai.


SALVE GENTEEEEEE
Avete visto non ci ho messo poi così taaaaanto ad aggiornare!!!
Allora prima di tutto voglio dirvi che QUESTO E' STATO IL PENULTIMO CAPITOLO e poi che l'ultimo sarà postato entro il 2016 (esoneri permettendo) e la nuova storia inizierà a Gennaio!
In realtà questo capitolo non doveva neanche esistere MA ha un suo perchè dopotutto. 
POI volevo dirvi che ho visto Animali Fantastici e niente ho amato quel film dall'inizio alla fine e amo Newt e Eddie e niente amo tutti e vorrei sapere che ne pensate voi!
Passo ai ringraziamente: 
Primo ringrazio Anna in Black per aver recensito lo scorso capitolo
Ringrazio coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite/ricordate/preferite 
Ringrazio quelli che leggono la storia in silenzio e anche chi la legge in anonimo GRAZIE
Non vi dico neanche più di recensire ma se avete qualcosa da dirmi dato che la storia sta volgendo al termine FATELO ORA se avete consigli da darmi FATELO ORA se volete dirmi di smetterla di scrivere perchè faccio schifo FATELO ORA 

Detto questo, ci sentiamo alla prossima belli! 
(CHI E' MAGGIORENNE VADA A VOTARE DOMANI MI RACCOMANDO
Baci,
Lunatica
  
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