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Autore: LadyDenebola    04/12/2016    1 recensioni
Dopo sette anni dai MAGO, Violet torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria, e qui ritrova un vecchio professore di cui non sentiva parlare da tempo. Fra lupi mannari, lezioni di duello e nuove assunzioni, Violet avrà modo di ricredersi sul suo ex Direttore. Versione aggiornata di una fanfic che pubblicai qui anni fa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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IL PARCO
 
 
 
Violet entrò senza fiato in sala professori, dove trovò ad attenderla tutti gli insegnanti, Gazza e Madama Chips. Mancava un quarto d'ora all'inizio delle lezioni, molti studenti stavano ancora finendo di fare colazione e lei stessa aveva avuto appena il tempo di entrare in Sala Grande che un gufo della scuola le aveva portato un messaggio in cui la McGranitt convocava tutto il corpo docente con la massima urgenza. Temendo il peggio, Violet aveva rinunciato a far colazione: dopo una rapida occhiata al tavolo delle autorità già vuoto, sapeva che sarebbe stata l'ultima ad arrivare.
La McGranitt la accolse con espressione truce: reggeva una lunga pergamena e una busta da lettere su cui era apposto un timbro dall'aria ufficiale.
<< Ora che siamo tutti qui, posso dirvi il motivo per cui vi ho convocato senza preavviso >>disse.<< Stamattina, poco prima di scendere in Sala Grande, ho ricevuto un messaggio dal Ministero. Sembra che si sia formata una piccola associazione per delinquere di lupi mannari, vecchi sostenitori di Fenrir Greyback. Il Ministero li tiene d'occhio da molto tempo e sa che mirano a proseguire il lavoro del loro mentore: contaminare quante più persone possibili. Adesso, pare che questo... branco abbia raggiunto Hogsmeade >>
<< Se il Ministero sapeva delle loro intenzioni perché non è mai intervenuto, prima? Perché non li ha arrestati? >>esclamò d'impeto Madama Bumb.
<< Il Ministero non può arrestare delle persone basandosi solo su un sospetto >>ribatté Piton, aspro.<< Nonostante li conosca, non può far nulla se queste persone non hanno commesso alcun reato >>
<< Col risultato che adesso ci ritroviamo un branco di lupi mannari perversi alle porte di Hogwarts! >>sbottò Lumacorno con un sospiro tremulo.
<< Se li hanno visti aggirarsi per Hogsmeade perché non li hanno fermati? >>esclamò Violet, perplessa. << Voglio dire, un lupo mannaro trasformato è pur sempre un pericolo, anche se non è un seguace di Greyback >>
<< Il Ministero sa che sono arrivati a Hogsmeade in forma umana >>precisò la McGranitt scorrendo la lettera. << Sa chi sono e dove vanno. Il timore del Ministero è che vogliano fare dei sopralluoghi e aspettare la prossima luna piena per attaccare >>
<< E questo non basta ad arrestarli? >>esclamò Vitious, allibito.
<< Basterebbe, se riuscissero a scovarli. Sono lupi mannari che hanno alle spalle dei trascorsi non proprio onesti, perciò sanno come nascondersi dalle autorità. L'unico che ha provato a prendere l'iniziativa è stato quello che ha attaccato Violet e Will Eder, e, fortunatamente, è stato catturato, ma si era staccato dal gruppo e non sembra in grado di dare informazioni utili sui suoi compagni >>
I professori, Gazza e Madama Chips si guardarono esasperati e sconsolati. Violet si sentì d'un tratto indifesa: l'idea che un autentico branco di lupi mannari si aggirasse a Hogsmeade, pronti ad accerchiare vittime inconsapevoli, le faceva ribrezzo. Ripensò allo scontro che lei e Will avevano dovuto sostenere e, senza volerlo, impallidì. Una mano batté gentilmente sulla sua spalla: August le cedette la sua sedia, poi si schiarì la voce.
<< Il Ministero ha preso qualche provvedimento? >>domandò.
<< Si dicono sicuri di poter risolvere la questione in fretta e col minimo coinvolgimento da parte della comunità di Hogsmeade >>spiegò la Preside. << Naturalmente, Hogwarts farà la sua parte >>
<< Dovremo sospendere le gite a Hogsmeade e informare gli studenti >>disse Vitious.
<< Sospenderemo le gite, ma non dirò nulla dei lupi mannari ai ragazzi: la cosa li sovrecciterebbe. Abbiamo visto come si sono entusiasmati dopo l'attacco a Violet e Will, e non vorrei che qualcuno si credesse così in gamba da andare a cercarli e sfidarli >>La McGranitt sospirò e Violet provò un'infinita pena per lei: sembrava non ci fosse un attimo di tranquillità per quella donna, neanche in tempo di pace. << Comunque, come stavo dicendo, anche noi dovremo collaborare. Essendo una scuola, è probabile che Hogwarts sia nelle mire di quei lupi. Devo chiedervi lo sforzo di aumentare le pattuglie notturne. Gazza, August, Violet, devo chiedere questo favore anche a voi. Cominceremo stasera stessa, alle nove. Se per voi va bene, creeremo dei gruppi che si spartiranno le aree da pattugliare. Pomona e Horace saranno i primi fino a mezzanotte, poi... Violet e August, potete rimanere svegli fino a tardi, domattina non avete alcun impegno >>
Violet avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì. Non poté impedirsi di arrossire quando August le rivolse un sorriso contento né di notare l'espressione di Piton, seduto di fronte a lei. Sembrava pronto a strangolarli col solo pensiero. Tuttavia, mascherò l'agitazione e annuì, cercando di ricambiare il saluto di August quando la Preside li congedò per l'inizio delle lezioni.
Con sua sorpresa, comunque, Violet scoprì che i lupi mannari erano l'ultimo dei suoi pensieri, quel giorno. Mentre aiutava Vitious a spiegare ai bambini del primo anno l'Incantesimo di Levitazione, la mente le tornò a una settimana prima, quando si era nuovamente scontrata con Piton. Dopo la rabbia iniziale, Violet era riuscita a esaminare la situazione con razionalità, senza però ottenere risultati rassicuranti. Che Piton odiasse August dal primo momento in cui l'aveva visto era chiaro anche ai sassi, ma Violet non riusciva a spiegarsi perché aveva voluto attaccare lei in quel modo. Iniziava a sospettare seriamente che Piton volesse tenerla lontana da August, ma era un’idea assurda. Possibile che Piton fosse geloso del fascino e del successo che August aveva riscosso fra gli studenti, e in qualche modo voleva evitare che anche lei si lasciasse ammaliare? No, era un pensiero ancora più illogico del precedente.
Violet continuava a scervellarsi, con l'unico risultato di sentirsi ancora più in soggezione ogni volta che incrociava Piton, nei corridoi o durante i pasti. Da una settimana non faceva che stargli lontana e cambiare percorso ogni volta che rischiavano di incontrarsi. E, nel frattempo, sopprimendo quel vago e incomprensibile senso di colpa, era tornata al Club.
Poco prima di mezzanotte, Violet si avviò verso il settimo piano, dove avrebbe dato il cambio alla Sprite e Lumacorno. August era già arrivato. Accolse Violet con un gran sorriso, e la ragazza dovette subire passivamente l'occhiata che Lumacorno e la Sprite si scambiarono. Quella situazione iniziava a seccarla. Durante l'ultimo incontro al Club dei Duellanti, Will le aveva raccontato che molte studentesse erano convinte che lei fosse la preferita di Purblack, e Violet stessa cominciava a temere che anche nei professori fosse sorto quel sospetto. Fu con questi pensieri che iniziò il giro di pattugliamento, chiusa in un ostinato silenzio, come se fosse colpa di August se quelle voci avevano iniziato a circolare.
<< Resta in silenzio perché è preoccupata? >>
Violet sollevò lo sguardo. August la osservava incuriosito.
<< Riflettevo >>rispose lei, evasiva.
August sorrise comprensivo.<< Se rifletteva sui lupi mannari, stia pure tranquilla. È vero, sono liberi di circolare fuori Hogwarts, ma è improbabile che ci imbattiamo in uno di loro in mezzo ai nostri corridoi >>
<< Lo so, ma dobbiamo comunque controllare che nessuno studente provi a sgattaiolare fuori >>
<< La Preside si preoccupa troppo, a mio parere. In realtà, finora ho incrociato davvero pochi ragazzi che avevano deciso di farsi una passeggiata notturna >>
La leggerezza con cui August confessò, indirettamente, di andare in giro per il castello di notte fece dimenticare a Violet i suoi pensieri.
<< Lei, però, non dà il buon esempio >>osservò in tono scherzoso.
August si lasciò sfuggire un sorriso di finto imbarazzo.
<< Quei ragazzi sono abbastanza grandi da capire da soli se gli conviene o meno andarsene in giro di notte, perciò non cambierò le mie abitudini. Inoltre, non posso essergli di esempio se non mi vedono >>
<< Ma ha detto di averli visti >>
<< Ciò non implica automaticamente che loro abbiano visto me >>Il sorriso di August si incrinò.<< Non ho interesse a incontrarli a un'ora tarda >>
Violet lo fissò stupita. << È suo dovere farli tornare nei dormitori >>
<< Perché? >>August sembrò sinceramente perplesso. << È interessante vedere come i giovani si affannino a ricercare ogni attimo di divertimento e spensieratezza, come tentino di sfruttare ogni secondo a loro disposizione, come si sentano orgogliosi per aver eluso i controlli. Danno il meglio di loro in queste occasioni. Perché dovrei impedirgli di sfogare le loro energie? >>August pronunciò queste ultime frasi con un tale coinvolgimento che, alla fine, si ritrovò col fiato leggermente affannoso, come se avesse corso.
Violet continuava a osservarlo stupita e (se ne vergognò un po') affascinata. Più era a contatto con quell'uomo più si convinceva che non era adatto a insegnare o, meglio, che non rientrava nei canoni di Hogwarts a cui lei era abituata. C'era qualcosa di ribelle e selvaggio nel modo di pensare di August, eppure non poteva essere paragonato neanche a uno studente. Era come se si fosse voluto collocare a metà strada fra i ragazzi e gli insegnanti, in modo da osservare i primi incarnando la figura dei secondi e purtuttavia non lasciandosi inglobare da questi ultimi.
Quando svoltarono in un nuovo corridoio, August si fermò di colpo. Violet, che si era lasciata distrarre da tutti quei ragionamenti, si guardò attorno apprensiva.
<< Cosa c'è? >>chiese. Il corridoio era deserto e silenzioso
<< Giurerei di aver visto qualcuno entrare lì >>August indicò un punto nel muro alla loro destra.
Violet si avvicinò e, dopo una pausa di riflessione, scoppiò a ridere. Davanti a lei stava appeso un enorme arazzo dai colori brillanti che raffigurava dei troll che danzavano.
<< Non conosce la Stanza delle Necessità? >>
<< Che cosa sarebbe? >>
<< È un luogo che può trasformarsi in base alle richieste di chi vi entra. Will mi aveva detto che era stata ricostruita, ma non avevo ancora avuto occasione di venire fin quassù. La Stanza delle Necessità originaria >>spiegò Violet,<< fu distrutta durante la battaglia di Hogwarts. All'epoca la conoscevano in pochi, ma quando si venne a sapere che aveva funto da collegamento fra Hogwarts e l'esterno e che aveva permesso agli studenti di fuggire e ai rinforzi di arrivare, la McGranitt decise di farla ricostruire. Pare che si fosse convinta dell'utilità di avere un luogo capace di ospitare centinaia di persone in tempo di crisi. Mi stupisce però che l'abbia fatta ricostruire nello stesso punto della prima: in questo modo i ragazzi sanno dove si trova e possono nascondercisi tutte le volte che vogliono >>
August osservò con disgusto i troll che volteggiavano goffi: i colori del restauro erano così accesi da essere quasi fastidiosi alla vista.
<< Quindi se volessi trascorrere una serata... diciamo romantica, questa stanza si trasformerebbe in quello che voglio? >>chiese lentamente, poi rise a sua volta.<< Ho visto almeno due persone entrare qui dentro, e non ho dubbi che siano studenti. Dovremmo intervenire, secondo lei? >>
<< Dovrebbe deciderlo chi di noi due ha la massima autorità >>esclamò Violet, niente affatto propensa a irrompere in una stanza dove si era appena appartata una coppietta.
<< Ma è lei l'esperta della Stanza delle Necessità, qui >>insistette August, ridendo ancora più forte.
<< Sarebbe imbarazzante entrare ora >>replicò allora Violet, e oltrepassò la Stanza con passo deciso. August la seguì continuando a sorridere impertinente.
A parte quell'imprevisto, la notte proseguì tranquilla, anche se, ogni volta che passavano davanti a una finestra e vedeva gli alberi lontani della Foresta Proibita, Violet non poteva evitare di pensare a cosa si nascondeva là fuori.
<< Insegnerà ai ragazzi a difendersi dai lupi mannari? >>domandò all’improvviso.
<< Quello è compito di Piton. Io mi limito a spiegare come duellare >>
<< Gli incantesimi sono gli stessi >>ribatté Violet con impazienza, << e Piton non permetterebbe mai ai ragazzi di usarli come fa lei al Club. Temo che non avranno molte occasioni di esercitarsi davvero, a Difesa Contro le Arti Oscure >>
<< Chi può dirlo? Piton, dopotutto, sa il fatto suo. Oppure vorrebbe che insegnassi a lei come difendersi? >>aggiunse August con tono furbo.
<< Tutti dovrebbero sapersi difendere >>rispose Violet, punta sul vivo.
August non insistette, nonostante continuasse a sorridere in quel modo irritante. Salirono in silenzio al sesto piano, e l'unico fatto degno di nota fu la comparsa inaspettata di un fantasma che tagliò loro la strada per intrufolarsi nel muro dirimpetto, incurante di loro.
<< Che cosa faceva prima di venire qui? >>chiese Violet. Il disagio provato a inizio turno era sparito magicamente: senza accorgersene, adesso provava il desiderio di conoscere qualcosa in più sul suo collega.
<< Viaggiavo. Ho vissuto per molti mesi nell'Est europeo finché non ho deciso di fermarmi e cercare una vita più stabile a Hogwarts>> August indicò una finestra. << Ci riposiamo? >>
Si appoggiarono al davanzale, da dove la luna crescente sulla Foresta era ben visibile. Stanca di pensare ai lupi mannari ogni volta che guardava fuori, Violet lanciò un'occhiata di sottecchi ad August. Dovette ammettere che la penombra gli donava: faceva risaltare gli occhi scuri e le labbra vermiglie. Prima che potesse rendersene conto, Violet si ritrovò a osservarlo con intensità; si rilassò e smise di pensare, al punto che la risatina che li raggiunse alle spalle la colse completamente impreparata. Si voltò, il cuore schizzato di colpo in gola, la bacchetta in pugno. Lei e August scrutarono il corridoio debolmente illuminato dalle torce, pronti a difendersi.
La risatina echeggiò di nuovo, seguita da un sibilo acuto.
Un vaso di porcellana colpì Violet con una violenza tale da mandarla contro il muro prima di schiantarsi a terra e rompersi in decine di frammenti. Una scheggia le tagliò i jeans all'altezza della caviglia e le aprì un taglio. August lanciò una fattura nell'oscurità, e un ometto ghignante se ne andò via ridendo come un pazzo.
<< Pix >>borbottò August con disprezzo. Si chinò e fece per prendere la caviglia di Violet, ma lei si scansò.
<< È tutto a posto >>mormorò cercando di non lasciar trapelare alcun imbarazzo e dolore. Si rimise più dritta e provò ad alzarsi, ma August la trattenne a terra.
<< È piuttosto profondo >>notò lui.
Violet recuperò la bacchetta e si chinò sulla caviglia. Sanguinava più di quanto si aspettasse, e bruciava tanto da farla lacrimare. Con un sospiro rabbioso contro Pix, iniziò a curarla. August le bloccò gentilmente il braccio.
<< Lasci fare a me. Non le resterà alcun segno >>
Violet avrebbe voluto fargli notare che anche lei era una strega capace di rimarginare una ferita, ma preferì tacere e restare a guardare August che, con un semplice tocco di bacchetta, ricucì il taglio senza che rimanessero cicatrici. Le uniche prove della ferita erano i jeans strappati e sporchi di sangue. August era rimasto in silenzio in quel breve frangente; Violet l'aveva visto studiare il taglio e ripulirlo con cura ma, quando lui rialzò la testa, ebbe l'impressione di vedere un bagliore nei suoi occhi.
<< Va molto meglio >>disse lei, costringendosi a usare un tono leggero ma tentando, al contempo, di allontanarsi.
August rialzò lentamente gli occhi dal punto in cui era stata colpita. Violet si sentì attraversare da una scarica, ma non avrebbe saputo dire se fosse stata di paura o piacere. Come le era già accaduto una settimana prima, la testa iniziò a girarle tanto che socchiuse gli occhi. Temeva di non resistere. A malapena si accorse delle labbra di August che si posavano con prepotenza sulle sue. Violet spalancò gli occhi. Provò a ritrarsi, ma si trovava stretta fra il muro e August, e quel senso di debolezza aumentava vertiginosamente. Sentiva il respiro rapido di August attraverso le labbra bollenti. Le sue mani salirono a cingerle la vita mentre lui cercava un contatto più profondo.
Fu in quel momento che Violet fece appello a tutta la sua forza di volontà e riuscì a scattare in piedi, costringendo August a tirarsi indietro. Questo sbatté le palpebre come se fosse appena riemerso da una lunga fantasia a occhi aperti. Con estrema difficoltà mise a fuoco Violet e l'espressione sconvolta sul suo volto.
<< Mi perdoni >>mormorò chinando il capo in segno di scusa.<< Non so cosa mi sia preso >>
<< Non lo sa? >>ripeté Violet. Evitò lo sguardo dell'uomo e si staccò dal muro al quale si era appoggiata. Era così sconvolta da sentirsi quasi nauseata.
<< Non avrei dovuto >>insisté August.
<< Non parliamone più >>ribatté Violet senza sapere cosa stava dicendo. Accennò all'altro capo del corridoio.<< Continuiamo, abbiamo perso tempo. Io controllo i piani inferiori. Dividendoci, finiremo prima >>. Oltrepassò August mentre questo si rimetteva in piedi, ignorando la sua espressione dispiaciuta, e andò via a passo rapido. La testa iniziava a snebbiarsi, anche se continuava a male. Avrebbe voluto dimenticare quello che era appena successo ma il sapore delle labbra di August ancora impregnava le sue, e quel pensiero fu sufficiente a farla rabbrividire di piacere.
Arrabbiata con se stessa, e purtuttavia sentendosi un pochino soddisfatta, Violet si concentrò sul suo lavoro, ma il castello, come aveva appurato da tempo, quella notte era la quintessenza della normalità.
<< Dov'è August? >>le chiese la McGranitt quando Violet la raggiunse in Sala Grande, a fine turno.
<< Ci siamo separati per finire prima. Comunque, è tutto tranquillo >>
<< Bene >>La McGranitt parve soddisfatta.<< Ti ringrazio, Violet. Va' pure a riposare >>
Violet la salutò e filò dritto in camera prima di poter incontrare i suoi sostituti, ben sapendo che quella notte non sarebbe riuscita a dormire.

  
***
 

<< Che faccia! Non dirmi che anche tu devi fare la ronda notturna, adesso! >>esclamò Will esaminando le occhiaie di Violet la mattina dopo.
<< Eh? Ah, sì... tocca anche a me >>bofonchiò Violet intontita. Era esausta. Era riuscita a dormire a malapena un’ora, e anche in quel breve tempo il suo sonno non era stato sereno. In realtà, al risveglio era convinta che quel che era successo la scorsa notte fosse solo un sogno, tanto era ridicola l’idea che August provasse dell’interesse per lei. Ora che ci rifletteva, però, perché avrebbe dovuto essere ridicola? Non era una studentessa, perciò August non aveva alcun limite morale nei suoi confronti. E lei? Come aveva potuto non accorgersene? E perché, nonostante lo shock, si sentiva soddisfatta per aver fatto colpo su di lui?
<< Oh, ma mi ascolti? >>sbottò Will, e l'afferrò per impedirle d'essere travolta da alcuni Corvonero in ritardo per la prima lezione.
<< Scusami, ma ho dormito pochissimo >>si giustificò Violet con uno sbadiglio.
<< Almeno puoi dirmi perché sono aumentati i giri di controllo dei professori? E perché ci hanno sospeso i fine settimana a Hogsmeade, accidenti a loro? >>
<< Non posso >>tagliò corto Violet.<< E comunque, tu come fai a sapere che sono aumentati i nostri giri? La McGranitt non ne ha parlato >>
<< Lo stava dicendo Alyssa, stanotte Lumacorno quasi l'ha beccata mentre se ne andava a spasso con il suo nuovo amichetto >>spiegò Will.
Ma Violet quasi non lo ascoltò. Si erano appena fermati davanti l’aula di Difesa. Senza un perché, un opprimente senso di imbarazzo le suggerì di correre via prima che la sfortuna la facesse imbattere in Piton. Non metteva in dubbio che il professore fosse all’oscuro, come tutti, del resto, del bacio fra lei e August, ma non voleva ritrovarsi da sola con lui. Non dopo la scorsa notte. Era un timore insensato, eppure Violet percepiva il pericolo che Piton avesse potuto scoprire, chissà come, cos’era successo.
<< Stasera vieni al Club? >>le domandò Will, riportandola alla realtà.
<< Cosa? Ah, no… stasera ho un altro giro di pattugliamento, non voglio stancarmi >>
<< Prendi una pozione Occhi Aperti >>insisté Will, insensibile all’aria esausta dell’amica.<< Te la presto, la uso per studiare >>
<< Dentro >>La voce gelida li raggiunse prima che il proprietario si stagliasse sulla soglia.
Con un cenno rassegnato, Will obbedì. Piton osservò attentamente Violet, che a fatica costrinse le gambe a non farla fuggire.
<< Com’è stato il tuo primo turno di pattuglia notturna? >>le domandò il professore.
Violet sbiancò, ma quella frase non sembrava nascondere allusioni o sottintesi, così raccontò brevemente com’era andata, cercando di usare il tono più tranquillo che poteva.
Piton l’ascoltò con una ruga verticale tra gli occhi. Violet gli fu sinceramente grata quando non fece alcun accenno al suo compagno di ronda.
<< Dalla tua faccia, si direbbe che non sei pronta a stare sveglia tutta la notte >>commentò invece con un’occhiata critica al suo viso.
<< Non ero abituata, tutto qui >>ribatté Violet senza enfasi. Non aveva le forze per rispondergli a tono.
Piton arricciò le labbra.
<< Per tua fortuna, neanche stasera siamo in turno insieme, Rosenao. Non voglio pesi morti con me >>
<< Ma quale peso morto! >>sbottò Violet, ma Piton parve essersi ricordato di avere lezione e, con un ghigno più marcato, le chiuse la porta in faccia.
Fumante di rabbia, la ragazza si affrettò verso l’aula di Incantesimi, e per il resto della giornata fu abbastanza fortunata da non incontrare più Piton né August. Perfino la ronda fu più sopportabile della sera prima: la Sprite si rivelò un’ottima compagnia che le fece dimenticare gli ultimi avvenimenti. Solo la vista dei loro successori riportò Violet alla realtà. Quando all’una di notte lei e la Sprite giunsero nell’ingresso, Violet si lasciò sfuggire uno sbuffo così esasperato che la professoressa la fissò accigliata. Piton e August le attendevano in silenzio, il primo scuro in volto come sempre, il secondo apparentemente tranquillo. La calma indifferente fra i due uomini era la cosa più inquietante che Violet avesse percepito quella sera. La McGranitt non avrebbe potuto formare una coppia più pericolosa.
<< Tutto tranquillo, mi auguro >>disse August.
<< Lo è, ma di solito i ragazzi aspettano la tarda notte per uscire >>disse la Sprite.
Piton e August annuirono e si allontanarono in silenzio. Violet augurò la buonanotte alla Sprite e tornò in camera. Si stava per mettere il pigiama quando gettò un'occhiata distratta fuori dalla finestra.
La luna piena definiva ogni singola ombra nel parco, e con un tuffo al cuore Violet vide una figurina attraversarlo con circospezione. Non perse tempo a chiamare Piton e August, e nel giro di cinque minuti era già fuori nella notte gelida di inizio dicembre, avvolta da un pesante mantello. Si fermò qualche secondo per capire verso quale direzione fosse andata la figura che aveva scorto. Con la bacchetta illuminò il terreno circostante. In alcuni punti l’erba sembrava calpestata e, seguendo le tracce, Violet giunse fino all’orto dietro la capanna di Hagrid. Le parve di udire lo scricchiolio di piedi sulla leggera brina che copriva il terreno, e un attimo dopo scorse un’ombra accucciata dietro un paletto della recinzione. Evidentemente, sperava di sfuggire al Lumos di Violet. Con un gesto secco, la ragazza le puntò il fascio di luce addosso. L’ombra corse via, ma Violet riuscì a raggiungerla e bloccarla in un lampo.
<< Fermati! >>le intimò, lottando contro quella che scoprì essere una ragazza. Riconoscendo la voce di Violet, questa si rilassò.
<< Mi hai spaventata! >>
<< Cosa fai qui fuori? >>
<< Nulla! >>
<< Sei Kate di Grifondoro, vero? Vuoi che ti porti subito da Piton? È di turno stanotte, lo sapevi? >>
<< E va bene >>sbottò Kate, divincolandosi con uno strattone.<< Dovevo incontrare un ragazzo qui nell’orto di Hagrid, ma non è ancora arrivato >>
<< L’avranno sorpreso >>Violet accennò al castello.<< Rientriamo. Non possiamo restare qui fuori >>
<< Magari ha dovuto prendere un’altra strada per evitare Piton >>Kate guardò a sua volta il castello, speranzosa.
<< Stammi a sentire >>sibilò Violet, minacciosa ed esasperata.<< Se non ti sbrighi a seguirmi ti denuncerò a Piton, così forse tu e il tuo amico potrete passare insieme tutto il tempo che vorrete, in punizione >>
Kate aprì la bocca per ribattere, ma un lungo, cupo ululato proveniente dal cuore della Foresta Proibita soffocò le sue parole. Lei e Violet si guardarono alle spalle, spaventate.
<< Rientriamo >>sussurrò Violet, gli occhi fissi sulle fronde nere dietro di loro.
Lei e Kate si avviarono a passo svelto verso la sagoma di Hogwarts.
Il lupo cacciò un secondo ululato, più potente e prolungato. Kate ebbe un violento sobbalzo. Spiccò una corsa senza guardarsi indietro, ma Violet non la costrinse ad aspettarla. Continuò a camminare, pur accelerando il passo, il cuore martellante in petto. Azzardò un’occhiata verso la Foresta. Le parve che ogni suono e rumore fosse più vicino, o forse era solo una suggestione provocata dal vento.
Un odore acre, familiare, le pizzicò il naso, e Violet per un attimo cedette alla paura. Sollevò la bacchetta e scrutò le tenebre. Ne era certa: non era sola.
Il lupo si era azzittito. La stava studiando al riparo dell'oscurità, Violet poteva quasi scorgerne gli occhi gialli scintillanti alla luce della bacchetta...
Fu questione di secondi. Violet udì dei passi felpati venire verso di lei, e da dietro gli alberi più vicini emerse un lupo mannaro completamente trasformato, i peli ritti sul dorso e le fauci spalancate.
Violet non era impreparata. Il suo incantesimo lo respinse a metà del tragitto, scagliandolo molti metri più in là. Il lupo non si perse d'animo. Si rialzò e balzò di nuovo in avanti, schivando le sue fatture. Violet saltò di lato per evitare che l'atterrasse.
<< Incarceramus! >>urlò.
Lunghe e spesse funi si avvolsero attorno al lupo, inchiodandolo a terra. Ansante, Violet lo guardò incerta, non sapendo se dovesse anche Schiantarlo, per sicurezza. Il lupo ringhiava e mordeva l'aria, rotolandosi alla ricerca di un modo per liberarsi delle corde.
<< Signorina Rosenao! >>
Violet si voltò, e non seppe se essere felice o di nuovo spaventata all'arrivo di August e Piton, il quale si affrettò a evocare una museruola sul muso del lupo.
<< Sta bene? La signorina Leaf ci ha detto che avevate sentito un ululato >>esclamò August guardandola con apprensione.
<< Sto bene, sono riuscita a evitarlo >>li rassicurò Violet.
<< Bel lavoro >>. Violet si voltò al tono colpito di Piton, ma questo si rivolse subito ad August.
<< Contatti il Ministero. Io resterò a guardia del lupo >>
August corse al castello. Il lupo mannaro continuava ad agitarsi e, nonostante fosse diventato inoffensivo, Violet preferì arretrare di qualche passo.
<< Cosa facevi qui? >>le domandò Piton, ancora concentrato sul lupo.
Violet gli raccontò di aver visto Kate e di averla seguita fino all’orto delle zucche. Con suo sollievo, Piton non fece osservazioni sul fatto che aveva preferito andare da sola anziché chiamare lui e August.
<< Questi ragazzini >>borbottò invece, più a se stesso.<< Non so cosa gli passi per la testa. Quand'ero studente io non eravamo così avventati >>
August ritornò accompagnato da una piccola squadra di uomini del Ministero, che legarono il lupo con nuove corde e li ringraziarono per averlo preso.
<< Nessuna notizia degli altri? >>chiese loro Piton.
<< No, ma è chiaro che ormai preferiscono la scuola a Hogsmeade. Aumenteremo i controlli ai confini >>
<< Ho avvertito anche la Preside >>disse August una volta rimasti soli.<< Ha detto che verrà personalmente a rafforzare le protezioni sulla scuola >>
<< Allora aspettiamola >>replicò Piton con voce inespressiva.
Ora che il pericolo era passato, Violet iniziava a percepire tutta la stanchezza delle ultime ore, nonché il freddo che la lotta con il lupo le aveva fatto dimenticare. Avrebbe preferito tornare al caldo del castello, ma immaginava che la McGranitt avrebbe voluto vedere anche lei, perciò attese con Piton e August. Nessuno dei tre sentì il dovere di proferire parola. August osservava il cielo, le mani in tasca; Piton misurava a grandi passi il piccolo perimetro di prato che si era ritagliato; Violet attendeva a braccia conserte, gli occhi fissi sul castello, sperando che la McGranitt si sbrigasse. La Preside non li fece attendere a lungo. Sconvolta, si fermò davanti a loro, la bacchetta sfoderata come se si aspettasse un secondo attacco.
<< Sono senza parole >>sospirò.<< Non avrei mai creduto possibile che i nostri confini potessero venir violati con tanta facilità! Non oso immaginare cosa sarebbe successo se non ci fossi stata tu, Violet! Alcuni uomini del Ministero sono già al lavoro per rafforzare le difese di Hogwarts, Horace è andato a coprire il lato sud e Filius mi raggiungerà ai cancelli. Severus, ti spiace sospendere il pattugliamento e venirci ad aiutare? >>
<< Nessun problema >>ribatté Piton senza batter ciglio. Violet ebbe l’impressione che non avesse desiderato di meglio, pur di interrompere il prima possibile ogni contatto con August.
Mentre i due professori si avviavano rapidi verso i cancelli sormontati dalle statue di cinghiali alati, Violet e August rientrarono. Il calore mantenuto dalle mura di pietra della Sala d’Ingresso fu come un balsamo, per Violet.
<< È sicura di non essere ferita? >>le domandò August.
<< Sto bene. Ho evitato tutti gli attacchi di quel lupo >>Violet simulò indifferenza ed evitò di incrociare il suo sguardo. Non voleva dargli il pretesto di nominare il bacio della notte precedente. Ciononostante, August si chiuse inspiegabilmente in un silenzio assorto. Si limitò ad accompagnarla in camera, camminandole accanto come un’ombra, e anche quando si separarono non aggiunse nulla.
Ma Violet doveva immaginare che la quiete per i suoi nervi non poteva durare a lungo.
Il giorno dopo, nel giro di poche ore di lezione, a Hogwarts si era sparsa la voce che nella Foresta Proibita vivevano i lupi mannari: Kate Leaf non aveva perso tempo a raccontare degli ululati della notte precedente, anche se non poteva dirsi certa che appartenessero a veri lupi mannari. Ma, quando aggiunse che con lei c’era anche Violet, gli studenti si convinsero che la Foresta Proibita era diventata rifugio di quelle bestie. Era come se Violet, che già aveva dovuto affrontare un lupo mannaro, fosse garanzia di tutte quelle supposizioni.
Da parte sua, Violet non sapeva che fare. La McGranitt ancora non voleva annunciare delle scorribande di lupi mannari, temendo che a qualche potesse venire in mente di provare a catturarli, ma la ragazza adesso rischiava di essere assediata da gruppi curiosi e insistenti che volevano la conferma di quanto raccontato da Kate.
<< Sei davvero sicura di volerlo ancora tenere nascosto? >>domandò Piton alla McGranitt quel pomeriggio.<< Magari fra i nostri studenti si nascondono dei promettenti cacciatori di animali magici. Potter e i suoi amici non avrebbero perso tempo >>aggiunse con un tono più sprezzante.
La Preside lo squadrò inviperita.
<< Non è il momento di scherzare, Severus, tanto più dopo aver saputo che non ci sono tracce degli altri lupi >>sibilò spostando lo sguardo da Piton agli altri due convocati, Violet e August.
<< Me l’immaginavo >>borbottò Piton.<< Ma posso chiederti perché lo stai dicendo solo a noi? >>
<< Perché ho deciso di adottare un nuovo metodo, per i pattugliamenti. Ci saranno delle squadre fisse, formate in base a come hanno collaborato i loro componenti. Da stasera, voi tre pattuglierete insieme >>
Violet faticò a non spalancare la bocca per l’orrore. Era una sua impressione o la McGranitt aveva represso un sorrisetto mentre dava quello straordinario annuncio? Non voleva crederci. Su quali basi aveva pensato che lei, August e Piton potevano formare una buona squadra? Guardò di sottecchi i suoi compagni: la notizia pareva aver pietrificato anche loro. August, da parte sua, si limitò ad alzare le spalle. Piton scosse la testa con un sorrisetto incredulo.
<< Pattugliare da soli o in compagnia non ci aiuterà a trovare più velocemente quei lupi >>notò.
<< Mi spiace che la pensi diversamente da me, Severus. Scommetto un Whiskey Incendiario che, invece, in questo modo arriveremo prima alla fine di tutta questa storia >>ribatté serena la McGranitt.
Violet cercò di prendere la novità il più filosoficamente possibile. August le aveva dimostrato di non voler rinvangare il bacio, e lei si stava convincendo che avrebbero potuto dimenticarlo senza imbarazzo. Riguardo Piton… be’, se si teneva abbastanza lontana avrebbe potuto risparmiarsi tutte le frecciatine che il professore  avrebbe scagliato loro addosso.
<< Violet! >>
La ragazza si arrestò, strappata ai suoi pensieri. Will si fermò davanti a lei col fiatone, ma lo sguardo che le rivolse era molto serio.
<< Cos'è questa storia del lupo mannaro? È vero quel che dice quella Leaf? >>
<< Abbiamo sentito un ululato, ma poteva trattarsi di un lupo comune >>rispose prontamente Violet.
<< Davvero? >>fece Will scettico.
<< Ti sembro una che dice bugie? A proposito, ehm... com'è andata al Club? >>
<< Alla grande! Sono riuscito a lanciare un Petrificus Totalus su tre persone contemporaneamente! >>esclamò Will mentre riprendevano a camminare. << La prossima volta cerca di esserci anche tu, però >>
<< D'accordo >>sorrise Violet. Ce ne sarebbe voluto di tempo prima che le tornasse voglia di andare al Club dei Duellanti, ora che aveva davanti a sé chissà quante ronde notturne fianco a fianco con August.
Scesi in Sala Grande per la cena, Violet non poté non notare gli sguardi che molti studenti le lanciavano. Al tavolo di Grifondoro scorse Kate Leaf parlare animatamente con i suoi vicini, e tutti si voltarono a guardarla.
<< Questa storia finirà >>commentò la Sprite come se avesse letto nella mente di Violet, quando questa ebbe raggiunto il tavolo degli insegnanti, << e senza che i ragazzi vengano a sapere nulla >>
<< Forse sarebbe meglio dirglielo >>disse Violet.<< Silente ci disse di Voldemort >>
<< Quello di Voldemort era un pericolo molto più grande che sapevamo ci avrebbe coinvolti per molti anni. Se invece questi lupi mannari venissero catturati in breve tempo, non vedo motivo di parlarne e allarmare i ragazzi >>
Violet si attardò in Sala Grande anche quando ormai molti studenti già erano tornati nei dormitori. Sapeva che avrebbe dovuto riposare prima del turno, ma stranamente non si sentiva stanca.
<< Mia cara >>le sussurrò la Cooman che, senza che Violet se ne fosse accorta, era scivolata nel posto accanto a lei, << ho saputo di stanotte. Quanto sono contenta che non ti sia fatta nulla! Sto consultando le carte, sai, e non sono affatto rassicuranti. Ti dissi che un pericolo incombe su una giovane vita, e dopo stanotte non puoi negare che quella vita sei tu >>
Violet la guardò a disagio, non sapendo come replicare. La Cooman estrasse dalla larga manica del vestito coperto di perline un mazzo di tarocchi che iniziò a mescolare.
<< Lascia che ti predica il futuro >>sussurrò con voce mistica.<< Sarà questione di un attimo >>
<< D'accordo >>si rassegnò Violet.
La Cooman si mise dritta sulla sedia ed estrasse tre carte: le stelle, gli amanti e l'appeso.
<< Le stelle rovesciate... cara, non sei riuscita a cogliere una buona occasione... Gli amanti. Non sempre il loro significato è così ovvio. Forse sei attratta da qualcuno e presto questa attrazione diventerà anche spirituale? No? Be', è comunque una carta positiva. E ora passiamo all'ultima >>La Cooman spinse in avanti la carta dell'appeso, e rimase meditabonda.
<< È... ehm, grave? >>chiese Violet quando il silenzio iniziò a dilatarsi più del dovuto.
<< È un periodo difficile e pieno di difficoltà, questo >>spiegò lentamente la Cooman, la fronte aggrottata.<< Vorresti seguire l'istinto, ma così peggiorerai la situazione. Dovrai stringere i denti e attendere >>
<< Grazie, farò tesoro di quello che mi ha detto >>sorrise Violet, e scattò in piedi, pronta ad allontanarsi dalla Cooman. Non che le incutesse timore, ma aveva la sensazione che, pur avendo buone intenzioni, la professoressa attirasse su di lei una qualche sorta di sfortuna.
Violet non aveva mai seguito Divinazione, quando era studentessa: su questo aveva sempre mantenuto fermo il proprio scetticismo. Anche adesso, non riusciva a capire i tarocchi che la Cooman le aveva letto. Come poteva essersi fatta sfuggire un’occasione se da assistente di Madama Pince era diventata l’assistente di Vitious? E gli amanti… era inverosimile che si riferissero ad August. Sì, Violet non poteva negare che quell’uomo aveva un fascino fin troppo marcato (lei stessa aveva abbassato la guardia) ma dubitava potesse provare un’attrazione più profonda per lui.
<< Sei nervosa? >>
Violet si riscosse e fissò perplessa Piton. Certo che per essere una che non dava credito alla Divinazione si era lasciata suggestionare tutta la serata, rifletté amaramente. A malapena si era accorta che Piton si trovava già nella Sala d’Ingresso quando era arrivata.
<< Forse avresti preferito essere esclusa dai pattugliamenti, dopo la seconda aggressione >>proseguì lui.<< Sembri una calamita per le creature pericolose >>
<< Però ieri me la sono cavata >>osservò Violet.
<< Vuol dire che ogni tanto la fortuna gira anche dalla tua parte, Rosenao >>ribatté Piton freddamente.<< Non credere di trovarti a una lezione di Purblack. Non siamo qui per testare il nostro coraggio e le nostre abilità con mostri evocati con la magia >>
Violet si sforzò di non alzare gli occhi al cielo. Doveva aspettarselo: Piton era sul piede di guerra prima ancora dell’arrivo di August. Quando questo emerse dai sotterranei, Violet osservò con attenzione Piton, ma il professore si limitò a esibire la sua solita smorfia di disgusto mentre August ostentava la massima disinvoltura.
<< Dividiamoci >>esordì Piton con un tono annoiato che, però, non ammetteva repliche. << Non è necessario muoversi insieme >>
<< Allora io mi occuperò del parco, se per voi va bene >>propose August.
<< D'accordo. Ci rivediamo alle tre in sala professori. Violet >>Piton si rivolse a lei mentre August usciva in una notte che preannunciava neve, << tu controllerai i piani superiori. Se noti qualcosa di insolito, io sarò nei sotterranei e poi mi sposterò nell'ala della biblioteca >>
Si separarono. Non dover passare l’intero turno insieme a Piton e August fu un vero sollievo, ma presto Violet ricordò qual era, prima dell’arrivo di August, la sua vera preoccupazione. E le sembrò assurdo essere riuscita ad accantonarla nonostante solo poche ore prima ci si fosse imbattuta per la seconda volta. Sapere che attorno a Hogwarts i lupi mannari continuavano a scorrazzare e che lei ancora faticava nel tener loro testa la rigettò in uno stato di scoramento. Per un attimo, le venne il sospetto che la McGranitt l’avesse messa in turno con Piton e August solo per essere sicura che fosse stata al sicuro, nel caso di un nuovo attacco. Che sciocchezza, si rimproverò Violet. La sera prima se l’era cavata da sola, e perfino Piton era rimasto stupito. Se non l’avesse ritenuta all’altezza, la McGranitt l’avrebbe esonerata da qualsiasi ronda.
Accompagnata dal rumore dei suoi passi sui pavimenti di pietra del castello, Violet arrivò in un'ala che aveva frequentato poco, anche di giorno: si bloccò, spaesata, cercando qualche punto di riferimento.
Si trovava in un corridoio sul quale si affacciava una sola porta. Violet provò ad aprirla, invano, e quando anche l’Alohomora andò a vuoto rinunciò. Eppure, quando la superò, non riuscì a scrollarsi di dosso una sensazione sgradevole. Era come se, passando davanti a quella porta, Violet avesse attirato l'attenzione di chi vi si nascondeva dietro, spingendolo a tenerla d'occhio. Era solo una sua fantasia, lo sapeva bene: se pure si fosse trattato di un fantasma, Violet non vedeva motivo per cui dovesse nascondersi da lei. Però non riusciva a togliersi di dosso l'impressione di essere osservata. Magari era semplicemente Pix che voleva prenderla in giro… Violet accelerò il passo: non aveva voglia di essere usata un'altra volta per il tiro a bersaglio.
Imboccò una stretta rampa di scale che iniziò a spostarsi prima che lei potesse arrivare in fondo. Con un balzo, Violet atterrò nel corridoio sottostante e si guardò intorno. Sulla parete di fronte, dove il corridoio svoltava a destra, danzava una tenue luce giallastra. Senza voltarsi indietro, Violet sfoderò la bacchetta e si avvicinò alla luce, ma quando ebbe voltato l’angolo scoprì con un misto di sollievo e delusione che proveniva dalle torce appese ai muri.
La sua tranquillità durò solo pochi secondi. La porta di una delle aule davanti a lei si aprì silenziosa, atterrendola quanto quella rimasta serrata del piano superiore. Ma quando vide Piton uscire con aria interrogativa, Violet rilassò le spalle e cercò di non apparire spaventata.
<< Cosa ci fai qui? >>esclamò il professore.<< Ti avevo detto che avrei pattugliato io questa zona >>
Violet si guardò intorno nel corridoio anonimo, alla ricerca di un indizio che l’aiutasse a capire dove si trovavano. Piton sospirò.
<< Siamo nell’ala della biblioteca >>
<< La biblio… oh >>Violet arrossì.<< Di sopra non ho notato nulla di strano, perciò ho pensato di continuare scendendo qui >>si affrettò a spiegare.
Piton la osservò con espressione neutra.
<< Ti sembra tutto tranquillo, allora? >>mormorò.<< Nessuno studente fuori dal letto? Nulla che ti sia sembrato sospetto? >>
<< Nulla >>ripeté Violet con sincera convinzione.<< A quanto pare, stasera sono rimasti tutti nei propri dormitori >>
<< Lo spero per loro. Dopo i venti punti che ho tolto a Grifondoro per la passeggiatina della signorina Leaf dovrebbero restarsene buoni per un po' >>scattò Piton.
Violet gli diede pienamente ragione, dentro di sé. Piton si avvicinò a una finestra a osservare i primi fiocchi di neve che si ammassavano sul davanzale. Aveva un’aria assorta e colpevole allo stesso tempo, o almeno questa fu l’impressione che ebbe Violet. La ragazza si domandò se quella storia dei lupi mannari fanatici di Greyback non gli avesse fatto ricordare l’epoca in cui era stato lui a seguire modelli pericolosi. Avrebbe voluto dire qualcosa per sollevargli il morale, ma sapeva che sarebbe stato un errore. Piton non era certo tipo che amava condividere i propri pensieri.
Un bagliore raggiunse le finestre del corridoio. Entrambi guardarono in basso verso il parco: sottili fasci di luce danzavano sul viale, non lontano dai cancelli.
Quando Piton e Violet li ebbero raggiunti, trovarono August alle prese con tre lupi mannari. Questi gli giravano attorno facendo scattare le zanne, il pelo irto sulle schiene muscolose. I loro ringhi si fondevano al crepitio prodotto dai fasci di luce che August continuava a far roteare davanti ai loro musi per tenerli lontani. Mentre Piton e Violet si avvicinavano, un lupo spostò lo sguardo su di loro, e il suo ringhio si fece più intenso.
August gli fece balenare una frusta di luce davanti al muso, costringendolo a concentrarsi su di lui. Un altro lupo fece scattare le fauci, senza però muoversi. August non distoglieva lo sguardo dai loro.
Violet fissava la scena, in attesa. Fece per evocare delle museruole e delle funi, ma l'incantesimo le morì sulle labbra. Uno alla volta, i lupi mannari si accucciarono a terra e smisero di ringhiare. August continuava a osservarli, e intanto dalla sua bacchetta fuoriuscirono lunghe funi che si avvolsero indisturbate attorno a loro.
<< Chiami il Ministero, professore >>furono le sue uniche parole.
<< Posse controllarli io >>obiettò Piton.
<< Rispondono solo a me >>replicò August.<< Non appena sarò abbastanza lontano riacquisteranno il controllo delle loro menti. È più sicuro che resti io >>
<< Molto bene >>Con un gesto rapido, Piton inviò il suo Patrono al castello. Prima di seguirlo, lanciò uno sguardo d’avvertimento a Violet, ma lei non se ne accorse.
Stava ancora osservando i lupi mannari resi innocui davanti a lei. Era semplicemente allibita.
<< Avrei dovuto capirlo >>sussurrò lentamente. << Lei è un vampiro >>
August si limitò a sorriderle come sempre, e quel gesto la fece sentire ancora più sciocca. Ecco perché Piton continuava a voler tenere d’occhio August al Club dei Duellanti. Ecco perché non tollerava il suo rapporto ingenuo con lui. Era tutto così ovvio che a Violet sembrò assurdo non essersene accorta subito.
<< Credevo che Minerva glielo avesse detto: tutti i professori lo sapevano già >>disse August. << Manterrà il segreto con gli studenti, vero? >>aggiunse, con una vaga nota d’apprensione nella voce.<< Molti genitori potrebbero avere qualcosa da ridire >>
<< Non gli darei torto >>ribatté Violet.<< È sempre circondato da gruppi di studentesse: e se un giorno non riuscisse a controllarsi? >>
Il sorriso scomparve dalle labbra di August, ma Violet non si pentì delle sue parole. Iniziava a vedere tutto, bacio compreso, sotto una nuova luce.
<< So controllarmi >>rispose piano lui.<< Non cedo all'istinto di fronte alle donne, anche se, a voler essere corretti, neanche gli uomini sarebbero al sicuro. La Preside mi ha offerto questo lavoro perché sa che può fidarsi di me e che non aggredirei mai i suoi alunni. L'altra sera, però, ho voluto testare il mio autocontrollo. Quando l’ho baciata >>aggiunse lentamente.<< Non so cosa sarebbe successo se non si fosse allontanata, ma la ringrazio per averlo fatto. Non nego di sentirmi attratto più da lei che dalle altre persone che vivono qui, ma a forza di stare insieme così spesso potrei avere difficoltà nel controllarmi. Se anche stasera fossimo rimasti soli, probabilmente avrei ritentato di baciarla. E non posso dire che non avrei fatto qualcosa di più pericoloso >>
Violet non seppe cosa rispondere, ma la pena di trovare qualcosa da dire le fu risparmiata dal ritorno di Piton, accompagnato dalla McGranitt e dalla squadra del Ministero. Era così frastornata che a malapena vide gli uomini del Ministero sedare i lupi mannari e annunciare che quelli erano gli ultimi rimasti liberi. August accettò con modestia i loro ringraziamenti e quando furono spariti oltre i cancelli, tenendo alte le bacchette per far levitare i lupi, la McGranitt propose a Violet, August e Piton di andare a riposare.
August si congedò non appena furono nella Sala d’Ingresso. Piton si offrì di accompagnare Violet in camera, e lei annuì meccanicamente. Nessuno dei due parlò per tutto il tragitto. A ogni passo, Violet vedeva tutti i segnali della vera natura di August che le erano sfuggiti.
<< Non osavo sperare che questa storia finisse tanto presto >>disse Piton.<< Dovrò offrire un Whiskey a Minerva… >>
<< Perché non mi ha detto subito che August è un vampiro? >>sbottò Violet, senza ascoltarlo.
<< Pensavo te ne saresti accorta da sola >>rispose Piton, un po' perplesso.<< Hai letto così tanto sull'argomento che credevo non ti ci volesse un mese per capirlo >>
Violet incassò in silenzio quella nuova prova della sua ingenuità. Iniziava a vergognarsi sul serio perché, in fondo, i timori di Piton non erano infondati. Suo malgrado, si era lasciata affascinare dall’affabilità e dal fascino di August e non si era accorta che era un vampiro.
Per sua fortuna, Piton non aggiunse altro. Si salutarono davanti la sua camera.
Violet si buttò pesantemente sul letto, la mente che lavorava frenetica. August era un vampiro e Piton aveva sempre cercato di farle capire di non abbassare la guardia. Chissà cosa avrebbe detto se avesse scoperto che era stata tanto imprudente da lasciarsi baciare… Con uno sbuffo, Violet guardò la sveglia sul comodino: erano le tre passate. Di lì a poche ore avrebbe avuto Incantesimi. Il suo cuore si alleggerì: almeno, da quel momento avrebbe dovuto preoccuparsi soltanto delle lezioni, finalmente.
 



Angolino dell’autrice: scusi, LadyDenebola, ma si sente bene? Si rende conto che non è passata neanche una settimana dall’ultimo aggiornamento? Non dovrebbe aspettare almeno due mesi prima di ripubblicare qualcosa?
Merlino, ancora non riesco a credere che ho aggiunto un altro capito in così pochi giorni! Quasi non mi riconosco! Direi che qualsiasi commento su quanto abbiamo appena letto sia superfluo. Prima di sparire, mi limiterò a ringraziare Morgana_Altea e Aloysia Piton per le loro recensioni e tutte(i) voi che avete aggiunto la storia tra le preferite o le seguite! Vi adoro!
   
 
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