Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: luxaar    06/12/2016    1 recensioni
Beatrice Macrì è una specializzanda di uno dei più importanti ospedali del Paese. Eppure, nonostante il risultato fino ad ora raggiunto, non è affatto sicura di se stessa, vittima della competizione sprezzante tra colleghi, che la rimproverano di essere troppo debole o comunque troppo poco fredda per quel lavoro così difficile. La passione è ciò che la guida in ogni sua decisione.
Edoardo Della Scala rappresenta, invece, esattamente il contrario di lei, almeno apparentemente.
Cinico, lucido e brillante sul lavoro, è amato da tutti i suoi colleghi e non soltanto perché è il figlio del primario, anche se questo sicuramente non guasta affatto.
Inutile dire che le loro strade si incontreranno e che il tempo dimostrerà loro quanto in realtà, al di là di ogni convinzione e aspettativa, siano inesorabilmente simili.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il turno di notte era quello che più odiavo.
Solitamente non dovevi far nulla per la maggior parte del tempo. Tutti dormivano e gli interventi clinici erano davvero pochi. 
Inoltre era buio e camminare attraverso i corridoi silenti era piuttosto inquietante.
Il medico strutturato preferiva rimanere nella sua stanza a compilare moduli e forse anche "giustamente" a dormire.
Riflettei su quanto fosse singolare la differenza tra il giorno e la notte lì.
Così affollato e confusionario nelle ore diurne tanto quieto e desolato in quelle notturne.
Vagavo attraverso i corridoi facendo risuonare il rumore dei miei passi, quando una voce mi destò.
Qualcuno chiamava il mio nome da una stanza e il suono attutito dalla porta rese il tutto ancora più angosciante.
Nonostante l'atmosfera da film horror, inspirai per prendere coraggio e abbassai la maniglia della porta.
"Bu!" gridò una voce al mio orecchio, che naturalmente mi portò ad emettere un urlo stridulo e un balzo indietro, mentre i battiti cardiaci cominciavano ad aumentare e un brivido freddo mi correva lungo la spina dorsale.
Ero terrorizzata, inoltre c'era un gelo e un buio inquietante che non aiutavano la situazione.
Però una risata smorzò la situazione assieme all'accensione della luce.
"Devo riconoscertelo: hai avuto il coraggio di aprire la porta, non me lo aspettavo proprio da te.."
Non ascoltai più una parola.
Non potevo crederci.
Edoardo si dimostrava ogni giorno più stupido.
Sembrava un bambino che giocava a fare il grande, che voleva ribadire la propria età avanzata facendo a botte e alzando la voce per dire solo e soltanto cattiverie.
Ero pronta ad andarmene, anche perché insultandolo avrei solo peggiorato la mia già precaria situazione.
Ancora non sapevo né se il padre sapesse del mio gesto del giorno prima, cosa che comunque davo abbastanza per scontata; insomma, perché mai Edoardo non avrebbe dovuto dirglielo? Se si divertiva così tanto a sottolineare quanto fossi un'incapace perché non rovinarmi definitivamente?
Né del resto conoscevo quale sarebbe stata la mia punizione: il primario era mancato tutto il giorno.
Questo stato di attesa, che sembrava portarmi sempre più giù, come un vortice che culminava al centro della terra, mi aveva reso tesa e in ansia per tutto il giorno e metà della notte.
L'angoscia per la mia inesorabile rovina si era impossessata di me e cercavo di sfogarmi muovendo convulsamente a destra e a sinistra l'anello che da sempre portavo al medio della mano sinistra.
"Non mi dire che il tuo fidanzatino ti ha lasciata, povera cucciola!" le parole irrisorie del biondo mi destarono e mi chiesi come avesse potuto leggere in me l'angoscia. Di solito ero abbastanza brava a nascondere le emozioni o ciò che pensavo, per lui sembravo invece un libro aperto?
Certo, il fatto che non avessi ascoltato neanche una parola di ciò che avesse detto o la mia decisione di non rispondergli a tono effettivamente potevano dare luogo a qualche sospetto.
Alzai gli occhi nocciola su di lui, decisa più che mai a ribadire quanto si sbagliasse e quanto, falsamente, non fossi tormentata.
Ma lui fissò il suo grigio nei miei occhi e dichiarò, insolente:
"Se è la reazione di mio padre che ti preoccupa, non devi: non dirò nulla del misero schiaffo che mi hai dato, in fondo che in confronto alle botte a cui sono abituato sembrava una carezza". E sorrise "forse" amaramente. E fu quel giorno che lo vidi, per la prima volta, mentre chiudeva le spalle nel suo camice bianco,  estremamente fragile.
Quello strana visione mi destabilizzò, ma capii lo stesso che qualcosa sotto doveva comunque esserci. 
Il mio supervisore mi odiava e su questo non c'erano dubbi.
E, nonostante, come avevo constatato negli ultimi due giorni, non fosse una cattiva persona non riusciva a comportarsi come se in me vedesse un essere umano esattamente come lui. 
Del resto non mi sopportava e ciò era lecito: non ci possono star simpatici tutti, no?
Certo, tanta cattiveria poteva sembrare perfidia, ma dover stare accanto e dover insegnare ad una persona che a causa forse della voce troppo squillante o semplicemente del suo carattere, ti urtava i nervi per ore intere, non doveva essere semplice.
"Vuoi qualcosa in cambio, non è vero?" gli chiesi così, ormai arresa al fatto che avrei accettato qualsiasi cosa. Speravo che non chiedesse qualcosa di profondamente amorale o forse già da allora riponevo la mia totale fiducia in lui e non lo credevo capace di qualcosa che andasse oltre i limiti della decenza.
"Caparbia la mia specializzanda! E se ti chiedessi di venire con me, lo faresti?" disse ridendo a causa della sua illazione a chiaro sfondo sessuale, che era stata accentuata dal movimento della lingua, però capii, o meglio sperai, dalla risata, che stesse solo scherzando.
Fortunatamente la mia preghiera era fondata.
"Naturalmente non lo farò." dichiarò serenamente e seriamente, con un tono grave che mi fece corrucciare la fronte, cercando di capire quale sarebbe stata la sua richiesta.
"Mi serve un favore. Un favore che però si prolungherà un po' nel tempo finché non riuscirò a convincere nuovamente Rosa ad aiutarmi"
Le parole di Edoardo mi confusero ancor di più.
Cosa c'entrava Rosa, l'affabile infermiera prossima alla pensione con lui? Mi chiesi se, forse a causa del tono così serio, avesse ideato un traffico illecito di medicinali.
Del resto non era la prima volta che si sentiva di medici che si facevano trascinare da questi turpi vortici.
Inoltre avrebbe avuto pure la protezione del padre, che sicuramente non doveva essere dimenticata.
Io non l'avrei sicuramente aiutato. Nonostante tutto ciò che avrei perso, per cui avevo buttato ogni altra possibilità  di vita, come se avessi abbeverato una sola delle piante che mi erano state donate alla nascita e avessi fatto seccare tutte le altre, non avrei comunque  preso parte a qualcosa che avrebbe arrecato danno non solo agli altri, ma anche e  soprattutto a me. Prendere parte a qualcosa del genere mi avrebbe dilaniato, i sensi di colpa mi avrebbero distrutto interiormente.
Purtroppo la mia ipotesi non trovò alcuna conferma anche perché, proprio mentre Edoardo  stava per aprire nuovamente bocca, quando Rosa aprii la porta, chiamandoci per un'emergenza.
Il mio supervisore riprese le vesti dell'efficientissimo medico, mentre io, seguendo i suoi ordini, continuavo a pensare che dai suoi traffici ne sarei stata più che alla larga.
Quanto mi sbagliassi lo capii soltanto quella sera.
Qualcuno bussò alla porta di casa mia e sicura si trattasse di Ilaria, la mia coinquilina, aprii velocemente senza controllare dallo spioncino chi realmente fosse.
Mai e poi mai avrei potuto pensare che davanti a me si sarebbero potute presentare quelle due figure.
La sorpresa però lasciò velocemente spazio al terrore.

****
Ciao a tutti, 
intanto volevo ringraziare tutte coloro che seguono questa storia e l'hanno inserita tra le preferite/seguite/ricordate.
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, 
un abbraccio, 
Laura

 
 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: luxaar