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Autore: Zomi    06/12/2016    5 recensioni
Dieci baci, dieci Universi Alternativi, dieci Flash Fic senza senso e perchè... dieci Nami e Zoro
#Exorcism! AU: -Vattene vattene vattene! - agitò il mestolo esasperato-Vattene da casa mia!!!-
#Shool! AU: -Roronoa! Vieni subito qui!- sbraitò avanzando verso il compagno di classe a passo di carica.
#Shara! AU: -Donna?- ridacchiò quella -Voi crociati: che strano modo avete di chiamarvi. Uomo, donna, bastardo...-
#Urban! AU: -È ora di svegliarsi Biancaneve…- ghignò, scodinzolando con la fosca coda.
#Cirque du Soleil! AU: -Ti prendo!- ansò Nami –Tranquillo: ci sono io!-
#SPQR! AU: -Se sconfiggerò tutte le bestie e ne resterò l'unica in piedi, Teach dovrà concedermi la libertà-
#Inca! AU: -Madre de Dios! Vuoi forse uccidermi prima del tempo?-
#Moschettieres! AU: -Che immagine bucolica e affascinante- sospirò gonfiando il petto –Non vi facevo un romanticone-
#Police! AU: -Non so, mi dica lei- strillò portando la mano libera al fianco –Potrebbero esserci problemi sapendo che un deficiente ha appena percorso cinquecento metri in contro mano in un senso unico?-
#Far West! AU: -Grazie- sussurrò, dividendo appena le loro labbra.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#Police!AU

 
Smontò dalla motocicletta della polizia slacciandosi il casco e sbattendo i tacchi degli stivaletti sull'asfalto.
A passo di marcia raggiunse lo sportello del guidatore della Ford Mustang Coupe, ignorando il riflesso della sua siluette in divisa d’ordinanza sulla carrozzeria smagliante.
 -Patente e libretto – ordinò, stringendo i denti nel sfilarsi gli occhiali a specchio, infilandoli per una stanghetta nella camicia bluastra aperta sul petto.
-Ci sono problemi… agente?-
Tipica frase da idiota che non vuole prendersi una multa.
Tipica frase da idiota che la faceva andare su tutte le furie,aggiungendo altro nervosismo a quello già accumulato in quella pessima mattinata che non sembrava voler volgersi al meglio purtroppo.
Perché lo sapeva Nami che quella mattina non poteva di certo migliorare.
Oh no!
Non era bastato dover essere di turno sulle strade  in quell’afosa mattina di giugno da sola, non era bastato dover dirigere il traffico tra Dressrosa Strett e Zou Strett nell’ora di punta in cui aprivano gli uffici e i broker impazzivano lanciando urla al cellulare e a ogni guidatore che li circondava, non bastava dover sopportare la voce impacciata e insicura di Purin alla radiotrasmittente della centrale, che sembrava chiedere perdono per le urgenze che trasmetteva ai colleghi.
No, non bastava!
-Problemi?- sbraitò, picchiando un pugno guantato sul tettuccio dell’auto, abbassandosi a fulminare con gli occhi lo stupido guidatore che ribatteva al suo sguardo furioso con uno laconico e confuso.
-Non so, mi dica lei- strillò portando la mano libera al fianco –Potrebbero esserci problemi sapendo che un deficiente ha appena percorso cinquecento metri in contro mano in un senso unico?-
Zoro inarcò un sopracciglio, tamburellando le dita sul volante.
-Credo di sì- scrollò le spalle –Ma perché mi ha fermato se c’è questo mentecatto in giro?-
-Perché il mentecatto è lei!- ruggì, afferrandolo per l’orecchio buono e strattonandolo facendo risuonare i tre piercing che l’ornavano.
-Ehi! Metti giù le mani ragazzina!- sbottò massaggiandosi il lobo e ringhiando contro l’agente, che per tutta risposta picchiò nuovamente un pugno contro la carrozzeria.
-Poche lagne e patente e libretto… e in fretta!- zittì le lamentele del verde sul nascere –O aggiungerò oltraggio a Pubblico Ufficiale alle infrazioni che hai trasgredito!-
Zoro masticò a denti stretti un’imprecazione, curvandosi con il busto verso il vano porta oggetti della sua auto.
Ecco che ci guadagnava a riportare l’auto a Rufy dopo che Franky gliel’aveva sistemata nel suo garage.
Una multa, una tirata d’orecchi e pure minacce dall’unica agente donna isterica e furiosa dell’intero distretto. Bella fortuna davvero!
-Ecco!- latrò passando i documenti alla poliziotta –Ma l’avverto che l’auto non è mia-
-Sta confessando di averla rubata?- sollevò un’occhiata indagatrice da dietro il libretto di circolazione.
-No! È di un mio amico!-
-E il suo amico sa che la sta guidando?- tornò ad appoggiarsi all’auto, sciogliendo la coda di cavallo per la calura crescente e liberando la chioma rossastra.
-Ovvio- piegò il capo Zoro, osservandola con attenzione.
-Meglio, così non aggiungeremo il furto alla chilometrica lista delle sue infrazioni- iniziò a compilare il blocchetto delle multe.
Zoro schioccò la lingua contro il palato, per nulla invogliato di ricevere l’ennesima multa.
-Non potresti chiudere un occhio?- si sporse, braccia penzoloni, dal finestrino totalmente abbassato.
-Hai percorso mezzo chilometro contro mano!- lo rimbeccò severa -Avresti potuto causare un incidente!-
-Ma non l’ho fatto- ghignò.
-Questo perché ti ho fermato in tempo…-
-Da quando poi Red Line Strett è un senso unico?- lasciò scivolare gli occhi sulla siluette dell’agente, apprezzandone i fianchi scoscesi e la camiciola sbottonata per l’afa.
Nami lo fissò per un lungo istante, smettendo di scrivere.
-Punto uno- gli tamburellò la penna sulla fronte –Red Line Strett non è mai stata un senso unico. Due…- continuò zittendolo nuovamente quando provò a replicare -… questa è Konomi Avenue. Tre..- si piegò portandosi facci a faccia con Zoro -… smettila di mangiarmi con gli occhi o dovrò aggiungere “molestie sessuali a pubblico ufficiale”-
Il ghigno del ragazzo aumentò.
-Come se ti dispiacessero-
-Non osare- lo richiamò ridacchiando.
-Potrei osare…-
-Oh no invece, oggi è una giornataccia e ti ritroveresti in una cella in men che non si dica- riprese a compilare il bollettario –E magari anche con un occhio nero!-
Zoro corrugò la fronte.
-Giornataccia?- la vide annuire non accennando a smettere di compilare ogni celletta del formato prestampato –Magari posso migliorartela…-
-E come di grazia?- inarcò un sopracciglio, maledicendosi di non averlo arrestato direttamente al fermo dell’auto quando incrociò il suo ghigno spavaldo.
Si, avrebbe dovuto arrestarlo e magari ammanettarlo a qualche lampione lì vicino e tornare al suo giro di vigilanza, ma non appena se lo ritrovò dinanzi, borioso e sicuro di sé, con quel suo ghigno da schiaffi stampato in faccia, sapeva che se lo avesse fatto se ne sarebbe pentita.
Perché Zoro, sceso dalla Ford di Rufy e atterrato sull’asfalto caldo, si era sporto a baciarla con naturalezza, accarezzandole piano il volto.
Un piccolo bacio.
Piccolo, dolce, innocente, ma che riuscì a smagnetizzare la giornataccia di Nami e a renderla, da negativa, a positiva in un battito di ciglia.
Lo stesso, che la poliziotta dovette ripete più volte per riprendersi, smettendo di fissare il verde che aveva di fronte.
-Tu sei pazzo- rise scuotendo il capo e strappando la multa –Vattene prima che cambi idea-
Zoro ghignò e rimontò in auto, sporgendosi dal finestrino per ammirare il fondoschiena della rossa avvicinarsi alla sua motocicletta.
-Questa è la tua zona di ronda?- domandò con tono casuale.
-Si- si agganciò il casco sotto il mento –Soprattutto se dei mentecatti imboccano la via principale in contro mano-
Avviò la moto, tolse il cavalletto e sfrecciò sulla via, salutando con due dita sollevate dal casco Zoro, ancora fermo con il motore spento sotto al sedere.
Si leccò le labbra e seguì con gli occhi la motocicletta della polizia scomparire su Alabastra Strett (o era la Settima di Water?), tamburellando le dita sul voltante.
L’afa si era alzata ancora, e lui avrebbe dovuto muoversi se voleva arrivare da Rufy in orario.
In fondo bastava che avviasse il motore, mettesse la freccia a sinistra per segnalare la sua inversione a U e imboccasse la via giusta per giungere dal suo amico.
Tamburellò nuovamente le dita, prima di fermarle e avviare la Mustang con un colpo secco di chiavi.
Sterzò il volante, non mise la freccia, non diede la precedenza a nessuno e continuò la sua marcia lungo la strada senza accennare a nessuna inversione.
I cinquecento metri ben presto divennero un chilometro.
 







 
EXTRA:
 
Non né poteva più.
Aveva la testa che scoppiava.
Si massaggiò il ponte del naso cercando di trattenere gli istinti omicidi verso la signora Califa, cliente abituale della lavanderia della signora Tsuru, e con quel lupo di mare di Jabura.
-Mi ha toccato il sedere! Sono molestie sessuali!-
-Non è vero! Le ho solo tolto un pelucco dalla gonna!-
-Bugiardo! È una lupazzata!-
-Lungi da me dire bugie! Signora agente glielo assicuro!-
Nami scosse il capo.
E dire che la giornata si era capovolta al meglio con l’incontro con Zoro.
Si, ricordava ancora il suo nome.
E il cognome.
La via, codice della patente, data di nascita e targa della Mustang del presunto amico, di cui sperava ardentemente nell’esistenza.
Prendersi una cotta per un ragazzo appena conosciuto era già ridicola di per sé, se questo ragazzo era pure un teppistello da quattro soldi e lei una poliziotta diventava una vera e propria barzelletta.
-Signora Califa se vuole denunciare il signor Jabura per un pelucco che le si era attaccato alla gonna in una lavanderia, faccia pure!- sbottò, cercando di rendere meno folle quella situazione –Ma le auguro che almeno il pelucco fosse radioattivo, altrimenti questa potrebbe candidarsi come la denuncia più ridicola dell’anno!-
-Mi sta forse dando della bugiarda?- strillò la bionda sistemandosi gli occhiali.
-Non lo era Jabura?-
-Miss Tsuru non si intrometta anche lei!- strillò la rossa, sbraitando contro la proprietaria della lavanderia.
-Lui mi ha molestato!-
-Al massimo le ho stirato la piega della gonna, il che per lei è una fortuna data la mia carriera da noto stilista di altissima moda frances…-
-Lupazzate!-
-Isterica fissata!-
-Molestatore!-
-Omicidio, qui ci scappa l’omicidio! E se dovrò tener chiusa la mia attività chi mi risarcirà? Il distretto spero! Vero agente Cocoyashi? Agente?!?-
La tentazione di armarsi della sua Nove Millimetri e fare una strage era palpabile nel palmo di Nami, che grazie al cielo invece che inforcare l’arma afferrò rapida la radio trasmittente, rispondendo alla chiamata che proveniva dalla centrale.
-Che c’è ora?!?!?-
-Ehm…- sentì tartagliare Purin -… so che forse non hai ancora risolto la faccenda alla Lavanderia Wash…-
-Forse?!? Forse dici?!?-
-… ma ci sarebbe un problema a Konomi Avenue- continuò con sempre minor voce –E dato che è la tua zona…-
-Che succede ora?- piagnucolò, ignorando miss Tsuru e i due piccioncini.
-Una Ford Mustang sta percorrendo l’intera via contro mano- deglutì pesantemente –Se tu potessi intervenire…-
-Manda qui l’agente Visnmoke- uscì a grandi falcate dalla lavanderia –Sbrigherà lui la faccenda qui, io mi occupo del mentecatto… ah Purin!-
-Si?- sembrò ritrovare coraggio nel sentire la collega di nuovo di buon umore.
-Non passarmi più chiamate: credo sarò molto occupata per tutto il resto del turno- chiuse la comunicazione e montò in sella, accendendo la sirena.
Sarebbe arrivata a Konomi Avenue in un attimo.
Oh che magnifica giornata!
   
 
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