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Autore: ThestralDawn    07/12/2016    1 recensioni
Severus Piton è sopravvissuto all'attacco di Nagini e è assunto la carica di preside ad Hogwarts. Tra gli studenti di cui si deve occupare ci sono suo figlio, Albus Potter e una nuova studentessa venuta da lontano, con un passato oscuro alle spalle. I tre Serpeverde, al di là delle nuove amicizie e vecchi rancori, dovranno affrontare qualcosa che metterà a repentaglio l'intero mondo magico.
-*-
.."Le forze mi stanno abbandonando, poso lo sguardo sul mio braccio, qualcosa di nero ora ha invaso la mia visuale. Sembra chiedermi aiuto, sembra voler uscire dalla ferita. Non so se quello che vedo è reale o frutto degli spasmi ma qualcosa di enorme e nero sta prendendo vita sul mio braccio: è un teschio, dalla cui bocca esce un serpente come una lunga lingua. Il mio cuore batte all'impazzata e penso possa uscirmi fuori dal petto in questo istante. I miei occhi restano incatenati alla vista del serpente, un istinto che non ho mai provato mi rassicura, non mi accadrà nulla di male finché lui è con me".
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Natale. Ecco arrivata un’altra festività senza scopo. Davvero mi chiedo quale sia il divertimento ad aspettare tutta la notte un grosso, grasso e vecchio uomo che s’intrufola in casa tua, e per cosa poi? Regali, regali palesemente fatti apparire con un semplice colpo di bacchetta. È ridicolo. Se dovessi elencare un aspetto positivo di questa festa, potrei accennare alle luci che puntualmente i mei genitori appendono all’esterno della casa, un senso calore, calma apparente tutt’al più mi pervade tutto al solo vederle. Quella stessa calma che provo, mentre circondato da banchi di neve che ricoprono i campi inglesi, siedo da solo in uno scompartimento del treno. Direzione King’s Cross.
Alla stazione ci aspetta la famiglia al completo. Noto subito che il pancione di mamma è aumentato di volume, sembra che abbia ingoiato una Pluffa! La futura Lily o il futuro Sirius deve stare comodo.
 
Il primo giorno di vacanze passa in modo perfettamente tranquillo, almeno per me: rimango chiuso in camera mia e finisco di leggere il libro del Principe. La cosa più degna di nota è una sorta di.. poesia? È difficile da dire, scritta in modo molto più ordinato e raffinato del resto degli appunti. Evidentemente Severus deve aver fatto molta più attenzione a questa parte che per tutto il resto del libro. L’inizio sembra quasi un indovinello:
 
Non è dato sapere
Come fronteggiare chi non si può vedere
Ma in caso d’incontro diretto
Parlare la lingua porta al rispetto
”.
 
Segue qualche riga bianca e poi l’incantesimo “Sostratu Glossa”. Le poche righe rimaste sulla pagina sono molto meno criptiche, si parla di Salazar Serpeverde, di come tra tutti i fondatori di Hogwarts sia stato il più misterioso e forse il più potente, nonostante l’incapacità di collaborare in un progetto comune che prevedeva il lavoro alla pari di tutti. Si parla di cimeli di famiglia tramandati da una generazione all’altra e di posti accessibili solo ai veri, pochi eletti Serpreverde, qualsiasi cosa voglia dire. Sono subito tentato di provare l’incantesimo ma ricordo fin troppo bene la faccia di James e la fine dello scoiattolo. No, aspetterò di ritornare a Hogwarts, solo dieci giorni..

*
 
Due giorni, due estenuanti giorni. Sono passati APPENA due giorni.. la curiosità mi sta facendo venire il mal di stomaco. Sento di essere completamente affascinato da quell’incantesimo e non ho nemmeno idea di che cosa faccia. Tutto quello che so è che DEVO provarlo. Non m’importa contro chi o contro cosa ma devo capire a cosa serva. Devo tornare a Hogwarts, non m’interessa se le vacanze non sono finite, anticiperò il ritorno di una settimana e tutto sarà risolto..

Pensando a come dirlo ai miei nel modo più delicato ed elusivo possibile mi stendo sul letto, chiudendo un attimo gli occhi. Mi risveglia un bussare leggero alla porta. Devo aver dormito un po’, fuori dalla finestra noto che si sono aggiunti un paio di cm di neve a tutta quella che ce n’era già prima.
“Albus?”.
Va bene, mia madre può entrare. Lei può perfino chiamarmi Albus senza che mi senta a disagio, senza che mi venga l’impulso di dire che Al è più che sufficiente. Le apro la porta e il suo sorriso timido si allarga sempre di più, fino a diventare una vera e propria risata.
“Ti sei addormentato vero? Guarda che capelli!”.
Me li sistema come meglio può ma sembra più una scusa per darmi una carezza che un vero tentativo di farmi stare a posto i vari ciuffi che vanno in ogni direzione. Sappiamo entrambi che comunque li mettiamo non staranno mai in ordine. Si siede sul mio letto sbuffando.
“Se solo la camera di James fosse ordinata la metà della tua!”.
Non so bene come rispondere, quindi non dico niente. Mi limito a stringermi nelle spalle e aspettare che continui lei il discorso; dalla sua aria vagamente afflitta capisco che deve farmi una qualche ramanzina, o qualcosa del genere.
“Al.. tuo padre ed io abbiamo parlato di te ieri sera, ed entrambi siamo un po’ preoccupati”.
Le chiedo perché, non mi viene in mente nulla di meglio da dire.
“Beh, sei sempre stato piuttosto introverso ma sembra che tu ti stia isolando e non so se è perché lo vuoi tu o per qualche altro motivo. Abbiamo fatto o detto qualcosa che ti ha fatto star male?”.
Se fosse stato mio padre a farmi questa domanda, gli avrei urlato contro un elenco infinito di cose che fa e che dice che mi hanno e mi feriscono tuttora ma non è questo il caso e non voglio che si preoccupi per me. Non mi piace vedere mia madre preoccupata in generale, e soprattutto non adesso che aspetta un bambino. Con il tono più convincente possibile cerco di rassicurarla, incolpo l’aver saltato un anno, i Professori che mi danno un sacco di compiti, gli allenamenti di Quidditch e tutto quello a cui riesco a pensare che possa giustificarmi. Quando finisco sono sorpreso dal tono allegro che ho mantenuto. Lei sembra pensarla diversamente però. Senza dire niente si alza e prima di uscire dalla camera si volta di nuovo verso di me.
“Noi siamo sempre pronti ad ascoltarti. Magari adesso non vuoi parlarne o farci sapere i veri motivi, ma sappi che io sarò sempre qui per te.”
 
A cena comunico la mia decisione di tornare a Hogwarts. Mamma mi guarda con tristezza ma non si oppone, mio padre mi chiede perché ed io ripeto tutto quello che ho elencato questo pomeriggio: le lezioni, i compiti, le cose da studiare, il quidditch. A ogni punto dell’elenco mi sento sempre più un verme pensando di ripetere le stesse patetiche scuse ma la cosa si trascina avanti meno del previsto.
Papà liquida la cosa con un’alzata di spalle, aggiungendo che sono abbastanza responsabile da sapere come comportarmi e che se voglio davvero andarmene di certo non me lo impediranno.
James commenta il tutto con una delle sue solite battute su quanto sia un secchione. Per il resto della serata cerco di restare con loro e di interessarmi davvero alla conversazione. È una fatica immensa, l’idea di ritornare in camera e starmene per i fatti miei mi sembra sempre più allettante man mano che la conversazione, monopolizzata da James, passa dal Quidditch a Hogsmeade, fino ad arrivare al suo sport preferito: prendermi in giro.
Domani.. domani sarò di nuovo a Hogwarts, e per un bel po’, potrò di nuovo far finta di non far parte di questa famiglia.
  
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