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Autore: Marie16    08/12/2016    1 recensioni
... Eccomi con una long. Sì lo so, ne ho in corso una, ma non potevo farci nulla. E' un'idea pazza, ma spero possa attirarvi. Cosa succede se gli inazumiani fossero in periodo medievale? Cosa succede se quattro regni si contendono una terra? Beh, non vi resta che scoprirlo!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Natsumi ricevette la lettera dal Regno Unicorn una settimana dopo l'arrivo di Kazemaru e Miyako dal Principe Ichinose.

Aveva tenuto nascosto a Mamoru il suo piano in quanto non voleva metterlo in pericolo più di quanto non fosse già. Lesse la lettera con un sorriso leggero:

"Natsumi-san, il vostro piano per incastrare il principe Kidou sta procedendo a gonfie vele. Tengo al sicuro i due fuggitivi almeno finché le acque non si saranno calmate, i vostri sudditi stanno svolgendo un ottimo lavoro. Non avrei mai creduto che fossero così bravi ad infiltrarsi all'interno del regno di Kidou senza che lui scoprisse qualcosa.

Siete un'ottima stratega.

Ora ditemi, il Principe Mamoru sta bene? Avete intenzione di raccontargli come siete riuscita a far fuggire sua sorella?

Nella speranza di avere presto una vostra risposta,

vi faccio i miei migliori auguri.

Il Principe Kazuya Ichinose."

Prese la pergamena vuota che si era portata dietro per rispondere al suo più fidato alleato che, a quanto pareva, continuava a seguire ciò che insieme avevano progettato per proteggere sia Mamoru ed Aya che Kazemaru e Miyako.

Finì di chiudere la lettera nell'esatto momento in cui il suo promesso sposo entrò nella stanza. Gli sorrise e gli fece cenno di attendere un attimo. Diede a Hiroto, del quale si fidava molto, la lettera che sapeva avrebbe mandato a Kazuya.

"Natsumi, a chi stai mandando la lettera?" domandò con curiosità Mamoru, il quale sapeva che la ragazza era una buona stratega e che non sapeva che ella aveva già mosso le sue carte per proteggere coloro che amava.

"Al principe Ichinose. - cominciò, sedendosi sul letto vicino al suo amato che la guardò con aria perplessa - A tal proposito, devo parlarti di una cosa importante." disse Natsumi, stringendo la mano del Principe. Mamoru le sorrise, incoraggiandola con lo sguardo a continuare il discorso.

"Ricordi il giorno in cui il principe Kidou ha invitato tutti i reali dei regni affinché partecipassero alla festa del suo fidanzamento? - Mamoru annuì, e allora lei continuò - Il piano per far fuggire Aya, Miyako e Kazemaru era mio." annunciò. Per Mamoru fu una rivelazione, sapeva che Natsumi era una grande stratega, ma che si fosse mossa così in fretta non lo aveva proprio calcolato.

"Perché tu non eri presente?" le chiese allora, curioso di sapere il motivo per il quale lei non aveva partecipato alla festa e soprattutto, come sapeva che Aya, Miyako e Kazemaru erano prigionieri di Kidou?

"Ho mandato una lettera a Kidou in cui dicevo di essere ammalata e che proprio non riuscivo a partecipare alla festa. Nel frattempo, ho inviato un'altra lettera ad uno dei miei tre sudditi infiltrati nel Regno di Kidou, in cui spiegavo il piano per liberare i tre prigionieri." spiegò Natsumi con naturalezza, era davvero fiera di essere riuscita nel suo intento. Ingannare Kidou e liberare i prigionieri.

"Come sapevi che erano prigionieri?" domandò allora, accarezzandole dolcemente i capelli. Quella donna si rivelava piena di sorprese e sentiva di amarla ogni giorno di più, non avrebbe sprecato altro tempo, l'avrebbe sposata appena possibile. Certo, sapeva di doverne parlare con il padre, ma sperava che egli non facesse troppe storie.

"Jirou Sakuma, Nahoko Hasegawa e Koujirou Genda sono miei sudditi che si sono infiltrati nel Regno Royal per tentare di impedire a Kidou di combinare guai. Purtroppo non hanno potuto fare molto, il principe è molto potente e tentare di ostacolarlo significa quasi sempre morte.

Quando Sakuma ha saputo che Aya era stata rapita ha tentato di contattarmi, ma ha dovuto bruciare la lettere perché Fudou lo stava per scoprire. Così ha dovuto aspettare un paio di giorni, a quel punto anche Miyako e Kazemaru erano stati rapiti." rivelò Natsumi, Mamoru la strinse a sé dolcemente, per poi darle un bacio sulle labbra. Era merito della donna che amava se sua sorella era tornata a casa.

"Ti amo, Natsumi. Sposiamoci al più presto." disse Mamoru, facendo emozionare Natsumi a tal punto che la ragazza scoppiò in lacrime.

"Certo!" disse in preda alla felicità.



Miyako passava i giorni a girare per la città con Kazemaru ed i due gemelli, le loro guardie del corpo, per evitare attentati alla loro vita.

Erano dei fuggiaschi con un certo valore, ma la prudenza non era mai troppa, in fondo conoscendo Kidou, poteva volerli morti per avergli fatto fare la figura dell'idiota.

"Sei pensierosa." disse Kazemaru, prendendole la mano. Miyako sobbalzò leggermente, intenta com'era a pensare non si era resa conto che Kazemaru le aveva parlato. Si voltò verso di lui con un sorriso.

"Hai detto qualcosa?" gli domandò, non aveva capito nemmeno cosa avesse detto, presa com'era dai suoi pensieri.

"Ho detto che sei pensierosa, qualcosa non va?" le chiese, curioso. Miyako era diventata più aperta da quando erano lì, eppure ogni tanto continuava a chiudersi in se stessa senza permettere a nessuno, lui compreso, di capire che cosa le stesse succedendo.

"Sono in pensiero per il Principe Mamoru. Dovrei essere lì a proteggerlo, invece io stessa sono un bersaglio del principe Kidou. Accidenti che pasticcio." disse, alzando gli occhi verso il cielo mentre stringeva la mano di Kazemaru.

"Va tutto bene, sono certo che Mamoru-kun se la stia cavando piuttosto bene. E poi hai sentito Ichinose-kun no? Hiroto lo sta proteggendo!" la rassicurò lui, sorridendo. Miyako annuì con il capo, non riuscendo comunque ad essere tranquilla.

"Mi dispiace." fu l'improvvisa uscita di Miyako, lasciando la mano di Kazemaru. In quel momento si sentiva tutto meno che degna di essere la persona amata dal principe. Lo aveva messo nei pasticci più di quanto avesse voluto. E dire che era il comandante in seconda dell'esercito del Regno Raimon, che figura ci faceva?

"Per cosa?" le chiese allora il turchino, posandole una mano sulla spalla. Miyako si voltò verso di lui con volto triste e le mani che tremavano.

"Ti ho messo in pericolo ed era l'ultima cosa che volevo. Sei la persona più importante per me, persino più importante del Principe Mamoru, e ti ho fatto finire nelle grinfie di Kidou senza poterti proteggere. Capisci, Kazemaru? Non sono degna di starti vicino." rivelò Miyako, trattenendo a stento le lacrime.

"Non dirlo nemmeno per scherzo! Non è colpa tua se siamo in questa situazione!" rispose lui, tentando di tirarle su il morale, senza riuscirci.

"Invece sì! Non capisci! Io sono il comandante in seconda dell'esercito del Regno Raimon e l'unica cosa che sono stata in grado di fare è stato farti quasi ammazzare! Non ti merito! Non dovresti nemmeno--" il suo sfogo venne interrotto dalle labbra di Kazemaru, che l'aveva zittita con un bacio. Si allontanò da lei per sorriderle dolcemente e poi abbracciarla, si stava prendendo sulle spalle troppi problemi senza ricordarsi che il cattivo della situazione non era lei, ma Kidou e che avrebbe fatto di tutto per fermare. E quando avrebbero fermato il suddetto, l'avrebbe sposata e che fossero dannate le leggi che glielo impedivano. Le avrebbe cambiate, fosse stata l'ultima cosa che faceva.

"Va tutto bene, Miyako. Non devi preoccuparti per me, sarei stato più in pensiero per te se fossi stata sola. Siamo insieme, vivi, ed è l'unica cosa che conta per me. Adesso me lo fai un sorriso?" la rassicurò Kazemaru, accarezzandole il capo. Miyako aveva il viso poggiato al petto del principe e si era rilassata nel suo abbraccio, era piacevole. Alzò il capo per guardare il suo amato e sorrise, sollevata. Aveva avuto paura che lui la incolpasse per quanto era accaduto, era felice di essersi sbagliata.

"Rientriamo, Ichinose-kun sarà preoccupato." disse Kazemaru, mentre osservava i gemelli che non avevano detto una parola da quando li avevano seguiti.

"Se siete principi anche voi, come mai vivete qui con Ichinose-kun?" domandò curioso, i gemelli si guardarono ed annuirono.

"I nostri genitori hanno preferito farci trasferire qui. Dicono che il nostro Regno è troppo pericoloso per noi due." rispose l'albino, il cui nome era Shirou.

"Non capiamo il perché, ma in fondo qui non si sta male." replicò Atsuya, dai capelli arancioni. Kazemaru annuì, la situazione non gli piaceva per niente. Qualcosa gli diceva che c'entrava Kidou anche in quella faccenda.

Quando rientrarono, Ichinose li accolse con il sorriso. Era bello che girassero la città, voleva che facessero amicizia con più persone possibile mentre lui controllava la situazione nel regno Royal.

"E' stata una bella passeggiata?" domandò, notando la tensione che aleggiava intorno ai quattro. Miyako annuì leggermente, agitata.

"Abbiamo avuto un piccolo intoppo. Miyako si preoccupa troppo." disse Kazemaru, stringendo la mano della compagna. La ragazza arrossì leggermente, Kazemaru sapeva metterla in imbarazzo quando voleva.

"Non hai di che preoccuparti, Miyako. Mamoru-kun è in ottime mani. Hiroto, le guardie del castello, persino i cavalieri del regno del Fuoco lo stanno proteggendo. E poi, la Principessa Natsumi è una grande stratega. Ha un piano in mente, e stai certa che funzionerà." le disse Ichinose, dandole una pacca sulla spalla. Quelle parole la rassicurarono più di quello che diede a vedere, ma non era sicura di aver capito bene.

"La Principessa Natsumi si trova con il Principe?" domandò, preoccupata. Natsumi era una donna fiera ed orgogliosa, oltre che profondamente innamorata del Principe. Se davvero era con lui, significava che stava correndo lo stesso pericolo del suo principe.

"Sì. Ha chiesto a suo padre metà cavalieri e si è diretta il prima possibile nel Regno Raimon. Ormai dovrebbe averlo raggiunto. Ah, se ti stai preoccupando per lei, beh non farlo. La Principessa è una donna testarda, ma sa il fatto suo. Devi stare tranquilla, sa cavarsela." spiegò Ichinose, Miyako annuì. Era davvero un bel guaio, ma se Ichinose stava tranquillo, anche lei doveva farlo. Si fidava della Principessa.

Kazemaru le sorrise, era certo che le cose andavano bene da Mamoru-kun. La guardò perso nei suoi pensieri, era veramente bella ed era stanco di nascondere i suoi sentimenti per lei, sebbene lì non ce ne fosse bisogno, doveva fare una cosa importante. Ichinose lo sapeva già, così aveva fatto in modo che rimanessero soli.

"Miyako." le disse, facendola voltare. "Sei la donna più bella che abbia mai visto in vita mia. La sola per la quale il mio cuore non smetterà mai di battere, la creatura più dolce e sensibile che abbia mai incontrato. Vuoi sposarmi?" Miyako non poteva credere alle sue parole. Stava succedendo davvero? Kazemaru voleva sposarla nonostante le leggi lo impedissero?

"S-Sì! Certo che voglio sposarti!" rispose, abbracciandolo dolcemente. Era la donna più felice del mondo.

Nel pomeriggio, Ichinose ricevette due lettere da parte del Regno Raimon, una di Natsumi, l'altra di Mamoru.

Lesse la prima e fu felice di sapere che le cose andavano per il verso giusto, in fondo se la meritavano un po' di tranquillità.

Aprì la seconda e si stupì moltissimo di ciò che c'era scritto:

"Siamo lieti di annunciarvi che il Matrimonio fra la Principessa Natsumi Raimon del Regno del Fuoco ed il Principe Mamoru Endou del Regno Raimon avverrà fra due mesi esatti. Siete tutti invitati, ci raccomandiamo di portare un regalo. Anche solo la vostra presenza sarà considerata un regalo gradito dagli sposi.

Con affetto,

Il Principe Mamoru Endou e la Principessa Natsumi Raimon."

Il ragazzo corse dai due promessi con la lettera in mano ed entrambi scoppiarono in lacrime.

Quindi anche Endou stava per fare il grande passo!



Erano passati un paio di giorni da quando eravamo "segregati" nel castello del mio Regno quando arrivò la prima lettera minatoria ad Aphrodi, il quale sembrava abbastanza tranquillo.

Dalla scrittura, sembrava esserci lo zampino di Kidou, eppure aveva detto chiaramente che io non ero più nelle sue grazie, quindi perché avrebbe dovuto minacciare Aphrodi per aver annunciato il nostro fidanzamento?

"Sei sicuro che vada tutto bene?" gli chiesi, lui mi sorrise accarezzandomi dolcemente i capelli.

"Certo." fu la sua risposta, era così tranquillo che mi faceva quasi sentire meglio. Quasi, appunto.

Nonostante stessimo passando un momento non dei migliori, ero felice che mio fratello avesse deciso di sposare Natsumi al più presto. Non lo avevo mai visto sorridere in quel modo, e la cosa mi sollevava molto. Natsumi poi mi trattava come una sorella minore, regalandomi abbracci nei momenti di bisogno e dispensandomi consigli quando li chiedevo. Uscii dalla stanza, dando un lieve bacio sulle labbra ad Aphrodi. Avevo bisogno di un po' di aria fresca.

"Natsumi-chan!" la chiamai, appena la vidi nel corridoio. Natsumi si voltò verso di me e si aprì in un sorriso.

"Aya-chan!" disse, correndo ad abbracciarmi. Quando mi abbracciava, sentivo il calore dell'amore di una sorella che cercava di proteggere la propria famiglia come meglio poteva.

Natsumi era tutto ciò che volevo essere, era il mio esempio di vita. Chissà se sarei mai riuscita a diventare forte e coraggiosa come lei, in futuro.

"Va tutto bene?" mi chiese con voce dolce, io scossi il capo ma non dissi nulla. Avevo paura di crollare se le avessi esternato i miei pensieri.

"Ehi, lo sai che con me puoi parlare, vero?" le annuii, ben sapendo cosa intendesse. Potevo davvero confidarle ciò che tenevo in fondo al cuore?

"Cos'è che ti turba?" mi domandò, non riuscii più a tenermi tutto dentro così alla fine le raccontai tutto.

Di come mi sentissi in colpa di essere scappata dal Regno per seguire egoisticamente il mio amore, mettendo così a rischio non solo la mia vita, ma anche quella di mio fratello e dell'uomo che amavo. Di come, per causa mia, era scoppiata la rivolta nel Regno Zeus e di come, sempre a causa mia, Miyako e Kazemaru avevano rischiato la vita per salvarmi.

Non volevo restare per sempre la principessa da difendere, volevo essere d'aiuto. Volevo crescere anche io come era maturato mio fratello.

"Non è colpa tua sai? La rivolta è scoppiata perché Kidou ha messo in giro delle voci non vere. Non puoi biasimarti per questo." mi consolò Natsumi, accarezzandomi i capelli.

"E' anche vero però che sei scappata senza dire nulla a tuo fratello, mettendo in pericolo le vostre vite. Posso capirti, sai? C'erano stati momenti in cui sarei voluta scappare anche io, venire qui per stare con Mamoru senza dover per forza dire nulla a mio padre. Non l'ho fatto, sono rimasta ad aiutare mio padre finché non ho saputo che tuo fratello era in pericolo di vita. Ho chiesto a mio padre di andare da lui e lui mi ha concesso il permesso, ma solo se avessi portato con me almeno metà dei cavalieri. E così eccomi qui.

Questo ti è servito da lezione, no? Ti ha fatto capire che sei stata egoista e che avresti potuto dire tutto a tuo fratello." mi disse, sgridandomi, ma sempre con un sorriso.

"Hai ragione... Mi è servito per capire che devo smettere di fare i capricci e che se voglio davvero qualcosa, devo meritarmela." Natsumi sorrise ancora e mi diede un bacio in testa.

"Ottimo. Ora va a dormire, si è fatto tardi. Domani parlaremo con Mamoru, gli dirai che ti dispiace e che hai capito di aver sbagliato. Va bene?" annuii, lasciando il suo abbraccio.

Tornai in camera con il cuore più sereno e mi addormentai, abbracciata all'uomo che amavo.



Reize si voltò a guardare Gran, annuendo. Ben presto le cose sarebbero cambiate per i ribelli, in quanto il gruppo di Gran era pronto finalmente a compiere l'ultimo atto affinché il rossino diventasse il capo dell'organizzazione.

"Siete tutti pronti?" domandò Reize ai compagni, i quali annuirono. Il piano sarebbe stato attuato a minuti, mancava veramente poco.

"Al mio tre. Uno, due, tre! Forza andate!" disse Gran, entrando nell'edificio che ospitava l'attuale capo dell'organizzazione.

Reize, Ulvida e Gran si diressero verso la parte sinistra dell'edificio mentre gli altri si dirigevano verso la destra.

L'attacco colse impreparati i difensori, tanto che quasi nessuno si accorse di nulla.

Solo Gazel si rese conto di cosa stava succedendo e si allontanò per andare alla ricerca di Burn ed organizzare con lui un modo per eliminare la minaccia che portava il nome di Gran.

Il capo dell'organizzazione era un uomo a cui nessuno aveva mai chiesto il nome, probabilmente per paura, e per il quale tutti eseguivano gli ordini. Era anche a causa sua se i simpatizzanti dei due rossini non si erano mai ammazzati, avevano troppa paura di lui per anche solo cercare di fare qualcosa di male agli altri.

"Gran. Sapevo che mi avresti tradito." disse il capo, guardando negli occhi il giovane che gli si parava davanti.

"Mi dispiace capo, ma l'organizzazione ha bisogno di un nuovo leader. Non permetterò che altri innocenti muoiano. Non siamo carne da macello." replicò il rossino, prima di lanciarsi all'attacco del capo. Reize ed Ulvida sapevano che era una cosa che doveva fare da solo, così lasciarono che fosse Gran ad uccidere il capo.

Lo scontro durò più del previsto, Gran, dopo avere per molto tempo studiato le mosse dell'avversario, colpì lo stesso nel punto scoperto. Il colpo inferto al capo centrò lo stomaco dello stesso, facendolo cadere al suolo. Gran si portò una mano sul braccio rimasto ferito da un colpo preciso infertogli dall'ormai moribondo capo, e si sedette a terra.

"E' finita." disse il rossino mentre vedeva morire colui per il quale aveva lavorato per molti anni.

Rimase seduto per un po' di tempo, mentre Reize e Ulvida gli curavano la ferita, poi si alzò ed ai ribelli rimasti annunciò di essere il nuovo capo.

"Come prima cosa, da oggi in poi, noi non saremo più al servizio di nessuno. Non ho intenzione di farvi morire inutilmente per conto di persone che non sono capaci di difendersi da sole. Da oggi l'organizzazione Aliea sarà indipendente. Potrete tornare ad usare i vostri nomi, niente più soprannomi o cose del genere.

Da oggi in poi, io non sarò più Gran, ma Hiroto Kiyama, capo dell'organizzazione Aliea.

Reize, vorrei che tu fossi il mio vicecapo. - il pistacchietto annuì, sorridendo leggermente - Come ultima cosa, ma non meno importante, da oggi in poi saremo alleati con il Regno Raimon, di conseguenza anche con il Regno Dark Emperors, Zeus e Unicorn.

Se qualcuno ha qualcosa in contrario, può benissimo dirlo ora oppure può lasciare l'organizzazione." annunciò Hiroto, finalmente libero da quel nome che non sentiva suo. Reize poteva tornare a chiamarsi Ryuuji Midorikawa, un nome che stava iniziando a dimenticare.



Gazel riuscì a trovare finalmente quello scansafatiche del tulipano, se conosceva Gran sapeva che era diventato il nuovo capo dell'organizzazione e doveva evitare che si alleasse con Mamoru Endou.

"Muoviti tulipano, Gran ha appena attaccato la fortezza. Sarà ormai diventato il nuovo capo." Burn non era affatto contento della notizia, infatti socchiuse gli occhi.

"Bene, allora sarà il caso che ci dividiamo i compiti. Tu uccidi Gran, io uccido Endou."

Gazel annuì. Sapeva che dovevano fare in fretta, ma colpire Gran mentre era ancora alla fortezza era rischioso. Così attesero che tornasse al castello da Mamoru, il quale era rimasto senza la protezione del rossino per quasi tutto il giorno e non era stato ammazzato neanche una volta.

Era tarda notte quando decisero di attaccare, Gazel si diresse nella camera riservata ad 'Hiroto' mentre Gran a quella del Principe.

Gazel entrò nella stanza del rossino, sicuro che stesse dormendo, e lo attaccò. Proprio in quell'istante una luce - quella della lampada ad olio presente nella stanza - illuminò l'area circostante. Con sua enorme sorpresa, trovò sia Hiroto che il Principe Aphrodi svegli a braccia conserte, come se sapessero che sarebbe arrivato.

"Per caso volevi uccidermi, Gazel? Ti è andata male." L'albino socchiuse gli occhi, e fece per uscire dalla stanza. Purtroppo Shinichi era fuori la porta, e lo arrestò.

La stessa sorte toccò a Burn, il quale si era trovato Mamoru Endou perfettamente sveglio e consapevole che lo volessero uccidere, e venne arrestato da Goenji Shuuya.

"Bene, avremo di che parlare noi tre. Voglio sapere tutto su chi vi ha assoldati, e se non sarete collaborativi, vi farò collaborare io." li minacciò il Comandante dell'esercito. I due deglutirono, ma erano decisi a stare zitti. Erano addestrati per quello.



Kidou era impreparato, la lettera che il principe Mamoru gli aveva mandato era qualcosa che non si aspettava. Come mai voleva che partecipasse al suo matrimonio? Gli nascondeva qualcosa oppure era davvero così ingenuo da invitare il nemico a casa sua?

Non gli restava che scoprirlo. Sarebbe andato a quel matrimonio, mancavano ancora due mesi, poteva ancora mettere in atto qualche piano o due.

Non sapeva ancora cosa lo aspettava. Sakuma, Nahoko e Genda stavano eseguendo il piano organizzato dalla principessa Natsumi in modo da far cadere Kidou in trappola.

Molto presto, la minaccia che portava il nome di Yuuto Kidou poteva essere eliminata.

"Quando tutto sarà pronto, ti farò il segnale. Tieniti pronta, va bene, Nahoko?" disse Sakuma. La ragazza annuì.



Angolo dell'autrice:

Oh mio Dio, come al solito ci ho messo moooolto tempo per aggiornare. Ma le idee che mi vengono in mente sono sempre troppe e quindi mi ci vuole tempo a metterle per iscritte.

Spero che questo capitolo vi piaccia, e che niente risulti troppo frettoloso o incongruente.

E' tardi e quindi ho fatto in fretta a chiudere.

Vedrete cosa avrò in serbo per voi, non preoccupatevi.

Natsumi è geniale. Vedrete quanto u.u

Ora vi saluto,

Un abbraccio cuccioloso,

Marie

  
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