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Autore: Ciuffettina    09/12/2016    5 recensioni
Lui era il glorioso arcangelo Raphael, perché mai doveva fare da balia a quel ragazzetto complessato?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Gabriel, Metatron, Nuovo personaggio, Raphael
Note: Cross-over, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Odio essere un umano!” Raphael era giunto a quell’amara ammissione dopo neanche mezz’ora che erano partiti. Maledizione! Lui era un angelo, anzi un arcangelo con tanto di sei ali e avrebbe potuto trasportare quel moccioso a Gabe in pochi minuti, invece gli toccava camminare su sentieri sassosi, ritrovandosi così la tunica e i calzari tutti impolverati, in più quel sacco di pulci, che Tobia si era portato dietro, continuava a ringhiargli contro.
Camminarono insieme finché li sorprese la prima sera; allora si fermarono a passare la notte sul fiume Tigri.
Tobia scese nel fiume per rinfrescarsi un po’, quando un grosso pesce balzò dall'acqua e gli morse un piede, al che si mise a strillare.
Quanti strepiti! Neanche lo stesse divorando uno squalo!” pensò Raphael scocciato. «Afferralo e…» stava per dire «Scaraventalo lontano da te» quando gli venne in mente qualcosa che aveva letto su quella pergamena «… non lasciarlo fuggire» disse invece.
Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva. «Lo mangiamo? Ma come si fa a pulirlo? Ci pensava sempre la mamma…»
Oh Padre!” Avrebbe potuto schioccare le dita e il pesce sarebbe stato cotto in un secondo e invece… «Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato e mettili in disparte perché possono essere utili medicamenti e getta via invece gli intestini.»
Tobia squartò il pesce e fece quanto indicato ma, non essendo abituato a maneggiare il coltello, si ferì alla mano.
«Vai a sciacquarla nel fiume» gli disse l’angelo, sbuffando irritato. “Prima il piede, adesso la mano… Mai visto un umano più inetto!
Mentre il ragazzo si accovacciava sull’argine, Raphael dispose dei rametti per terra e sopra ci mise delle foglie secche e, accertandosi che quel moccioso fosse ancora girato, schioccò le dita per accendere il fuoco.
«Wow!» esclamò Tobia ammirato, quando tornò. «Come hai fatto ad accenderlo così velocemente?»
«Bisogna saperlo fare» rispose scrollando le spalle.
Tobia infilzò il pesce su un rametto e lo arrostì, ne mangiò una parte e offrì l’altra a Raphael che rispose: «Gli ang… ehm… i pesci non mi piacciono, finiscilo pure tu.»
«Sicuro che non lo vuoi?» chiese Tobia e lo lanciò al cane. «Azaria, che rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?»
Cercando di ricordare le sciocchezze scritte sulla pergamena, Raphael rispose: «Far respirare il fumo del cuore e del fegato a una persona, uomo o donna, posseduta da un demone, la libera dalla possessione. Il fiele, invece, si può spalmare sugli occhi di uno affetto da albugine; si soffia sulle macchie e gli occhi guariscono.»
Finito di mangiare stesero i loro mantelli per dormire, o meglio, dormì soltanto Tobia, perché Raphael, appena si accorse che l’altro si era addormentato, ne approfittò per farsi un voletto e sgranchirsi le ali. Quando atterrò, il cane, come al solito, gli ringhiò contro.
«Sparisci!» gli sibilò spalancando all’improvviso le ali al che l’animale scappò uggiolando.

Il mattino dopo Raphael avrebbe voluto rimettersi subito in viaggio ma Tobia non era dello stesso avviso: «Caleb! Caleb è sparito! Dobbiamo trovarlo! Chissà perché è scappato… Dividiamoci, così lo troveremo prima!» Corse in una direzione, chiamando a gran voce il suo cane.
Maledizione! Ora gli toccava anche cercare quel dannato botolo… “Ma dove si sarà cacciato?” pensò incamminandosi nella direzione opposta.
«Ehi, Raphi, serve un’ala?» chiese una voce ironica dietro di lui.
«Gabriel, non vedi che sono molto occu…?» replicò Raphael girandosi ma s’interruppe quando vide il fratello seduto per terra con il cane di Tobia che gli leccava la faccia, mentre lui lo grattava dietro le orecchie. «Dove l’hai trovato?» gli domandò Raphael schifato.
«Preso paura, eh?» ridacchiò Gabriel. «Ero curioso di vedere come avresti gestito questa missione, perciò ti osservavo dall’alto e beh…» esitò un attimo, scuotendo la testa, «vorrei ricordarti che Tobia considera questo cane il suo miglior amico, perciò non è stata una cosa molto carina averlo cacciato via, no, no, no…» disse agitando l’indice con enfasi.
«Quell’animale mi odia! E tirati su da terra! Non hai un minimo di dignità! Sei un arcangelo, che cosa direbbero i tuoi sottoposti se ti vedessero così?» lo redarguì con le braccia incrociate.
«Ti odia, eh? Chissà poi perché…» Si alzò, si spolverò la tunica e si chinò ad accarezzare ancora Caleb: «Sei proprio simpatico, non come certe mie conoscenze…» Scoccò un’occhiata in direzione del fratello. «Se fossi un umano, ne vorrei uno anch’io… magari un po’ più piccolo, se ce ne fossero(1)… Torna dal tuo protetto» disse rivolto all’altro arcangelo, «prima che qualche coccodrillo decida di usarlo come spuntino.» Spalancò le ali e volò via.
Raphael afferrò il cane per la collottola e s’involò nella direzione in cui aveva visto dirigersi Tobia, atterrò un po’ lontano e mollò l’animale che si mise a correre verso il ragazzo.
Finalmente poterono riprendere il viaggio!

Erano entrati nella Media ed erano vicini a Ecbàtana, quando Raphael disse al ragazzo: «Tobia, questa notte alloggeremo presso Raguel, che è un tuo parente. Ha un’unica figlia chiamata Sara. Tu, come il parente più stretto, hai il diritto di sposarla più di chiunque altro. È una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una brava persona. Ascoltami, parlerò al padre questa sera, perché acconsenta al fidanzamento. Quando torneremo da Rage, faremo il matrimonio, la prenderemo e la condurremo con noi a casa tua.»
«Azaria, non mi sembra una buona idea» replicò Tobia a disagio. «Ho sentito dire che ella è già stata data in moglie a sette uomini e sono tutti morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui avrebbero dovuto unirsi a lei! C’è un demone che è geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, lo uccide. Ho paura perché sono l’unico figlio dei miei genitori: se morissi, non avrebbero nessuno che li seppellirebbe.»
Avresti fifa, anche se i tuoi avessero venti figli e tutti becchini!” «Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato?»
«E tu come lo sai?»
Eh già, come lo sapeva? Avrebbe dovuto ammettere che era stato fuori a origliare? «Tuo padre mi è sembrato una persona molto devota, pertanto sicuramente ti avrà esortato a sposare una donna del tuo casato, come fecero Abramo, Isacco e Giacobbe, o sbaglio? Ascoltami, dunque: non preoccuparti di questo demone e sposala. Quando entrerai nella camera nuziale, devi mettere il cuore e il fegato del pesce sulla brace degli incensi. L’odore si spanderà e il demone, annusandolo, fuggirà e non comparirà mai più. Poi, prima di unirti a lei, alzatevi entrambi e pregate. Supplicate il Signore affinché venga su di voi la Sua grazia e la Sua salvezza. Non temere: ella ti è stata destinata fin dall’inizio dei tempi. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli. Non stare in pensiero.»
A quel punto, Tobia non riuscì più a distogliere il cuore e il pensiero dalla bella Sara…

 
*****

All’epoca i cani erano abbastanza grossi, in quanto servivano per la guardia, per custodire i greggi o addirittura per la guerra… Non c’era ancora l’idea del “cane da compagnia” o, come li chiamo io, “da grembo”. È abbastanza probabile che il cane di Tobia, veramente presente nella Bibbia, sia stato un Canaan Dog, decisamente più grosso di un Jack Russel ;-D
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