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Autore: Crateide    09/12/2016    2 recensioni
"- Chi... chi sei?
Castiel abbassa lo sguardo e qualcosa dentro di lui freme davanti a quel volto sporco di zolfo e dalla mascella forte, davanti a quegli occhi smeraldini e smarriti, bagnati di lacrime roventi come fuoco.
Per un lungo, interminabile istante, rimane imbrigliato in quello sguardo languido, e se ne sente rapire."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione, Quarta stagione
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Note: Ciao a tutti, è la prima fan fiction che scrivo su Supernatural e spero di aver fatto un lavoro quantomeno discreto, considerando che mi trovo solo alla fine della Sesta Stagione (eh sì, lo seguivo quando lo davano in TV nei lontani inizi 2000, ma poi mi sono persa per strada... esattamente alla terza serie).

Devo dirlo subito? Amo la Destiel, ma prima di imbarcamenarmi in progetti più “ambiziosi”, preferisco scrivere qualche What if? e/o Missing Moments (per non parlare delle AU, se mai mi verrà in mente qualcosa che valga la pena di essere scritto). Detto questo, spero che il “mio” Castiel sia abbastanza IC e che come primo tentativo non sia poi così orrorifico.

Grazie per l’attenzione e, se lo farete, per aver letto! :)

 

 

 

 

 

 

Never stop hoping

Need to know where you are

But one thing’s for sure

You’re always in my heart

- Somewhere, Within Temptation -

 

 

 

 

 

 

“Quanto vorrei alzare lo sguardo... Lo sai solo tu, Padre mio”.

Castiel mantiene il capo chino e il pugno a terra, genuflesso sul ginocchio sinistro. L’altra mano è posata sul cuore, che palpita d’amore per Dio, per l’amato genitore.

Ah, quanto vorrebbe vederlo! Quanto vorrebbe scorgere ogni piega del suo volto divino e vedervi riflessa l’infinità del tempo!

Ma l’Angelo del Signore sa che non può. A lui non è dato questo privilegio e deve accontentarsi di udirne solo la voce. Quella voce tonante e dolce, che racchiude in sé tutte le melodie del Paradiso. Nessuno fra i suoi fratelli può vantare un timbro così cristallino, così amorevole, così paterno.

Lì, nella casa del padre, al centro della Candida Rosa tutto è annegato, bagnato di Luce. E di Amore. Un Amore talmente grande, che Castiel se ne sente quasi schiacciare, annullare, soffocare. Un Amore che, lo sente e ne è orgoglioso, è tutto rivolto a lui.
- Cosa devo fare, Padre? Perché mi hai convocato al tuo Santo cospetto? – chiede. La voce trema, sembra quasi un singulto commosso.

Un suono lontano e atavico gli perfora i timpani, gli si insinua sotto la pelle, lo fa fremere fin nel profondo.

Eccola: la Voce di Dio!

Castiel s’inchina, se possibile, ancora di più. Si rannicchia, si annichilisce su se stesso, mentre con le orecchie coglie ogni parola e con la mente le trattiene.

All’esterno, il coro dei suoi fratelli si fa più intenso e, per un istante, surclassano la Voce di Dio. Cos’ha detto suo padre? Ha tentato di rivelargli i suoi progetti, ma – forse per Suo volere? – Castiel non l’ha colto.
- Devo dunque salvare un uomo dall’Inferno, Padre?

Un trillo gli risuona nelle orecchie, riverberandosi nella sua mente all’infinito, come l’eterno moto delle onde del mare.
- Se è questo il Tuo volere, Padre mio, lo farò.

Con il capo chino e gli occhi abbacinati, l’Angelo del Signore si risolleva lentamente e compie tre piccoli passi indietro. Ad un tratto, però, i suoi piedi si arrestano e una domanda gli sboccia nel cuore. Una domanda che Lui, lo sa, ha ascoltato.

“Perché io, Padre?”.

A rispondergli, è solo una nuova ventata d’Amore.

 


*  *  *

 

 

Castiel scende, scortato da alcuni fratelli.

L’odore di zolfo gli penetra nei polmoni, lo avvelena. Il lezzo aumenta ad ogni battito d’ali, ad ogni Prigione che supera abbattendo Demoni su Demoni.

All’improvviso, allo zolfo si mesce un altro fetore, che lo colpisce con la forza di un pugno nello stomaco.

Sangue.

Le urla dei Dannati, di coloro che in vita hanno preferito l’Inferno al Paradiso, si fanno sempre più intense. Castiel chiude gli occhi screziati, provando un sentimento di pena e rammarico per quelle tristi anime condannate a eterni supplizi.

Pochi istanti – solo pochi istanti – e il suo cuore torna scevro di ogni sentimento. Non sta a lui avere pietà di quei Dannati, non sta a lui pregare per la loro Salvezza.
“Devo sbrigarmi” s’incalza invece.

Le sue ali si piegano, palpitano, vibrano. I miasmi degli Inferi gli corrono incontro, lo avvolgono in una nube porpora, plumbea e pesante. A tratti, l’Angelo del Signore riesce a scorgere, fra quella bruma frastagliata e sfrangiata, i volti incartapecoriti di uomini e donne che invocano pietà, che tendono le loro mani scheletriche verso di lui.

Castiel ripiega le ali e si lascia precipitare, concentrando lo sguardo sull’uomo che Dio ha deciso di restituire alla Vita e che, purtroppo, ha ceduto alle lusinghe dei Demoni.

“Sono forse giunto in ritardo?”.

Castiel allunga una mano e, prima che l’umano possa scagliarsi sull’anima legata alla Ruota, lo sfiora sulla spalla, lo ustiona per purificarlo da ogni suo peccato lì compiuto. È Dio che lo desidera, è Dio che gli ha detto di farlo.

Il Demone che lo custodiva vorrebbe trattenerlo presso di sé, come pattuito, ma non può nulla contro le schiere angeliche che lo incalzano. Così corre a rintanarsi, maledicendo il nome di Dio e bestemmiando i suoi angeli.
- Chi... chi sei?

Castiel abbassa lo sguardo e qualcosa dentro di lui freme davanti a quel volto sporco di zolfo e dalla mascella forte, davanti a quegli occhi smeraldini e smarriti, bagnati di lacrime roventi come fuoco.

Per un lungo, interminabile istante, rimane imbrigliato in quello sguardo languido, e se ne sente rapire.

Castiel si inumidisce le labbra e si china sull’umano, che aggrotta le sopracciglia, confuso.
- Qual è il tuo nome? – gli chiede in un sussurro.

Prima che risponda, lo sente deglutire e prendere aria. Aria fresca, angelica, che lo ripulirà da ogni lordura infernale.
- Dean – dice con voce arrochita – mi chiamo Dean Winchester.

Castiel spalanca le proprie ali e lascia libera quell’anima ormai salva. La vede farsi sempre più piccola, sempre più distante e lontana.

“Dean” pensa, si ripete fra sé. “Non dimenticherò facilmente questo nome. Lo sento”.

 

 

 

   
 
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