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Autore: Violet Tyrell    09/12/2016    1 recensioni
"Cosa sappiamo di questo nostro nemico?" si affretto a chiedere il mago, prendendo posto attorno al tavolo rotondo, trovando la poltrona particolarmente invitante in quel momento per riprendere parte delle energie. Anche i tre colleghi non avevano un aspetto particolarmente ordinato, ma era anche normale. Di fronte a lui, separato solo dal tavolo, c'era proprio Salzar, il più disinteressato da quello che mostrava, ai lati erano invece sedute Helga - con ancora la veste sporca di sangue e fango - e Rowena, anche lei non al meglio. Tutti però perfettamente lucidi.
Storia a quattro mani (Violet e Lisa ) - ambientata ai tempi dei Fondatori, particolarmente incentrata sui figli di Salazar Slytherin personaggi originali) e un grosso segreto.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I fondatori, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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capitolo 1 - i semi della grandezza
 

Capitolo I - Bloem

 

Pioveva. La pioggia si frantumava contro i vetri; era raro che piovesse in quel modo, ma a Bloem piaceva molto più della solita densa nebbia che avvolgeva il castello: sembrava di essere in un altro mondo, lo stesso castello al suo interno non era molto differente, ma a lei non importava.  Non vi era mai troppa luce nella stanza, tuttavia gli specchi rimandavano riflessi giocosi per tutto l'ambiente; la ragazza osservava con aria critica il proprio profilo in sette parti. Sette specchi la circondavano, levitando a qualche centimetro da terra e spostandosi a ogni suo movimento.

 Sì, l'immagine - anzi, le immagini - che vedeva erano proprio ciò che voleva vedere. Era sempre divertente per Bloem fare le prove davanti agli specchi prima della partenza per Hogwarts, era un gioco iniziato da quando - per lei e suo fratello - si erano aperte le porte di Hogwarts. Non che fosse un gran problema, quello, non per lei e Eskil: come figli di uno dei Fondatori - anzi, del Fondatore, quello più potente di tutti - era quasi ovvio che loro due avrebbero frequentato la prestigiosa scuola di magia, i loro poteri si erano sviluppati molto presto tanto che lei per prima non ricordava di essere mai vissuta senza.
La sua stanza si trovava nel punto più alto della torre più alta e aveva una struttura ovale, era particolarmente ampia e ogni giorno di un colore differente, a seconda del suo umore - o, come diceva suo padre, dei suoi capricci; quel giorno era tutto di un blu molto scuro e cupo, molto vicino al nero, in sintonia col tempo che sbatteva fuori dalle finestre. Mosse la bacchetta con delicatezza, quasi un cenno, e gli specchi divennero più cupi, senza più la capacità di riflettere ciò che vedevano; con un altro leggero movimento, le numerosi vesti da strega attorno a lei si mossero, rimettendosi in ordine e finendo di nuovo all'interno dell'armadio come se non ne fossero mai uscite.

Se la sua piccola sfilata solitaria era divertente, lo era di meno preparare i bagagli: non ci voleva niente servendosi della magia, chiaro, ma a Bloem non piaceva comunque perdere del tempo in quel modo, non quando aveva cose più divertenti da fare.
"E quali? Qui è tutto una noia" sbottò la ragazza, lasciandosi ricadere sul letto di schiena, sprofondando nel materasso di piume con gli occhi chiusi. Era un bene che ricominciassero le lezioni, almeno avrebbe avuto qualche distrazione dalla noia che aleggiava all'interno del castello e poi a lei piaceva molto apprendere cose nuove, era la sola cosa che la interessava. La magia era bella, compativa proprio chi non poteva usarla non possedendola, o chi non ne era in grado; inoltre una volta a scuola, Bloem sapeva che avrebbe goduto di maggiore libertà in quanto non sarebbe stata controllata così strettamente come a casa. Sette mesi a dare ordini ai suoi fedeli e devoti schiavetti e ad ascoltare gli insegnamenti dei Fondatori; era rimasta sorpresa quando, la primissima volta aveva messo piede nella scuola che era stata fondata da circa vent'anni, che erano gli stessi maghi fondatori ad avere il compito di educare gli studenti. Bloem e Eskil sicuramente passavano molto più tempo col padre durante quei mesi che nei cinque di riposo, lì al maniero di Slytherin. Allo stesso tempo passavano del tempo anche sotto la guida degli altri tre; a Bloem non interessava granché, tuttavia in quel modo aveva imparato a non sottovalutare nessuno di loro in quanto erano tutti e quattro molto forti.

Ma non come noi. Lei e suo fratello forse non erano ai livelli del loro padre, tuttavia il loro era un trio sicuramente infallibile; era lui per primo a dirlo in continuazione ed era sicuramente vero, anche a scuola nessuno poteva superare lei e Eskil, in nessuna materia.
Venne distratta dal bussare alla sua porta e lei alzò gli occhi al cielo, se qualcuno bussava era perché non era nessuno che poteva permettersi di entrare senza farlo. Ovvero era una nullità, quasi sicuramente un servitore.

"Avanti" invitò la ragazza dopo essersi rimessa in piedi e aver controllato che l'abito e i capelli fossero a posto: aveva lasciato la chioma semplicemente sciolta, senza acconciature elaborate, cosa che aveva smesso di fare a dodici anni, entrando a Hogwarts e scoprendo inaspettatamente che era molto più comodo tenerli a quel modo.
Le iridi azzurre di Bloem si posarono sulla figura che aveva appena varcato la porta e si trattenne dal pronunciare qualunque parola: proprio come aveva immaginato non era nessuno di importante, eppure in qualche modo aveva immaginato che si trattava di lei. Alyssa era diventata più alta di lei in quegli ultimi anni, ma questo non le impediva di tremare ogni volta che incontrava lo sguardo criptico di Bloem; la strega aveva fluenti capelli rossi e sicuramente un bel visino attraente, ma a giudizio di Bloem... be’, era tutto lì.

Non ricordava neanche di chi fosse figlia, lei sapeva solo che era stato un amico di suo padre Salazar, il quale ai tempi aveva avuto un'avventura con una delle loro serve, finita sicuramente in un niente in quanto la bambina era rimasta lì ed era cresciuta assieme a lei e a suo fratello. Possedeva il dono della magia, certo, ma non era in grado di usare una bacchetta, né forse le importava perché sembrava contenta così com'era, adesso che era diventata grande ed era una servetta.
Le labbra di Bloem si incurvarono all'insù in un sorriso perfido e dolciastro, che l'altra non sapeva capire: aveva visto che portava tra le braccia il bucato.

"Alyssa, tesoro! Cominciavo a sentire la tua mancanza, non mi fai più visita tanto spesso" disse la strega con voce flautata, anche se a lei in verità non mancava affatto. La ragazza non le era certo antipatica, solo che era... stupida, e fin troppo ingenua per essere una compagnia interessante per lei, che preferiva piuttosto i cadaveri di Eskil a persone come Alyssa. La osservò un attimo: aveva una veste molto semplice di un azzurro particolarmente sbiadito, in alcuni punti strappata e rattoppata goffamente con un incantesimo. Un disastro, secondo lei.
La vide avanzare cautamente con quel sorriso tremolante che lei faticava a tollerare, tipico di chi cerca un'approvazione.

"Vi ho portato le ultime vesti pulite per la scuola, milady". La voce di Alyssa era dolce come miele e altrettanto stucchevole per lei, tuttavia Bloem le sorrise più ampiamente, come a dirle che andava tutto bene. Be’, era anche vero, non aveva fatto niente di sbagliato, era il suo lavoro quello.
"Sei stata proprio gentile, cara, appoggiale pure lì" le disse indicandole un mobile dove vi erano ammucchiati altri abiti che poi avrebbe infilato tra i bagagli prima di partire, "e ricordati di portare a mio fratello le sue, sai quanto gli fa piacere che sia tu a occuparti di lui e delle sue cose".

Centro. Bloem vide Alyssa arrossire vistosamente e abbassare pure la testa, piena di imbarazzo; sicuramente non si aspettava che lei ne parlasse, ma non c'era nulla che Bloem non sapesse di suo fratello. Specialmente se si trattava delle sue conquiste: era palese che Alyssa fosse venuta prima da lei, sapeva che poi andando da suo fratello si sarebbe pure trattenuta un po' di tempo. Chissà cosa ci trova di tanto interessante... Bloem proprio non riusciva a capire come mai suo fratello, l'erede diretto di lord Slytherin e mago potente e creativo, potesse trovare anche solo passabile una strega così poco interessante come Alyssa; non era una sciocca, sapeva perfettamente che da quando Eskil aveva scoperto come divertirsi con le donne a letto, non passava sicuramente giorno o notte in cui non ci portava la rossa strega. Ma Bloem non ignorava che erano già un paio di anni che le rimaneva costantemente incollato, come se lei fosse un uccellino raro da proteggere; sorrise pensando che comunque nonostante tutto, Eskil non impediva mai a sua sorella di divertirsi un po' a torturare Alyssa.

Non le faceva certo male, Bloem era più interessata a deriderla in modo indiretto, consapevole che la ragazza voleva piacerle, voleva essere accettata perché, forse, credeva che avrebbe potuto poi sposare suo fratello? Questo non lo sapeva. Mai. Passerai sul mio cadavere prima che io consenta a Eskil di ridicolizzarsi sposando una tale nullità.

Bloem sapeva che pure il padre non avrebbe mai permesso ciò, anche se Eskil poteva sicuramente divertirsi quanto voleva, persino se per caso avesse preso moglie.
"Su, vieni cara, ti sistemiamo un po', ti va? Ormai sei di famiglia, non devi vergognarti, anzi io ti sono proprio grata se rendi felice il mio amato fratello" le disse Bloem, sempre in tono flautato, accarezzandole una guancia, sentendola bagnata da una lacrima sfuggita chissà in quale istante. Ecco, quello era un gioco divertente: non sarebbe stata la prima volta che vestiva e pettinava la ragazza prima che vedesse suo fratello, era un po' come avere una bambola a grandezza naturale e a lei piaceva giocare con le bambole, anche dopo tanti anni. Ne possedeva molte, una collezione magica e rara, erano tutte stupende ovviamente, poi le piaceva vedere come trasformare quell'insipida strega in un... non in qualcosa di bello, ma certamente più attraente di quello che in realtà era. Un semplice cambio di colore dell'abito, una pettinatura più curata e suo fratello impazziva letteralmente; Bloem non aveva mai esagerato, in fondo se a Eskil piaceva quel genere di strega, non serviva fare cambiamenti.
Ci mise meno di due minuti, poi, osservando con aria critica il colore del vestito, posò semplicemente un dito su una delle maniche e questo divenne di uno splendente verde smeraldo, bello come se fosse stato incantato da una sarta esperta.

"Vai, cara, e divertiti" le disse, congedandola in quel modo, ancora con il suo sorriso compiaciuto sul volto. Se mai fosse toccato anche a lei un giorno trovarsi uno svago tra le coperte, mai avrebbe scelto qualcuno di tanto insipido: o si sarebbe trattato di un uomo degno di quel nome, oppure niente. A malapena sentì il ringraziamento da parte di Alyssa, in compenso quando venne abbracciata, si rese conto che sulla rossa poteva sentire chiaramente l'odore di suo fratello.
Sapeva chissà come di morte.


Un boato scosse l'intero castello e Bloem aprì gli occhi, infastidita all'idea che qualcosa avesse osato infrangere il suo riposo; quando voleva essere lasciata tranquilla - come in quel momento - si serviva dell'incantesimo tacitante affinché nulla potesse destarla anche solo per sbaglio ed era questo a renderla poco collaborativa. Qualunque cosa fosse accaduta, era riuscita a spezzarlo con una violenza tale che poteva quasi percepire addosso a sé una sensazione dolorosa.  Si alzò rapida, constatando comunque che la struttura del castello era rimasta intatta: ovvio, un banale botto non poteva certo farla crollare, neanche potente come quello. Infilò in fretta il mantello che aveva lasciato sul mobile poco prima e, armata di bacchetta, uscì in fretta, scendendo la scala a chiocciola che portava alla sua stanza come se non muovesse i piedi tanta era la rapidità. Nonostante non sembrasse, la ragazza sentiva che era accaduto qualcosa e non sapeva dove fosse suo padre; certo poteva anche provenire da lui quel rumore, ma era quasi un delitto pensarlo. Quando Salazar Slytherin faceva qualcosa - incantesimi o esperimenti - di certo non produceva quel tremendo baccano.

Eskil.
Indubbiamente si trattava di lui.
Bloem trovò il caos al piano terra dove i servi stavano correndo qua e là, inciampando gli uni nei piedi degli altri e gli oggetti volavano ovunque.
"Cosa sta succedendo? Non siamo mica in mezzo ai Babbani". La sua voce pregna di raggelante disprezzo parve bloccare tutto perché il silenzio tornò all'istante; tutti la guardavano, o forse i loro sguardi erano fissi sulla lunga bacchetta che teneva quasi per caso tra le dita. La strega captò uno dei servi con lo sguardo fisso sulla porta che portava ai sotterranei; Bloem inarcò le sopracciglia con sorpresa, era quasi convinta che il boato arrivasse dalla cucina, in cui lei mai aveva portato i suoi nobili piedini - e anzi, aveva faticato quando era piccola, a capire a cosa servisse un luogo del genere finché non aveva compreso che aveva a che fare solo con i servi.

Senza pensarci troppo, imboccò quella direzione senza chiedere altro: i sotterranei erano proibiti a chiunque e, anche se avessero voluto entrarci estranei a parte loro tre Slytherin, sarebbe sicuramente accaduto qualcosa di spiacevole.
Cosa stava combinando suo fratello laggiù? Poteva percepire la sua presenza, se c'erano guai nelle vicinanze, doveva certamente trattarsi di lui senza alcun dubbio. Che fosse il risultato di un esperimento fallito ne vide la prova da subito: c'era del fumo verdastro che impediva la vista quasi quanto la nebbia che circondava il loro castello, e aleggiava l'odore della morte.
Bloem aveva già visto morire delle persone nei suoi quasi diciassette anni di vita e la cosa la turbava relativamente, ma quella sensazione era in qualche modo dolorosa. Poteva effettivamente trattarsi di suo fratello? No, non può essere tanto pazzo da rischiare di fare un esperimento che lo condurrebbe alla morte... O invece sì? Suo fratello era forte indubbiamente, aveva quel sottile gusto dell’orrido che aveva sicuramente ereditato dal loro genitore, ma a differenza di Salazar, Eskil non valutava i rischi e neppure percepiva il pericolo, al contrario di lei che lo avvertiva in modo quasi fisico. Voleva il risultato e le conseguenze dei suoi disastri poi venivano coperte da altri, ovvero da lei o dal padre.

Quando arrivò le parve di stare al centro di un campo di battaglia improvvisato: in quella particolare ala dei sotterranei vi erano parecchi calderoni, tutti pronti per esperimenti, e lei sapeva che Eskil stava provando alcune pozioni di sua invenzioni per sconfiggere la morte. A lui piaceva la negromanzia, ne era sinistramente affascinato, voleva scoprirne i poteri, ma lei sapeva anche che aveva abbandonato quelle ricerche per concentrarsi di più su un incantesimo. Fin dove si fosse spinto, però, non ne aveva idea.
C'erano corpi ovunque per terra, irriconoscibili per lei tranne per una chioma rossa che sbucava quasi per caso. Alyssa. A Bloem non importava proprio niente di lei, ma il suo volto si contrasse ugualmente in una smorfia quando le passò accanto. Cosa diavolo era accaduto? Inoltre la sua presenza indicava che suo fratello era lì – non immaginava altre ragioni per cui Alyssa avrebbe dovuto spingersi nei sotterranei – e la cosa non le piaceva neppure un po'.

Sapeva che i morti non costituivano assolutamente alcun pericolo, tuttavia la presenza di tutti quei cadaveri destò in lei una certa impressione. Riuscendo a farsi largo riconobbe Eskil in un angolo. Sentì quasi il cuore fermarsi vedendolo disteso a terra, salvo poi sentirsi infinitamente meglio vedendo che cercava di muoversi; era indubbiamente ferito, lo poteva vedere, ma non era niente di che secondo lei, qualunque ferita si poteva sanare, che problema c'era?

"Andiamo, vieni... sciocco che non sei altro!" lo rimproverò Bloem senza però perdere tempo e cercando di aiutarlo ad alzarsi; niente, era probabilmente troppo stremato per riuscirci da solo. Agitò la bacchetta, ma fu costretta a lasciarla ricadere per la sorpresa: qualcosa le aveva toccato un braccio, dita putrefatte e gelide. La strega si voltò di scatto, gli occhi sbarrati che puntavano nella direzione in cui un arto ricoperto di pelle grigiastra si muoveva, come in preda a degli spasmi. Per la prima volta, Bloem si lasciò sfuggire un urlo terrorizzato. Quel braccio apparteneva a uno dei cadaveri riversi sul pavimento; come poteva un qualcosa di inanimato agitarsi a quel modo? Poi, di colpo, fu avvolto dal fuoco, svanendo in una nube di cenere, lasciandola ricadere a terra, ancora spaventata.

Per un momento pensò di avere fatto una magia senza accorgersene: era vero che con le dita poteva far cambiare colore a cose o persone, ma creare delle fiamme dal nulla? Non appena mise a fuoco la situazione, si rese conto che non si trovava più in quel sotterraneo e davanti a lei c'era suo padre, con l'espressione più infastidita che preoccupata.

"Non hai niente, rimettilo in sesto visto che ne sei capace", disse scoccando un’occhiata intensa a Eskil sempre asciutto e imperturbabile. La strega annuì, senza neanche riuscire a chiedere in che modo fossero usciti da lì: si rese conto che si trovavano nell'ala ovest del castello. Si alzò dalla poltrona su cui doveva essere stata appoggiata e si mosse verso suo fratello, il più rapidamente possibile, per aiutarlo.


Erano passati due giorni e Bloem poteva sentirsi più tranquilla ora che erano arrivati a Hogwarts; era letteralmente esausta dopo aver trascorso il suo tempo a rimettere in piedi Eskil e, soprattutto, a provare a ricucire quello che sembrava essere un cuore spezzato. Se per lei la tragica fine di Alyssa non aveva causato alcun problema, lo stesso non si poteva dire di suo fratello che aveva inaspettatamente - per lei, ovvio - mostrato un profondo dolore per quella perdita da lui stesso causata, implicitamente affermando così di non avere considerato la ragazza solo come un giocattolo.

 Bloem era molto sorpresa da ciò, ma per una volta non aveva fatto commenti cinici, limitandosi a stare vicina a suo fratello per impedirgli di cadere in un eventuale irrecuperabile malumore. In fondo aveva lei, perché mai sentirsi tanto triste? Era una cosa che non poteva capire appieno; era stato molto più facile curare le ferite fisiche visto che per farlo aveva attinto ai preziosi insegnamenti di lady Hufflepuff, appresi durante i mesi precedenti.
Alla strega piaceva la guarigione: in netto contrasto con la sua natura un po' volubile e capricciosa, oltre che egoista, trovava di suo gusto curare la gente e aveva stabilito di chiedere alla fine di quei mesi, di poter seguire la Fondatrice per apprendere ancora di più. A suo padre ancora non l'aveva detto, non c'era però un motivo, voleva che fosse una sorpresa.
Strinse la mano di suo fratello mentre varcavano la soglia di ingresso al castello, ma non disse niente. Era sicura che si sarebbe ripreso. Doveva solo vigilare che non riprendesse i suoi esperimenti: ora che era stato vicino alla creazione dei morti viventi, non era il caso che lo facesse anche a scuola seminando il terrore. E troppe domande.



Angolo Autrici _

Ciao di nuovo a tutti con queso secondo capitolo :D è necessario specificare che i particolari poteri di Bloem ed Eskil hanno una ragione - per ora ignotta a tutti, a loro stessi compresi e pure a voi u.u - ma noi speriamo che possano piacervi
Questa volta vedete le cose con gli occhi della più giovane, Bloem, che è decisamente un tipo paricolare come potete vedere XD
non l'abbiamo specificato a parole, ma dal prologo sono trascorsi ormai quattro anni e si avvia a essere l'ultimo di studi a Hogwarts per i due fratelli. Non c'è un'età precisa per entrare, in contrasto con la storia canonica, in quanto essendo nel Medioevo, si può dire che le cose sono molto differenti e lo reputiamo anche normale ^^
qualunque commento comunque ci farà molto piacere, grazie anche a chi legge soltanto^^
   
 
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